lunedì 28 aprile 2008

Eccola, la "stampa berlusconiana" al lavoro


Come tutti sappiamo - perché lo sappiamo, vero? - in Italia la stampa è tutta asservita al neo-duce Berlusconi: di conseguenza, notizie come questa non possono essere vere, giusto?

Parole sante, anzi laiche


Un motivo in più per guardare alla Spagna con interesse.

venerdì 25 aprile 2008

L'ONU, la Libia e il genocidio dei palestinesi


Dal Corriere della Sera:
L'Italia ha chiesto la sospensione immediata della riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu al Palazzo di Vetro dedicata al Medio Oriente. La richiesta dell'ambasciatore italiano, Marcello Spatafora, è arrivata dopo che il rappresentante della Libia, Ibrahim Dabbashi, aveva paragonato la condizione nei campi profughi palestinesi di Gaza a quella nei campi di concentramento nazisti.
Secondo fonti diplomatiche italiane «Marcello Spatafora, indignato per l'accaduto, ha fatto in modo che, attraverso una procedura straordinaria, la riunione fosse interrotta immediatamente. E così l'ambasciatore sudafricano Dumisani Kumalo (presidente di turno), ha battuto il martelletto della presidenza dichiarando chiuso l'incontro che prevedeva ancora interventi di altri membri del Consiglio». Subito dopo la dichiarazione di Dabbashi, hanno riferito alcuni dei presenti, i rappresentanti di alcuni Paesi «hanno rimosso l'auricolare della traduzione, si sono alzati in piedi e sono usciti dalla sala della riunione del consiglio di sicurezza» per protestare. Tra quelli che sono usciti quasi immediatamente, vengono citati i rappresentanti di Usa, Gb e Francia.

Insomma, gli israeliani come i nazisti, e i "poveri" palestinesi come gli ebrei nei lager: non lo dice solo la Libia, e solo ora, è un ritornello che va avanti da decenni e che trova concordi sia i nazisti islamici che la solita sinistra alle vongole.

Guardiamo ai fatti, però: prima dell'Olocausto in Europa c'erano 12 milioni di ebrei, dopo solo sei milioni; all'inizio della cosiddetta "occupazione" della cosiddetta "Palestina" (mai esistita, di fatto, secondo gli arabi - almeno fin quando non gli ha fatto comodo crearla a tavolino in funzione anti-ebraica) i "palestinesi" erano fra 700.000 e 1,2 milioni; oggi sono, a quanto pare, un po’ più di dieci milioni: due e mezzo in Cisgiordania, uno e mezzo a Gaza, uno e tre in Israele, e circa cinque milioni di "profughi".

Ricapitolando: durante il genocidio nazista gli ebrei morivano come mosche, sotto il "genocidio" ebraico i palestinesi si moltiplicano come gli scarafaggi.

Strano, vero? Forse qualcuno non ce la conta giusta.

giovedì 24 aprile 2008

Italiani brava gente


A Roma un portiere precipita dal terrazzo dello stabile in cui lavorava e si schianta al suolo: i passanti tirano dritto come se niente fosse, alcuni addirittura scavalcano infastiditi il cadavere:
(dal Corsera) Morto sul lavoro e ignorato dai passanti. Angelo Galante, portiere 51enne di uno stabile di via Nomentana, a Roma, stava facendo alcuni lavori in terrazzo ed è precipitato per oltre 30 metri. Per lui non c'è stato scampo. «Ma la cosa peggiore - racconta un gioielliere che ha il negozio lì davanti - è stato il comportamento dei passanti. Molti non si sono nemmeno fermati e addirittura c'è stato chi ha scavalcato il corpo senza neanche guardare». «La scena era terribile - ha proseguito - un lago di sangue, il cranio fracassato. Angelo stringeva nella mano destra ancora lo straccio con cui stava lavando il terrazzo».

Direi che fa il paio con quello che accade sempre più spesso in caso di aggressione sessuale in luogo pubblico: come è recentemente successo anche a Milano, i passanti lungi dall'intervenire contro lo stupratore di turno fanno finta di niente e proseguono per la loro strada.
Bene, avanti così.

sabato 19 aprile 2008

L'altra casta for dummies


Adesso la punta di lancia della casta sindacale, la CGIL, lancia la battaglia contro l'abolizione dell'ICI sulla prima casa: "anche i ricchi(?) piangano", di nuovo?
Segnalo un ottimo post di Fausto Carioti al riguardo, che fra l'altro nota:
I sindacalisti puzzano di “casta”. Vederli battersi contro il taglio dell’Ici fa incavolare il doppio se si sa che i sindacati hanno avuto i loro immobili gratis, grazie a una legge del 1977, che attribuì gli enormi patrimoni delle corporazioni fasciste alle più importanti confederazioni sindacali. L’elenco dei beneficiati è lunghissimo e comprende, tra le altre organizzazioni, Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, Confartigianato, Confcooperative, Coldiretti e Lega Coop. La stessa legge stabilì che questi trasferimenti di proprietà dovevano essere «esenti dal pagamento di qualsiasi tassa o imposta». Una norma del ’92 libererebbe i sindacati persino dal pagamento dell’Ici. In molti casi, però, l’imposta viene versata, perché i sindacati sono stati costretti a intestare gli immobili a società terze. Un tempo, infatti, i loro palazzi erano intestati pro tempore ai segretari generali, ma è successo che, alla morte di questi, qualche erede ne abbia reclamato il possesso: meglio cautelarsi, insomma.

