venerdì 28 febbraio 2003

Irak



In un interessante intervento sul Corriere della Sera, Condoleeza Rice (Consigliere per la Sicurezza degli Stati Uniti) illustra il punto di vista ufficale dell'amministrazione Bush sul dopo-Saddam.



Secondo quanto pubblicato dal quotidiano The Independent, intanto, il recente annuncio di Saddam circa l'accettazione da parte irachena dell'ordine di distruzione dei missili al-Samoud 2 viene considerato una pura manovra dilatoria ("Blix damns Iraq: too little, too late") - il conto alla rovescia continua, quindi.



Proprietà intellettuale e leggi sul copyright



IP Justice, organizzazione con base a San Francisco attiva dallo scorso anno, dichiara di volersi battere perchè vengano rispettati allo stesso modo i diritti dei detentori del copyright e quelli dei consumatori e ha lanciato una campagna internazionale in tal senso.



"I diritti tradizionali dei consumatori - ha dichiarato la direttrice esecutiva di IP Justice, Robin Gross - sono sotto attacco dei detentori dei diritti di proprietà intellettuale che utilizzano la tecnologia per controllare le nostre esperienze nell'uso dei media digitali. Le leggi della proprietà intellettuale sono divenute così estreme che è ora spesso illegale tentar di fare una copia personale di un proprio CD musicale". "Ci sono persone - ha sottolineato Gross - che sono state denunciate e persino penalmente perseguite per aver tentato di realizzare il proprio software di lettura di un DVD. Ci sono casi pendenti in cui si tenta di proibire ai consumatori di saltare la pubblicità televisiva o censurare automaticamente termini offensivi".



Ecco i principi fondamentali di giustizia in tema di proprietà intellettuale ("Principles of IP Justice") proposti dagli organizzatori della campagna:



1) Ci riserviamo il diritto di controllare, e di mantenere il controllo, di ogni nostra esperienza individuale sulle opere frutto dell'ingegno umano oggetto di proprietà intellettuale.



2) Gli autori devono essere ricompensati per il loro lavoro.



3) Ci riserviamo il diritto di realizzare copie private di opere oggetto di proprietà intellettuale legittimamente acquisite.



4) Le tecnologie e le modalità di trattamento delle informazioni che permettono l'esercizio dei diritti dell'individuo in tema di proprietà intellettuale dovrebbero essere considerate legittime.



5) Il concetto di "copy rights" comporta anche quello di "copy responsibilities".



Qui il testo completo e commentato, in italiano.



giovedì 27 febbraio 2003

Lavori in corso



Da questa notte Blogger Pro è inaccessibile per lavori; nei post le lettere accentate (è, à, ò etc.) vengono regolarmente "sporcate", a meno che non si usino le convenzioni HTML (è etc.) mentre in condizioni normali la conversione è automatica.



Aspettiamo e vediamo...



Consigli per gli acquisti



Ho ceduto anch'io alla moda dei text ads - la versione sgarzolino-giovanilista dei vecchi programmi di scambio banner, in buona sostanza: se sono altrettanto efficaci...



Comunque, li trovate a fondo pagina, appena sopra la sezione dei links - per la serie: "emozionante... rabbrividiamo..."



martedì 25 febbraio 2003

Se n'è andato anche Alberto Sordi :-(



All'età di 82 anni si é spento nella sua adorata città, dopo una malattia durata alcuni mesi.



Per uno che come me ha visto i suoi film in televisione fin da bambino, Sordi rappresentava "il" romano per eccellenza, coi suoi pregi e i suoi difetti che a ben vedere erano poi i pregi e i difetti dell'italiano medio.



Oggi quell'italiano medio, il "suo" italiano medio, non c'è più, sostituito da un animale sociologico completamente nuovo - e per molti versi peggiore.



Per questo motivo, non ci potrà più essere in Italia un altro Alberto Sordi.



Qui un primo articolo sulla stampa internazionale: Adiós a un rey de la comedia, sul quotidiano El Mundo.



Alberto Sordi "M'hai provocato? E io me te magno..."



lunedì 24 febbraio 2003

Criminali e incoscienti, senza "se" e senza "ma"



Secondo Casarini bloccare i treni merci e/o i treni passeggeri sulle tratte interessate dal movimento di materiale militare americano è una forma di "disobbedienza creativa".



