sabato 23 febbraio 2008

Mai


Non permetterò a nessuno di accampare dei diritti su di me.
Non permetterò a me stesso di dipendere da altri.
Mai.

giovedì 21 febbraio 2008

Una Religione di Pace™ e Tolleranza


E come no, basta leggere questi ultimi due fatterelli per averne conferma:
1. La manager Usa che rischia la vita per un caffè in Arabia - Da Starbucks col collega: arrestata.
2. Emirati: via alla decapitazione dei manichini - Le autorità di Sharjah hanno disposto il taglio della testa per tutti i modelli in vetrina: sarebbero scandalosi.

mercoledì 20 febbraio 2008

In Iran...


...business as usual e nessuno, in Italia, che fa sit-in di protesta o accende o spegne le luci del Colosseo: evidentemente l'Iran non fa notizia, o forse i morti iraniani contano meno di altri.

domenica 17 febbraio 2008

Come denunciare chi non prescrive la Norlevo


Metilparaben apre la strada e spiega come comportarsi quando la Norlevo viene negata con la risibile scusa dell'obiezione di coscienza.
Qui il modulo per denunciare il farmacista che dovesse negare il farmaco
Qui come querelare i medici che rifiutano la prescrizione della pillola del giorno dopo.

(thx to Rolli)

Le ultime dagli Stati Pontifici (formerly known as Italian Republic)


La situazione sta diventando sempre più assurda, drammatica e surreale: il primo che mi ripete ancora una volta che l'Italia "ormai" è in Europa lo mando a leggersi notizie come queste - e poi magari lo mando anche in un certo posto, già che ci sono.

venerdì 8 febbraio 2008

Nota bene


Ho disabilitato la possibilità di lasciare commenti anonimi, dal momento che la cosa era stata subito sfruttata dai soliti vigliacchetti senza palle per lasciare coraggiosi commenti in stile nazicomunista: fuori dalle palle.

Censura e intolleranza, come sempre


Dal Messaggero:
ROMA (7 febbraio) - «Via l'immagine di Maometto da Wikipedia». E' quanto richiede una petizione online firmata da quasi 110mila persone. La petizione cita il divieto nell'Islam di pubblicare le immagini del Profeta. Il promotore dell'iniziativa che si definisce Muslim Munity ha anche aperto un blog per diffondere la sua campagna.

La risposta di Wikipedia. «Abbiamo ricevuto e-mail simili da metà gennaio» spiega Jay Walsh, portavoce della Wikimedia Foundation a San Francisco. «Ci rifiutiamo di togliere l'immagine - ha continuato Walsh - perché l'obiettivo di Wikipedia è di rappresentare ogni punto di vista in modo neutrale e non fare censure a beneficio di qualche gruppo».

La protesta continua. Intanto tra i commenti alla petizione si legge: "è inaccettabile stampare immagini del profeta - scrive in un messaggio Saadia pakistano - è insensibile verso i musulmani, l'immagine va tolta".


Mi auguro che Wikipedia resista a questa ennesima, assurda, medievale campagna di intolleranza islamista - ma l'Islam non era "una Religione di Pace e di Tolleranza"?
Quale pace, quella dei cimiteri pieni degli "infedeli"? Quale tolleranza, quella verso chi obbedisce senza fiatare, e morte e dannazione a tutti gli altri?

lunedì 4 febbraio 2008

Fassino sul boicottaggio nazicomunista di Israele alla Fiera del Libro


Niente da aggiungere a quello che scrive in una lettera indirizzata al Corsera:
Caro Direttore, chiunque abbia una coscienza democratica e voglia rivendicarla non può avere dubbi. Deve respingere nel modo più netto ed esplicito il boicottaggio nei confronti del Salone del Libro di Torino, «reo» di aver dedicato l’edizione 2008— nel 60˚ anniversario della nascita dello Stato ebraico—a Israele e alla sua letteratura. Si deve dire no perché quel boicottaggio contesta lo strumento insostituibile e primario di qualsiasi convivenza civile: è attraverso i libri che il pensiero trasmette conoscenze, sapere, idee, cultura. I libri sono lo strumento con cui ogni civiltà e ogni popolo ha costruito la propria identità e ha conosciuto e riconosciuto le identità diverse da sé. Negare il libro significa negare ogni possibilità di dialogo, di socializzazione, di scambio, di relazione. È negare tutto ciò che è diverso da sé, proponendo così un mondo oppresso da integralismi, intolleranze, fanatismi e discriminazioni.

