sabato 15 febbraio 2003

Ipocrita scaricare la responsabilità sugli americani, abbiamo fallito tutti



"Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità." (Sun-Tzu ping-fa, L'arte della guerra di Sun-tzu)



"Il combattente migliore è quello che vanifica i piani del nemico;

secondo viene chi sa spezzarne le alleanze;

dopo, colui che adotta lo scontro armato;

peggiore è infine chi ricorre all'assedio delle città nemiche." (ancora, L'arte della guerra)



"Nei tempi antichi, i buoni governanti non si armavano, i buoni armati non schieravano gli eserciti, gli eserciti ben schierati non combattevano, i buoni combattenti non subivano sconfitta, i buoni sconfitti non perivano." (Zhuge Liang, commento a un passo dell'Arte della guerra di Sun-tzu)


La guerra è sempre la prova di un fallimento: il fallimento della politica, della ragione, della diplomazia.



Ogni guerra, in questo senso, rappresenta una sconfitta per tutti, vincitori e vinti - per l'umanità intera e le sue speranze e aspirazioni più nobili.



La guerra contro Saddam è (sembra?) ormai diventata inevitabile perchè, finora, praticamente tutto il resto (richieste formali, pressioni, embargo, minacce, quindici risoluzioni ONU prima della 1441, che è quindi la sedicesima) non ha funzionato - perchè non siamo stati capaci di fare in modo che qualcos'altro funzionasse.



Negli ultimi dodici anni, dopo la fine della (prima?) Guerra del Golfo sia le Nazioni Unite che l'Europa non sono state capaci di esprimere una posizione forte, decisa, unitaria contro il dittatore iracheno e di imporre il rispetto delle clausole che obbligavano l'Irak a disfarsi dei suoi arsenali chimici e biologici e ad astenersi dall'intraprendere o dal continuare a perseguire programmi di sviluppo di armamenti non convenzionali.



L'ONU, l'Europa e adesso anche la NATO hanno anzi finito per dividersi al proprio interno, mettendo in pericolo le basi stesse di quel minimo di multilateralismo che stava iniziando ad affermarsi nelle relazioni internazionali e aprendo nuovi spazi di manovra per Saddam da una parte e per i cultori dell'unilateralismo "imperiale" dall'altra.



Come risultato di questi comportamenti imbelli e inconcludenti, oggi siamo arrivati a un punto tale per cui di fatto esistono ormai due sole possibilità: o Saddam disarma, oppure l'ONU non potrà che avallare l'iniziativa militare contro l'Irak, pena la propria definitiva delegittimazione.



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