Per quanto la cosa possa risultare incredibile (per Casarini), in realtà bloccare dei treni significa commettere tutta una serie di reati, a cominciare dal sabotaggio, passando per il danneggiamento, l'adunata sediziosa, l'interruzione di pubblico servizio, l'attentato alla sicurezza dei trasporti, e una mezza dozzina di reati o infrazioni amministrative minori.



Agnoletto dal canto suo ha dichiarato che i blocchi servono a "chiedere che il governo italiano ritiri l'autorizzazione all'uso delle ferrovie, dei porti e delle infrastrutture stradali per il trasporto delle armi. L'Italia non è in guerra".



A parte il fatto che "chiedere" qualcosa a un governo commettendo dei reati violenti e incitando altri a compierli non è esattamente la quintessenza del metodo democratico, resta il fatto che il governo sta facendo esattamente quello che stanno facendo gli altri governi europei, compresa la "pacifista" Germania: nel pieno rispetto degli accordi (NATO e bilaterali) sta concedendo all'alleato USA l'uso di basi e infrastrutture logistiche e il permesso di sorvolare il proprio territorio - tutte cose che funzionano "in automatico" e che, come ha dettagliatamente spiegato D'Alema in occasione della guerra del Kosovo, non richiedono neanche un voto parlamentare, e men che meno la dichiarazione o il riconoscimento di uno stato di guerra.



Pinocchio Agnoletto ha pure aggiunto: "Non abbiamo assolutamente provocato alcun disagio ai cittadini. I treni che fermiamo saranno solo e unicamente quelli che trasportano le armi".

A parte le considerazioni di cui sopra sulle implicazioni criminose del gesto, resta il fatto che secondo il Corriere della Sera i "disobbedienti" hanno già fermato cinque treni passeggeri.



Nel suo editoriale di domani Il Riformista segnala i pericoli, per la sinistra e non solo, di una riproposizione del vecchio gioco dell'elastico.



Per finire, cito alcuni consigli ai "disobbedienti creativi" apparsi sul sito di Indymedia:

"Allora ragazzi il nonnno partigiano che consiglia di fermare i treni fuori stazione ha ragione. Il problema è che lungo la linea se i conduttori non vi vedono ci scappa il morto.

Bisogna far scattare il blocco automatico che mette a rosso il segnale.

Dovreste riuscirci collegando tra loro i due binari con del ferro. Il sistema legge la situazione come se ci fosse un treno e fa scattare il rosso. Almeno credo. Io faccio il bigliettaio. Ma sarà facile chiedere conferma a qualunque ferroviere che si interessi di Apparati Centrali."

(...)

"Ha ragione il bigliettaio..

sono un macchinista, circa 5 minuti prima del passaggio unite con un pezzo di ferro le 2 rotaie. Il treno è costretto a fermarsi al segnale rosso. Fate diversi blocchi circa ogni 1200 metri a valle del treno...

Hasta siempre"

(...)

"Un altro metodo più pericoloso, è quello di piantare un palo di metallo nel terreno, collegato con una corda metallica con un diametro di un paio di centrimetri almeno. lanciare la corda sopra i cavi del treno in modo da cortocircurtarli. ATTENZIONE quando il cavo è stato lanciato non si deve più toccare si corre il rischio di essere folgorati."

(...)

"Il 'nonnino' dà buoni consigli ma occorre stare all'occhio quando si hackerano i segnali dei semafori che c'è il rischio che ne faccian le spese i treni passeggeri.

Non sarebbe bello provocare un frontale fra un treno merci e uno carico di gente"


Eh sì, effettivamente provocare una strage, per quanto "creativa", non sarebbe proprio carino... ma si sa, in quel caso la colpa sarà "oggettivamente" degli imperialisti guerrafondai e dei loro lacchè, non certo dei nostri fulgidi eroi "senza se e senza ma"...



Serial Dreamer



Sono un serial dreamer, un sognatore seriale: mi capita di fare dei sogni "a puntate", manco fossero telenovelas.



Quando sono in un sogno seriale riconosco immediatamente i personaggi, i luoghi e le situazioni già sognate nelle "puntate" precedenti - si verifica una "total recall", i ricordi riaffiorano come nel caso delle memorie delle vacanze virtuali dell'omonimo film - e riprendo tranquillamente a seguire la trama del sogno da dove si era interrotta.



