domenica 30 novembre 2003

Omar, il blogger di ''Iraq The Model'' sui fatti di sabato


Riporto il testo del post relativo all'uccisione dei sette militari spagnoli presso Baghdad:
This morning I was discussing the tragic accident of yesterday where

seven Spanish officers were killed with my friends (Zeyad and A.Y.S).

We were all angry, distressed and frustrated.

I felt ashamed to face my readers again. I even was thinking about giving up the whole blog. thing, but I decided to write, not for any purpose, but to relieve the pressure in my chest.



I was watching the news about the accident on the networks, and I was shocked to see some barbarians celebrating the death of those officers, but the most terrible scene was that when one of those barbarians stepped over the dead bodies singing a song praising the Ba’ath.

I could not utter a word and I remained silent for a long while thinking of the families of the victims watching their loved ones, killed and disfigured.

I wanted to cry, but the tears froze in my eyes.

I wished I could get there to kill those animals.

They were not real Iraqis, they were not even human beings, and they don't deserve to live neither in Iraq nor anywhere else.

Please do not misjudge the Iraqi people.

I asked myself a question: is that the way they say thanks to the brave men and women who left their homes and families to help us start a free, safe and prosperous Iraq?

Well…I guess this is not the right question to ask, because those criminals do not want Iraq to become free, they will use all evil to stop the progress in Iraq, they want to damage the reputation of the Iraqi people, they will continue to target Iraqis and coalition troops.

As for us, we should not stand by and watch, we should do our best to stop this evil plan.

I’m asking every honest man and woman and every honest government in the world to give a hand.

This is not a USA vs. Saddam battle.

And not an Iraqi people vs. Ba’athists battle.

This is the war of the free world against terrorism.

This is a war between all the good and all the evil.

If this is what they call resistance, and if this is what they call patriotism, then I am the first betrayer.

People of the world: you can not stay neutral, we're all on the (list).
Link: blog "Iraq The Model".



Antisemitismo europeo e sinistra no-global


La Repubblica, citando il quotidiano francese Le Monde (segnalato ieri da Il Griso), pubblica alcuni stralci del dossier sull'antisemitismo in Europa prima commissionato dalla UE e poi "stranamente" dimenticato in un cassetto.



Il rapporto pone l'accento sulla crescita dei rigurgiti antisemiti in particolare fra i giovani musulmani immigrati in Europa e fra i gruppi della sinistra "estrema" e "no-global":
Gli atti antisemiti si sono moltiplicati negli ultimi due anni e alla loro origine ci sono una parte della sinistra e gruppi arabo-musulmani: è questa la tesi esplosiva del rapporto commissionato dall'Osservatorio europeo sui fenomeni razzisti e xenofobi e mai reso pubblico. Una settimana fa, il Financial Times aveva rivelato l'esistenza del documento e aveva accusato l'Unione europea di averlo censurato. Ieri, Le Monde ne ha rivelato alcuni stralci, destinati ad alimentare la polemica sulla sua mancata pubblicazione.



(...)



...i gesti antisemiti in Europa si sono moltiplicati dopo l'inizio della seconda Intifada. Ma non è l'estrema destra ad alimentarli, dicono gli autori, che mettono sotto accusa frange della sinistra: "In Spagna, in Francia, in Italia e in Svezia, una parte della sinistra e dei gruppi arabo-musulmani hanno unito i loro sforzi per organizzare manifestazioni pro-palestinesi. (...) Queste manifestazioni non erano intrinsecamente antisemite, ma slogan e banderuole sono stati proferiti e branditi in alcune di esse; alcune sono finite con aggressioni contro ebrei o istituzioni ebraiche". Il rapporto cita numerosi episodi "in cui, durante il periodo di osservazione, attacchi fisici contro gli ebrei, la profanazione e la distruzione di sinagoghe sono state spesso opera di giovani musulmani".



Le accuse sono particolarmente dure nei confronti dell'estrema sinistra. All'interno delle dimostrazioni pro-palestinesi o antiglobalizzazione, "la critica di Israele è articolata su stereotipi che producono spesso una combinazione di idee antisioniste e antiamericane, elementi costitutivi importanti dell'emergenza di un'atmosfera antisemita in Europa. Israele è vista come una potenza capitalista e imperialista, la "lobby sionista" e gli Stati Uniti sono descritti come attori diabolici nel conflitto del Medio Oriente, che esercitano un'influenza negativa sugli affari mondiali".



(...)



Il documento non cita fatti nuovi, ma li mette in prospettiva, sottolinea il mescolarsi di vecchi pregiudizi e nuove rivendicazioni "progressiste", denuncia la loro presenza in diversi paesi europei sotto le medesime forme. Un'interpretazione destinata a suscitare appassionati dibattiti, ma la mancata pubblicazione alimenta il sospetto che il rapporto sia rimasto in un cassetto perché "fuori linea" rispetto alla politica mediorientale dell'Unione europea. Secondo Jelane Wetzel, in una dichiarazione a Le Monde, "li ha imbarazzati il fatto che il nostro lavoro designi come autori di atti antisemiti persone spesso vittime del razzismo e che l'Osservatorio, coi suoi lavori, è incaricato di proteggere".
Fonte: La Repubblica.



sabato 29 novembre 2003

Baghdad: cronaca di una manifestazione


Mentre in Italia c'è chi organizza manifestazioni "a sostegno della resistenza irachena e contro gli imperialisti" - fuor dai giri di parole: a sostegno dei terroristi baathisti e di Al Qaeda - in Irak si svolgono manifestazioni contro la presunta "resistenza" tanto cara ai nostri pacifinti-nogglobal-antiimperialisti.
We used to consider the police men as our enemies and there was even a proverb that says: "a police man will never see heaven"

Today, we consider them our defenders and our brothers.

they're sacrificing their lives tacking the front position to face the terrorists, they will definitely get rid of the bad reputation they earned in the past and they will learn to treat us respectfully, we're their brothers and our enemy doesn't distinguish between a civilian and a police man.



I've been there, and I came back stronger with a deeper belief that there are others who care for us, and next time, the participation will be wider.

Our victory in this challenge is a victory for all the honest, good and free people on earth.
Questo il racconto di uno dei partecipanti, Omar, il blogger di Iraq The Model.





Qui trovate il resoconto di Zeyad, del blog Healing Iraq.







Cyber-dissidente cinese condannato a quattro anni di carcere


L'attivista per i diritti civili Jiang Lijun è stato condannato a quattro anni di carcere da un tribunale di Pechino dopo essere stato accusato di attività sovversive per avere perorato la causa delle libertà civili e di espressione su Internet e per avere progettato la fondazione di un partito politico "pro-democrazia".
Jiang was detained in November last year, suspected of being a ringleader of online pro-democracy activism.



According to Mo (l'avvocato di Lijun, NdR), he was convicted for advocating democracy on the Internet and for intending to organise a political party known as the China Freedom Democracy Party.



Reflecting his prominent status, he has been kept in Beijing's Qincheng Prison which has previously held China's last emperor Pu Yi and several senior-level Communist Party officials.
Jiang Lijun non è il solo cittadino cinese detenuto per le sue attività pro-democrazia su Internet: gli arrestati, solo negli ultimi mesi, sono almeno una ventina.



Fra questi Liu Di, una studentessa di psicologia di 22 anni arrestata lo scorso anno per avere pubblicato online materiale definito "sovversivo" dal regime:
Jiang is reportedly a close confederate of other Internet activists, including Liu Di, a Beijing student who was also arrested a year ago after posting democracy essays online.



The case of Liu, a 22-year-old psychology student known by her online alias of "Stainless Steel Mouse," has proved a hard nut to crack for China's law enforcers.



Prosecutors bounced it back to police earlier this month, telling them to come up with better evidence.
Continua dunque il giro di vite delle autorità comuniste cinesi contro ogni forma di dissidenza, da quella politico-religiosa dei seguaci della setta Falun Gong a quella espressa su Internet dalla parte migliore della gioventù cinese.



Fonte: Yahoo! News - AFP.



venerdì 28 novembre 2003

Umberto Eco: Vegetal and mineral memory: The future of books


L'egiziano Al-Ahram Weekly riporta il testo dell'intervento di Umberto Eco presso la (nuova) Biblioteca di Alessandria dell'1 novembre scorso:
WE HAVE THREE TYPES OF MEMORY. The first one is organic, which is the memory made of flesh and blood and the one administrated by our brain. The second is mineral, and in this sense mankind has known two kinds of mineral memory: millennia ago, this was the memory represented by clay tablets and obelisks, pretty well known in this country, on which people carved their texts. However, this second type is also the electronic memory of today's computers, based upon silicon. We have also known another kind of memory, the vegetal one, the one represented by the first papyruses, again well known in this country, and then on books, made of paper. Let me disregard the fact that at a certain moment the vellum of the first codices were of an organic origin, and the fact that the first paper was made with rugs and not with wood. Let me speak for the sake of simplicity of vegetal memory in order to designate books....
Link: testo integrale su Al-Ahram.



[Tech] Linux: nuova distro derivata da Debian


Mepis.org ha rilasciato MEPIS Linux 2003.10, un desktop Linux per processori di classe Pentium orientato sia al mercato aziendale che ai singoli utenti domestici.
MEPIS Linux offers a live/installation/recovery CD, advanced automatic hardware configuration, XP/NTFS support, ACPI power management, WiFi support, personal firewall, KDE 3.1.4, OpenOffice 1.1, Mozilla 1.5, and much more.



New in 2003.10

With release 2003.10, MEPIS has expanded the functionality of the MEPIS Installation Center to allow the user to install MEPIS or repair the boot loader, Xconfig, make a floppy, or test the hard drive all while running from the Live-CD.



The new MEPIS System Center allows the user to reconfigure network setting, including WiFi; configure the apt (Package Manger) sources configuration; change the system identification; select a differnet default system keyboard and language; clear system logs; adjust the mouse and display configuration of X-windows; and it assists with the installation of application localization packages.



The MEPIS User Utilities cleans trash from your user space, empties caches, and configures spam filtering.
I due CD di MEPIS Linux 2003.10 sono disponibili per il download su ftp://ftp.ibiblio.org/pub/linux/distributions/mepis/ sotto forma di immagini ISO - 700 e passa Megabytes ciascuno: opzione decisamente sconsigliabile se avete una connessione Internet meno che stellare ;-) - o in alternativa possono essere richiesti a MEPIS al prezzo di 9.95$.



