mercoledì 23 luglio 2008

Gira e rigira, è la stessa cosa

Le ultime da Bologna:
Nella città del sindaco Sergio Cofferati, dopo l'ordinanza che vieta la vendita di bevande alcoliche da asporto oltre le 22 e quella anti-bivacco - "incubo" degli universitari che la sera affollano il centro storico - anche il piercing sulle parti più intime diventa un tabù. Non solo per i minorenni, ma per tutti.

La giunta comunale ha varato il nuovo regolamento per le attività di estetista, acconciatore, tatuaggi e, appunto, piercing. Domani, salvo sorprese, il provvedimento sarà approvato. In riferimento ai piercing, si legge nel testo, "i minorenni avranno bisogno del consenso informato dei genitori" (escluso il solo piercing all'orecchio dopo i 14 anni). Divieto assoluto invece, a qualsiasi età, "su parti anatomiche la cui funzionalità potrebbe essere compromessa da tali trattamenti o in parti la cui cicatrizzazione sia particolarmente difficoltosa".

(...)

La giunta, per bocca dell'assessore alla Sanità Giuseppe Paruolo ribadisce le linee guida del regolamento: "Tatuaggi e piercing si possono fare, ma devono essere effettuati in un contesto sanitario controllato e sono esclusi alcuni tipi di piercing particolarmente problematici dal punto di vista sanitario". Ricordando, infine, che c'è "una scuola di pensiero" secondo la quale chi incappa in problemi sanitari per aver eseguito pratiche sui cui rischi è stato ben informato, poi non dovrebbe pesare sul sistema sanitario pubblico.
Personalmente detesto i piercing, in qualunque parte del corpo, ma questo è un mio problema :-)

Il punto non è questo, ma ben altro. Vorrei far notare che questa pretesa "laica" e "salutista" di proibire agli individui di disporre del proprio corpo fa il paio con la pretesa cattolica di proibire agli individui di disporre della propria vita, decidendo se e quando non è più degna di essere vissuta (vedi il caso di Eluana Englaro o del trevigiano Paolo Ravasin, che ha recentemente pubblicato il suo testamento biologico in video).

In entrambi i casi qualcuno pretende di stabilire l'esistenza di un "ente superiore" (Dio o "l'interesse della collettività") che è il vero proprietario del corpo e della vita delle persone, e che ha diritto di ultima parola indipendentemente dalla volontà dell'individuo che "abita" (solo in usufrutto, a quanto pare: non da legittimo proprietario) quel corpo.

Proprio per questo l'iniziativa del Comune di Bologna va contestata con la stessa fermezza con cui vanno contestati i tentativi della Chiesa cattolica di imporre la propria visione delle cose a tutti, cattolici e no.

venerdì 18 luglio 2008

Parola di Papa

Il Papa in Australia: "no ai falsi dei" - okay, che aspetta a trovarsi un lavoro onesto, allora?


giovedì 17 luglio 2008

Ottaviano Del Turco

Posso dirlo? La vicenda che lo vede coinvolto mi sembra poco credibile. Negli ultimi mesi, stando in Abruzzo, avevo letto sulla stampa locale dei grossi problemi di deficit della sanità abruzzese, ma l'idea che me ne ero fatto era stata di sostanziale incapacità gestionale di Del Turco e compagni: qua invece le accuse sono gravissime, si parla di una sorta di cupola malavitosa con al vertice proprio il governatore della regione.

Per quel poco che so di Del Turco, per la conoscenza derivante dai giornali e dalle cronache degli ultimi decenni, francamente mi ero fatto l'idea di un politico né migliore né peggiore di tanti altri, caratterizzato però sempre - a mio modesto parere - da una certa onestà di fondo.
Ricordo ancora quando, ai tempi di Tangentopoli, alcuni suoi colleghi di partito non sapendo di essere intercettati ne parlavano con disprezzo come di uno "che non sa neanche rubare": evidentemente per loro questa era una grave carenza, ma questa "incapacità" ha consentito a Del Turco di uscire a testa alta e senza una sola macchia da quel ciclone politico-mediatico-giudiziario che ha sconvolto l'Italia quindici anni fa.

