mercoledì 14 maggio 2008

Non si uccidono così anche i cavalli?


A Niscemi, in Sicilia, ieri è stato rinvenuto il cadavere di una ragazza di 14 anni scomparsa da casa circa due settimane fa. Il corpo - nudo, parzialmente bruciato e con una grossa pietra legata al collo - è stato trovato all'interno di una cisterna per l'irrigazione, vicino a un vecchio casolare semidiroccato, da un contadino del luogo.

Stanotte la svolta nelle indagini: tre sospettati, tre ragazzi di 15, 16 e 17 anni - fra cui il fidanzatino (sic) della vittima - hanno cominciato ad ammettere le proprie responsabilità.

A quanto pare il ragazzo di Lorena Cultraro, così si chiamava la quattordicenne, era solito appartarsi con lei proprio nel vecchio casolare fuori paese dove poi è stata uccisa, e in quelle occasioni "offriva" la ragazza ai suoi due amici: Lorena qualche settimana fa ha scoperto di essere incinta, lo ha detto ai tre e ha chiesto loro di assumersi le proprie responsabilità minacciando in caso contrario di raccontare tutto.

A questo punto da oggetto sessuale, da piacevole commodity da dividere fra buoni amici Lorena è diventata un fastidio e una minaccia intollerabile, e il trio ha agito di conseguenza: dopo avere attirato la ragazza in campagna con un pretesto i tre l'hanno prima strangolata con una corda, poi hanno cercato di bruciare il cadavere e infine hanno gettato il corpo in un pozzo dopo averlo zavorrato con una grossa pietra per impedire che risalisse a galla.

Semplice, no? Problema rapidamente e brillantemente risolto, e tutti belli tranquilli per due settimane a comportarsi come se niente fosse. D'altra parte non si uccidono così anche gli animali, quando esauriscono la propria funzione utilitaria e diventano solo un peso?

Impressionante l'intreccio, la sinergia di (sub)culture che ha portato al delitto: da una parte una ragazzina di provincia ansiosa di compiacere il ragazzo che ama fino al punto di accettare che la condivida sessualmente con altri (si sa, sono le donne che "devono sacrificarsi", no?); una ragazzina che dà per scontato che il sentimento che prova sia reciproco, e che quindi naturalmente si aspetta, una volta successo quel che è successo, che lui "faccia l'uomo": in fondo, non succede proprio così negli sceneggiati televisivi?
Dall'altra un piccolo branco di piccoli, piccolissimi "veri uomini", uomini Denim, di quelli che non devono chiedere mai, gente che considera il fatto di innamorarsi davvero una debolezza e una limitazione della propria libertà, e le "femmine" che si innamorano delle stupide facilmente manovrabili, degli oggetti da usare e gettare a piacimento.

A chiudere, a rendere la miscela esplosiva e letale, il generale imbastardimento di sempre più ampi settori della società italiana, la perdita di rispetto e considerazione per l'altro, financo per la vita altrui, un avvitarsi su sé stessi che testimonia dell'esistenza di una doppia morale: le regole valgono sempre e solo per gli altri, io posso fare tutto quello che voglio, sono autorizzato a ottenere quello che voglio con qualunque mezzo: stabilisco io cosa è lecito e cosa no, e se il mondo non è d'accordo tanto peggio per lui.

A restare schiacciati da questo insieme di fattori alla fine sono i soggetti più vulnerabili, meno scafati, più ingenui, come questa povera ragazzina, o come la diciannovenne uccisa in Veneto dal suo amante - un "uomo", soi-disant, sposato e con figli - quando era al nono mese di gravidanza e per lo stesso motivo: aveva chiesto al suo "uomo" di assumersi delle responsabilità rispetto al bambino in arrivo, al loro bambino: peccato che lui sentisse il bambino non come "loro" ma solo "suo", della ragazza - un deprecabile incidente di percorso, nient'altro - e quindi sacrificabile assieme a lei in nome della salvaguardia delle apparenze e della pace coniugale.

(qui la notizia sul Corsera).

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.