mercoledì 5 febbraio 2003

Segnali preoccupanti, e un flashback



Quello che è accaduto in Parlamento non può che preoccupare, in effetti: una inedita e per certi versi sconcertante "maggioranza trasversale" ha approvato con una solerzia degna di miglior causa una serie di norme e di proibizioni che mal si accordano con quello che dovrebbe essere uno Stato di democrazia liberale.



Pensate: d'ora in poi fischiare il tricolore o l'inno nazionale può comportare fino a sei mesi di galera per oltraggio ai simboli della Repubblica; chiedere l'elemosina, radunarsi sulla pubblica via o piazza, portare la minigonna sono invece infrazioni sanzionabili con una multa o, nei casi più gravi (?), ancora con la galera.



Questa proibizione della minigonna ("per motivi di sicurezza", sic...) mi ha fatto tornare in mente un film di Costa-Gavras: "Z, l'orgia del potere".



Questo film è ambientato in un Paese "di fantasia" retto da una pseudo-democrazia pesantemente condizionata dai militari e da non meglio precisati "poteri occulti", dove un deputato viene ucciso da "ignoti" nel corso di un attentato.



A seguito delle indagini scoppia uno scandalo che coinvolge anche la polizia e il Governo; molti testimoni muoiono per cause "accidentali", e al processo i due assassini del deputato subiscono una condanna puramente simbolica - in compenso, il coraggioso magistrato che aveva portato avanti l'inchiesta a carico degli assassini e aveva cercato di scoprire i mandanti dell'omicidio viene imprigionato assieme ad altri innocenti.



In seguito a questi eventi alcuni generali dell'esercito decidono di forzare la situazione e prendono il potere con un colpo di Stato pochi giorni prima delle elezioni, ma si trovano ad affrontare la resistenza dei cittadini che fra le altre cose, per esprimere il proprio stato d'animo, iniziano a scrivere ovunque la lettera "Z".



Z è l'abbreviazione di "Zao", che in greco antico significa "vivo, è vivo": scrivere la "Z" sui muri quindi è un modo per ricordare ai golpisti che si può anche uccidere un uomo, ma che l'idea che rappresenta continuerà comunque a vivere.



Per tutta risposta la giunta golpista, con un provvedimento amministrativo, vieta tutta una serie di cose considerate "sovversive" e "antinazionali", fra cui la matematica moderna (la teoria degli insiemi), la musica rock, la minigonna, per l'appunto, e la lettera Z...



Naturalmente il Paese del film è la Grecia e il riferimento, più che trasparente, è all'assassinio del deputato pacifista Gregorios Lambrakis (21/04/1963) e alle successive indagini del coraggioso giudice istruttore Sartzètakis.



Il 21 aprile del '67 viene attuato il colpo di Stato dei Colonnelli i quali, fra i primi provvedimenti urgenti, includono anche il divieto di portare i capelli lunghi per gli uomini e di indossare i pantaloni per le donne, e impongono l'uso del greco antico nei documenti ufficiali.



Preoccupante quindi vedere a quasi quarant'anni di distanza un Paese di democrazia liberale mettersi a decidere quali vestiti sono o non sono consentiti, e qual'è il modo "corretto" e quello "oggettivamente criminale" di criticare "la Patria" o di riunirsi a discutere per strada.



Ah, dimenticavo... il Parlamento che ha votato i provvedimenti di cui sopra non è quello italiano: per sapere chi ha emanato queste norme da Repubblica delle Banane cliccate qui - la sorpresa è garantita :-)







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