Ora, certo le persone col tempo cambiano, ma in fondo non poi così tanto: sarei davvero sorpreso quindi se "l'incapace" Del Turco si fosse tardivamente scoperto delle doti da aspirante genio del crimine.

Non sarebbe la prima volta in Italia che un politico viene accusato ingiustamente, sbandierando prove "schiaccianti" che alla fine si rivelano inconsistenti o irrilevanti: vorrei ricordare qui che molti dei politici accusati ai tempi di Tangentopoli con grande clamore e relativa gogna mediatica nei mesi e negli anni successivi sono stati assolti per non aver commesso il fatto o perché il fatto non sussiste: insomma, secondo i giudici erano stati accusati del tutto ingiustamente sulla base di prove "solide" come castelli di sabbia.
Non vorrei che oggi la storia si ripetesse, per l'ennesima volta.

martedì 8 luglio 2008

Gli argomenti della sinistra

Anzi, dell'Asinistra: quella congerie di volgari forcaioli fascio-comunisti che dichiarano di voler "difendere la democrazia" dalla terribile minaccia rappresentata da un governo democraticamente eletto dalla stragrande maggioranza degli italiani.

Stasera a Roma e Milano "grandi manifestazioni" contro il Caimano Berlusconi e il regggime incombente, con l'obiettivo dichiarato di "denunciare agli italiani" - quei poveri bietoloni spensierati e inconsapevoli di tutto - i pericoli che stanno correndo.

Uno a questo punto si aspetta che i vari toninodipietro, marcotravaglio, beppegrillo, sabinaguzzanti e compagnia spieghino per filo e per segno alle masse oceaniche che bisogna rovesciare il regggime e il suo duce Berlusconi perché, che so:

  • hanno aumentato le tasse come mai negli ultimi 50 anni (come il democratico governo Prodi);
  • hanno provocato il crollo della produzione industriale (come il democratico governo Prodi);
  • hanno di fatto portato il Paese sull'orlo della recessione economica, o magari anche oltre (come il democratico governo Prodi);
  • hanno fatto scivolare l'Italia in fondo a tutte le classifiche relative alla competitività fra sistemi-Paese (come il democratico governo Prodi);
  • hanno mandato il nostro Ministro degli Esteri a passeggiare a braccetto con i terroristi islamici (come il democratico governo Prodi);
  • hanno provato a "occupare militarmente" Telecom Italia e una banca o due (come il democratico governo Prodi);
  • hanno trasferito/perseguitato dei magistrati che indagavano su esponenti del governo in carica (come il democratico governo Prodi);
  • hanno silurato una figura di altissimo livello della Guardia di Finanza che non intendeva rinunciare a indagare sulle porcate fatte da amici/membri/sostenitori del governo in carica (come il democratico governo Prodi);
  • etc. etc.

E invece - sorpresona - no: a quanto pare il governo eletto da quei poveri sottosviluppati mentali degli italiani antropologicamente inferiori va fatto fuori ("anche col ricorso alle armi", secondo Vattimo) perché, cito dal Corriere:

  • "(Napolitano) è un Morfeo che sonnecchia, ma poi firma provvedimenti per la banda dei quattro" - beppegrillo;
  • "In qualsiasi Paese del mondo, se un aspirante presidente del Consiglio avesse chiamato per vendere la figa in leasing per far cadere il governo, sarebbe stato un colpo di Stato" - beppegrillo;
  • "A me non interessa la vita sessuale di Berlusconi, non sono una moralista; ma non può diventare ministro delle Pari opportunità una che gli ha succhiato l'uccello" - sabinaguzzanti;
  • "Berlusconi usa il viagra, questo lo sanno tutti infatti uno dei suoi nomignoli è "presidente vaso dilatatorio" e i suoi assistenti si chiamano "vasellinati" o "vaso dilatati" - sabinaguzzanti;
  • "(Papa Ratzinger) tra 20 anni sarà morto è andrà all'inferno dove sarà conteso da due diavoli frocissimi e attivissimi, non passivissimi" - sabinaguzzanti.