Non mi capita mai di provare una sensazione di disorientamento o di rilevare salti logici fra una "puntata" e le precedenti: è sempre tutto molto logico, coerente, lineare.



In generale faccio molta fatica a ricordare i sogni, anche quelli normali - a episodio unico, per così dire - spesso anzi non ricordo neanche di aver sognato, quindi ci ho messo un bel po' di tempo prima di rendermi conto del fenomeno.



Ora sono arrivato a contare almeno due "serial" che si sviluppano in maniera totalmente indipendente l'uno dall'altro. La periodicità è molto variabile: fra un episodio e il successivo possono passare da poche settimane ad alcuni anni.



Non si tratta di sogni ricorrenti: in quel caso sarebbe sempre lo stesso sogno a ripetersi, magari con minime varianti, mentre qui ogni sogno è la logica continuazione dei precedenti.



Certo è una cosa strana: è un po' come aprire una finestra, di tanto in tanto, su delle esistenze parallele.



domenica 23 febbraio 2003

Oscar Wilde:



"I parenti sono solo un mucchio di gente noiosa che non ha il minimo senso di come vivere nè la più pallida idea di quando morire."
Guida in stato di ebbrezza



Secondo Bossi martedì prossimo il torpedone del governo potrebbe finire fuori strada, speronato da una Smart.



Appello dell'Associazione Luca Coscioni



Il Rapporto del premio Nobel Renato Dulbecco sulle cellule staminali, commissionato dal ministro della Sanità del governo Amato, il prof. Umberto Veronesi, stimava in 10 milioni - 10 milioni di vite umane - gli italiani affetti da patologie croniche che potrebbero essere curati grazie alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.



Le Commissioni congiunte di Camera e Senato hanno approvato un testo che, se fosse confermato dal voto in aula, escluderebbe dalla brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche qualsiasi procedimento e tecnica riguardante le cellule staminali embrionali umane, anche quelle ottenute con la tecnica del TNSA (Trasferimento Nucleare di cellule Staminali Autologhe) prevista dal Rapporto Dulbecco: questo impedirebbe di fatto al nostro Paese di competere sul fronte della ricerca scientifica, togliendo a milioni di cittadini italiani la speranza di una cura efficace in tempi brevi.



Sul sito di Luca Coscioni è possibile documentarsi sulla questione e firmare un appello ai Parlamentari italiani per la libertà di ricerca e sperimentazione.



lunedì 17 febbraio 2003

Non tutti gli uomini discendono dalle scimmie: alcuni sono stati più sfortunati



Finora il creazionismo era stato appannaggio quasi esclusivo di fanatici ultrareazionari residenti, di solito, nei più sperduti paesini del Profondo Sud degli Stati Uniti - gente che non va neanche al cesso senza prima cercare conforto alle proprie azioni nella Bibbia (quella "vera", si capisce, non la versione comunistoide che si può trovare sui comodini negli alberghi e nei motel), gente che considerava Reagan (e oggi considera Bush) un elemento con pericolose tendenze sinistrorse, il governo federale l'espressione di un diabolico complotto demo-pluto-giudaico contro l'America Ariana e l'ONU una cricca di bolscevichi dediti alla distruzione delle residue speranze di sopravvivenza del Mondo Libero.



Oggi le cose non stanno più così: finalmente la Santa Crociata contro gli atei infedeli e i loro infami lacchè sbarca anche in Italia, e più precisamente a Milano.



Un esponente di Alleanza Nazionale, deputato al Parlamento Italiano, ha dato (assieme ad altri deputati di AN) il proprio appoggio alla "settimana antievoluzionista" organizzata dalla sezione giovanile milanese di AN, Alleanza Studentesca, affermando fra l'altro che "La teoria di Darwin è funzionale all'egemonia della sinistra: è nata quando in Europa dominava la cultura del positivismo che è l'anticamera del marxismo".



