lunedì 24 febbraio 2003

Criminali e incoscienti, senza "se" e senza "ma"



Secondo Casarini bloccare i treni merci e/o i treni passeggeri sulle tratte interessate dal movimento di materiale militare americano è una forma di "disobbedienza creativa".



Per quanto la cosa possa risultare incredibile (per Casarini), in realtà bloccare dei treni significa commettere tutta una serie di reati, a cominciare dal sabotaggio, passando per il danneggiamento, l'adunata sediziosa, l'interruzione di pubblico servizio, l'attentato alla sicurezza dei trasporti, e una mezza dozzina di reati o infrazioni amministrative minori.



Agnoletto dal canto suo ha dichiarato che i blocchi servono a "chiedere che il governo italiano ritiri l'autorizzazione all'uso delle ferrovie, dei porti e delle infrastrutture stradali per il trasporto delle armi. L'Italia non è in guerra".



A parte il fatto che "chiedere" qualcosa a un governo commettendo dei reati violenti e incitando altri a compierli non è esattamente la quintessenza del metodo democratico, resta il fatto che il governo sta facendo esattamente quello che stanno facendo gli altri governi europei, compresa la "pacifista" Germania: nel pieno rispetto degli accordi (NATO e bilaterali) sta concedendo all'alleato USA l'uso di basi e infrastrutture logistiche e il permesso di sorvolare il proprio territorio - tutte cose che funzionano "in automatico" e che, come ha dettagliatamente spiegato D'Alema in occasione della guerra del Kosovo, non richiedono neanche un voto parlamentare, e men che meno la dichiarazione o il riconoscimento di uno stato di guerra.



Pinocchio Agnoletto ha pure aggiunto: "Non abbiamo assolutamente provocato alcun disagio ai cittadini. I treni che fermiamo saranno solo e unicamente quelli che trasportano le armi".

A parte le considerazioni di cui sopra sulle implicazioni criminose del gesto, resta il fatto che secondo il Corriere della Sera i "disobbedienti" hanno già fermato cinque treni passeggeri.



Nel suo editoriale di domani Il Riformista segnala i pericoli, per la sinistra e non solo, di una riproposizione del vecchio gioco dell'elastico.



Per finire, cito alcuni consigli ai "disobbedienti creativi" apparsi sul sito di Indymedia:

"Allora ragazzi il nonnno partigiano che consiglia di fermare i treni fuori stazione ha ragione. Il problema è che lungo la linea se i conduttori non vi vedono ci scappa il morto.

Bisogna far scattare il blocco automatico che mette a rosso il segnale.

Dovreste riuscirci collegando tra loro i due binari con del ferro. Il sistema legge la situazione come se ci fosse un treno e fa scattare il rosso. Almeno credo. Io faccio il bigliettaio. Ma sarà facile chiedere conferma a qualunque ferroviere che si interessi di Apparati Centrali."

(...)

"Ha ragione il bigliettaio..

sono un macchinista, circa 5 minuti prima del passaggio unite con un pezzo di ferro le 2 rotaie. Il treno è costretto a fermarsi al segnale rosso. Fate diversi blocchi circa ogni 1200 metri a valle del treno...

Hasta siempre"

(...)

"Un altro metodo più pericoloso, è quello di piantare un palo di metallo nel terreno, collegato con una corda metallica con un diametro di un paio di centrimetri almeno. lanciare la corda sopra i cavi del treno in modo da cortocircurtarli. ATTENZIONE quando il cavo è stato lanciato non si deve più toccare si corre il rischio di essere folgorati."

(...)

"Il 'nonnino' dà buoni consigli ma occorre stare all'occhio quando si hackerano i segnali dei semafori che c'è il rischio che ne faccian le spese i treni passeggeri.

Non sarebbe bello provocare un frontale fra un treno merci e uno carico di gente"


Eh sì, effettivamente provocare una strage, per quanto "creativa", non sarebbe proprio carino... ma si sa, in quel caso la colpa sarà "oggettivamente" degli imperialisti guerrafondai e dei loro lacchè, non certo dei nostri fulgidi eroi "senza se e senza ma"...



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