La battuta (?) su Ratzinger non ho capito bene cosa c'entrava con Berlusconi, ma dal momento che i "catto-fascisti" non tagliano la gola ai rompicoglioni come fanno invece gli islamo-nazisti la sabinaguzzanti si sarà detta: perché no? Ebbrava la nostra cuor di leone, che dopo le battute da caserma di stasera immagino sia già diventata la nuova icona del movimento gay - ma anche no, ripensandoci.

Comunque vedete bene che i motivi per rovesciare, se necessario anche con le armi, questo infame governo che ha carpito con le sue collaudate tecniche da circonvenzione d'incapace il voto degli italiani, sono davvero motivi gravissimi e serissimi: Berlusconi vende la figa in leasing, si fa fare pompini dalla Carfagna, si strafa di Viagra e poi inchiappetta di brutto i suoi collaboratori mentre quel Morfeo insonnolito - e magari anche un po' rincoglionito, hai visto mai? - del presidente della Repubblica Napolitano fra una pennica e l'altra firma cose che non legge o non capisce.

Son problemi, in effetti.

Peccato che quei peones degli italiani non li considerino tali: dopo settimane di strombazzamenti ai quattro venti, di appelli accorati e di sforzi organizzativi per riunire in piazza "la nuova resistenza" stasera a Roma c'erano più o meno 15.000 persone; per quanto riguarda Milano, poi, nota capitale morale dei leghisti rozzi, incolti e fascio-destristi, le agenzie riportavano:
"In contemporanea con la manifestazione romana di Piazza Navona, duecento persone si sono radunate davanti alla Loggia dei Mercanti a Milano, a pochi metri da piazza Duomo, per protestare contro le norme sulla giustizia del governo Berlusconi.
Alla manifestazione, indetta da Verdi, Sinistra Democratica, Lista Fo e Italia dei Valori ecc"

Verdi, Sinistra Democratica, Lista Fo, Italia dei valori: anche senza considerare, per puro spirito umanitario, gli "ecc", fa comunque una media di 50 persone a partito/lista: neanche gli amici e i parenti stretti, insomma. Complimenti per la brillante riuscita della mobilitazione di massa.

Finalmente


Finalmente Antonio Martino parla, rompendo il riserbo delle ultime settimane. Martino è uno dei pochi veri liberali presenti nel centrodestra, un uomo che rispetto profondamente e che avrei visto volentieri al posto di quel ragioniere in calzamaglia di Tremonti - ma in questo governo di vecchi e nuovi statalisti naturalmente non avrebbe avuto nessuna possibilità, neanche una.

Cito da un suo intervento sul sito dell'Istituto Bruno Leoni, da leggere integralmente:

Tutti ci aspettavamo che il successo elettorale del PdL avrebbe indotto il nuovo governo, largamente dotato dei numeri per farlo, a mantenere quanto a gran voce promesso in campagna elettorale, dando vita ad una profonda riforma fiscale e riducendo il peso delle tasse gravante sulle famiglie e sulle imprese, invertendo il corso inaugurato dal governo dei sinistri. Invece, a nemmeno due mesi dal suo insediamento, il governo aumenta le tasse giustificando la decisione con le spiritosaggini del ministro dell’Economia che si appella all’autorità di Robin Hood, rinazionalizza quella autentica vergogna nazionale che è l’Alitalia e la sua montagna di debiti (la “compagnia di bandiera” perde oltre un milione di euro al giorno), taglia le già scarse risorse delle forze armate e delle forze di polizia e manda 2500-3000 militari a presidiare discariche e svolgere compiti di ordine pubblico come se non fossero sufficienti a quello scopo i 400.000 addetti delle forze dell’ordine.
Non è questa la svolta promessa, non è questa la rivoluzione liberale di cui abbiamo bisogno. L’Italia non ha bisogno di un governo che gestisca l’esistente – è l’esistente la causa del nostro declino – l’Italia vuole ed ha chiesto in modo inequivocabile un cambiamento, una inversione di rotta. Se questo governo non si affretta a darcela rischia di incappare nel profondo disprezzo degli Italiani di oggi e di quelli che verranno.