Personalmente mi sento offeso due volte: la prima per il fatto in sè, la seconda perchè questa kermesse a base di stronzate creazioniste e di canagliate bio-revisioniste si terrà proprio nella mia città - non se ne sentiva il bisogno, proprio per niente.



sabato 15 febbraio 2003

Ipocrita scaricare la responsabilità sugli americani, abbiamo fallito tutti



"Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità." (Sun-Tzu ping-fa, L'arte della guerra di Sun-tzu)



"Il combattente migliore è quello che vanifica i piani del nemico;

secondo viene chi sa spezzarne le alleanze;

dopo, colui che adotta lo scontro armato;

peggiore è infine chi ricorre all'assedio delle città nemiche." (ancora, L'arte della guerra)



"Nei tempi antichi, i buoni governanti non si armavano, i buoni armati non schieravano gli eserciti, gli eserciti ben schierati non combattevano, i buoni combattenti non subivano sconfitta, i buoni sconfitti non perivano." (Zhuge Liang, commento a un passo dell'Arte della guerra di Sun-tzu)


La guerra è sempre la prova di un fallimento: il fallimento della politica, della ragione, della diplomazia.



Ogni guerra, in questo senso, rappresenta una sconfitta per tutti, vincitori e vinti - per l'umanità intera e le sue speranze e aspirazioni più nobili.



La guerra contro Saddam è (sembra?) ormai diventata inevitabile perchè, finora, praticamente tutto il resto (richieste formali, pressioni, embargo, minacce, quindici risoluzioni ONU prima della 1441, che è quindi la sedicesima) non ha funzionato - perchè non siamo stati capaci di fare in modo che qualcos'altro funzionasse.



Negli ultimi dodici anni, dopo la fine della (prima?) Guerra del Golfo sia le Nazioni Unite che l'Europa non sono state capaci di esprimere una posizione forte, decisa, unitaria contro il dittatore iracheno e di imporre il rispetto delle clausole che obbligavano l'Irak a disfarsi dei suoi arsenali chimici e biologici e ad astenersi dall'intraprendere o dal continuare a perseguire programmi di sviluppo di armamenti non convenzionali.



L'ONU, l'Europa e adesso anche la NATO hanno anzi finito per dividersi al proprio interno, mettendo in pericolo le basi stesse di quel minimo di multilateralismo che stava iniziando ad affermarsi nelle relazioni internazionali e aprendo nuovi spazi di manovra per Saddam da una parte e per i cultori dell'unilateralismo "imperiale" dall'altra.



Come risultato di questi comportamenti imbelli e inconcludenti, oggi siamo arrivati a un punto tale per cui di fatto esistono ormai due sole possibilità: o Saddam disarma, oppure l'ONU non potrà che avallare l'iniziativa militare contro l'Irak, pena la propria definitiva delegittimazione.



venerdì 14 febbraio 2003

La guerra delle bandiere



Le bandiere, anzi la bandiera in questione, è quella arcobaleno, simbolo del movimento pacifista.



Nei giorni scorsi il governo ha ricordato che esporre bandiere diverse da quella italiana e da quella europea sugli edifici pubblici è proibito dalla legge e subito, tanto per cambiare, esponenti della maggioranza e dell'opposizione si sono esibiti nel solito teatrino a base di dichiarazioni più o meno infuocate.



Alcune amministrazioni pubbliche hanno deciso di esporre comunque la bandiera "della pace", in aperta violazione della legge, altre giustamente si sono rifiutate di prendere anche solo in considerazione l'idea.



In proposito ho trovato sul Riformista un editoriale che sottoscrivo pienamente, parola per parola:

...il governo ha ragione, e sindaci come Veltroni e Domenici hanno torto. Si capisce che in Italia le leggi non contano (se ne fanno tante proprio perché non contino, o si possano poi condonare), ma la numero 22 del 5 febbraio ’98 è stata approvata durante il governo dell’Ulivo e per un’ottima ragione: impedire ai leghisti di esporre il loro vessillo sui comuni conquistati. La ratio della norma è chiara: le istituzioni, comprese le autorità locali, rappresentano la totalità della comunità. Non la maggioranza, la totalità. Dunque i loro simboli non possono essere di parte, nemmeno se rappresentano il 99,9% della popolazione. E’ questa l’essenza della laicità dello stato, che non si difende solo contro le ingerenze religiose, ma anche contro le partigianerie politiche. Chi si batte - a nostro parere a ragione - contro l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche, dovrebbe capire perfettamente perché non vi si può esporre neanche la bandiera della pace. Il fatto che il crocefisso e la bandiera della pace siano simboli definiti «universali» (e il crocefisso lo è anche di più) non modifica in nulla la situazione. In un’organizzazione statuale l’unica cosa davvero universale è la cittadinanza, regolata dalla legge fondamentale e dalle leggi ordinarie.