[Tech] Testo della lettera ''minatoria'' inviata da SCO alle top 1500


SCO pretende di essere l'unica legittima "proprietaria" di ampie porzioni del kernel di GNU/Linux, che a suo dire sarebbe stato assemblato scopiazzando ampiamente dal codice sorgente di SCO Unix, e di conseguenza ha chiesto alle principali 1.500 aziende USA che usano o sviluppano soluzioni Linux (IBM compresa) di pagare una regolare licenza d'uso per il "suo" software.



Ora Pamela Jones pubblica su Groklaw la trascrizione di una delle lettere inviate da SCO alle "top 1500" USA nelle scorse settimane, accompagnata dai suoi commenti:
Step right up and take a look. Here is the letter that IBM received from SCO as one of "the notoriouos gang of 1500". Who knew that being a successful company would turn out to be so unpleasant? It's Exhibit I attached to IBM's Amended Counterclaims. Thanks to Palle Raabjerg for transcribing it for us now as text and to our intrepid volunteer who got hold of the paper exhibit from the court. Here is the original of the letter to IBM, so you can compare.



You will notice some grammar errors, but they are SCO's, not Palle's. You will also notice that what Darl wrote differs considerably from what OSDL yesterday showed the actual Linux kernel development process to be like. "Numerous unrelated and unknown software developers" indeed. What hogwash.



Now that Linus has a lawyer, maybe they'll take note and consider if the necessary elements for an action for defamation are now available. They are hard cases to win, particularly for a public figure, so they may not want to go that route, but for sure one element is now in place: statements of demonstrably untrue facts. And if Darl, or anyone else, for that matter, repeats Darl's description of the Linux development process now that OSDL has explained how the process really works, that would seem to meet another element: that the party accused of defamation had knowledge that what was said was not true. You also need to prove malice. Heh heh. Herculean task, that. My, a defamation suit would feel good. Maybe not to Linus, though. He's not a litigious guy.
Fonte: Groklaw.



giovedì 27 novembre 2003

Irak: trovate tracce di un programma nucleare


Dal Corriere della Sera:
LONDRA - Il ministro degli Esteri britannico Jack Straw ha detto che sono state scoperte prove di sviluppo di un programma nucleare da parte di Saddam Hussein. Lo ha detto parlando davanti alla Camera dei Comuni: "Sono stati trovati diversi nascondigli in Iraq. Saddam ha fatto strenui tentativi di nascondere il tutto fino all'ultimo". Infine, le ultime rivelazioni: "A giugno sono stati trovati progetti e documenti nella casa di uno scienziato nucleare iracheno". (Agr)
Insomma, piano piano le prove cominciano a emergere: Saddam in tutti questi anni non ha mai smesso di rappresentare un pericolo non solo per la sua gente, ma anche per tutto il mondo civile.



Immagino, comunque, la risposta pigliatutto degli onniscenti pacifinti, mi sembra anzi già di sentirli: "macché armi di distruzione di massa, macché Saddam e Saddam, ovviamente sono stati i kattivi amerikani a fabbricarsi delle prove su misura..."



Si accettano scommesse.



[Tech] Il creatore del DeCSS ha craccato anche iTunes


Jon Lech Joansen, un hacker norvegese, è diventato famoso all'età di 15 anni per avere messo a punto un algoritmo in grado di craccare il CSS (Content Scrambling System), un sistema di protezione messo a punto dall'industria cinematografica per evitare la duplicazione illegale di film o altri contenuti su DVD.





Ora, a 19 anni, è accusato di avere postato su di un sito norvegese un programma open source (QTFairUse) in grado di duplicare gli stream audio di iTunes.
The new program circumvents iTunes' anti-copying program, MPEG-4 Advanced Audio Coding, by legally opening and playing a protected music file in QuickTime, but then, essentially, draining the unprotected music data into a new and parallel file.



There are other programs that can circumvent copy protection schemes by capturing analog audio, though that typically causes a loss in quality.



The program on Johansen's site appears to capture unprotected digital data, which could be used to make perfect copies of an unlocked tune.
Pare comunque che i brani duplicati con QTFairUse non possano essere riprodotti senza l'ausilio di software aggiuntivi.



Fonte: Yahoo! News.



[Tech] Microsoft segnala cinque nuove ''extremely critical flaws'' su IE


Questa volta le "security flaws", definite "estremamente critiche" da Microsoft, riguardano il browser Internet Explorer 6: anche altre versioni del programma, secondo Microsoft, potrebbero essere interessate al problema.
Attackers could exploit the vulnerabilities to bypass a security check in IE, or to download and execute a malicious file on a user's computer. A cross-site scripting flaw can be exploited to execute script code in the security zone associated with another Web page, while a variant of a fixed vulnerability may still be used to control a PC without the user's knowledge, the advisory states.



Also, the IE cache directory could be disclosed through an error in the browser download function, although the latest patch for Internet Explorer may have fixed this problem.



These latest problems with Explorer are serious, Russ Cooper of TruSecure told NewsFactor, pointing out that the vulnerabilities enable hackers to place code in a machine and run it. In bypassing browser security, attackers can search for places to install malicious code, he added.
Certo che questi ragazzi non si fanno mancare proprio niente: non passa settimana senza che si (e ci) sollazzino con nuove, affascinanti, fantasiose vulnerabilità - una volta si tratta di Windows, una volta di Office, una volta di Media Player, o di Outlook, o di Internet Explorer... diciamo che c'è solo l'imbarazzo della scelta.



Fonte: Yahoo! News.







mercoledì 26 novembre 2003

Saxa Rubra: scritta antisemita contro Mimun


Dopo Mieli, Mimun: una scritta antisemita contro il direttore del Tg1 è comparsa questa mattina nella sede Rai di Saxa Rubra a Roma.



Clemente Mimun, il direttore del TG1, attualmente si trova in Israele, a Kfarsaba - una cittadina a mezza strada tra Tel Aviv e Gerusalemme - per essere vicino al padre gravemente malato e rientrerà in Italia solo in serata.



Dopo le scritte contro Mieli di qualche mese fa alla RAI di Milano, dunque, un nuovo episodio, questa volta a Roma: il denominatore comune è il solito, quell'antisemitismo che pare in crescita in tutta Europa, e che era l'oggetto anche di uno studio della Commissione Europea che in febbraio (febbraio!) concludeva che gruppi musulmani e filopalestinesi sono dietro molte manifestazioni di antisemitismo in Europa e che a sinistra, specialmente nell'area genericamente definibile no-global, c'è "un pregiudizio contro Israele".



Ora il Financial Times, che per primo ha parlato di questa vicenda, giustamente si chiede come mai le 112 pagine dello studio commissionato dalla UE siano rimaste prima a prendere polvere in un cassetto per mesi, e siano state ora praticamente secretate.



Le giustificazioni vanno da "troppo complicata la definizione di antisemitismo" e "non rappresentativo perché copre un periodo troppo breve" fino alla definizione di risultati troppo "incendiari" (un termine alquanto infelice, quest'ultimo, a mio modesto avviso).



Links:



[Tech] Useremo un chip subdermale per i pagamenti?


Questa è l'idea di Applied Digital Solutions, che tramite la sua controllata VeriChip intende proporre l'uso di chip RFID (Radio Frequency Identification Device) subdermali non solo per applicazioni di stampo medico (memorizzazione storia clinica, gruppo sanguigno, mappatura DNA etc.) ma anche per sostituire, in prospettiva, i pagamenti con le comuni carte di credito.



Fonte: articolo su Wired News.



[Tech] Google penalizza i webmaster troppo ''furbi''


Nel corso degli anni i webmaster hanno messo a punto metodi sempre più sofisticati per far sì che i propri siti venissero collocati nelle prime posizioni dei risultati delle ricerche effettuate sui motori di ricerca, primo fra tutti Google.



Alcuni anni fa un gruppo di artisti digitali, gli e-toy, per denunciare questo tipo di manipolazioni (e altre più gravi) avevano addirittura organizzato e portato a termine un mega "rapimento digitale".



Dopo avere "infiltrato", nel corso di alcune settimane, le classifiche di Google usando un particolare set di parole chiave, avevano fatto scattare la trappola: chi, partendo da Google, arrivava sul sito segnalato dal motore di ricerca, si ritrovava sul monitor una pagina contenente l'immagine di un tipo che, fucile alla mano, annunciava che quello era un cyber-rapimento, dopo di che "l'ostaggio" con un banale redirect automatico veniva "trasferito" sul sito di e-toy, dove il gruppo spiegava in dettaglio il senso dell'iniziativa.



Ora Google pare avere deciso di fare le grandi pulizie: da alcuni giorni i risultati delle ricerche sono cambiati drasticamente, e ora spostano regolarmente in posizioni più basse (a volte anche di molto) quei siti che usano i più diffusi metodi per "venire a galla" nel ranking.



Gli effetti di questo giro di vite nei confronti dei webmaster che esagerano nel fare i "furbi" non si sono fatti attendere, come illustra questo articolo del New York Times:
For many people, ordering a gift online goes something like this: type a few words into a search engine, click on a few of the top results and place an order.



For this reason, being among the first few links in a list of search results is critical for many online businesses. Falling off the first page of results can mean a sudden loss of customers. So companies have tried for years to manipulate search engines so they land in the top ranks.



But lately a new strategy has emerged that is raising questions about business ethics and the nature of online competition. Because search engines like Google give weight to sites that are linked to other sites, companies set up networks, creating or encouraging others to create large numbers of sites that sell the same products and then linking them together. If the strategy works, what the searcher sees is a list of links that lead back to the same product or company.



Is this just a sign of evolving competition among Internet retailers? Or is the consumer at risk of being ill served, or worse, deceived?



The practice has roiled the gift-basket industry, where several online shops have noticed in recent months that their rankings on Google have suddenly dropped. No longer do they show up in the top 10 listings. Instead, a company called Gift Services Inc. has taken their place.