Sottoscrivo, parola per parola. Non ho votato per la coalizione attualmente al governo perché la ritenevo non sufficientemente (e sinceramente) liberale, non all'altezza di raccogliere le sfide che la drammatica situazione italiana pone qui e subito: i fatti, per ora, purtroppo mi danno ragione.

lunedì 7 luglio 2008

L'ingerenza della Chiesa, l'entusiasmo dei cretini


Camillo e il solito doppiopesismo della sinistra:


La Chiesa cattolica si sta battendo in vari modi contro la pericolosa idiozia delle impronte digitali ai bambini zingari. Sono molto felice di questa ingerenza della Chiesa negli affari interni di uno stato. La cosa imbarazzante è che sono molti felici di questa ingerenza anche i professionisti dell’anticlericalismo (oggi la girotondina Barbara Spinelli), ovvero quelli che gridano alla teocrazia ogni volta che la chiesa ingerisce con opinioni contrarie alle loro. Quando invece ingerisce a loro favore, non c’è rischio di teocrazia. Solo certezza di idiozia.

Già, dove sono le solite reazioni indignate contro il Vaticano che osa mettere becco nelle faccende che riguardano lo Stato italiano? Non è forse lo stesso Vaticano degli "attacchi scomposti" e delle "inaccettabili invasioni di campo" su aborto, coppie di fatto, pillola del giorno dopo? Ma un minimo di serietà proprio no, eh?
Ma già, d'altra parte questa è la stessa sinistra "femminista, libertaria, pro-diritti civili, pro-gay" che pur di danneggiare l'odiato capitalismo non esita a schierarsi, ogni volta che può, dalla parte dei misogini, omofobi, integralisti, illiberali, teocratici, totalitari nazisti islamici.

mercoledì 2 luglio 2008

Liberata Ingrid Betancourt!


(ANSA) - BOGOTA', 2 LUG - Ingrid Betancourt e altre 15 persone tenute in ostaggio dalle Farc sono state liberate con un blitz dalle forze armate colombiane. Lo ha annunciato il ministro della difesa colombiano Manuel Santos. Insieme alla franco-colombiana Betancourt, da piu' di sei anni ostaggio delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia, sono stati liberati tre cittadini americani e undici soldati colombiani, ha aggiunto Santos.

Facebook oscurato in Cina?


Così parrebbe, leggendo questo articolo del WSJ.
E le Olimpiadi si avvicinano...

Ormai siamo in piena dittatura. Etilica


Sì, perché solo una mente ottenebrata dai fumi dell'alcool (o preda dell'ossessione di raccattare qualche altro voto fra la feccia qualunquista-forcaiola) può partorire queste stronzate.

P.S.: Nel frattempo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - noto tirapiedi di Berlusconi - autorizza le pratiche di avvio del golpe istituzionale.

Altro che tregua


Come prevedibile (e previsto), la tregua fra Israele e i terroristi islamici non è durata neanche sei giorni - altro che i sei mesi preventivati.
Dopo i lanci di razzi Qassam e i colpi di mortaio dei giorni scorsi, che fortunatamente non avevano fatto vittime, oggi un attentatore a bordo di un bulldozer ha fatto strage di civili a Gerusalemme: i morti sono almeno tre, i feriti una trentina.
Hamas, Al Fatah e la "resistenza palestinese" tutta si spellano le mani dagli applausi.
Chi nel governo israeliano aveva scelto la via del "dialogo" e della "trattativa" con questi animali è servito.

martedì 1 luglio 2008

Come i vecchi samizdat


Il paragone fra blog e samizdat in effetti non è "tecnicamente" del tutto calzante, ma rende l'idea.

