domenica 18 aprile 2004

Al Jazeera: il calcolo politico spacciato per umanita'


Scrive Aldo Grasso:
I due pesi della Cnn araba



Nei giorni dell'efferata esecuzione di Fabrizio Quattrocchi c'eravamo tutti convinti di una cosa: che Al Jazira avesse fatto bene a non mandare in onda le immagini dell'uccisione. L'emittente araba aveva anche fornito una giustificazione parlando di "criteri di umanità", di volontà di "non turbare la sensibilità delle gente". Ma più passa il tempo, più la decisione di Al Jazira sembra caratterizzarsi solo per una calcolata scelta politica, servita in un velo di ipocrisia che si è disteso fin sopra i nostri talk show. Davvero il blackout è dovuto a ragioni umanitarie? D'improvviso Al Jazira ha scoperto di avere un cuore, una sensibilità, un pudore nonostante in passato non si sia mai turbata più di tanto nel trasmettere immagini tragiche, spaventosi proclami di morte, prigionieri privati della loro dignità. Ieri sera, a esempio, ha mandato ripetutamente in onda le scene del leader di Hamas Rantisi, ucciso dagli israeliani, indugiando sui particolari più macabri e così contribuendo non poco a riscaldare gli animi del mondo arabo.



D'improvviso anche noi, che sguazziamo nella tv del dolore, che cadiamo in estasi davanti ai galloni di sangue sparsi da Mel Gibson, che usiamo la sofferenza come osceno lievito dell'ascolto, abbiamo ceduto al sentimentalismo, alla pruderie. Senza quelle immagini, di assoluta spietatezza, ci siamo messi a discutere di mercenari, di ministri che ci governano dal video, di sadici banchetti televisivi, di bella morte. Aspetti veri ma del tutto secondari rispetto all'atrocità del gesto.



Il problema non è se sia giusto o meno mostrare le immagini dell'orrore, parlarne, discuterne: il contenuto morale di certe scene è fragile, muta con il mutare dei tempi e dei contesti in cui viene rappresentato. Se mai vi sono alcune immagini fotografiche (i lager, la bambina vietnamita sfigurata dal napalm, le Torri Gemelle, adesso purtroppo anche l'assassinio di Quattrocchi) che raggiungono "lo status di punti di riferimento morale". È questo vincolo etico che bisogna preservare. Quando vediamo quelle immagini devono venirci i brividi, deve cambiare il nostro modo di pensare.



Malgrado la tv non si faccia scrupolo di mandare in onda le peggiori efferatezze, di raccontare allegramente storie di brutalità, se le immagini dell'esecuzione avessero fatto il giro del mondo avremmo subito un altro terribile, doloroso choc visivo, nella scala delle atrocità. Questo bisogna metterlo in conto. Ma bisogna anche avere la consapevolezza che quella tragica sequenza, quella vigliaccheria del carnefice, quel comportamento eroico dell'ostaggio sarebbero stati devastanti per l'immagine della "sedicente resistenza irachena". Meglio, molto meglio nascondere tutto.
Link: Corriere della Sera.



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