Questo è quanto: semplice, chiaro e lineare - almeno in teoria.



Purtroppo invece si sa che in Italia nella pratica comune le leggi, a seconda della convenienza del momento, vengono considerate sacre e intoccabili come le Tavole della Legge oppure vengono declassate a livello di amichevoli suggerimenti: penso ad esempio a come reagirebbe Veltroni all'esposizione della bandiera della Padania sui comuni a guida leghista - invocherebbe certamente la rigida applicazione di quella stessa legge che in questo momento sta infrangendo allegramente...



giovedì 13 febbraio 2003

Signs - 4



Kasparov vs. Deep Doo-Doo



In realtà l'immagine ironizza sulla precedente sfida (correva l'anno 1997) fra Kasparov e Deep Blue, il "nonno" di Deep Junior, vinta allora dal computer della IBM - questa volta invece la sfida è finita con un pari, ma direi che sia la grafica che il testo sono ancora attuali.



lunedì 10 febbraio 2003

L'ombra dello Scorpione



L'ombra dello Scorpione è una delle opere più riuscite di Stephen King. Inizia con una terrificante epidemia di influenza: una influenza-killer, un prodotto della guerra batteriologica sfuggito al controllo dei militari e uscito dai confini del laboratorio in cui veniva sviluppato, che in poco tempo distrugge quasi totalmente la popolazione terrestre.



Ho letto il libro circa sei-sette anni fa: mi è tornato in mente perchè è notizia di questi giorni che una febbre tanto micidiale quanto misteriosa ha ucciso negli ultimi tempi oltre 2.000 persone nella Repubblica Democratica del Congo (l'ex Zaire).



I sintomi sono quelli di una normale influenza: febbre, mal di testa, dolore agli arti, gola irritata, ma poi persiste e cresce, fino a portare alla morte.



L'influenza letale sembra si stia lentamente diffondendo in mezza Africa.







Il lupo perde il pelo... (parte 2)



Secondo quanto riportato oggi da Punto Informatico, Microsoft ha modificato il foglio di stile che impediva la corretta visualizzazione del portale MSN da parte degli utenti del browser concorrente Opera 7, ma in compenso continua a fare ricorso a un foglio di stile "taroccato" per rendere problematico l'accesso agli utenti di Opera 6, versione per ora molto più diffusa della recente "7".



E provare un po' di vergogna, ogni tanto?



venerdì 7 febbraio 2003

Acqua Prata - e alla prossima str**zata



Trovo che la pubblicità dell'acqua minerale Prata sia una delle più fastidiose e irritanti fra quelle attualmente in programmazione sulle reti televisive.



Un aspirante clone dei vari Angela, Cecchi Paone et similia, vestito nello stile finto-safari tanto in voga fra i ragionieri comaschi e i geometri di Cuneo in vacanza a Sharm El Sheik, conduce in studio "Discovery Prata", una trasmissione finto-divulgativa-ecologica del genere "guardate questo tenero e innocente anaconda di nove metri mentre, guidato solo dal suo istinto territoriale, stritola lo sfortunato e distratto cineoperatore del National Geographic: non è tanto carìiino? non è un amòore?" (voce dell'operatore: "NO").



Di volta in volta viene trasmesso un "filmato" della durata di una manciata di secondi: nel primo spot il filmato mostrava gli "orsi del Kispios" (sic) mentre, dopo una faticosa battuta di pesca al salmone, si dissetavano (in un fiume?!?) bevendo acqua Prata, nel secondo (e spero ultimo) spot invece le femmine degli "ultimi canguri maori" (ri-sic) usavano il marsupio per tenere in fresco (in un marsupio?!?) le bottiglie della loro acqua minerale preferita - indovinate la marca... bravi, proprio quella, ma come avete fatto?



Ogni spot si conclude con il nostro improbabile Liciocolò in sedicesimo che esclama ispirato: "Acqua Prata - e alla prossima puntata!" - da cui il titolo di questo post.



Il tono degli spot vorrebbe essere simpaticamente ironico e paradossale, ma evidentemente qualcosa non funziona: l'effetto-simpatia non scatta, il sorriso men che meno, e il solo messaggio che rimane impresso nella mente del (mancato) consumatore è che i pubblicitari stavolta hanno decisamente esagerato, quanto a paraculaggine.



