martedì 18 novembre 2008

Un bivacco di manipoli

Ormai siamo al teppismo, anzi allo squadrismo verbale, all'offesa sistematica alle prerogative del Parlamento, alle volgari offese personali, alle accuse indimostrate e indimostrabili - in quanto totalmente inventate -scagliate in maniera canagliesca contro l'avversario il nemico nascondendosi vigliaccamente dietro l'immunità parlamentare:

ANSA: "Denuncio sin da ora la presenza di un corruttore politico, il suo nome e' Silvio Berlusconi. Lui e' un corruttore, ci ha provato con me quando mi offri' un posto da Ministro, lo ha fatto con Orlando e non ci e' riuscito, mentre evidentemente ci e' riuscito con Villari perche' se lo hanno votato è perchè prima c'è stato un accordo''. Lo afferma il leader dell'Idv Antonio di Pietro, nel corso di una conferenza stampa alla Camera."

Qualcuno dica a questo qua che le regole della convivenza civile, del civile confronto politico e - non ultimo - dell'educazione valgono anche (stavo per scrivere "perfino") per gente come lui.

sabato 15 novembre 2008

Utili idioti - ma sempre idioti

Più leggo le dichiarazioni di Di Pietro di questi ultimi giorni e più mi sento di rassicurare i supporter berlusconiani: un fenomeno Obama, sia pure in versione "non abbronzata", da noi è semplicemente impossibile: ci penserebbe proprio gente come Di Pietro a farlo fuori prima ancora che possa candidarsi.

mercoledì 12 novembre 2008

Nassiriya, 12 Novembre 2003

Non sono bravo con la retorica, quella la lascio ai politici di professione e ai giornalisti: per parte mia dico solo che nessuno muore del tutto, finché vive nel ricordo di chi resta.


Arma dei Carabinieri:

Sottotenente Giovanni Cavallaro

Sottotenente Enzo Fregosi

Sottotenente Filippo Merlino

Sottotenente Alfonso Trincone

Maresciallo aiutante Massimiliano Bruno,
(Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte)

Maresciallo aiutante Alfio Ragazzi,
(Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte)

Maresciallo capo Daniele Ghione

Brigadiere Giuseppe Coletta

Brigadiere Ivan Ghitti

Vice brigadiere Domenico Intravaia

Appuntato Horatio Majorana

Appuntato Andrea Filippa

Esercito:

Capitano Massimo Ficuciello

Maresciallo capo Silvio Olla

Caporal maggiore capo scelto Emanuele Ferraro

Primo caporal maggiore Alessandro Carrisi

Caporal maggiore Pietro Petrucci


Non combattenti:

Stefano Rolla (regista)

Marco Beci (cooperatore internazionale)

martedì 11 novembre 2008

Eluana Englaro

"CITTA' DEL VATICANO - Sospendere l'idratazione e l'alimentazione in un paziente in stato vegetativo è "una mostruosità disumana e un assassinio": lo ha ribadito all'ANSA il presidente del Pontificio consiglio per la Salute, card. Javier Lozano Barragan, in attesa della sentenza della cassazione sul caso di Eluana Englaro."
Insomma il Vaticano continua a sostenere che Eluana Englaro sia viva, e che la terminazione del supporto vitale autorizzata dalla Corte d'appello civile del tribunale di Milano sia un assassinio.
In realtà Eluana Englaro è morta 16 anni fa: le sue condizioni fisiche, in particolare quelle del suo cervello (morte cerebrale certificata da ormai 16 anni) non danno adito a speranze.

La Chiesa però, per bocca dei suoi rappresentanti, continua a sostenere che una persona, anche in queste condizioni, sia da considerare "viva", e che nessuno ha diritto di "ucciderla" nonostante le sue attuali "condizioni di salute" (se vogliamo chiamarle così), perché comunque la vita è un dono di Dio ed è comunque degna di essere vissuta, e soprattutto perché la vita, la nostra vita, in quanto dono di Dio non ci appartiene veramente, quindi non possiamo disporne.

Peccato che il problema non sia quello di stabilire se, come, quando e a che condizioni la vita valga la pena di essere vissuta, per poi adottare questo novello criterio generale per valutare i singoli casi: il problema, molto semplicemente, è un problema di libertà dell'individuo.

In una ottica di stampo liberale, non confessionale, è evidente che è l'individuo l'unico che ha titolo per decidere se e quando, secondo il suo personale sentire, è arrivato il momento di staccare la spina: in un campo come quello della vita e della morte - della propria vita o della propria morte - ogni ingerenza da parte di attori esterni, specialmente se "pubblici" per definizione come lo Stato o la Chiesa, andrebbe categoricamente esclusa.