"We cannot be found anymore," said Michelle Wiesel, president of Cesta Gift Baskets in Los Angeles (www.cesta.net). "We have not sold one fruit basket" in two months, she said, adding that before, when Cesta showed up in Google's top 10 results, her business was doing fine.
Anche Barry Lloyd, di Search Engine Guide, dice la sua in proposito, con un lungo e dettagliato articolo di cui riporto l'introduzione:
Starting on the 16th of November, a major shift in results was seen on Google. Veterans recognised that Google appeared to be doing a major update, not seen for many months, as reported first on WebMasterWorld who named it "Florida", continuing the tradition of naming updates rather like hurricanes. In this case it was a hurricane! As was usual with many updates, there were moans and groans as people complained about their sites falling. Many people were unaffected (including us) but the symptoms of the sites being dropped were not usual. No penalties, such as PR0, seem to have been applied against pages that had fallen - yet none of the pages targeted at specific key phrases, particularly index/home pages, appeared in the top results for these search terms. Indeed some had dropped hundreds of places and, in some cases reported, off the scale. Yet these pages did appear for obscure phrases and were obviously still in the index.



It appeared to us and to several other respected names (though hotly disputed by others) that some sort of over-SEOd filter had been applied to check if overt SEO had been done for that particular phrase. It was as if Google were checking to see if external links to the site included the phrase, on-page optimisation was being done for the phrase and even if the domain included the phrase. If the density of the optimisation, both on and off the page, appeared too artificial, then a filter was tripped and down went the page - solely for that phrase.



Google had never looked favourably on abuse of their systems and many established SEOs looked upon this algo tweak as a way of Google getting rid of the abuses of links and stopping the scrambling for getting (and sometimes buying) links including your required anchor text from other high PR, but probably irrelevant to your subject, sites. It seemed to make sense.



On Friday, 21st November, Google decided to tighten the "filter". All hell broke loose as tens of thousands of sites disappeared from positions they had held (in some cases) for years. We noticed some of our client sites plummeting for their major key phrase from being #1 to total invisibility. Yet this was only in highly competitive areas, not for their secondary phrases. These sites were, in most cases, not highly optimised, had not sought reciprocal links but had achieved their rankings through being on the web for 4 or 5 years. The bad news was that their company name and domain included the key phrase, sites (including directories) linking to those sites included the key phrase in their links and Google interpreted this as over-optimisation and down they plunged. In many areas all the top 20 ranking sites disappeared, including industry leaders, to be replaced by educational sites, news review sites, government sites, major shopping portals or directories....
Links:



martedì 25 novembre 2003

[Tech] The Register: Tempi duri per Microsoft in Israele


Come riportato anche da Linux Today, il Ministero del Commercio israeliano ha tagliato i ponti con Microsoft e ha adottato come suite da ufficio OpenOffice, il noto software diffuso sotto licenza GPL.
First out of the door is the Israeli employment agency, which will replace 550 out of 700 users with OpenOffice. The contract represents a hardware win for IBM. Some 150 staff will stay on Microsoft Office. For now, all the switchers will remain on Windows, running the Win32 version of the software libre equivalent of Microsoft Office.
Alquanto scomposta la reazione di Microsoft:
Microsoft reacted scornfully to the decision, the Hebrew-only Daily Mail reports, accusing the Israelis of being tight-fisted.



"The employment agency has selected an immature and unproven software package and its functionality is at the best close to Office 97," said Microsoft representatives.



Accusing the ministry of penny pinching is hardly a promising line of attack, we suggest. Users make rational choices. And Word 97-era functionality is clearly considered good enough for the Israeli ministry of employment.
In questo momento Microsoft non se la sta passando troppo bene, in Israele: a parte quest'ultimo episodio, deve anche fronteggiare l'accusa di essere un monopolio de facto, oltre a tutta una serie di questioni legali:
In a little noticed decision recently, Israel's Antitrust Authority director general, Dror Strum, declared Microsoft a monopoly. Separate civil actions on behalf of open source and Apple advocates are pending; a motion by the former to State Prosecutor Tadmor recently brought to light unpublished decisions by the Antitrust Authority to abide by the US antitrust settlement. The latter followed an outcry by Israel's Macintosh community about Microsoft's failure to support right-to-left languages, such as Arabic, Urdu and Hebrew - in their Macintosh applications. Apple now fully supports right-to-left languages, but there's no sign of Microsoft enabling the feature at the application level. This affects Apple in the Hebrew and in the much larger Arab and Indian markets.
A tutto questo va aggiunto, ciliegina sulla torta, quanto segnalato dal quotidiano Ha'aretz in un articolo intitolato "The IDF is thinking of closing its Windows": anche l'IDF (Israel Defense Forces, l'esercito israeliano) pare in procinto di fare ciao-ciao con la manina:
Colonel Avi Kochba, the new commander of Mamram, the Israel Defense Forces central computer facility, has good news and bad news for Bill Gates. The good news: the army will not abandon Microsoft operating systems and servers in the near future. The bad news: the IDF is beginning to give serious consideration to transferring its data to Linux servers, and managing it there by means of software based on an open source code.
Fonte: The Register.



[Tech] ATM basati su Windows XP Embedded vulnerabili ai virus


Lo scorso mese di agosto, secondo quanto riporta The Register, gli ATM (Automated Teller Machine, in pratica i nostri Bancomat) di due "istituzioni finanziarie" sono stati compromessi da virus in grado di sfruttare la vulnerabilità relativa all'RPC (Remote Procedure Call) di Windows. Gli ATM colpiti sono stati prodotti dalla società Diebold:
The machines were in an advanced line of Diebold ATMs built atop Windows XP Embedded, which, like most versions of Windows, was vulnerable to the RPC DCOM security bug exploited by Nachi, and its more famous forebear, Blaster.



At both affected institutions the ATMs began aggressively scanning for other vulnerable machines, generating anomalous waves of network traffic that tripped the banks' intrusion detection systems, resulting in the infected machines being automatically cut off, Diebold executives said.
In settembre avevo segnalato uno studio che prevedeva l'aumento della quota di ATM Windows-based dal 12% attuale al 65% entro il 2005, e le prime relative preoccupazioni degli esperti: preoccupazioni alquanto fondate, a quanto pare.



Significativo che anche nel caso dei bancomat Diebold il guaio sia stato aggravato dal fatto che l'azienda non ha applicato con la necessaria tempestività le patch di sicurezza rilasciate da Microsoft:
A patch for the critical RPC DCOM hole had been available from Microsoft for over a month at the time of the attack, but Diebold had neglected to install it in the infected machines. Billett defended the company's patching process, which he said involves testing each new bug fix, and deploying at a wide variety of institutions with a mix of network architectures.
Nell'articolo non mancano alcune considerazioni generali su Windows:
The incident highlights new dangers for financial institutions, as legacy ATMs running OS/2 and propriety communications protocols give way to more versatile and cost effective terminals built on Microsoft Windows and TCP/IP -- with all the attendant security problems.



Though ATMs typically sit on private networks or VPNs, the most serious worms in the last year have demonstrated that supposedly-isolated networks often have undocumented connections to the Internet, or can fall to a piece of malicious code inadvertently carried beyond the firewall on a laptop computer.



January's Slammer worm indirectly shut down some 13,000 Bank of America ATMs by infecting database servers on the same network, and spewing so much traffic that the cash machines couldn't processes customer transactions.
Fonte: The Register.



lunedì 24 novembre 2003

Bravo Bertinotti...


Nei giorni scorsi MassimiSistemi aveva inviato delle e-mail a vari soggetti, fra cui il segretario di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti, per conoscere in dettaglio la loro posizione riguardo all'appello "a sostegno della resistenza irachena" (sic) lanciato nelle scorse settimane da Campo Antiimperialista e sottoscritto, fra gli altri, da numerosi aderenti al PdCI di Oliviero Diliberto, a Rifondazione Comunista, alla CGIL di Guglielmo Epifani e persino da alcuni diessini (ri-sic).



Sabato è arrivata la risposta del leader del PRC:
L'attento lettore di cui parlava Torchiaro nel suo articolo ha ricevuto una risposta dal segretario di Rifondazione Comunista, che pubblichiamo perché crediamo faccia onore all'onestà intellettuale del suo autore.:



per semplice chiarezza:

abbiamo chiesto con molta fermezza, a tutti i firmatari di quell'appello iscritti a Rifondazione di ritirare la loro firma, sia se fosse a titolo personale e tanto più quando è in una veste in qualunque modo ufficiale di partito o istituzionale...

...una risposta semplice: no! non è compatibile l'adesione a rifondazione comunista con la sottoscrizione di documenti di questo tipo.

cordialmente

fausto bertinotti





Bene.

Mi auguro che Bertinotti porti fino in fondo, e pubblicamente, questa sua posizione sugli 'iscritti che sbagliano'. Qui si continuerà a controllare se ci saranno defezioni nell'elenco delle adesioni all'appello per la Resistenza irachena.
Bravo Bertinotti, dunque, e bravo MassimiSistemi (di cui condivido il giudizio su Bertinotti - di tutt'altra stoffa è gente come Diliberto, invece) per l'iniziativa.



... e bravo Fini


In passato ho spesso nutrito forti dubbi sulla sincerità di certe affermazioni e di certe prese di posizione di Alleanza Nazionale e del suo leader, ma quello che è successo oggi in Israele direi che non può che essere interpretato come "la" condanna senza appello del ventennio fascista e delle sue leggi razziali e la definitiva riconciliazione con gli ebrei.



Certo non mi metterò a votare AN, per questo (la distanza da questo partito, su tanti altri temi, resta siderale), ma oggi Fini mi è proprio piaciuto: bravo.



Link: articolo su Il Nuovo: Fini: "Il fascismo fu il male assoluto"



Un verso del Corano per ordinare la strage


Così si intitola un interessante pezzo di Paolo Biondani sul Corriere della Sera di oggi.



Il pentito di Al Qaeda Shadi Abdallah ricostruisce la rete di Al Zarkawi, il terrorista con seguaci in Turchia e Italia; arrestato nell’aprile 2002 dalla polizia tedesca, è considerato il più importante pentito di Al Qaeda in Europa:
"Sì, è vero, conosco bene Muhannad Al-Zarkawi, alias Abu Mosab. È il capo del gruppo giordano Al Tahwid, di cui anch’io faccio parte. L’ho conosciuto a Kabul e col tempo tra noi è nato un rapporto molto stretto. Quando ho lasciato l’Afghanistan, mi ha chiesto di tornare in Germania, nell’agosto 2001, perché aveva bisogno di uomini fidati qui in Europa. Confermo che, nelle intercettazioni per cui mi avete arrestato, sto parlando con lui, con Al-Zarkawi. Quello che avete capito è esatto: Muhannad ci sta ordinando di fare un attentato in Germania, ma contro gli ebrei. Nell’ultima chiamata probabilmente è in Iran e fa pressioni su di me: dice che dobbiamo fare in fretta, perché la situazione in Palestina si sta inasprendo e bisogna reagire subito"



(...)