Avanti così, bravi...

mercoledì 16 aprile 2008

Condivisibili


Editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sul Corsera.
Sempre sul Corsera: "La nuova Lega: operai e impiegati" lettura utile soprattutto per la solita Asinistra coi paraocchi ideologici - provassero a pensare, per una volta, anziché abbandonarsi alle solite manifestazioni di livore e di odio impotente.

Un paio di commenti


Un paio di commenti - o meglio, un commento e una citazione - da due dei miei blogger preferiti:
Oggettivista e A conservative mind.

sabato 12 aprile 2008

Se decidete di andare a votare, ricordate...




Errare è umano, perseverare è diabolico - anzi, peggio: è veramente da coglioni, questa volta.

giovedì 10 aprile 2008

Dichiarazione di (non) voto


Nel 2006, pur fra molti dubbi e incertezze, scelsi di votare per il "sicuro perdente" Berlusconi; oggi non voterò per il "sicuro vincente" Berlusconi.
Rispetto a due anni fa molte speranze (molte illusioni?) su una possibile evoluzione in senso moderno, laico, liberale di Forza Italia (ora PdL) si sono rivelate vane: la nuova formazione politica del centrodestra, il PdL, sembra anzi per la prima volta corrispondere veramente al ritratto che in passato la sinistra faceva (ingiustamente, all'epoca) di Forza Italia: un partito "sudamericano", conservatore, populista e clericale - non esattamente quello di cui ha bisogno il Paese, insomma.
Dopo un primo barlume di interesse per la nascita del PdL, devo constatare che si stava meglio quando si stava peggio: ora come ora, il nuovo partito di Berlusconi è semplicemente invotabile, almeno per un liberale come me.
La volta scorsa avevo votato in base alla logica del male minore, e confidando nel fatto che fosse un male temporaneo: stavolta non intendo ripetere lo stesso errore.
Berlusconi promette di distruggere ogni residua speranza in una destra moderna, laica, riformatrice, rispettosa delle regole della democrazia liberale e del mercato; Veltroni, dal canto suo, promette di distruggere ogni residua speranza in una sinistra moderna, laica, riformista, rispettosa delle regole della democrazia liberale e del mercato.
Uno o l'altro, insomma, ormai pari sono: entrambi non sono delle risorse al servizio della crescita del Paese, sono anzi di ostacolo a questa crescita.
Sono diventati due facce della stessa moneta: non importa quale faccia si sceglie, resta sempre una moneta falsa.
Niente scelta del male minore, quindi, questa volta, perché questa volta non c'è un male "minore": l'unica cosa dignitosa che mi sento di fare è non partecipare alla farsa, non sedermi al tavolo dei bari, non dare il mio voto a quelli che di fatto promettono di fare l'esatto contrario di quello che considero il mio interesse e più in generale l'interesse del Paese.

sabato 5 aprile 2008

L'altra casta


Un libro utile per capire, fra tante altre vicende, anche la tragicomica farsa Alitalia, e per cominciare a chiamare le cose col loro nome:
Alcuni libri hanno la fortuna o la capacità di cogliere lo spirito dei tempi, di intercettare uno stato d'animo comune, giusto o sbagliato che sia.

L'altra casta, scritto da Stefano Livadiotti, giornalista de L'Espresso, è uno di questi libri. Un pamphlet, che opera una dissezione da autopsia dei sindacati italiani, definiti «macchina di potere e denaro». Ne elenca in modo analitico le storture, gli organici colossali con migliaia di dipendenti pagati dal contribuente, lo sterminato e parzialmente detassato patrimonio immobiliare, i vantaggi, i privilegi che autorizzano l'autore a usare il termine ormai negativamente iconico di «casta». Ma soprattutto, questo è forse l'aspetto più controverso, ne mette in luce la perdita di identità, le debolezze e i limiti nel recitare il ruolo importante che dovrebbero avere nel Paese. Nel mare di cifre, storie e statistiche forniti da Livadiotti, è questa accusa, la più empirica, che ferirà i dirigenti di Cgil, Cisl e Uil. L'autore enuncia la tesi con una certa ruvidezza: «L'immagine del sindacato come di un soggetto responsabile, capace di farsi carico degli interessi generali del Paese, agli occhi degli italiani si è dissolta ormai da tempo».

Sempre più autoreferenziali, le confederazioni hanno perso il contatto con la vita vera, per diventare un soggetto autistico, abiurando alla loro storia, alla loro vera missione. «Un apparato che, presentandosi come legittimo rappresentante di tutti i lavoratori, in nome di una concertazione degenerata in diritto di veto, pretende di mettere becco in qualunque decisone di valenza generale, ma in realtà fa gli interessi dei suoi soli iscritti, ai quali sacrifica il bene collettivo, mettendosi ostinatamente di traverso a qualunque riforma rischi di intaccarne uno statu quo fatto di privilegi ».

giovedì 3 aprile 2008

La tragedia di un Paese ridicolo


1. E lasciarla fallire - come si farebbe ovunque, in casi come questi - proprio no, eh?
2. Si vota il 13 Aprile,"ma anche" il 14. Ma anche no.
3. La guerra? Non è roba da checchine.
4. La democrazia? Vale solo per gli amici, per gli altri c'è lo squadrismo.

Ogni giorno che passa questo Paese diventa più e più ridicolo e patetico, passando con agghiacciante nonchalance dalla tragedia alla farsa e viceversa: è come se gli italiani fossero tanti Re Mida al contrario, capaci solo di trasformare in merda tutto ciò che toccano. Più passa il tempo e più constato che Montanelli, col suo pessimismo, aveva profondamente ragione.