martedì 20 maggio 2008

La cosa giusta per il motivo sbagliato


Mara Carfagna, rifiutando il patrocinio dello Stato al "Gay Pride", ha fatto una cosa giusta e condivisibile: lo Stato deve (o dovrebbe) limitarsi a fornire solo una serie di servizi essenziali (Difesa, Giustizia, Sicurezza interna, Sicurezza sociale e poco altro), non dovrebbe fornire il suo patrocinio (e/o il suo finanziamento, con i soldi presi ai cittadini con le tasse) a questa o quella manifestazione o iniziativa di parte: sono manifestazioni o iniziative che coinvolgono necessariamente solo una parte dei cittadini, quindi è quella parte di cittadini che deve farsene carico, senza pesare sul bilancio statale. Questo non vale solo per gli organizzatori del Gay Pride, ovviamente, ma per tutti - non si vede altrimenti perché a qualcuno non dovrebbe venire in mente di organizzare un Fan di Lucio Battisti Pride o un Pizzaioli Pride o un Maschilisti Pride "di Stato"...

Detto questo, il motivo per cui la Carfagna ha rifiutato il patrocinio alla manifestazione è decisamente "quello sbagliato": secondo la Carfagna, infatti, in realtà il problema "non esiste" (più) perché in Italia gay e lesbiche hanno ormai raggiunto la parità e non sono (più) discriminati.

Ma dove ha vissuto la Carfagna in questi anni? A EuroDisney? Sull'Isola Che Non C'è? Sulla faccia nascosta della Luna, forzatamente tagliata fuori da ogni forma di comunicazione col pianeta madre?

Gay e lesbiche avrebbero raggiunto la parità e non sarebbero più discriminati?
E quei casi, recentissimi, di ragazzini (non si sa se gay, ma probabilmente no) che sono stati sistematicamente insultati e alla fine anche pesantemente pestati dai loro compagni di scuola perché "anziché giocare a pallone" si ostinavano a studiare danza, fatto questo evidentemente gravissimo e intollerabile, e considerato "una roba da finocchi"?
Come mai succedono ancora cose del genere? Chissà, forse quei teppisti non avevano ancora letto il blog della Ministro Carfagna, e non erano quindi informati sull'evoluzione recente della società italiana...

domenica 18 maggio 2008

Sì, è sempre lei


Ha bruciato almeno otto punti di vantaggio, ha commesso tutti gli errori possibili e immaginabili (e anche alcuni inimmaginabili), ha fatto saltare le coronarie a qualche decina di sostenitori anziani, ma alla fine ha portato a casa lo scudetto: la riconosco, è proprio la mia Inter.

mercoledì 14 maggio 2008

Non si uccidono così anche i cavalli?


A Niscemi, in Sicilia, ieri è stato rinvenuto il cadavere di una ragazza di 14 anni scomparsa da casa circa due settimane fa. Il corpo - nudo, parzialmente bruciato e con una grossa pietra legata al collo - è stato trovato all'interno di una cisterna per l'irrigazione, vicino a un vecchio casolare semidiroccato, da un contadino del luogo.

Stanotte la svolta nelle indagini: tre sospettati, tre ragazzi di 15, 16 e 17 anni - fra cui il fidanzatino (sic) della vittima - hanno cominciato ad ammettere le proprie responsabilità.

A quanto pare il ragazzo di Lorena Cultraro, così si chiamava la quattordicenne, era solito appartarsi con lei proprio nel vecchio casolare fuori paese dove poi è stata uccisa, e in quelle occasioni "offriva" la ragazza ai suoi due amici: Lorena qualche settimana fa ha scoperto di essere incinta, lo ha detto ai tre e ha chiesto loro di assumersi le proprie responsabilità minacciando in caso contrario di raccontare tutto.

A questo punto da oggetto sessuale, da piacevole commodity da dividere fra buoni amici Lorena è diventata un fastidio e una minaccia intollerabile, e il trio ha agito di conseguenza: dopo avere attirato la ragazza in campagna con un pretesto i tre l'hanno prima strangolata con una corda, poi hanno cercato di bruciare il cadavere e infine hanno gettato il corpo in un pozzo dopo averlo zavorrato con una grossa pietra per impedire che risalisse a galla.

Semplice, no? Problema rapidamente e brillantemente risolto, e tutti belli tranquilli per due settimane a comportarsi come se niente fosse. D'altra parte non si uccidono così anche gli animali, quando esauriscono la propria funzione utilitaria e diventano solo un peso?

Impressionante l'intreccio, la sinergia di (sub)culture che ha portato al delitto: da una parte una ragazzina di provincia ansiosa di compiacere il ragazzo che ama fino al punto di accettare che la condivida sessualmente con altri (si sa, sono le donne che "devono sacrificarsi", no?); una ragazzina che dà per scontato che il sentimento che prova sia reciproco, e che quindi naturalmente si aspetta, una volta successo quel che è successo, che lui "faccia l'uomo": in fondo, non succede proprio così negli sceneggiati televisivi?
Dall'altra un piccolo branco di piccoli, piccolissimi "veri uomini", uomini Denim, di quelli che non devono chiedere mai, gente che considera il fatto di innamorarsi davvero una debolezza e una limitazione della propria libertà, e le "femmine" che si innamorano delle stupide facilmente manovrabili, degli oggetti da usare e gettare a piacimento.