Oltre a descrivere fisicamente il suo leader, Shadi corregge il nome annotato dalla polizia: "Si scrive 'Al-Zarkawi', perché significa che è originario della città giordana di Zarka". La stessa che è entrata nella storia del terrorismo palestinese con i primi dirottamenti del Fronte di Habbash (vedi mio precedente post, NdR) e la sanguinosa repressione giordana nel "settembre nero" del 1970.



(...)



È un gruppo distinto, che mira a colpire la Giordania per trasformarla in uno Stato islamico, ma in linea di massima ora fa parte dell'organizzazione di Osama Bin Laden. Mohannad è il capo militare, ma sopra di lui ci sono due persone, definite "gli uomini di scienza, le menti", dalle quali riceve istruzioni e attinge idee: Abu Qatada, che vive in Inghilterra, e Abu Mohamed Makdissi, che insegna in Giordania, ma probabilmente ora è in carcere". E dov’è nascosto, oggi, l’inafferrabile Al-Zarkawi? "Quando avete intercettato le nostre telefonate - risponde Shadi - era in Iran, con il suo luogotenente Qassam: i due hanno la protezione del governo e del gruppo afghano d’opposizione Hikmet Yar".



(...)



"Per ordinare l’attentato - precisa Shadi - Al-Zarkawi non fa un’affermazione esplicita. Siamo stati insieme in Afghanistan e a quelli come noi basta poco per capirsi. Quella volta fu utilizzata una frase del Corano, la sura 1-5, che nella traduzione recita: 'Guidaci sulla retta via, la via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che sono incorsi nella Tua ira, né degli sviati'. Gli 'incorsi nella Tua ira' sono gli ebrei, mentre con gli 'sviati' si allude ai cristiani".



(...)



"Per diventare un affiliato di Al Tahwid, si esprime una promessa al cospetto di un superiore con queste parole: 'Prometto davanti a Dio che lavorerò con te e che farò tutto quello che è gradito ad Allah e al suo profeta Maometto'. Con questa promessa ci si impegna anche a seguire fedelmente la legge islamica, la sharia, e a rifiutare qualsiasi ordinamento occidentale, come l’attuale in Giordania. Ma si viene ammessi in Al Tahwid solo quando sono state verificate tutte le condizioni, cioè quando è chiaro che si è palestinesi e musulmani, originari della Giordania e che un garante ha dato la propria parola. Io non ho fatto il giuramento formale: per il gruppo ero solo un fiancheggiatore".



(...)



"I fondi sono in parte raccolti da noi, in parte nelle moschee. Possono provenire da ricchi uomini d'affari profondamente credenti. A loro viene detto che sono destinati a scopi religiosi. Nella maggior parte dei casi, i finanziatori non sanno che finiscono ad Al Qaeda o ad altre organizzazioni. Queste cose le sanno solo i cosiddetti 'funzionari'. Ne abbiamo uno a Monaco per Al Qaeda, uno a Norimberga per la Jihad egiziana..."



(...)



Shadi racconta di aver visto, nei campi afghani di Bin Laden, non solo "arabi provenienti dall’Europa", ma anche "americani, tedeschi, francesi, spagnoli e italiani convertiti all’Islam". "C’era un gruppo con un proprio campo che aveva molti contatti in Svezia, Francia, Belgio, Italia, Gran Bretagna e Turchia. Il responsabile era Abu Jaffar, che ha vissuto in Svezia e in Belgio: per quanto ne so, ora sta con Al-Zarkawi in Iran". Il nome di Abu Jaffar è lo stesso che fu intercettato dall’Italia: i presunti terroristi arrestati a Milano chiamavano il suo satellitare per organizzare l’invio di volontari in Afghanistan.



(...)



La polizia tedesca chiede a Shadi perché, nelle intercettazioni, il suo capo lo considerava in grado di fabbricare qualsiasi esplosivo. "Al-Zarkawi sa che abbiamo un CD-ROM sul quale sono registrate tutte le istruzioni d'uso. In Afghanistan questi libri, custoditi nelle moschee e nelle foresterie, erano liberamente accessibili a tutti. C’era anche la cosiddetta 'Enciclopedia della Jihad', che insegnava a preparare qualsiasi tipo di bomba, perfino quella nucleare. Ma normalmente si usano ingredienti comuni: basta mescolare farina, granelli neri tipo cumino e fagioli bruni, tostati per eliminare tutta l’umidità, con un fertilizzante e un disinfettante per ferite, purché l’idrogeno sia al 36%. Con questo esplosivo, in Afghanistan, ho visto crollare un edificio di tre piani".
Fonte: Corriere della Sera.



[Tech] Opera 7.23 security update


L'ultima release di Opera, la 7.23 disponibile per il download da questo week-end, pone rimedio a due vulnerabilità (una sfruttabile solo nella versione per Windows del browser) che avrebbero potuto consentire a un cracker di prendere il controllo del computer "vittima".
An advisory, written by Jouko Pynnonen of Finland, describes scenarios that would allow an attacker to seize control of systems running Opera, all of which require some degree of user interaction to be successfully exploited.



(...)



"In order to be exploited, these vulnerabilities require the victim to visit a Web page created by a malicious user," he wrote.



Though Pynnonen says one vulnerability affects Windows systems only, the second vulnerability, a buffer overflow, will allow an attacker to take control of Linux-based systems.



"The directory traversal problem doesn't exist on Linux...Other versions weren't tested," the advisory read, noting also that "the buffer overflow can be produced on Linux, too."
Fonte: News.com.



[Tech] Torvalds ha rilasciato la rel. 2.6.0-test10 del Linux kernel


Dal sito KernelTrap la notizia del rilascio della release 2.6.0-test10 (a circa un mese dal rilascio della 2.6.0-test9) del kernel di GNU/Linux, corredata dalla letterina d'accompagno di Linus Torvalds:
From: Linus Torvalds [email blocked]

To: Kernel Mailing List [email blocked]

Subject: Linux 2.6.0-test10

Date: Sun, 23 Nov 2003 18:43:54 -0800 (PST)



Ok,



it's been almost a month between test9 and test10, with a constant but

diminishing trickle of small patches. The full changes are slightly larger

than I was hoping for, but considering that the patch is barely over 100kB

compressed for a month worth of work, I'm still fairly pleased.



There is still something strange going on that seems to be triggered by

preemption, so for now we suggest not enabling CONFIG_PREEMPT if you want

the highest stability. On the other hand, I'd love to have more testing,

so that we can try to figure out what the pattern is - but please mention

explicitly that you ran with preemption if you have problems.



(...)



The changelog gives more details, but the bigger things here are various

networking fixes, and the SCSI layer being better at refcounting some data

structures (the oopses on USB storage removal that some people have seen

should hopefully be fixed).



[ Btw, I tried to come up with a good name for this release. But the fact

is, that as Scott Adams has so often pointed out, you can't do much

better than "weasel" when it comes to funny. Ever since the "greased

weasel" series of kernel releases I have been stuck for a good name.



This release is tentatively called the "stoned beaver" release (beavers

are _almost_ as good as weasels, as I'm sure Scott Adams would agree)....




Link: KernelTrap.



Australia: donna si difende da un coccodrillo con le cozze


Lo so, forse è un tantino off-topic, ma ogni tanto ci vuole :-)
SYDNEY - Nell'Isola Melville, in Australia, una donna aborigena si e' difesa dall'attacco di un coccodrillo grazie al sacco pieno di cozze che aveva raccolto. La donna stava raccogliendo i molluschi insieme a un gruppo di persone, quando se ne sono perse le tracce. La mattina dopo ha fatto ritorno al suo villaggio e ha raccontato la sua singolare vicenda: attaccata alla schiena da un coccodrillo di almeno 4 metri mentre si trovava in mezzo all'alta marea, e' riuscita a respingere il rettile colpendolo con il sacco della sua pesca. La donna ha poi trovato rifugio su una mangrovia, dove ha atteso che passasse la notte. (Agr)
Che dire? Sapevo che i molluschi possono risultare pesanti, a volte, ma fino al punto di stendere un coccodrillo...



Fonte: Corriere della Sera.



sabato 22 novembre 2003

Strani compagni di letto - e una domanda


L'elenco delle adesioni alla manifestazione "a sostegno della resistenza irachena" (in pratica, al di la' dei giochi di parole, a sostegno di chi sta cercando di far sprofondare l'Irak nel caos a suon di attentati suicidi e di esecuzioni mirate contro chi collabora con gli occidentali) risulta alquanto istruttivo.



Cito da "Il Riformista":
La polemica che ha investito gli antimperialisti riguarda la presenza di estremisti di destra tra le adesioni alla manifestazione del 13 dicembre. I nomi che circolano sono quelli di ex appartenenti a formazioni note e meno note della galassia neofascista italiana. Pasquinelli al Riformista risponde che "l'appello contiene una rigida pregiudiziale antifascista e che tutte le firme sono raccolte in buona fede", però poi lui stesso, tra l'altro, rivendica l'adesione dell'autorevole storico Franco Cardini, che non è un fascista ma uno studioso di destra, della destra no global e antiamericana, certamente sì. Non solo: sul solito sito di Indymedia, la cosiddetta Cnn dei no global (a proposito, ieri il portavoce di An, Mario Landolfi, ha annunciato che alcune procure italiane stanno indagando sugli insulti ai carabinieri uccisi in Iraq comparsi su Indymedia) c'è un lungo dossier che analizza i contatti tra antimperialisti ed estrema destra per lanciare la campagna "Iraq libero". Si citano, per esempio, l'attivismo di un gruppo nazi-maoista nelle scuole di Perugia con la sigla Posse (che compare nell'elenco delle adesioni per il 13 dicembre) e gli ultimi articoli di un anziano professore torinese, Costanzo Preve, ritenuto l'ideologo del Campo di Assisi, che, dopo una vita consacrata al marxismo, parla di "comunismo e comunitarismo" per andare oltre la destra e la sinistra.

