giovedì 15 aprile 2004

Divide et impera


Questa la strategia di Al Qaeda e dei suoi alleati, almeno in questa fase: creare una situazione di paura, confusione, divisione fra i Paesi occidentali, per poi colpirli separatamente, a proprio agio.



In questa direzione vanno i rapimenti di stranieri, non a caso verificatisi quasi esclusivamente nel cosiddetto triangolo Sunnita, controllato dai nostalgici baathisti fedeli a Saddam e dai loro alleati di Al Qaeda (altro che "resistenza irachena"), e non nelle aree in cui si è sviluppata l'azione di Al Sadr e della sua milizia integralista Sciita.



Nei Paesi coinvolti, come l'Italia, il rapimento di connazionali e la minaccia alle loro vite ha rafforzato l'ala pre-politicamente pacifista dell'opinione pubblica, mettendo in difficoltà i Governi che fanno parte della Coalizione e prefigurando un insuccesso elettorale per i loro leader (l'effetto Zapatero, per intenderci).



Nel caso dei terroristi che hanno rapito gli italiani, è chiaro che stanno cinicamente agendo in modo tale da ottenere il massimo risultato politico a spese della vita degli ostaggi: se un secondo ostaggio dovesse venire ucciso nelle prossime ore o nei prossimi giorni, e così di seguito gli altri, l'impatto sull'opinione pubblica italiana sarebbe via via sempre più devastante, e i terroristi con molta probabilità raggiungerebbero l'obiettivo di ottenere uno scollamento fra i cittadini e il Governo e le istituzioni del Paese che, ovviamente, per nessun motivo possono cedere al ricatto terroristico - nessun Governo e nessun Paese potrebbe farlo, come ieri ha ricordato anche Francesco Rutelli.



Nella stessa ottica va interpretata l'offerta di "tregua" agli europei contenuta nell'ultimo messaggio audio di Bin Laden, trasmesso oggi dalla tv araba Al Jazeera.



In sostanza, Bin Laden offre ai ventuno Paesi europei attualmente impegnati nella Coalizione - ma non, badate bene, agli americani e agli israeliani, contro cui la guerra continua senza quartiere - la sospensione di ogni attività terroristica sul territorio europeo, ma a precise condizioni: cessare il supporto alla Coalizione; ritirare totalmente le proprie forze dall'Irak e dall'Afghanistan; cessare di combattere attivamente contro Al Qaeda e i suoi alleati.



Nel messaggio non se ne fa esplicita menzione, ma è facile intuire la minaccia implicita in queste parole: se gli europei rifiuteranno la tregua, Bin Laden darà il via libera a una nuova stagione di attentati in Europa, sulla falsariga di quanto già successo in Spagna, "punita" (secondo il messaggio di Bin Laden) per quanto fatto in Afghanistan e in Irak.



L'obiettivo, anche qui, è chiarissimo: incrinare il già debole fronte degli alleati europei, così da isolare americani e israeliani per poterli colpire meglio.



Appare quindi evidente che mai come in questo momento, invece, americani, israeliani ed europei devono fare fronte unico contro il comune nemico: pensare di tirarsi da parte per quieto vivere, nella speranza che Al Qaeda, a tempo debito, non rivolga nuovamente le sue armi contro l'Europa, è una enorme, pericolosissima illusione.



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