La blogger cubana Yoani Sanchez continua a gestire il suo blog, Generaciòn Y (qui la versione in italiano), ma le difficoltà certo non mancano:


Lo que comenzó como un impulso individual, se está convirtiendo en una plaza de encuentro para la discusión y el debate. Generación Y ha logrado involucrar a un montón de personas en todas partes del mundo que me ayudan con la actualización, las traducciones y la difusión de los textos. La colaboración principal ha sido para colgar los posts, pues desde la última semana de marzo no he podido acceder al sitio en los cibercafé públicos ni en los hoteles. De manera que envío mis textos por email, algunos amigos los publican y me mandan -también por correo electrónico- los comentarios que dejan los lectores. Soy una blogger a ciegas, una cibernauta con una balsa que hace aguas y que logra flotar gracias al apoyo de una espontánea red ciudadana.

Todo el portal http://www.desdecuba.com sigue bloqueado en los servidores de locales públicos. He ido haciendo una copia de los mensajes de error que muestran los navegadores cuando intento acceder y aquí les dejo una muestra. También sé que el apagón no es total. Amigos que tienen internet en sus centros de trabajo pueden visitar el sitio, pero eso me sirve de poco, pues a esos lugares soy yo la que no puedo entrar.


Ma c'è sempre una soluzione a tutto:


No obstante, tengo los mismos deseos de escribir en esta bitácora que cuando empecé. Ahora con más testarudez, pues no hay nada que me resulte más atractivo que aquello que se me impide hacer. Para saltar las dificultades de la conectividad y llegar a los lectores dentro de la Isla, otros amigos han creado un minidisk con el contenido del Blog, que distribuyen gratuitamente. A todos quiero agradecerles el apoyo, los remos y el viento que me permite mantener el rumbo.

Timeo Danaos et dona ferentes


Temo i Greci anche quando portano doni. Così per la lettera di Napolitano:

Non può esservi "dubbio od equivoco sul fatto che al Csm non spetti in alcun modo quel vaglio di costituzionalità cui, com’è noto, nel nostro ordinamento sono legittimate altre Istituzioni". Questo uno dei passaggi della lettera inviata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al vice presidente del Csm, Nicola Mancino, che l’ha letta nel plenum in corso nel quale dovrà essere approvato il parere sul provvedimento per la sicurezza e in particolare sull’emendamento salva-processi.

I "pareri" del Csm "sono dunque destinati a rilevare e segnalare le ricadute che le normative proposte all’esame del Parlamento si presume possano concretamente avere sullo svolgimento della funzione giurisdizionale. Così correttamente intesa l’espressione di un parere del Csm non interferisce - altra mia preoccupazione già espressa nel passato - con le funzioni proprie ed esclusive del Parlamento: anche quando, come nel caso dei decreti legge, per evidenti vincoli temporali, tale parere non abbia modo di esprimersi prima che il Parlamento abbia iniziato a discutere deliberare". Questo uno dei passaggi della lettera del capo dello Stato.


Quindi, apparentemente buone notizie: Napolitano bacchetta il CSM, che da giorni aveva preannunciato un vero e proprio "giudizio di incostituzionalità" su alcune iniziative del governo.

Ma il punto è che Napolitano contemporaneamente dà apparentemente per scontato che il CSM, pur non avendo il diritto di decidere della costituzionalità o meno di un provvedimento, abbia comunque il diritto di esprimere un proprio parere in merito, anche se non richiesto.

Le cose non stanno così.

Recita l’articolo 105 della Costituzione: “Spettano al Consiglio superiore della magistratura, secondo le norme dell’ordinamento giudiziario, le assunzioni, le assegnazioni ed i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati”. Questo, e soltanto questo, è quanto dice la Costituzione a proposito delle funzioni del CSM.
Se poi la prassi ha finito con l’attribuire al CSM poteri che non gli spettano, allora vuol dire che è stata scavalcata la Costituzione.