Anche le critiche dei politici (più o meno) cattolici mi sembrano non tenere (volutamente?) conto del fatto che autorizzare l'eutanasia per chi la richiede (ed Eluana Englaro a suo tempo espresse in maniera chiara e pubblicamente la sua volontà) non significherebbe certo imporla a chicchessia: come per il divorzio e l'aborto, i credenti sono liberissimi di non avvalersi di questa possibilità, in accordo col loro credo religioso (e questa coerenza fa loro onore); come nel caso del divorzio e dell'aborto, però, lo Stato laico e liberale non può non tenere conto di chi credente non è, e legiferare di conseguenza.

Per quanto riguarda poi il caso Englaro, consiglierei sommessamente alle gerarchie ecclesiastiche di andarsi a rileggere cosa c'è scritto nel Catechismo della Chiesa cattolica, quello redatto e pubblicato sotto la supervisione proprio dell'attuale Papa Joseph Ratzinger:

"Catechismo della Chiesa cattolica - 2278: L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'«accanimento terapeutico». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente."
Dov'è l'assassinio? Dov'è la disumana ferocia? Dov'è il mancato rispetto di quanto messo nero su bianco sul catechismo della Chiesa stessa?

O forse non di Eluana Englaro stiamo (stanno) parlando, ma di una sua strumentalizzazione da parte del Vaticano, nel quadro di una iniziativa squisitamente "politica" della Chiesa italiana?

lunedì 10 novembre 2008

Razzisti di tutto il mondo, unitevi

A me pareva che lo slogan fosse "lavoratori di tutto il mondo, unitevi", ma forse ricordo male.

Ecco i fatti: stamattina ho notato che in un paio di forum online qualcuno ha citato il mio post dedicato alla logica "due pesi - due misure" che pare permeare buona parte della "sinistra" italiana.

Strano (?) ma vero, alcuni baldi esponenti della bbbase di detta sinistra sono intervenuti per criticare "l'improponibile accostamento" fra "l'abbronzato" pronunciato dal "kattivo" Berlusconi e il "donna-scimmia affetta da una vita di mestruazioni" pronunciato dalla "buona" Lidia Ravera: secondo questi fini ragionatori una cosa è una "boiata razzista" (la definiscono così, estrapolando volutamente la frase di B. dal contesto) detta da un politico, cosa diversissima (ma tanto tanto, eh!) è invece "una boiata razzista" detta da un "cittadino qualunque", aggiungendo che un politico non può dire certe cose mentre un semplice cittadino ha il diritto di dirle - e di venire poi, eventualmente (bontà loro), criticato per quel che dice.

Insomma, secondo il popolo antiberlusconiano - sempre un passo più avanti di tutti, in tema di diritti: sui doveri si stanno ancora organizzando, invece - un cittadino qualunque "ha il diritto" di dire che una donna di colore è una scimmia in menopausa, o che una donna bianca ma appartenente al principale schieramento politico a lui avverso "non è un essere umano, ma proprio per niente" (Camilleri docet).

Strano: io ero convinto che un insulto razzista o misogino fosse sempre un insulto razzista o misogino, indipendentemente da chi lo pronuncia: sarà che sono un vecchio arnese liberale, quindi per definizione un subumano antropologicamente inferiore e dall'intelligenza limitata, ma ero convinto che fosse contrario alla legge - oltre che ai principi-base della civile convivenza - insultare chicchessia per il colore della pelle, o per l'appartenenza religiosa o politica, o perché uomo, o donna, o portatore di handicap: adesso apprendo dagli antropologicamente superiori che invece queste cose si possono fare eccome - basta che tu non sia un politico.

C'è solo una cosa che mi chiedo: ma se davvero per l'Asinistra i privati cittadini hanno "il diritto" di rivolgere ingiurie razziste contro chicchessia, come mai poi accusano un giorno sì e l'altro pure gli elettori di centrodestra, in massima parte quelli del Nord (non i politici, badate bene: proprio i singoli cittadini elettori) di essere degli "sporchi razzisti"?
A rigor di logica, se davvero si tratta dell'esercizio di un "diritto", se a qualcuno scappa un "terùn" o un "nègher" non dovrebbero farci caso, così come non hanno fatto caso alle esternazioni della Ravera o di Camilleri: c'è qualcosa che mi sfugge?

