giovedì 30 agosto 2007

Siamo alle solite


Il centrosinistra "scopre" le cose che predicava e praticava la destra - in questo caso il "cowboy fascista" Giuliani - con i soliti venti anni di ritardo.

lunedì 20 agosto 2007

Una Religione di Pace™ e di Tolleranza


Sottoscrivo e rilancio l'appello di Magdi Allam (qui il testo completo).

Adottiamo Mohamed Hegazi come simbolo della libertà religiosa in Medio Oriente. Venticinque anni, nato musulmano, convertito al cristianesimo nove anni fa e sposato con una convertita, ha chiesto alle autorità egiziane di vedere registrata la loro nuova religione sulla carta d’identità per assicurare che il loro figliolo, che sta per nascere, veda la luce come cristiano. Ma si è scatenata l’ira degli estremisti islamici che l’hanno tacciato di apostasia e ingiunto allo Stato di attuare la condanna a morte avallata da una fatwa, un responso giuridico, dell’Università islamica di Al Azhar. Ciò avviene in un Paese sostenuto massicciamente dall’Occidente perché considerato moderato e in cui i cristiani sono circa 10 milioni. E non si tratta di ripetere l'operazione che nella primavera del 2006 portò al rilascio e all'espatrio del convertito afghano Abdul Rahman, che ha ottenuto asilo in Italia. I cristiani in Medio Oriente sono la popolazione autoctona e deve essere garantito loro e a tutti, compresi i convertiti, il diritto alla piena libertà religiosa a casa loro.

(...)

Proprio perché l’Egitto è il nostro dirimpettaio che ostenta fama di tolleranza e di moderazione, mi auguro che l’Italia non resti a guardare. Auspico che il capo dello Stato Napolitano lanci un vibrante appello al presidente egiziano Mubarak affinché assumaun gesto significativo, ricevendo Hegazi e riconoscendogli pubblicamente pari dignità come cittadino e testimoniando il rispetto della libertà religiosa. Auspico che il presidente del Consiglio Prodi chieda garanzie al governo egiziano sulla tutela della vita di Hegazi, chiarendo che per l’Italia il rispetto della libertà religiosa è un parametro fondamentale per definire la realtà e lo sviluppo dei rapporti bilaterali e multilaterali. Auspico che le università italiane (La Sapienza di Roma, il Pontificio Istituto Orientale di Roma, l’Orientale di Napoli, la Bocconi di Milano, l’Iuav di Venezia) che il 15 giugno 2005 hanno sottoscritto un accordo di cooperazione con l’Università islamica di Al Azhar, con la benedizione del nostro ministero degli Esteri, recedano dall’iniziativa dopo aver avuto l’ennesima conferma che i suoi più alti vertici hanno legittimato il terrorismo suicida palestinese e il massacro anche delle donne e dei bambini israeliani, nonché l’uccisione dei musulmani convertiti al cristianesimo. Auspico tutto ciò per i cristiani d’Egitto ma anche per noi.
Perché se volteremo le spalle a chi, alle porte di casa nostra, viola la sacralità della vita, la dignità della persona e la libertà di scelta, significa che abbiamo abdicato ai valori che corrispondono al fulcro della comune civiltà dell'uomo.

martedì 14 agosto 2007

Un governo di delinquenti politici


E' quello di Romano Prodi, e delle sue aperture verso Hamas - come se lo statuto fondativo di Hamas non recasse scritto nero su bianco che lo scopo, la "mission" di Hamas è la distruzione di Israele e la cacciata o l'uccisione di tutti gli ebrei "dal fiume (Giordano) al mare (Mediterraneo)", come se in ogni momento Hamas non ripeta che con Israele (anzi: con "l'entità sionista") non si tratta, come se nessuno nel governo italiano abbia mai visto cosa scrivono i giornali e cosa trasmettono le emittenti legate ad Hamas, o cosa si predica nelle moschee della Striscia (altro che "rischio" che Hamas si sposti verso le posizioni di Al Qaeda: c'è già, e fin dalla sua fondazione).
Qui di seguito alcuni link ad articoli e commenti:
-Il plauso di Hamas;
- un commento di Amos Oz;
- e uno di Piero Ostellino;
- una valutazione di Federico Punzi che condivido pienamente...
...come pure quella di Fausto Carioti.

