venerdì 14 febbraio 2003

La guerra delle bandiere



Le bandiere, anzi la bandiera in questione, è quella arcobaleno, simbolo del movimento pacifista.



Nei giorni scorsi il governo ha ricordato che esporre bandiere diverse da quella italiana e da quella europea sugli edifici pubblici è proibito dalla legge e subito, tanto per cambiare, esponenti della maggioranza e dell'opposizione si sono esibiti nel solito teatrino a base di dichiarazioni più o meno infuocate.



Alcune amministrazioni pubbliche hanno deciso di esporre comunque la bandiera "della pace", in aperta violazione della legge, altre giustamente si sono rifiutate di prendere anche solo in considerazione l'idea.



In proposito ho trovato sul Riformista un editoriale che sottoscrivo pienamente, parola per parola:

...il governo ha ragione, e sindaci come Veltroni e Domenici hanno torto. Si capisce che in Italia le leggi non contano (se ne fanno tante proprio perché non contino, o si possano poi condonare), ma la numero 22 del 5 febbraio ’98 è stata approvata durante il governo dell’Ulivo e per un’ottima ragione: impedire ai leghisti di esporre il loro vessillo sui comuni conquistati. La ratio della norma è chiara: le istituzioni, comprese le autorità locali, rappresentano la totalità della comunità. Non la maggioranza, la totalità. Dunque i loro simboli non possono essere di parte, nemmeno se rappresentano il 99,9% della popolazione. E’ questa l’essenza della laicità dello stato, che non si difende solo contro le ingerenze religiose, ma anche contro le partigianerie politiche. Chi si batte - a nostro parere a ragione - contro l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche, dovrebbe capire perfettamente perché non vi si può esporre neanche la bandiera della pace. Il fatto che il crocefisso e la bandiera della pace siano simboli definiti «universali» (e il crocefisso lo è anche di più) non modifica in nulla la situazione. In un’organizzazione statuale l’unica cosa davvero universale è la cittadinanza, regolata dalla legge fondamentale e dalle leggi ordinarie.


Questo è quanto: semplice, chiaro e lineare - almeno in teoria.



Purtroppo invece si sa che in Italia nella pratica comune le leggi, a seconda della convenienza del momento, vengono considerate sacre e intoccabili come le Tavole della Legge oppure vengono declassate a livello di amichevoli suggerimenti: penso ad esempio a come reagirebbe Veltroni all'esposizione della bandiera della Padania sui comuni a guida leghista - invocherebbe certamente la rigida applicazione di quella stessa legge che in questo momento sta infrangendo allegramente...



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