O non sarà, per caso, che tutta questa marea di patetici distinguo fra "politici" e "cittadini" in definitiva serve solo a cercare di giustificare, arrampicandosi sugli specchi, la faccenda del "due pesi - due misure"?

domenica 9 novembre 2008

Parole miserabili/2

Non bastava un senatore in vena di esternazioni francamente indecenti, ci voleva anche uno scrittore in vena di affermazioni a dir poco inqualificabili, e certamente molto più razziste di un "abbronzato", anche se forse (forse) un po' meno triviali e razziste di un "donna-scimmia in menopausa".

Ecco quanto riporta il Corriere della Sera:

ROMACerto, lo avrà detto come un «paradosso letterario», lo avrà affermato scherzando, ma Andrea Camilleri ha lasciato un segno giovedì scorso al Mamiani, un liceo di Roma, quando ha sostenuto che per lui, l’ottantatreenne sempre in cima alla classifica dei romanzi più venduti, Mariastella Gelmini «di sicuro non è un essere umano».

E che «dovremmo chiamare i professori di chimica per capire che cos’è». Frasi sottolineate da un titoletto sull’Unità e criticate ieri ad alta voce da non pochi esponenti dell’opposizione. Che pure, normalmente, contestano con durezza il ministro dell’Istruzione per la sua politica scolastica. Primo fra tutti il suo predecessore Giuseppe Fioroni, ora responsabile organizzativo del Pd: «Chi non rispetta la dignità delle persone o declina quel rispetto solo in base alle simpatie, anche politiche, si comporta in modo grave. Soprattutto se si pensa che il nostro Paese vive da decenni un’emergenza educativa».

Giorgio Tonini, fedelissimo di Walter Veltroni, rincara la dose: «Quelle parole sono gravi non solo in sé, ma soprattutto perché sono state pronunciate davanti ai giovani. Per diventare cattivi maestri basta un attimo e guai se ci si spinge nel campo dell’intolleranza. Chi è più anziano dovrebbe capire che le parole sono come le pietre. Oltretutto si tratta di una scelta controproducente anche dal punto di vista politico: se Obama ha vinto negli Stati Uniti è anche perché ha usato un linguaggio mite e non ha mai insultato gli avversari». Ma a prendere nettamente le distanze dal linguaggio usato dall’inventore del commissario Montalbano sono anche esponenti della sinistra radicale.

Come Giovanni Russo Spena di Rifondazione Comunista: «La radicalità dei giudizi politici, che possono essere anche aspri e duri, non deve essere mai confusa con la semplice offesa personale, peraltro inefficace per i fini che si vorrebbero perseguire. Io sono sempre per un approccio politico rigoroso: dall’altra parte della barricata non ci sono mai nemici, ma solo avversari politici. Tanto per intenderci io quelle parole non le direi neanche al leghista Borghezio, che pure considero, senza giri di parole, decisamente razzista»


Parole miserabili

Un membro del Parlamento, ex Presidente della Repubblica e Senatore a vita, che si abbandona pubblicamente a deliri degni di un golpista: uno spettacolo indegno, un oltraggio per le istituzioni di cui (indegnamente, a questo punto) fa parte.
Mi auguro che il Presidente della Repubblica e il Presidente del Senato si facciano parte attiva nella vicenda e richiamino il senatore Cossiga al rispetto dei principi elementari della democrazia e dello Stato di diritto: il minimo, direi, per un Senatore della Repubblica.

Questo il resoconto pubblicato sul quotidiano La Repubblica (non esattamente un modello di giornalismo equilibrato, lo so, ma sugli altri giornali a oggi l'iniziativa di Cossiga è stata o ignorata o abbondantemente sottovalutata nella sua gravità: un errore, a mio avviso):

Cossiga: "Per il consenso serve la paura". Il ragionamento dell'ex presidente è affidato a una lettera aperta: "Un'efficace politica dell'ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti". Per Cossiga, che pensa alle tensioni che hanno segnato le manifestazioni degli studenti di questi giorni, è stato "un grave errore strategico" reagire con "cariche d'alleggerimento, usando anche gli sfollagente e ferendo qualche manifestante".

La "tattica cossighiana". In pratica si tratta di disporre "che al minimo cenno di violenze di questo tipo, le forze di polizia si ritirino". A questo punto, continua Cossiga, "l'ideale sarebbe che di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio un vecchio, una donna o un bambino, rimanendo ferito da qualche colpo di arma da fuoco sparato dai dimostranti: basterebbe una ferita lieve, ma meglio sarebbe se fosse grave, ma senza pericolo per la vita".

"La gente deve odiare i manifestanti". Una situazione che farebbe crescere fra la gente "la paura dei manifestanti e con la paura l'odio verso di essi e i loro mandanti o chi da qualche loft, o da qualche redazione, ad esempio quella de L'Unità, li sorregge". Tra i danneggiamenti invocati, Cossiga si augura che possano accadere alla sede dell'arcivecovo di Milano o a qualche sede della Caritas o di Pax Christi.