Fascisti o no, comunque, il prossimo 13 dicembre a Roma, con gli antimperialisti di Pasquinelli, ci saranno anche iscritti e militanti di Cgil, Rifondazione, Comunisti italiani, del sindacalismo di base e di tutto il movimento no global. Ecco alcune firme: Umberto Gay, consigliere regionale del Prc in Lombardia; don Andrea Gallo della comunità genovese di San Benedetto al Porto; Ascanio Bernardeschi, consigliere provinciale del Prc a Pisa; padre Jean M. Benjamin di Assisi; Luca Franceschi, del direttivo Filt-Cgil di Lucca; Mara Malavenda e Vittorio Granillo, dei Cobas di Pomigliano d'Arco (ovvero i due sindacalisti di base che dissero "Non piangiamo la morte di Biagi") e finanche Hamza Roberto Piccardo, rappresentante dell'Ucooi, una delle maggiori organizzazioni musulmane d'Italia.
Insomma, fascistoidi antiamericani, nazi-maoisti, "nogglobal", cattolici "militanti" (da che parte?), pacifisti (pacifinti) aderenti a Comunisti Italiani, Rifondazione e CGIL, sindacalisti dei Cobas che "non piangono" la morte di Biagi, Hamza Roberto Piccardo (segretario dell'UCOOI, l'organizzazione che rappresenta l'85% delle comunità islamiche in Italia che ha rifiutato di aderire all'iniziativa "Sinagoghe aperte") e tanti altri che evidentemente non sono turbati dalle affermazioni di Moreno Pasquinelli:
"Sì, riteniamo che la strage di Nassiriya sia un atto legittimo della resistenza irachena contro gli eserciti invasori. Non crediamo alla panzana di Bin Laden e al Qaeda, non sono stati loro. Siamo in contatto tutti i giorni con Baghdad, le nostri fonti ci confermano che l'azione di Nassiriya è stata opera di iracheni"
Contatti con Baghdad? Con fonti che "confermano che l'azione è stata opera di iracheni"? Di che fonti parla, Pasquinelli? Quanto attendibili sono? Sono davvero in possesso di informazioni sulla strage? E perchè Pasquinelli non le "condivide" con la magistratura italiana, che notoriamente ha aperto una inchiesta proprio al fine di individuare i responsabili della strage dei nostri connazionali?



Quanto alla reale natura della sedicente "resistenza irachena", ecco cosa ha dichiarato al Wall Street Journal il 20 novembre Jalal Talabani, leader curdo e presidente del Consiglio governativo iracheno:
"I nemici della libertà irachena non sono la 'resistenza', un termine che evoca l'eroismo nella Seconda guerra mondiale dei polacchi che combattevano nobilmente contro l'occupante. Né possono essere chiamati 'guerriglieri' coloro che uccidono i nostri liberatori americani, i lavoratori della Croce rossa, i funzionari delle Nazioni Unite e i carabinieri italiani. Sono piuttosto terroristi. Sono i criminali e i torturatori che repressero i loro compatrioti iracheni durante gli ultimi trentacinque anni, gli esecutori del genocidio, uomini che massacrarono centinaia di migliaia di curdi, di arabi delle paludi e di sciiti. La creazione di una controrivoluzione antidemocratica e fascista, formata da baathisti e volontari islamici stranieri, alcuni di loro sono di al Qaida e di Ansar al Islam, è una classica empia alleanza mediorientale. Queste persone hanno maggior sostegno tra i mass media arabi e negli studi di al Jazeera di quanto ne abbiano in Iraq".




Link: editoriale su Il Riformista.



Processo SME: crolla il teorema politico-giudiziario?


Nel processo Sme, l'accusa sosteneva siano stati corrotti dei giudici per "comprare" una sentenza con la quale, nel 1986, venne bocciato l'accordo del 1985 per la cessione del conglomerato alimentare pubblico Sme dall'Iri - allora presieduta da Romano Prodi - al gruppo Cir di De Benedetti.



Tra gli imputati del processo Sme c'è anche il presidente del Consiglio Berlusconi, la cui posizione è stata però prima stralciata e poi sospesa secondo quanto previsto dal cosiddetto "Lodo Maccanico", la legge che prevede l'alt ai processi per le più alte cariche dello Stato.



Oggi Cesare Previti è stato condannato a cinque anni al termine del processo Sme. Previti, e con lui Attilio Pacifico e Renato Squillante, sono stati condannati per il reato di corruzione semplice (e non in atti giudiziari come chiesto dall'accusa), per il versamento di 434 mila dollari avvenuto nel 1991. Sono stati invece assolti "perché il fatto non sussiste" per l'altro capo d'imputazione: la mancata vendita della Sme alla Cir di Carlo De Benedetti.



Il presidente della Commissione giustizia della Camera, nonché legale del premier, Gaetano Pecorella valuta positivamente la sentenza di oggi del processo Sme anche se critica la condanna a Cesare Previti.
"La sentenza del Tribunale di Milano - spiega - fa tabula rasa del teorema dei Pm milanesi. L'aver detto che il fatto non sussiste è molto importante anche se lascia aperto un interrogativo: per che cosa sarebbero state versate quelle somme visto che in quel periodo non ci sono poi stati processi 'addomesticati' nei confronti di Berlusconi o di Previti che all'epoca non si occupava nemmeno di penale?". "Leggeremo ora quali saranno le motivazioni - prosegue - ma credo che sarà davvero difficile spiegare per quale motivo sarebbero state versate quelle somme. Avere escluso obiettivamente che il fatto non sussiste significa anche che il presidente Berlusconi può ormai considerarsi fuori da questa vicenda. Vedremo cosa farà ora la Procura della Repubblica per quanto riguarda l'altro troncone del processo, quello appunto che riguarda il premier".
Soddisfatto anche il coordinatore di AN, Ignazio La Russa: aspetta
"di leggere le carte con molta attenzione, perché un giudizio frettoloso può essere impreciso", ma ha la certezza che "il fatto principale ed eclatante sia la bocciatura della tesi dell'accusa sulla sussistenza di reati connessi al caso Sme su cui per quattro anni la sinistra ha cercato di incendiare il clima politico".
Fonte: Il Nuovo.



Sinagoghe aperte, gli islamici disertano parzialmente l'iniziativa


Non tutti hanno aderito all'iniziativa lanciata da Gad Lerner e appoggiata dal direttore del quotidiano cattolico Avvenire, Dino Boffo: l'UCOOI, l'organizzazione che rappresenta l'85% delle comunità islamiche in Italia, e altre sigle minori, hanno detto no.



La motivazione mi pare, al tempo stesso, grave e significativa di un certo clima:
"Abbiamo deciso di non aderire all'iniziativa - ha dichiarato Hamza Piccardo segretario dell'Ucoii - perché riteniamo la nostra visita nella sinagoga di Roma un gesto di carattere politico che in questo momento sarebbe stato fuori luogo. Noi siamo solidali per i morti di Istanbul, ed il nostro presidente Nour Dachan ha telefonato al presidente delle comunità ebraiche Amos Luzzato per portare la nostra solidarietà. Ma rimaniamo fermamente contrari alla politica del governo Sharon. Come potremmo entrare nella sinagoga di Roma quando ad accoglierci troveremmo il Rabbino Capo Di Segni che fa parte del Likud?".
Molti nei giorni scorsi avevano tentato di negare che il sondaggio dell'Unione Europea fosse la prova di un ritorno di antisemitismo nel nostro continente, affermando che i risultati del sondaggio andavano interpretati come una critica al governo Sharon e non agli ebrei "in quanto tali": oggi la critica al governo Sharon viene usata dagli islamici italiani dell'Ucooi come pretesto per negare la propria solidarietà agli ebrei in quanto tali.



Anche porzioni della sinistra e dell'estrema destra hanno preso le distanze dall'iniziativa adducendo motivazioni simili: un segnale decisamente grave - ma certamente non una sorpresa, visto il livore espresso quotidianamente da questa gente nei confronti degli ebrei, spesso ambiguamente camuffato da "anti-sionismo" o da, per l'appunto, "critica politica" al governo Sharon.



Va aggiunto per completezza che singoli cittadini di fede islamica e alcune organizzazioni islamiche minori (in termini di rappresentatività) hanno invece aderito all'iniziativa lanciata da Lerner: questo fa loro onore, specie in considerazione del clima in cui è maturata la loro adesione.



Fonte: Corriere della Sera.



giovedì 20 novembre 2003

Giornata pesante anche in Irak


Dal sito ABC News:
A truck bomb exploded near a Kurdish party office in this northern oil city Thursday, killing five people and wounding 30 in an attack local officials blamed on Islamic extremists linked to al-Qaida. It was the second bombing this week against Iraqis who cooperate with the U.S. occupation.



In Baghdad, an American general said the 12-day "Operation Iron Hammer" offensive against insurgents in the capital had reduced guerrilla attacks in the city by 70 percent.



(...)



The powerful 10:30 a.m. explosion in Kirkuk shattered windows and damaged doors at the two-story, yellow-and-green building of the Patriotic Union of Kurdistan. It also blew out windows of a nearby radio-television station.



(...)



Jalal Johar, a PUK official, blamed Ansar al-Islam, a militant Kurdish group linked to the al-Qaida terror network, and its allies other Muslim extremist groups and remnants of Saddam Hussein's regime.



"We had information that terrorist Islamic extremist movements, remnants of the former regime, Ansar al-Islam and Arab fighters have planned to attack the Patriotic Union of Kurdistan in Kirkuk," Johar said. "Our information show that there are terrorist Islamic movements in the region other than Ansar al-Islam"



Asked if he believed al-Qaida was behind the attack, Johar replied: "In my opinion, yes."

Da Il Nuovo:
A Ramadi, ieri notte, due iracheni sono morti per un'autobomba e altri dodici sono rimasti feriti. Oggi, poi, sempre a Ramadi, un soldato Usa è morto per l'esplosione di un ordigno.



Secondo al-Jazeera salgono a quattro (bilancio risultato poi ancora non definitivo, NdR) le vittime di Kirkuk: si tratta, oltre all'attentatore, di due bambini e della loro maestra che si trovavano nella scuola attigua alla sede del partito curdo. Sono bambini anche le vittime di Kerbala e tra i feriti tutti piccoli fra gli 11 e i 12 anni. L’ordigno è esploso, infatti, in una classe della scuola Al-Abed.
Ancora civili iracheni - uomini, donne e bambini - uccisi dai sedicenti "resistenti" tanto cari agli anti-imperialisti di casa nostra, che continuano imperterriti a raccogliere fondi per "la resistenza" (leggi: per i terroristi) e a organizzare manifestazioni in loro favore.