Non a caso ogni volta che si è voluto reprimere un popolo o una cultura o una religione, se ne sono bruciati i libri. E non a caso quell’odioso boicottaggio oggi è rivolto contro Israele, simbolo di un’identità che — proprio attraverso il Libro—è riuscita a sopravvivere a secolari discriminazioni, persecuzioni e pogrom e perfino all’immane tragedia dell’olocausto. Un boicottaggio che— inaccettabile in ogni caso contro chiunque, quale che sia la sua opinione e la sua identità —risulta ancora più stolido e assurdo rivolto contro scrittori come Amos Oz, David Grossman, Abraham Yehoshua, Meir Shalev e tanti altri i cui libri contribuiscono ogni giorno ad affermare nel mondo libertà, tolleranza, solidarietà, multiculturalità, apertura all’altro e al diverso.

Ed è proprio questa la dimostrazione che quel boicottaggio ha l’esplicito significato di negare l’identità di Israele e il suo diritto a esistere. Il che deve rendere il boicottaggio tanto più inaccettabile proprio per chi—a sinistra—si dichiara in favore di una pace per due popoli e si batte perché anche i diritti dei palestinesi siano riconosciuti. Non si può mai dimenticare che in Medio Oriente il conflitto non è tra un torto (la pretesa di Israele a esistere) e una ragione (l’aspirazione palestinese ad avere una patria), ma tra due ragioni. Sì, perché il conflitto in quella terra è tra due diritti: Israele ha diritto a vivere senza paura dei propri vicini, sicuro definitivamente del proprio futuro; e i palestinesi hanno diritto a vivere in un loro Stato indipendente. Sono due diritti ugualmente legittimi e soltanto riconoscendoli entrambi, entrambi potranno avere soddisfazione. Tant’è che ogni soluzione di pace ruota intorno al principio «due popoli, due Stati».

Chi invece per affermare il diritto dell’uno nega il diritto dell’altro, non lavora per la pace ma per tenere irrisolto all’infinito un conflitto che ogni giorno è fonte di nuove sofferenze. Per queste ragioni al boicottaggio bisogna dire no. E quanto sarà più forte e corale, tanto più sarà possibile liberarsi di manicheismi culturalmente rozzi e politicamente irresponsabili.

Piero Fassino

venerdì 1 febbraio 2008

Fiera del libro: appello contro il boicottaggio culturale ai danni di Israele


Rilancio l'appello pubblicato sul blog di Fausto Carioti contro il boicottaggio di Israele alla Fiera del libro di Torino.
Per sottoscrivere l'appello inviare una e-mail ad alessandro.gnocchi@libero-news.eu con oggetto "Appello contro il boicottaggio culturale ai danni di Israele".

Questo il testo:
Da qualche settimana è in atto una campagna di boicottaggio della prossima Fiera del Libro di Torino (8-12 maggio 2008). La presenza dello Stato d’Israele come ospite d’onore, in occasione dei sessant’anni dalla sua fondazione, è stata strumentalmente interpretata come uno schiaffo alla causa palestinese. Parte degli scrittori arabi intende declinare l’invito degli organizzatori, per evitare il confronto coi colleghi israeliani. La protesta è stata subito supportata da associazioni italiane da sempre schierate contro.

Esprimiamo solidarietà agli scrittori israeliani, e siamo spiacevolmente sorpresi dagli scrittori arabi incapaci di capire che la cultura è innanzi tutto confronto, anche duro, di opinioni contrastanti. Li invitiamo a venire a Torino, a non sottrarsi alla parola, a non diventare, proprio nel loro compito di “intellettuali”, triste esempio d’intolleranza e settarismo, e ricordarsi che nei loro stessi Paesi, dove purtroppo la libertà è spesso ancora un’utopia, ci sono scrittori colpiti da censure e condanne a morte proprio per la loro parola, i quali hanno avuto (come nel caso di Salman Rushdie, Ibn Warraq, Talisma Nasreen, Maryam Namazie e molti altri) il nostro appoggio, la nostra condivisione, la nostra difesa anche materiale.

Sottrarsi è una scelta perdente e vile, e non offende solo Israele, offende noi tutti e i nostri valori: la libertà del confronto è il fondamento della democrazia in cui crediamo, contro le feroci ideologie che sono alla base degli orrori totalitari del XX secolo, che hanno segnato nel profondo l’Europa e il mondo, che continuano a diffondersi in Medio-Oriente, e contro le quali lo Stato d’Israele, con la sua tragica storia e con la sua democrazia, continua a essere il baluardo e il simbolo più vivo.


P.S.: Colgo l'occasione per ricordarvi che oggi esce in edicola Panorama con allegati gli ultimi due DVD del film "Shoah": comprateli, e se non li avete già acquistati richiedete in arretrato i primi due DVD usciti la scorsa settimana sempre con Panorama.
Potrei farvi un lungo discorso sul perché guardare un film-documentario (il primo che dice "alla Michael Moore" lo scuoio vivo) della durata complessiva di quattordici ore, ma preferisco riportare una dichiarazione di Moni Ovadia: "Dopo aver visto 'Shoah' non sono stato più lo stesso uomo, mai più". Guardatelo.