I tempi dell'intervento. "Io aspetterei ancora un po' - continua Cossiga - e solo dopo che la situazione si aggravasse e colonne di studenti con militanti dei centri sociali, al canto di Bella ciao, devastassero strade, negozi, infrastrutture pubbliche e aggredissero forze di polizia in tenuta ordinaria e non antisommossa e ferissero qualcuno di loro, anche uccidendolo, farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell'ordine contro i manifestanti".

Blogger Reactions

Ho attivato la funzionalità "Blogger reactions", che permette di attivare una sorta di sistema di valutazione dei singoli post: tre le opzioni a disposizione, rinominabili dalla sezione "Layout/post sul blog" di Blogger.
In calce a ogni post di questo blog troverete quindi d'ora in poi una sezione intitolata "Valutazione" (anche il titolo è personalizzabile) con accanto le tre caselle dedicate ai vostri "voti" - un modo per raccogliere sinteticamente un vostro feedback, insomma.

sabato 8 novembre 2008

Son soddisfazioni

Ieri Random Bits è apparso nella sezione Headlines Around the Web del New York Times (qui, citando questo post), provocando una discreta impennata delle visite; stamattina mi sveglio, getto un'occhiata al counter dei miei blog e su quello di RB, alle sette del mattino, vedo apparire cifre che voi umani... :-)

Scopro così di essere stato linkato da Christian Rocca a.k.a. Camillo (qui, citando quest'altro post).

Che dire? Son contento di "entrambe tutt'eddue" le citazioni, ma in particolare di quella dell'ottimo Camillo - che, oltre a far parte da tempo immemorabile del mio blogroll, mi capita di citare abbastanza spesso sia qui che, soprattutto, nel mio tumblr.

venerdì 7 novembre 2008

Uomini abbronzati e donne-scimmia in menopausa

Ovvero, due pesi e due misure. C'è gente che a quanto pare divide ancora gli italiani in buoni e cattivi, senza vie di mezzo: per definizione, se fai parte di quella che genericamente viene definita "sinistra" sei un buono, se invece fai parte di quella che genericamente viene definita destra - o non fai parte della sinistra: le due cose in Italia vengono considerate equivalenti - sei un cattivo.

Se appartieni alla Razza Eletta dei "buoni" moralmente e antropologicamente superiori allora - per parafrasare una vecchia rèclame di Carosello - con quella bocca, quel sorriso e quei denti bianchi e splendenti puoi dire tutto quello che vuoi; se invece hai la disgrazia di appartenere alla tribù dei cattivi subumani di destra (o di "non-sinistra") allora, semplicemente, non hai una bocca: hai una cloaca, al suo posto, e faresti bene a tenerla sigillata.

Succede così che dare - senza cattiveria, in via del tutto amichevole, anche se in un contesto forse infelice - dell'abbronzato a un nero è imperdonabilmente volgare, razzista e fascista, mentre dare con cattiveria della donna-scimmia afflitta da problemi di menopausa a una nera è fortemente democratico, progressista e di sinistra.

Non ci credete? Leggete, qui sotto, quello che avevo scritto altrove circa un anno e mezzo fa:


Durante un rapido scambio di opinioni su Ann Coulter con una delle mie 24 (o forse quattro?) affezionate lettrici mi è capitato di citare Lidia Ravera: in particolare, ho ricordato il famoso episodio dell'articolo pubblicato sull'Unità (e dove, se no?) in cui la Ravera fra le altre cose definisce Condoleeza Rice una "donna-scimmia".

Camillo (Christian Rocca) sul Foglio all'epoca ne ha parlato così:
"Condi Rice apparterrebbe alla categoria delle "donne-scimmia" e, da "donna-scimmia" nera e favorevole alla dottrina del first strike, deve sapere che in Italia c'è una isterica de sinistra che ha scritto: "In quanto femminista, lo sparerei direttamente a lei, il colpo". L'isterica de sinistra ha scritto (sul giornale che si merita) che "Condoleezza Rice, è certamente afflitta da una vita di mestruazioni a cui, probabilmente, data l'età, è seguita la mai troppo rimossa menopausa".
Riassunto: un'isterica de sinistra dice di una ragazza nera dell'Alabama (le cui amiche sono state bruciate vive) che appartiene alla categoria delle "donne-scimmia", che le sparerebbe, che le mestruzioni le hanno dato alla testa e che ora, "data l'età" e le cose che fa, si vede che è in menopausa. La Calderoli de sinistra si chiama Lidia Ravera. Il giornale naturalmente è L'Unità. Il resoconto è di Annalena Benini sul Foglio di venerdì. A sinistra nessuno s'è indignato per i toni razzisti e misogini. Ora immaginate se queste volgarità le avesse dette Calderoli."
(27 novembre 2004)