venerdì 10 agosto 2007

Bellicapelli


Recentemente abbiamo avuto un coinquilino gay, qui, sappiatelo. Un caso: stavamo cercando un sostituto per il nostro precedente Numero Quattro e fra i candidati si è presentato questo tipo qui, un lombardo in trasferta di studio e lavoro.
Aveva tutte le carte in regola, soprattutto era interessato a una permanenza a lunga scadenza (cosa questa sempre importante, nella valutazione dei coinqui), e pareva proprio un tipo a posto, così alla fine abbiamo scelto lui.
Da come parlava, e da come gesticolava, in fase di colloquio ci eravamo già fatti l'idea che fosse un tipo gaio - diciamo - ma questo non ha influito sulla decisione: solo il napoletano non ha saputo resistere alla tentazione di fare una battutina, ma lui le fa su tutto e tutti, quindi OK.
Certo, non apparteneva alla categoria "bagascione sguaiato", quella che si fa notare al Gay Pride per l'abbigliamento e per i comportamenti inutilmente provocatori: in quel caso non avrebbe avuto nessuna possibilità. Apparteneva invece alla categoria a cui appartengono, presumo, il 99% dei gay, cioè quella di chi non sente il bisogno di andarsene in giro agghindato come Priscilla, la Regina del Deserto.
Devo dire che le cose hanno funzionato benissimo fin da subito: abbiamo avuto cura di evitare di fare battutacce sui gay o lanciare frecciatine in sua presenza, e cose del genere, ma a parte questo ci siamo tutti comportati normalmente, e in una settimana eravamo già amici, di quel tipo di amicizia un po' superficiale e a termine che nasce fra coinquilini.
Tanto per non smentire i cliché, era un tipo allegro, ottimista; quando in tv andava in onda un omicidio particolarmente violento sobbalzava mormorando "Oh, Cielo!" in un modo che faceva pensare al droide protocollare di Star Wars, quello alto e "non particolarmente" coraggioso; era appassionato di poesia; comprava candeline stile Ikea e incensi che profumavano come un bordello arabo; di tanto in tanto ci preparava delle pizze, con alterni risultati; a Natale ci ha spiazzati tutti quanti, tornando da Feltrinelli con dei regalini per ciascuno di noi; effettivamente, almeno per un po', ha portato un leggero tocco "femminile" in questo covo di maiali selvatici.
Al suo posto poi è arrivata la cartomante, quella gnocca, ma è stata costretta anche lei a cambiare città dopo pochissimo tempo; adesso siamo daccapo quattro maschi single, beviamo birra e facciamo battute irriferibili: è tornata la normalità, insomma.
Non lo abbiamo mai considerato un gay o "il" gay del gruppo, non abbiamo mai pensato a lui in questi termini: lo abbiamo considerato parte integrante del nostro gruppo, per l'appunto - tutto qui. Se n'è andato perché gli hanno cambiato da un giorno all'altro la sede di lavoro, non per altro; ci chiama ancora, di tanto in tanto: una decina di giorni fa era in città ed è passato a trovarci.
Di punto in bianco adesso arriva questo tipetto folkloristico con un marcato accento trevigiano e dei ridicoli capelli bianchi tutti cotonati (roba da froci, date retta) e lo chiama "culattone": come direbbero i miei amici romani,
"A bbellicapelli: ma vedi un po' d'annattelo a pijà 'nder..."

giovedì 9 agosto 2007

Meno male, la par condicio è salva


Nelle ultime ore una dichiarazione dello "sceriffo" di Treviso, Gentilini, mi aveva fatto considerare quanto fosse triste dover votare anche per gente come lui, pur di togliersi dalle scatole Prodi e il suo governo di delinquenti politici: per fortuna ora ci pensa il rifondarolo e nogglobal Francesco Caruso a rimettere le cose a posto, rendendo evidente - e non solo a me, credo - l'impossibilità di votare per lui, per la sua cosca di amici degli amici dei terroristi e in generale per lo schieramento a cui appartiene: dal Corriere:
"Francesco Caruso: Tiziano Treu e Marco Biagi assassini, le loro leggi hanno armato le mani dei padroni"

Parole miserabili, pronunciate da un teppista da quattro soldi (portato in Parlamento da Bertinotti, ricordiamocelo questo), pluriaccusato e pluriprocessato per atti di violenza, che si nasconde dietro l'immunità (impunità?) parlamentare: un individuo che in un Paese civile non avrebbe mai potuto entrare in Parlamento come "onorevole" eletto, ma al massimo come addetto alla pulizia dei cessi - ma, per l'appunto, stiamo parlando di Paesi civili...

Oro Alla Patria!


