lunedì 10 novembre 2008

Razzisti di tutto il mondo, unitevi

A me pareva che lo slogan fosse "lavoratori di tutto il mondo, unitevi", ma forse ricordo male.

Ecco i fatti: stamattina ho notato che in un paio di forum online qualcuno ha citato il mio post dedicato alla logica "due pesi - due misure" che pare permeare buona parte della "sinistra" italiana.

Strano (?) ma vero, alcuni baldi esponenti della bbbase di detta sinistra sono intervenuti per criticare "l'improponibile accostamento" fra "l'abbronzato" pronunciato dal "kattivo" Berlusconi e il "donna-scimmia affetta da una vita di mestruazioni" pronunciato dalla "buona" Lidia Ravera: secondo questi fini ragionatori una cosa è una "boiata razzista" (la definiscono così, estrapolando volutamente la frase di B. dal contesto) detta da un politico, cosa diversissima (ma tanto tanto, eh!) è invece "una boiata razzista" detta da un "cittadino qualunque", aggiungendo che un politico non può dire certe cose mentre un semplice cittadino ha il diritto di dirle - e di venire poi, eventualmente (bontà loro), criticato per quel che dice.

Insomma, secondo il popolo antiberlusconiano - sempre un passo più avanti di tutti, in tema di diritti: sui doveri si stanno ancora organizzando, invece - un cittadino qualunque "ha il diritto" di dire che una donna di colore è una scimmia in menopausa, o che una donna bianca ma appartenente al principale schieramento politico a lui avverso "non è un essere umano, ma proprio per niente" (Camilleri docet).

Strano: io ero convinto che un insulto razzista o misogino fosse sempre un insulto razzista o misogino, indipendentemente da chi lo pronuncia: sarà che sono un vecchio arnese liberale, quindi per definizione un subumano antropologicamente inferiore e dall'intelligenza limitata, ma ero convinto che fosse contrario alla legge - oltre che ai principi-base della civile convivenza - insultare chicchessia per il colore della pelle, o per l'appartenenza religiosa o politica, o perché uomo, o donna, o portatore di handicap: adesso apprendo dagli antropologicamente superiori che invece queste cose si possono fare eccome - basta che tu non sia un politico.

C'è solo una cosa che mi chiedo: ma se davvero per l'Asinistra i privati cittadini hanno "il diritto" di rivolgere ingiurie razziste contro chicchessia, come mai poi accusano un giorno sì e l'altro pure gli elettori di centrodestra, in massima parte quelli del Nord (non i politici, badate bene: proprio i singoli cittadini elettori) di essere degli "sporchi razzisti"?
A rigor di logica, se davvero si tratta dell'esercizio di un "diritto", se a qualcuno scappa un "terùn" o un "nègher" non dovrebbero farci caso, così come non hanno fatto caso alle esternazioni della Ravera o di Camilleri: c'è qualcosa che mi sfugge?

O non sarà, per caso, che tutta questa marea di patetici distinguo fra "politici" e "cittadini" in definitiva serve solo a cercare di giustificare, arrampicandosi sugli specchi, la faccenda del "due pesi - due misure"?

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