Insomma, da una parte la "donna-scimmia negra con le mestruazioni" che è nata e cresciuta in un contesto razzista come quello dell'Alabama di qualche decennio fa ed è riuscita a farsi strada nonostante tutti gli "handicap" legati alla sua condizione di donna di colore; la donna-scimmia che a soli 33 anni di età insegnava, non studiava, ad Harvard; la donna-scimmia che, nella sua veste politica di ministro degli esteri dell'unica superpotenza globale rimasta dopo la caduta dell'Unione Sovietica, è di fatto la donna più potente del pianeta; dall'altra una femminista bianca e antropologicamente superiore che in vita sua ha prodotto, come principale lascito per l'umanità, un libercolo che inizia così:
"Cazzo. Cazzo cazzo cazzo. Figa. Fregna ciorgna. Figapelosa, bella calda, tutta puzzarella. Figa di puttanella..."

Sicuro, la superiorità morale e antropologica della Ravera - e della sinistra - salta subito agli occhi.

Imbecilli, e orgogliosi di esserlo

Ieri Berlusconi, durante una conferenza stampa col presidente russo, facendo quella che a qualunque persona dotata di cervello sarebbe apparsa come un battuta benevolmente ironica nei confronti di Barack Obama, ha detto che il neo-eletto presidente USA è "bello, giovane e abbronzato".
Apriti cielo: l'Asinistra (non è un errore di ortografia) Regressista, affiancata subito dagli esponenti dell'Italia delle Manette, è subito insorta parlando di frase razzista, di offesa al neo-presidente USA, di danno all'immagine e alle relazioni internazionali dell'Italia e concludendo con la richiesta al governo di scuse ufficiali nei confronti dell'America.
Tutto questo perché, in un contesto amichevole e con intenzioni chiaramente benevole, Berlusconi ha fatto una battuta che forse avrebbe potuto risparmiarsi per motivi di bon ton diplomatico, ma che assolutamente non aveva nessuna delle valenze negative di cui farnetica la sinistra antropologicamente superiore, quella stessa sinistra che quando era al governo non ha trovato offensivo per gli USA mandare il suo ministro degli esteri Dalema letteralmente a braccetto, in Libano, coi capi terroristi di Hezbollah; quella stessa sinistra che quando era al governo non ha trovato offensivo per gli USA - oltre che per il comune buonsenso - che suoi rappresentanti nella maggioranza e nel governo in occasione della visita di Bush a Roma dichiarassero di non volerlo incontrare per non dover stringere le sue "mani lorde di sangue"; quella stessa sinistra che non ha speso neanche una parola su Lidia Ravera, quando ha definito la nera Condoleeza Rice "una scimmia con problemi di menopausa" - complimenti: razzista e pure misogina, in un colpo solo.
E' questa l'opposizione italiana? Una massa di imbecilli che anziché elaborare delle proposte sensate per contribuire a risolvere i problemi veri del Paese spende giornate intere a fare le pulci a ogni minima dichiarazione del premier?
Possibile che questi riescano a dare dei flebili segni di vita (si fa per dire) solo in rapporto a Berlusconi?
Se Berlusconi stesse zitto per una settimana, qualcuno ancora si ricorderebbe dell'esistenza di Veltroni, Di Pietro e compagni?
A parte il gossip antiberlusconiano - a livello sciampiste, ormai - e le manifestazioni convocate sulla parola d'ordine "siamo una squadra fortissimi", qualcuno ha sentito il governo-ombra (il governo-fantasma, il governo-cadavere) elaborare delle proposte politiche concrete?
Non dico dire genericamente "no", quello è alla portata perfino di un Di Pietro o di un Ferrero, ma dire ad esempio come vorrebbero riformare, loro, la scuola e l'università, come vorrebbero difendere, loro, il potere d'acquisto delle famiglie italiane, come vorrebbero affrontare, loro, la questione dell'immigrazione clandestina e quella dell'integrazione degli immigrati regolari: niente, pare che la risposta politica e programmatica a tutti i problemi degli italiani consista nel sottolineare le gaffe, vere o presunte, di Berlusconi.
Che tristezza: per parafrasare Veltroni, l'Italia è migliore di questa opposizione, e meriterebbe una opposizione migliore di così.

giovedì 6 novembre 2008