Su, coraggio! Che aspetti? Sostieni la Patria nel momento del bisogno! Dona anche tu i tuoi gioielli, la tua fede nuziale, i tuoi denti d'oro al governo Prodi, il Governo degli Onesti! Partecipa anche tu al remake di una simpatica iniziativa che tanto successo riscosse già ai tempi di un precedente Capo del Governo, tale Cavalier Benito Mussolini! Gli introiti verranno destinati a spese di prima necessità, quali il pagamento dei, ehm, "costi della politica", il finanziamento delle comunità montane situate al livello del mare, l'introduzione del gelato (cono e barattolino) alla buvette del Senato, il rimborso delle spese chirurgiche sostenute da Vladimir Luxuria per procurarsi due tette veramente proletarie, democratiche, progressiste e di sinistra: non fare lo sporco capitalista borghese e fascio-destrista, contribuisci anche tu con gioia spontanea al raggiungimento di nuovi brillanti traguardi sulla strada del buongoverno!

UPDATE: quei guastafeste reazionari fascio-catto-destristi della Banca Centrale Europea impediscono al Prodino di rubare ancora risollevare i destini della Patria. Di questo passo dove andremo a finire, signora mia?

How to be a millionaire


Ad esempio: se avessi un euro per ogni volta che Gentilini spara una cazzata, a quest'ora guarderei Bill Gates dall'alto in basso.

Dal Corriere:
" TREVISO - ''Pulizia etnica contro i culattoni'': e' l'espressione choc usata dal vicesindaco di Treviso Giancarlo Gentilini a proposito dei gay che avrebbero trasformato il parcheggio di via dell'Ospedale in un luogo di incontri all'aperto, suscitando le proteste di alcuni abitanti. ''Daro' subito disposizioni alla mia comandante dei vigili affinche' faccia pulizia etnica dei culattoni - ha detto - Devono andare in altri capoluoghi di regione che sono disposti ad accoglierli. Qui a Treviso non c'e' nessuna possibilita' per culattoni e simili''."


La tragedia è che alle prossime elezioni - il prima possibile, mi auguro - per forza di cose mi toccherà votare la coalizione che ospita fra le sue fila questo deficiente (nel senso di deficere: vedi episodio della maestra siciliana) di un ignorante (nel senso che ignora: vedi Aldo, Giovanni & Giacomo).

giovedì 2 agosto 2007

10:25


Quel 2 Agosto ero in vacanza, quella mattina ero arrivato al mare, in Calabria, in una piccola villetta che dava direttamente sullo Stretto.
Le immagini uscivano da un vecchio televisore in bianco e nero e riempivano tutto, la stanza, la mente, i pensieri.
Suonava palesemente incredibile che un incidente, un qualunque incidente, avesse potuto provocare tutta quella distruzione, eppure la RAI (all'epoca la RAI era ancora peggio di com'è adesso) non si sbilanciava, e faceva sapere che le cause dell'accaduto "non erano chiare".
A me, come a tantissimi miei concittadini inchiodati davanti ai televisori, le cause apparivano invece abbastanza chiare - a Milano l'età dell'innocenza era già finita da un pezzo, dai tempi della bomba alla Banca Nazionale dell'Agricoltura: ormai quando si sentiva un botto sordo in lontananza il primo pensiero non era più che fosse scoppiata una caldaia del riscaldamento, non dopo Piazza Fontana.
Eppure, arrivata la sera, i giornalisti ancora continuavano a evitare di usare esplicitamente la parola "attentato" e a riferire, fra le varie ipotesi, quella dell'esplosione di "una
tubatura del gas" - salvo poi, in un soprassalto di dignità professionale, aggiungere sommessamente che però "non risultava" che sotto la sala d'attesa della stazione passassero delle tubature; il pavimento anzi poggiava direttamente su di un terrapieno, "secondo i Vigili del fuoco".
Io guardavo e ascoltavo quelle trasmissioni surreali, e sentivo l'impulso di gridare a quei giornalisti in evidente imbarazzo: "E ditelo, che è stata una bomba!".
Chissà quanti come me, quel giorno.

mercoledì 1 agosto 2007

Nessuno tocchi Saddam


impiccagioni in Iran


All'epoca dell'impiccagione di Saddam Hussein, un dittatore feroce e sanguinario responsabile della morte di oltre un milione di suoi concittadini, grandi mobilitazioni internazionali (ma soprattutto qui da noi in Italia) a difesa di "Caino", dimenticando forse un po' troppo in fretta i tanti Abele della situazione.

Dopo di allora le esecuzioni capitali non si sono certo fermate, ma in questi altri casi gli uccisi non erano dittatori anti-occidentali e i carnefici non appartenevano a Stati filo-occidentali, quindi niente indignazione e niente campagne in difesa di questi Caino di serie B.

La foto qui sopra ritrae cinque di questi sfortunati, impiccati alla periferia di Mashhad, nella seconda ondata di esecuzioni in dieci giorni in Iran (foto tratta dalla gallery delle "foto del giorno" del Corriere).