La Turchia, l'Italia e la tentazione di chiamarsi fuori


Ancora un bell'editoriale su Il Riformista online (e in edicola domani), intitolato "Da ieri la Turchia è entrata in Europa":
Da ieri la Turchia è entrata in Europa. Dum Bruxelles consulitur, ci hanno pensato i terroristi ad accettare la richiesta di adesione di Ankara all’Unione. Il fanatismo islamico, che trova evidentemente in quel paese uomini e mezzi per fare ciò che non riesce a fare altrove, l’ha scelto come campo di battaglia preferito, e così facendo ha messo fine a tutte le ambiguità e le incertezze che hanno fin qui distinto l’Europa, in questo caso più franca che tedesca.

Se la speranza dell’Occidente di vincere la guerra col terrore dipende dalla sua capacità di conquistare l’Islam moderato e far con esso causa comune, la Turchia deve essere anche per noi l’epicentro della guerra. Un paese che ha dimostrato la possibilità di coesistenza tra fede islamica e laicità dello stato, tra religione e democrazia, tra credo e diritti civili. Non sarà perfetto, in termini di democrazia e di diritti civili, ma è uno stato guidato da un partito islamico che dice no all’islamismo. Per l’Europa, accoglierla nel suo seno è un’occasione storica per dimostrare che non è una fortezza cristiana lanciata in una crociata contro l’Islam. Il 2004 è il termine massimo per rispondere di sì alla candidatura di Ankara. Un nuovo nì sarebbe incomprensibile per i turchi, e li spingerebbe inevitabilmente nelle braccia dei nemici dell’Europa. La Ue sarà forse meno franco-diretta, una volta che la Turchia sarà entrata, ma questo è un problema di Chirac, non dell’Europa. E, francamente, non ci angoscia così tanto, al momento.

Ma il nuovo attacco alla Turchia dice anche qualcosa a noi italiani, e al dibattito che si sta svolgendo da noi. Ankara non solo è un paese islamico, ma è anche un paese che non ha partecipato alla guerra in Iraq e che ha anzi negato alle truppe di Bush l’uso del suo territorio, costringendo gli americani a uno spericolato cambio di strategia militare nell’attacco a Saddam. Ciononostante, è un obiettivo primario del terrorismo. Non è vero dunque che il terrore colpisce chi ha colpito in Iraq. Colpisce anche l’Onu, la Croce Rossa, la Turchia. Colpisce tutti. Coglie dunque perfettamente il punto - ancora una volta - il cardinal Ruini. Ieri gli hanno chiesto se i diciannove morti di Nassiriya sono caduti a causa di una guerra che non doveva farsi, e lui ha risposto: "Sono vittime del terrorismo punto e basta". Questa non è la guerra dell’Iraq. Questa è un’altra guerra. Chiedere ai turchi per conferma.


Il Corriere della Sera a Guantanamo


L'inviato del Corriere, Marco Nese, racconta cosa ha visto nella base di Guantanamo, parla dei talebani "pentiti" e di quelli irriducibili, smonta parecchie falsità apparse sulla stampa di sinistra (non solo in Italia) e rende indirettamente giustizia all'ottimo Christian Rocca, a.k.a. Camillo.



Certo, non è Disneyland, ma non è nemmeno quell'universo concentrazionario dal sapore sinistramente staliniano descritto (su che basi? con quali testimonianze reali?) dai nostri instancabili difensori dei diritti umani.



Un suggerimento, per loro: perchè non provate a parlare anche di quello che succede nel resto dell'isola di Cuba? O a non ignorare le testimonianze degli ex carcerati sopravvissuti al regime di Saddam? Così, tanto per allontanare il sospetto di essere vittime di un pregiudizio nei confronti degli americani.



Limes: ''Nel mirino l'asse Turchia-Israele-Occidente''


Antonella Caruso, arabista di Limes:
Si vuole diffondere il terrore in Turchia. E si vogliono colpire due simboli inequivocabili: gli israeliani, ma anche i britannici, a capo della coalizione di guerra insieme agli Stati Uniti. E potrebbe non essere un caso che proprio in questi giorni il presidente degli Stati Uniti, George Bush, sia in visita ufficiale a Londra
E ancora:
La Turchia è sempre stata implicata nelle questioni irachene, se non fosse stato che per il problema dei curdi iracheni. Sicuramente la Turchia è più esposta, perché è un paese non arabo e sostanzialmente laico. La sua posizione attuale è a favore della pacificazione.

Di conseguenza, gli obiettivi immediati degli attentati potrebbero essere il governo turco ed anche Israele.
Fonte: Il Nuovo.



Attentati a Istanbul: segnalate almeno quattro esplosioni, ci sono vittime


Fra le strutture colpite la sede della banca britannica HSBC, il consolato britannico e il consolato israeliano.



Links:

[Tech] Supercomputer Linux alla NASA


La NASA userà un supercomputer (il primo nel suo genere) equipaggiato col sistema operativo Linux per studiare l'evoluzione futura degli oceani.



Il nuovo supercomputer (un Silicon Graphics AltixT 3000) è stato installato presso l'Ames Research Center, in California, con la collaborazione della stessa SGI (press release).



Silicon Graphics è leader mondiale nel settore del computer graphics: gli effetti speciali di praticamente tutti i film girati a Hollywood negli ultimi anni (dai vari "Jurassic Park" a "Twister", tanto per non fare nomi) sono stati realizzati su macchine SGI; le eccezioni si contano sulle dita di una mano: fra queste, "Toy Story" di Disney/Pixar.



La superiorità tecnologica di SGI deriva in parte dal fatto che la società californiana, alcuni anni fa, ha "assimilato" il produttore di supercomputer Cray Research (arrivato sull'orlo del fallimento a causa di una disastrosa strategia commerciale) e il relativo know-how.



Fonte: Federal Computer Week.



[Tech] Dopo le news di Google e Altavista, tocca a MSN Newsbot


Microsoft ha attivato la versione beta di un servizio di aggregazione di notizie giornalistiche sullo stile di Google News e di Altavista News.



Il nuovo servizio, MSN Newsbot, secondo Microsoft offre una scelta di 4.000 diverse fonti giornalistiche.



La beta di MSN Newsbot è disponibile anche in lingua italiana: per ora non sembra brillare quanto a tempestività, visto che la notizia top in homepage in questo momento è "Panico a Roma per falso dirottamento: è errore del pilota", risalente a 44 (!) ore fa.



mercoledì 19 novembre 2003

Lettera agli italiani - di Andre' Glucksmann


Dal Corriere della Sera:
Tutta la Storia testimonia del disdegno italiano per le avventure guerresche. Nelle grandi ore del Rinascimento le città della penisola, malgrado le continue battaglie, si accordavano per ridurre al minimo le perdite umane. Ci vollero le orde spietate calate dalla Francia e dalla Germania per spazzare via questo brillante abbozzo di una comunità europea dove l’arte di vivere prevaleva sull’arte della guerra, e i valori della civiltà sulle fantasticherie dell’aggressività militare.



Nei peggiori momenti del XX secolo, persino le smargiassate del Duce non sfuggirono all’ironia dei suoi compatrioti, e alla resistenza di qualcuno di loro. È proprio perché noi europei sappiamo bene quanto - culturalmente, esteticamente e moralmente - l’umanesimo reinventato nel Quattrocento aborra i furori bellicosi, che siamo commossi e colpiti dall’esempio italiano.

D’un tratto, senza sgomento, né panico, né recriminazione, un popolo in lacrime ma dignitoso e raccolto si eleva all’altezza del compito. Ha compreso che i suoi carabinieri sono stati assassinati in una terra lontana perché l’Italia ha insegnato all’Europa l’arte e la dolcezza di vivere insieme in una società "civile", sfuggendo alla legge della sciabola e del ricatto terroristico.

Per ricostruire l’Iraq e instaurare un minimo di democrazia, occorre garantire ai cittadini un livello elementare di sicurezza. I carabinieri sono morti per la pace, e tutta l’Italia sembra averlo capito. Resiste. Non si piega davanti agli assassini. Non ritira i suoi uomini. L’Italia è avanti rispetto ad altri Paesi tra i quali il mio, la Francia, così pronto tuttavia a dare lezioni ai vicini. Quando a Bagdad sono saltate in aria le sedi dell’Onu e della Croce Rossa, Ginevra ha denunciato - a ragione - un 11 settembre delle Nazioni Unite e delle Ong.



Gli attentati hanno sempre come obiettivo la popolazione civile, perché colpiscono quanti vengono in suo soccorso. Le prime vittime dei terroristi iracheni sono gli iracheni. Sabotare le condotte per togliere l’acqua ai bambini, e abbattere i guardiani di una fragile sicurezza, significa terrorizzare la gente comune. Alessandro Carrisi, il più giovane dei carabinieri, "ha fatto cose bellissime per i bambini iracheni", dice sua sorella. È stato ucciso. Cacciare "gli stranieri" è tentare di ristabilire il dominio dei più crudeli.



L’Europa abbandonerà un popolo intero alla legge delle bombe umane? L’Italia dice no. Non vuole che i suoi figli siano morti per niente. Ma sembra, nel nostro Vecchio continente, piuttosto sola. L’istante sublime nel quale una nazione commemora i migliori dei suoi svanirà, le dispute proprie alle buone democrazie riprenderanno il loro corso. Ma non dimentichiamo che il sacrificio dei militari italiani si fa sentire ben aldilà delle frontiere e parla a tutti quelli, cristiani o musulmani, ebrei o atei, che osano squadrare il terrorismo dall’alto in basso, nella verità cruda della sua oscenità e della sua ferocia. No, i vostri soldati non sono morti per nulla. Hanno fatto sbarramento a una barbarie nichilista dotata di una forza devastante che, a Manhattan, si è rivelata potenzialmente terribile quanto l’arma nucleare. "Che l’elettricità sia tagliata e il petrolio abbandonato nei pozzi. Che la vita civile si fermi. Alla fine, l’occupazione fallirà...": così Joseph Samaha ha descritto due mesi fa (nel libanese El Safir ) la "mentalità della distruzione" che ha colpito a Nassiriya. Diciannove dei vostri sono caduti nel campo della libertà.

No, l’Italia non è sola. È davanti, in piedi.




[Tech] Da Computer Associates antivirus e firewall gratis per Windows


Computer Associates a partire da ieri distribuisce gratuitamente agli utenti di Windows il suo eTrust EZ Armor security suite, un prodotto che include sia un potente antivirus che un personal firewall.