A chiudere, a rendere la miscela esplosiva e letale, il generale imbastardimento di sempre più ampi settori della società italiana, la perdita di rispetto e considerazione per l'altro, financo per la vita altrui, un avvitarsi su sé stessi che testimonia dell'esistenza di una doppia morale: le regole valgono sempre e solo per gli altri, io posso fare tutto quello che voglio, sono autorizzato a ottenere quello che voglio con qualunque mezzo: stabilisco io cosa è lecito e cosa no, e se il mondo non è d'accordo tanto peggio per lui.

A restare schiacciati da questo insieme di fattori alla fine sono i soggetti più vulnerabili, meno scafati, più ingenui, come questa povera ragazzina, o come la diciannovenne uccisa in Veneto dal suo amante - un "uomo", soi-disant, sposato e con figli - quando era al nono mese di gravidanza e per lo stesso motivo: aveva chiesto al suo "uomo" di assumersi delle responsabilità rispetto al bambino in arrivo, al loro bambino: peccato che lui sentisse il bambino non come "loro" ma solo "suo", della ragazza - un deprecabile incidente di percorso, nient'altro - e quindi sacrificabile assieme a lei in nome della salvaguardia delle apparenze e della pace coniugale.

(qui la notizia sul Corsera).

sabato 10 maggio 2008

Si poteva fare di meglio


Berlusconi ha mantenuto la promessa fatta in campagna elettorale ("ci saranno almeno quattro donne ministro") ma non si può certo dire che si sia sprecato: i ministeri in questione sono infatti i "soliti" ministeri "femminili": Pari Opportunità (!), Politiche Giovanili, Ambiente e - indovinate un po' - Istruzione.
In altre parole, tutti i cliché sono stati rispettati anche questa volta: le donne, anzi le femmine si occupano dei cuccioli della specie (Istruzione e Politiche Giovanili), raccolgono margheritine nei campi e cucinano la Torta di Mele della Nonna (Ambiente) e si preoccupano di ascoltare le altre femmine (Pari Opportunità); i maschi, invece, fanno la guerra (Difesa), trattano con le tribù vicine (Esteri), vanno a caccia per procurare il cibo (Economia), rimettono in riga le teste calde (Interni) e pensano allo sviluppo di nuove attrezzature per la tribù (Infrastrutture e Trasporti).
Avrei potuto scrivere queste cose almeno 36 ore fa, ma ho voluto aspettare di conoscere la composizione del "governo ombra" (il nuovo modo che hanno trovato a sinistra per accantonare i propri problemi e parlare d'altro) preannunciato da Veltroni: come prevedibile, anche a sinistra i ruoli sono pienamente rispettati: ai ministeri "da donne" ci sono delle donne, ai ministeri "seri", quelli che contano, ci sono degli uomini (leggere per credere).
L'unica, apparente eccezione è costituita da Roberta Pinotti al Ministero della Difesa, ma è solo fumo: l'idea è copiata pari pari dal governo Zapatero, con la differenza che in Spagna il ministero è "quello vero", non è un ministero virtuale (e che quindi in sè non ha praticamente nessun valore) in un governo virtuale.
Insomma, business as usual: continuiamo ad avere la più bassa percentuale di donne in Parlamento di tutta la UE, e non corriamo neanche per sbaglio il rischio di vedere una donna in ministeri importanti e di peso come Esteri, Interno, Difesa, Giustizia - avanti così, continuiamo a essere speciali...

Nessun diritto di tribuna


Nelle ultime ore il Presidente della Repubblica, Napolitano, in occasione della giornata in memoria delle vittime del terrorismo ha ribadito che ai terroristi non va concesso "diritto di tribuna", ad esempio invitandoli in televisione o nelle università, come troppo di frequente è invece accaduto in questi anni.
Ora una agenzia che si occupa fra le altre cose di concorsi di bellezza a quanto pare ha chiesto a Erich Priebke, uno dei boia delle Fosse Ardeatine condannato al'ergastolo per crimini contro l'umanità e attualmente ai domiciliari (ha 94 anni) di far parte della giuria, per l'appunto, di un concorso di bellezza che si terrà prossimamente.
Direi che siamo oltre i confini del lecito: va bene farsi pubblicità gratuita con un colpo di teatro, trucco sfruttato ad esempio anche dall'agente (sic) di quel rom che ha investito e ucciso col suo furgone quattro ragazzi minorenni, ma questo è troppo: anche questo significa concedere "diritto di tribuna" a un individuo che per parte mia, in quanto nazista non pentito, può fare solo una cosa di buono: morire, e il prima possibile.
Fra l'altro, visto il personaggio, mi chiedo se non esista anche un pericolo concreto per le aspiranti miss: le ragazze che non dovessero superare la selezione di Priebke potranno tornare a casa incolumi, o verranno gasate e cremate direttamente nel backstage? Non si sa mai, coi nazisti: meglio prevedere tutti gli scenari.