Vincolando il CSM alla lettera dell’art. 105 e della legge istitutiva dell’organo, e quindi garantendo il suo intervento all’esercizio delle attribuzioni amministrative espressamente affidategli, non c’è davvero spazio per iniziative nei confronti di leggi varate o, addirittura, che sono ancora all’esame del parlamento. Come nel caso, di questi giorni, del parere del CSM su di una norma del decreto legge "sicurezza".
A ragione di tale comportamento si invoca la legge istitutiva del CSM del 1958, in particolare l’art. 10, comma cinque, laddove prevede che “[il CSM] dà pareri al Ministro sui disegni di legge concernenti l’ordinamento giudiziario, l’amministrazione della giustizia e su ogni altro oggetto comunque attinente alle predette materie”.

Ma in realtà il parere lo si dà solo se richiesto, e quindi nel caso in cui il Ministro abbia fatto espressa e formale domanda di consulenza al CSM. Non si capisce per quale ragione, infatti, un qualunque organo amministrativo dovrebbe mettersi a sfornare pareri non richiesti e non previsti fra le sue funzioni sull'attività legislativa e di governo: a quando, se no, dei pareri del CSM (o altro organo amministrativo) sull'abolizione dell'ICI sulla prima casa, o sull'ampliamento della base USA a Vicenza, o sulla nostra permanenza nel gruppo delle Nazioni dotate di una base scientifica in Antartide?. Oltretutto questa norma potrebbe a sua volta essere tacciata di incostituzionalità, proprio perché finisce con l’attribuire al CSM un potere non previsto dalla Costituzione né tantomeno a essa riconducibile. Lo sosteneva autorevolmente Enzo Caianiello, il quale così scriveva: “Già la legge istitutiva del CSM, nell’attribuirgli anche qualche funzione consultiva, è incostituzionale, essendo le sue attribuzioni tassativamente scolpite nella Costituzione, dato che questa ubi non dixit non voluit” (“Istituzioni e liberalismo”, 2005, p. 56).

In conclusione: nel momento in cui dà l'impressione di volere "rimettere in riga" il CSM, Napolitano di fatto ne avalla dei comportamenti al limite dell'incostituzionalità, o peggio.
Un classico dono "greco", per l'appunto.

Si aggrava la crisi del Corriere?


Così sembrerebbe, leggendo questa notizia pubblicata da Affaritaliani:
Da Mondadori a Rcs, dove fa discutere un intervento del direttore del Mondo Enrico Romagna Manoia davanti all'assemblea di redazione, riunita per discutere del calo di copie e del peggioramento conseguente del conto economico che, proprio sotto la sua direzione, hanno colpito il settimanale. Secondo l'ex direttore del concorrente Milano Finanza, ben visto in Rcs dalla componente romanocentrica (è vecchio amico e collega in Ansa del portavoce di Geronzi Luigi Vianello), ma anche dal network del notaio Marchetti, l'emorragia di lettori non è dovuta a cause endogene, ma esogene. E specificamente al calo del Corriere della Sera, del quale Il Mondo una volta al mese viene diffuso come allegato, giovandosi così fortemente in termini di diffusione. E allora, davanti a un'assemblea che ha strabuzzato gli occhi, Romagna Manoia ha detto: "Il calo delle copie è dovuto solo al crollo delle vendite del Corriere, i cui dati sulla raccolta pubblicitaria sono inquietanti". Panico, facce di colpo sbiancate e poi l'affondo: "Il Corriere vendeva 550mila copie due anni fa e ora ne vende 350mila".

Che dire? Due anni fa il Corriere si è schierato con Prodi e la sua armata Brancaleone, di fatto voltando le spalle agli elettori (e ai lettori) del Nord, i quali a quanto pare non hanno gradito e men che meno dimenticato: evidentemente, caro Mieli, non sempre è vantaggioso correre in soccorso del "vincitore".