EZ Armor sarà gratuito (aggiornamenti delle "impronte virali" compresi) per 12 mesi dalla data di installazione: scaduto il primo anno gli utenti che vorranno continuare a usarlo dovranno pagare il normale prezzo d'acquisto, attualmente circa 50 dollari.



L'iniziativa è stata in qualche misura "sponsorizzata" da Microsoft, sempre più sotto pressione per lo scarso livello di sicurezza dei suoi sistemi operativi (da Windows 9.x a Windows XP al recente Windows 2003 Server).



Il prodotto è disponibile per il download (18MB) su questo sito.



Fonte: News.com.



La verita' sull'Irak


La verità, finalmente, sulla situazione in Irak e sul ruolo dei militari americani e italiani: ce la svela Olmo (chissà perché mi viene in mente quel ritornello, quello che faceva "sei una merda"?) con la trascrizione di questa intercettazione telefonica da Arcore (mattino del 12 novembre).



Complimenti per il coraggioso e accurato lavoro di controinformazione: bravo, avanti così.



Sono soddisfazioni


Se quelli di "Campo Antiimperialista" (sic) volevano far mostra di avere i coglioni, ci sono riusciti: eccoli qui.



[Tech] Sun: 200 milioni di desktop open-source alla Cina


Sun, a partire dalla fine di quest'anno, consegnerà al governo cinese 200 milioni di copie del suo Java Desktop System, un prodotto integrato che gira sotto sistema operativo Linux.



L'accordo è stato siglato fra Sun e China Standard Software Co., un gruppo di aziende pubbliche cinesi.
"This collaboration is the first step in Sun's global campaign to partner with every nation and to help bring an open, affordable and secure desktop to users worldwide. Countries such as China, South Korea (news - web sites), Japan, Vietnam, Israel and India are driving programs and incentives to improve their IT infrastructures and incorporate technology into government agencies, educational systems and to domestic regions where economic barriers have limited technological growth. In an effort to accelerate these initiatives and quickly bridge this 'digital divide,' Sun is embarking on a program to partner with these nations through the Java Desktop System," Sun said in its announcement yesterday.




Fonte: Yahoo! News.



[Tech] Apple presenta un iMac con schermo da 20''


Apple amplia ulteriormente la gamma degli iMac: ora sono disponibili modelli con schermi da 15, 17 e 20 pollici di diagonale.



Il nuovo iMac da 20'' ha una risoluzione video di 1680 per 1050 pixel, due porte FireWire 400, tre porte USB 2, supporto per AirPort Extreme 802.11g (transfer rate di 54Mbps) e prevede in opzione anche il supporto dello standard di connessione wireless Bluetooth.



Gli iMac condividono inoltre queste caratteristiche di base: microprocessori PowerPC G4 (a 1,25 Ghz per i modelli da 20 e da 17 pollici; a 1 Ghz per il modello con display da 15 pollici), 256MB di SDRAM a 333 Mhz, hard disk Ultra ATA/100 da 80GB con velocità di 7.200 rpm.



I modelli da 17 e da 20 pollici sono inoltre dotati di processore grafico NVIDIA GeForce FX 5200 Ultra con 64MB di RAM DDR.



I prezzi, purtroppo, sono ancora altini: 1.299$ per il modello da 15'', 1.799$ per quello da 17'' e 2.199$ per l'iMac con schermo da 20'' - prezzi che in Europa, a causa dell'IVA, tendono a lievitare ulteriormente, nonostante il favorevole cambio Euro-dollaro.



Fonte: MacCentral.



La Chiesa lo capisce, lo capira' la sinistra?


Questo il titolo dell'editoriale di oggi de Il Riformista.
La Chiesa comprende che oggi il paese non può replicare stancamente il dibattito di qualche mese fa, quando si divise sulla guerra di Bush all’Iraq, e il mondo cattolico si schierò nella sua maggioranza contro quell’intervento. La Chiesa comprende che è cambiato lo scenario ed è cambiata la guerra. Questa qui coinvolge direttamente anche noi, e ci è mossa dai terroristi.



(...)



È un discorso che interpella direttamente la sinistra. Mario Pirani, sulla Repubblica di ieri, individua correttamente nella storia più recente della sinistra riformista (il Kosovo, l’Afghanistan) le tracce di un senso di responsabilità nazionale che non è stato spazzato via dal dissidio sulla guerra in Iraq. Ma dalla sua critica all’intervento militare - serrata e della prima ora - fa discendere un giudizio negativo sull’appello da noi lanciato all’unità nazionale nella guerra ai terroristi. "Dobbiamo piangere assieme i nostri caduti - dice - ma non possiamo avvolgerci nel tricolore per coprirci gli occhi e chiudere la bocca di fronte a una politica sbagliata e catastrofica".

Noi non chiediamo a nessuno di coprirsi gli occhi col tricolore, c’è già tanta gente in Italia che si è coperta gli occhi col vessillo della pace.



(...)



Ci sarà però una ragione per cui né Pirani né la sinistra riformista che lui elogia andranno in quelle piazze. E la ragione è che entrambi sentono il dovere di dare una risposta alla domanda di oggi, non a quella di ieri: combattiamo anche noi il terrore globale (non solo Nassiriya, ma anche Istanbul)? Restiamo in Iraq perché lo consideriamo il teatro principale di questa guerra? Siamo disposti a riconoscere che la nostra missione di pace si svolge ora nel cuore di un conflitto, e dunque comporta i rischi e prescrive le regole di una missione in teatro di guerra? Una volta che l’Onu, o la Nato, o un’altra organizzazione multilaterale, avessero preso il controllo delle operazioni in Iraq, la guerra dei terroristi infatti non finirebbe per incanto, come gli attentati all’Onu e alla Croce Rossa hanno già ampiamente dimostrato. E per tenere dei soldati in zona di guerra, con i rischi che la guerra comporta, non c’è altro modo che l’unità nazionale del fronte interno: la condivisione della gestione della crisi e delle responsabilità che ne derivano.
In una democrazia liberale governo e opposizione dovrebbero badare a svolgere i propri, rispettivi ruoli e non abbandonarsi a pericolose ammucchiate parlamentari - le passate esperienze dei governi di "solidarietà nazionale" dovrebbero averci insegnato qualcosa, in proposito - quindi personalmente non sono del tutto sicuro che condividere non solo l'impegno bipartisan contro il terrorismo islamo-fascista ma anche le responsabilità relative alla gestione concreta delle iniziative che da questo impegno derivano sia una buona cosa - negli Stati Uniti, per dire, i democratici hanno fornito e continuano a fornire senza tentennamenti, dai banchi dell'opposizione, il loro sostegno alla lotta ad al Qaeda, ma la gestione operativa è in mano a Bush, e nessuno si sognerebbe di proporre una gestione "condominiale" del conflitto.



martedì 18 novembre 2003

Non fiori, ma atti concreti


Com'era purtroppo prevedibile in questi giorni le televisioni (e i giornali) non hanno mancato di inondarci di retorica.



Fino alla cronaca dell'arrivo delle salme all'aeroporto e al saluto ai caduti niente da dire, i media hanno assolto in maniera tutto sommato corretta al proprio compito, ma poi hanno iniziato a sbracare: ogni (tele)giornale ha fatto a gara nel riproporre all'infinito le storie personali dei caduti, nel fare sentire in ogni telegiornale le note del Silenzio fuori ordinanza, nel fare leva insomma (alquanto cinicamente, a volte, e mostrando poco rispetto per il dolore dei familiari delle vittime) sui sentimenti dei telespettatori e dei lettori di quotidiani.



Una autentica tragedia è stata quindi cannibalizzata (e in un certo senso banalizzata) dai mass-media e trasformata nell'ennesimo psicodramma nazional-popolare: uno sviluppo offensivo non solo dei sentimenti dei familiari dei caduti, ma anche dei sentimenti di tutti gli italiani che in queste ore stanno esprimendo, loro sì senza retorica, la propria commozione.



Io mi chiedo: e la prossima volta? Speriamo di no, ovviamente, ma se dovessero morire altri nostri connazionali in Irak, che cosa farebbero? Si ripeterebbe daccapo quello che stiamo vedendo in questi giorni, tutto quanto il dannato rituale?



Gli americani subiscono quotidianamente perdite in Irak: cosa dovrebbero fare loro, allora?



E ancora: sappiamo per esperienza che il nostro Stato è bravissimo nell'organizzare commemorazioni ufficiali, ma è spesso molto meno rapido ed efficiente quando si tratta di portare un sostegno concreto ai sopravvissuti (siano vittime della mafia o del terrorismo brigatista o del terrorismo islamo-fascista).



I parenti dei caduti di Nassiriya hanno bisogno non solo delle nostre frasi di solidarietà ma anche e soprattutto di un aiuto concreto e immediato: alcuni di loro vivono situazioni critiche, sul piano economico, e non possono certo aspettare il (tardivo, temo) intervento della nostra burocrazia statale.



Io penso che il modo migliore di onorare i nostri caduti e le loro famiglie sia non solo quello di sostenere concretamente la missione italiana in Irak - una missione di pace, checcé ne dicano alcuni luridi individui - ma anche e soprattutto di fare sentire concretamente la nostra solidarietà e il nostro sostegno ai familiari dei nostri compatrioti.



Il Corriere della Sera ha lanciato una sottoscrizione a favore dei parenti delle vittime di Nassiriya:
UN AIUTO SUBITO



Corriere della Sera - Sottoscrizione per le famiglie delle vittime



Il nostro giornale ha aperto una sottoscrizione a favore delle famiglie delle vittime dell'attentato a Nassiriya. Fanno parte del Comitato "Un aiuto subito" il direttore del Corriere della Sera Stefano Folli, il generale dei Carabinieri Giuseppe Richero, il segretario di redazione del giornale Gianluigi Astroni.



I fondi saranno assegnati in accordo con il ministero della Difesa; i lettori verranno regolarmente informati, come è già avvenuto per il terremoto dell'Umbria e delle Marche, per la scuola di San Giuliano e per l'alluvione nel Nord Italia.



I versamenti possono essere fatti su



c/c n. 625004243384 - ABI 3069 - CAB 5062 - Banca Intesa - Agenzia Via Nemorense - Roma - Corriere della Sera - Caduti attentato Nassiriya
Insomma: meno retorica strappalacrime, e più fatti concreti - da parte di tutti.