In conclusione, piuttosto che comprare la loro acqua minerale del kispios preferirei aspettare la prossima ondata di maltempo e fare scorta di acqua piovana - anche in caso di piogge acide, argh!



Il lupo perde il pelo...



A quanto pare il sito MSN di Microsoft sta facendo ricorso a un CSS (un foglio di stile) appositamente "taroccato" per rendere le proprie pagine scarsamente fruibili da chi usa Opera 7, un browser concorrente di Internet Explorer diventato ormai il terzo browser più diffuso sul mercato.



L'obiettivo verosimilmente è quello di mettere in cattiva luce il browser concorrente, facendo credere ai navigatori meno smaliziati che si tratti di un prodotto scadente, che non vale la pena di usare.



In pratica funziona così: chi si collega al sito con Microsoft Internet Explorer o con Netscape/Mozilla vede delle pagine formattate (bene) con dei fogli di stile "normali", chi invece si collega con Opera ottiene delle pagine formattate (male) con un apposito foglio di stile contenente codice scritto apposta per "sporcare" il rendering delle pagine stesse.



Con vari browser, fra cui Opera, è possibile modificare le preferences così da istruire il programma a identificarsi in rete non come Opera ma come, ad esempio, Mozilla (il nome che identifica sia il "vecchio" Netscape Navigator/Communicator sia il progetto Mozilla) oppure MSIE - in pratica viene modificato il nome dello user agent che viene poi spedito ai server http.



La cosa interessante è che se uno si collega al sito MSN dopo avere modificato le impostazioni di Opera in modo che "si faccia passare" per Internet Explorer ottiene delle pagine visualizzate perfettamente, senza problemi di sorta: la prova che non è Opera a "funzionare male", ma le pagine servite dal server MSN ai browser che si identificano come Opera.



Già in passato Microsoft si è fatta beccare più volte con le mani nella marmellata: ricordo ad esempio quando Windows 3.x "stranamente" non funzionava sotto DR-DOS, un concorrente dell'MS-DOS - è stato poi verificato che una apposita routine, in fase di caricamento dell'interfaccia grafica, verificava l'eventuale presenza del DR-DOS e "suicidava" di conseguenza Windows - o quando il Media Player di Microsoft cacciava a pedate dal disco fisso il concorrente Real Player di Real Networks - verificato durante una audizione presso l'Antitrust: un PC che prima riproduceva senza problemi i formati file di Real Networks, dopo l'installazione del player Microsoft "stranamente" non riusciva più a riconoscere e gestire correttamente i file della concorrenza - e potrei continuare parlando ad esempio della guerra con Sun Microsystems su Java, ma penso di avere reso l'idea...



Maggiori dettagli e alcune brevi considerazioni sulla libertà di navigazione in rete e sulla concorrenza (s)leale sul sito di Opera Software.



giovedì 6 febbraio 2003

Brillante operazione delle forze dell'ordine



Da qualche tempo sono in basso Abruzzo, praticamente al confine col Molise. Tornerò "su" fra un paio di mesi, e ricomincerò a leggere sui quotidiani la "solita" cronaca locale delle grandi città - per il momento invece mi godo la cronaca locale di queste contrade, decisamente meno dure e frenetiche del mio paesello d'origine (Milano...) e del mio - attuale - paesello adottivo (Venezia...).



Questo articolo in stile simil-Pleasantville dovrebbe darvi un'idea del livello medio delle notizie, nonchè della loro scarsità - nel senso del numero, intendo, non della qualità giornalistica.



mercoledì 5 febbraio 2003

Segnali preoccupanti, e un flashback



Quello che è accaduto in Parlamento non può che preoccupare, in effetti: una inedita e per certi versi sconcertante "maggioranza trasversale" ha approvato con una solerzia degna di miglior causa una serie di norme e di proibizioni che mal si accordano con quello che dovrebbe essere uno Stato di democrazia liberale.



Pensate: d'ora in poi fischiare il tricolore o l'inno nazionale può comportare fino a sei mesi di galera per oltraggio ai simboli della Repubblica; chiedere l'elemosina, radunarsi sulla pubblica via o piazza, portare la minigonna sono invece infrazioni sanzionabili con una multa o, nei casi più gravi (?), ancora con la galera.



