venerdì 1 febbraio 2008

Fiera del libro: appello contro il boicottaggio culturale ai danni di Israele


Rilancio l'appello pubblicato sul blog di Fausto Carioti contro il boicottaggio di Israele alla Fiera del libro di Torino.
Per sottoscrivere l'appello inviare una e-mail ad alessandro.gnocchi@libero-news.eu con oggetto "Appello contro il boicottaggio culturale ai danni di Israele".

Questo il testo:
Da qualche settimana è in atto una campagna di boicottaggio della prossima Fiera del Libro di Torino (8-12 maggio 2008). La presenza dello Stato d’Israele come ospite d’onore, in occasione dei sessant’anni dalla sua fondazione, è stata strumentalmente interpretata come uno schiaffo alla causa palestinese. Parte degli scrittori arabi intende declinare l’invito degli organizzatori, per evitare il confronto coi colleghi israeliani. La protesta è stata subito supportata da associazioni italiane da sempre schierate contro.

Esprimiamo solidarietà agli scrittori israeliani, e siamo spiacevolmente sorpresi dagli scrittori arabi incapaci di capire che la cultura è innanzi tutto confronto, anche duro, di opinioni contrastanti. Li invitiamo a venire a Torino, a non sottrarsi alla parola, a non diventare, proprio nel loro compito di “intellettuali”, triste esempio d’intolleranza e settarismo, e ricordarsi che nei loro stessi Paesi, dove purtroppo la libertà è spesso ancora un’utopia, ci sono scrittori colpiti da censure e condanne a morte proprio per la loro parola, i quali hanno avuto (come nel caso di Salman Rushdie, Ibn Warraq, Talisma Nasreen, Maryam Namazie e molti altri) il nostro appoggio, la nostra condivisione, la nostra difesa anche materiale.

Sottrarsi è una scelta perdente e vile, e non offende solo Israele, offende noi tutti e i nostri valori: la libertà del confronto è il fondamento della democrazia in cui crediamo, contro le feroci ideologie che sono alla base degli orrori totalitari del XX secolo, che hanno segnato nel profondo l’Europa e il mondo, che continuano a diffondersi in Medio-Oriente, e contro le quali lo Stato d’Israele, con la sua tragica storia e con la sua democrazia, continua a essere il baluardo e il simbolo più vivo.


P.S.: Colgo l'occasione per ricordarvi che oggi esce in edicola Panorama con allegati gli ultimi due DVD del film "Shoah": comprateli, e se non li avete già acquistati richiedete in arretrato i primi due DVD usciti la scorsa settimana sempre con Panorama.
Potrei farvi un lungo discorso sul perché guardare un film-documentario (il primo che dice "alla Michael Moore" lo scuoio vivo) della durata complessiva di quattordici ore, ma preferisco riportare una dichiarazione di Moni Ovadia: "Dopo aver visto 'Shoah' non sono stato più lo stesso uomo, mai più". Guardatelo.

3 commenti:

  1. Sono orgogliosamente al fianco dei Palestinesi e a favore del boicottaggio delle presenza di Israele.
    Ancbe altri popoli hanno sofferto come loro, ma non ci hanno costruito sopra una religione vera e propria.
    La Shoah è troppo celebrata, è diventata una cosa vuota, come i subprime.

    RispondiElimina
  2. Che palle questi israleliani !
    Patetici come i nostri vecchi partigiani, che vincevano la guerra da soli senza gli americani.

    RispondiElimina
  3. è proprio vero: la madre dei cretini nazicomunisti (e orgogliosi di esserlo) è sempre incinta

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.