Uomini e vermi /2


Ho già segnalato più volte nei giorni scorsi (e con me altri bloggers) una immonda iniziativa supportata da Campo Antiimperialista e da altri siti web italiani: una raccolta di fondi destinati alla cosiddetta "resistenza irachena" - in pratica, una sottoscrizione a favore dei terroristi che in Iraq hanno compiuto attentati contro gli anglo-americani, contro gli stessi iracheni (vedi strage alla Moschea), contro organizzazioni come l'ONU e la Croce Rossa Internazionale e, la scorsa settimana, contro il contingente italiano a Nassiriya.



Ora anche la BBC riporta la notizia:
A group of Italian anti-war militants is raising funds to support the armed Iraqi resistance, the BBC has learned.



The discovery comes as Italy mourns 19 men killed in a suicide attack in Iraq last week.



(...)



They say they have collected 12,000 euros ($14,165) in the past eight weeks and admit the money used could be used to buy weapons.



The Antiimperialistas are a group of European anti-war and anti-globalisation supporters.



(...)



The organisation's Italian branch says the money will be given to an Iraqi resistance group known as the Iraqi Patriotic Opposition.



Independent Iraqi sources in London say the leaders of this group have a long history of association with the Baath party and are now back in Iraq supporting the armed resistance.



(...)



Mr Pasquinelli (il portavoce degli "antiimperialisti", NdR) said it would be taken to Iraq in January. He was candid when asked about raising money for the Iraqi Patriotic Opposition which says it actively supports military resistance.



"Its not our affair how they use this money. If they want to use it to print papers for example, or to buy weapons in order to fight for the Iraqi independence," he said.



"We support the armed struggle in Iraq. our money is to help them, it doesn't matter to us if they use it buy weapons, Kalashnikovs, or medicines for people."



When asked to confirm if the money raised could be used to buy weapons he admitted: "Yes they could, and why not?"
Già, why not? perché no? In fondo, "non è affar loro" per cosa vengono impiegati i fondi raccolti, anche se gli "eroici resistenti" iracheni li usano per procurarsi armi ed esplosivi con cui portare a compimento altre stragi contro gli "occupanti imperialisti" (nostri connazionali inclusi, ovvio) questo, per questi vermi, "doesn't matter", non è un problema.



Il mio problema è capire, invece, come fanno questi vermi (e chiedo scusa ai vermi) a guardarsi allo specchio la mattina.



Fonte: BBC News.



[Tech] Rekall, RAD DBMS per Linux e Windows, ora e' GPL!


Finalmente una valida alternativa GPL (in ambiente Linux, Windows e in futuro anche Mac OS X) a Microsoft Access: Rekall, un RAD (Rapid Application Development) DBMS (Database Management System) prodotto da theKompany e giunto già alla release 2.1 viene ora distribuito sotto licenza GPL.



Questo significa che ora chiunque, come già succede ad esempio per GNU-Linux, può effettuare liberamente il download del prodotto e dei relativi sorgenti ed eventualmente apportarvi modifiche e ridistribuirlo - siamo ad anni luce, insomma, dalla logica "blindata" dei software proprietari come Microsoft Access.



Quello che finora mancava, in suite come StarOffice e OpenOffice, era proprio un DBMS (sotto licenza GPL) degno di questo nome: Rekall promette ora di colmare, finalmente, questa grave lacuna.



Rekall permette di costruire applicazioni database mediante form, reports, generatori di tabelle (il tutto molto in stile Access o Paradox, per intenderci) e può essere usato per sviluppare applicazioni "chiavi in mano" grazie al linguaggio di programmazione Python, integrato nel prodotto.
When we first developed Rekall we had a mind to GPL it and make it part of Koffice, but a variety of issues set us down a different track, however we’ve always looked for a way that made sense to open source Rekall so that it could be used in suites like OpenOffice and Koffice. We’ve now come to a point where we think we can GPL Rekall and make it work for everyone, and so starting today with the 2.2 beta code, Rekall is now dual licensed under the GPL, theKompany and the developers retain commercial rights to continue to use the code and provide for non-GPL versions to customers and companies that want it.



It is felt that this is the best way to grow the Rekall user base while at the same time adding new features and functionality to the codebase. Some of the options being currently under development or being considered include:



* The ability to store and work with formatted documents, such as from KOffice and OpenOffice, and in general any documents for which suitable plugins exist. It is conceivable to use the database wizard and database access engine from Rekall to create applications that will allow a spreadsheet to browse a database, or do mail merge in word processing documents for example.



* Improvement to enhance the development and maintenance of large database applications, including reusability and object oriented extensions.



* Alternative scripting languages, for instance Javascript (ECMAscript), to make scripting available to a wider audience.



* More database plug ins such as SQLite, CSQL, etc.



(...)



Rekall supports the following databases by default:



* xBase

* MySQL

* PostgreSQL



Commercial plug ins are:



* DB2

* ODBC (per l'accesso a un'ampia gamma di database, fra cui quelli in formato Access)

* Oracle (*****under development*****)



In addition, Rekall comes with a thorough demonstration database that illustrates the various features of the applications. This is build on top of xBase so the the user need not have an RDBMS server such as MySQL or PostgreSQL installed.
Rekall sarà supportato attraverso il portale della comunità, www.rekallrevealed.org.



Sia sul sito di theKompany che su Rekallrevealed sono disponibili numerose screenshot del prodotto, oltre ovviamente a ulteriori informazioni tecniche.



Fonte: theKompany - press release.



lunedì 17 novembre 2003

[Tech] Il primo supercomputer basato su Macintosh


Big Mac, il supercomputer realizzato alla Virginia Tech e formato da 1.100 Power Mac G5 "dual-processor" è il terzo più veloce supercomputer del mondo, preceduto solo dall'Earth Simulator giapponese e da ASCI Q, il supercomputer del Los Alamos National Laboratory.



In compenso, risulta essere decisamente il più "economico" fra i computer citati: "solo" 5,2 milioni di dollari contro i 350-400 milioni di dollari dell'Earth Simulator.



La sua potenza di calcolo è pari a 10,28 Teraflops contro i 35 Teraflops del giapponese Earth Simulator.



Teraflops sta per "Tera floating-point operations per second": un Teraflops equivale quindi a poco più di 1.000 miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo - o, se preferite, a mille Gigaflops, o a un milione di Megaflops, o a un miliardo di migliaia di operazioni al secondo.



Sia Virginia Tech che IBM hanno in programma di costruire, nell'arco dei prossimi 24-36 mesi, altri due "mostri" da rispettivamente 50 e 360 Teraflops: come direbbe l'Ingegner Cane, sono numeri che fan girar la testa...



Fonte: Wired News.



BR: la Lioce solidarizza con gli stragisti di Nassiriya


Stamane la brigatista rossa Nadia Desdemona Lioce, durante l'udienza al tribunale del riesame per la richiesta di revoca della custodia cautelare, ha espresso il proprio plauso (e quello delle nuove Brigate Rosse, presumo) alla sedicente "resistenza" irachena.



La Lioce ha anche provato a leggere un documento, ma le è stato impedito. A questo punto ha preso a citare a memoria ciò che aveva scritto, ma l'esposizione era contorta e si è impappinata più volte, perdendo il filo del ragionamento (sic).



Insomma, anche i brigatisti "DOC" adottano le parole d'ordine del "sostegno alla resistenza del popolo iracheno" e della "legittima lotta contro gli invasori imperialisti": chissà se aderiranno anche loro a questa sottoscrizione?



[Tech] Brasile: Lula punta sull'open source


Il governo brasiliano pare fermamente intenzionato ad abbandonare, ovunque possibile, i sistemi operativi "proprietari" (primo fra tutti Microsoft Windows) e a puntare su di una massiccia diffusione di sistemi operativi (Linux, in primis) e applicazioni open source:
Paying software licensing fees to companies like Microsoft is simply "unsustainable economically" when applications that run on the open-source Linux operating system are much cheaper, Amadeu said. Under his guidance, Silva's administration is encouraging all sectors of government to move toward open-source programs, whose basic code is public and freely available.



"We have some islands in the federal government using open-source, but we want to create a continent," said Amadeu, a former economics professor who gained fame before joining Silva's team by launching a network of free computer centers in Brazil's largest city, Sao Paulo.



Amadeu, who uses a Linux laptop in his office in an annex of Silva's presidential palace, authored the book "Digital Exclusion: Misery in the Information Era," which argues that the gap between the needy and the wealthy will only deepen unless the poor have easy access to the technology that the rich have at their fingertips, especially in developing countries like Brazil.
In Brasile (170 milioni di abitanti) solo il 10% circa della popolazione possiede un computer.



Fonte: Excite - AP news.



Eccola, la ''resistenza irachena''


Al Qaeda ha inviato a due periodici arabi i comunicati di rivendicazione della strage di Nassiriya contro i nostri militari e delle stragi nelle due sinagoghe a Istambul.



Secondo il Corriere della Sera, La paternità di Al Qaeda per quanto riguarda l'attacco alla base italiana di Nassiriya è stata rivelata dal settimanale arabo Al-Majallah, pubblicato a Londra. Il giornale afferma di aver ricevuto un messaggio di Al Qaeda nel quale la rete terroristica di Osama bin Laden rivendica l'attentato suicida di mercoledì.



Per quanto riguarda gli attentati anti-ebraici in Turchia, Il quotidiano arabo "Al Quds Al Arabi" ha ricevuto la rivendicazione dI Al Qaida per gli attentati di Istanbul. Ne dà notizia l’edizione online del quotidiano Le Monde, che riporta il testo della rivendicazione, firmata dalle "Brigate di Abu Hafs Al Masri-Al Qaida".



Nessuna sorpresa, comunque: avevo scritto già sabato scorso, subito dopo le stragi nelle sinagoghe che certamente si è trattato di una doppia strage organizzata e portata a compimento da seguaci di Al Qaeda o di organizzazioni collegate a quella di Bin Laden.



Impossibile non vedere anche il legame fra questa nuova strage di ebrei e la strage di italiani a Nassiriya: la matrice è la stessa, alla fin fine: si tratta di due episodi diversi della stessa guerra, la guerra del terrorismo fondamentalista contro la democrazia e la libertà.




Poi ci sono quelli che sproloquiano di "valorosa resistenza del popolo iracheno" e che organizzano raccolte fondi aventi come "garante" un amico e sodale del terrorista George Habash





Link: Corriere della Sera.