Questa proibizione della minigonna ("per motivi di sicurezza", sic...) mi ha fatto tornare in mente un film di Costa-Gavras: "Z, l'orgia del potere".



Questo film è ambientato in un Paese "di fantasia" retto da una pseudo-democrazia pesantemente condizionata dai militari e da non meglio precisati "poteri occulti", dove un deputato viene ucciso da "ignoti" nel corso di un attentato.



A seguito delle indagini scoppia uno scandalo che coinvolge anche la polizia e il Governo; molti testimoni muoiono per cause "accidentali", e al processo i due assassini del deputato subiscono una condanna puramente simbolica - in compenso, il coraggioso magistrato che aveva portato avanti l'inchiesta a carico degli assassini e aveva cercato di scoprire i mandanti dell'omicidio viene imprigionato assieme ad altri innocenti.



In seguito a questi eventi alcuni generali dell'esercito decidono di forzare la situazione e prendono il potere con un colpo di Stato pochi giorni prima delle elezioni, ma si trovano ad affrontare la resistenza dei cittadini che fra le altre cose, per esprimere il proprio stato d'animo, iniziano a scrivere ovunque la lettera "Z".



Z è l'abbreviazione di "Zao", che in greco antico significa "vivo, è vivo": scrivere la "Z" sui muri quindi è un modo per ricordare ai golpisti che si può anche uccidere un uomo, ma che l'idea che rappresenta continuerà comunque a vivere.



Per tutta risposta la giunta golpista, con un provvedimento amministrativo, vieta tutta una serie di cose considerate "sovversive" e "antinazionali", fra cui la matematica moderna (la teoria degli insiemi), la musica rock, la minigonna, per l'appunto, e la lettera Z...



Naturalmente il Paese del film è la Grecia e il riferimento, più che trasparente, è all'assassinio del deputato pacifista Gregorios Lambrakis (21/04/1963) e alle successive indagini del coraggioso giudice istruttore Sartzètakis.



Il 21 aprile del '67 viene attuato il colpo di Stato dei Colonnelli i quali, fra i primi provvedimenti urgenti, includono anche il divieto di portare i capelli lunghi per gli uomini e di indossare i pantaloni per le donne, e impongono l'uso del greco antico nei documenti ufficiali.



Preoccupante quindi vedere a quasi quarant'anni di distanza un Paese di democrazia liberale mettersi a decidere quali vestiti sono o non sono consentiti, e qual'è il modo "corretto" e quello "oggettivamente criminale" di criticare "la Patria" o di riunirsi a discutere per strada.



Ah, dimenticavo... il Parlamento che ha votato i provvedimenti di cui sopra non è quello italiano: per sapere chi ha emanato queste norme da Repubblica delle Banane cliccate qui - la sorpresa è garantita :-)







martedì 4 febbraio 2003

Telefonino? No, bombettina



Disclaimer: Appartengo alla schiera di quelli che si farebbero un nodo alla lingua piuttosto che chiamare "telefonino" il telefono cellulare, ho fatto una eccezione solo per il titolo :-)



A Trieste dunque è esploso un cellulare, pare a causa di una batteria difettosa. Ero al corrente da tempo dei potenziali pericoli connessi all'esposizione alle onde elettromagnetiche, ma questa delle batterie "esplosive" mi giunge affatto nuova...



sabato 1 febbraio 2003

Lo Shuttle Columbia si è disintegrato in fase di rientro



La navetta STS 107 si è spezzata in volo a una quota di circa 63.000 metri sui cieli del Texas, durante la procedura di avvicinamento al Centro Spaziale Kennedy, in Florida.



A bordo c'erano sette astronauti, cinque uomini e due donne; uno degli uomini era Ilan Ramon, il primo astronauta israeliano.



Secondo l'astronauta italiano Umberto Guidoni, il disastro potrebbe essere stato provocato da un errore di manovra.



Frammenti dello Shuttle sono caduti in Texas e Louisiana. C'è preoccupazione per l'eventuale tossicità di questi frammenti: le autorità hanno avvertito la popolazione di non avvicinarsi e di segnalare la presenza di detriti alle autorità di polizia o direttamente alla NASA.



l'equipaggio dello Shuttle STS-107 Columbia

L'equipaggio: da sinistra a destra, Rick D. Husband, William C. McCool, Ilan Ramon, David M. Brown, Michael P. Anderson, Laurel Clark, Kalpana Chawla.