venerdì 30 luglio 2010

Berlusconi-Fini (yawn)

Avevo pensato di scrivere un post sulla rottura Berlusconi-Fini (o meglio, sulla cacciata - sacrosanta - di Fini da parte di Berlusconi) ma ho deciso di soprassedere. Oggi sarà un tema più che abusato, sia fra i blogger di destra che di sinistra: non penso che sia così essenziale, quindi, far aumentare la quantità di commenti (e di fuffa) che verrà prodotta in rete.

Al massimo sarà interessante farsi un giro sui blog per leggere le varie reazioni: immagino che a sinistra prevarrà la tesi "nel PdL non c'è democrazia" (senti chi parla), mentre a destra scatterà la resa dei conti fra finiani e berlusconiani.

Mi aspetto che volino parole grosse e accuse incrociate fra i separati in casa del centrodestra, mentre a sinistra sarà tutto un beatificare il "compagno Fini", ora ufficialmente anche "martire della democrazia", e un denunciare la "deriva autoritaria" del PdL e in generale dell'intero Paese - in particolare, mi aspetto degli autentici acuti da parte dei dipietristi e del popolo rosso-viola: sono certo che sapranno superare se stessi.

Insomma, le solite cose, le solite miserie, il solito chiacchiericcio da bar sport: che barba che noia che noia che barba.

venerdì 9 luglio 2010

Sullo sciopero di oggi

Questo sciopero contro la legge sulle intercettazioni proposta dal governo non ci convince. Non è che ci piaccia la legge in questione (ma a proposito, quale legge? E’ già cambiata più volte, ed è poco probabile che il testo esca dal secondo vaglio di Montecitorio uguale a come ci è entrato), ma ci piace ancor meno l’idea di difendere uno status quo inaccettabile in nome di interessi di corporazione travestiti da princìpi fondanti della democrazia.

Non ci piace l’idea di una battaglia ingaggiata per difendere il diritto della magistratura a trasgredire quotidianamente la legge, non quella futura ma quella che già c’è e che imporrebbe di disporre le intercettazioni “solo in presenza di gravi indizi di reato” e solo quando “assolutamente indispensabile per la prosecuzione delle indagini”.

Non ci piace l’idea di scioperare per difendere il diritto della nostra corporazione, quella dei giornalisti, di trasgredire a sua volta leggi e disposizioni del garante della Privacy per pubblicare intercettazioni più o meno pruriginose non nell’ “interesse pubblico” ma in quello privatissimo delle proprie vendite o, peggio, delle convenienze dei rispettivi editori.

Meno di tutto, forse, ci piace l’idea di spalleggiare servizi segreti, che in questa battaglia sono la parte in causa meno vistosa ma certo non la meno coinvolta, impegnati a far barriera a protezione di quell’arma preziosa per colpire a loro piacimento che sono state negli ultimi anni le intercettazioni.

Ci sembra che in questo paese di motivi per scioperare, scendere in piazza, farsi sentire e protestare a voce altissima ce ne sarebbero a centinaia, e ci lascia un po’ allibiti che vengano puntualmente trascurati da tutti per lasciare spazio a una guerra, quella fra il governo di Silvio Berlusconi e la santa alleanza di togati, giornalisti e 007 che con gli interessi reali di questo paese non ha nulla a che spartire, ma che con la difesa della libertà di stampa e della democrazia c’azzecca anche di meno.


via Gli Altri

Al di là della ottusa, intollerante, forcaiola sinistra “antropologicamente superiore”, totalitaria e fascistoide, esiste ancora una sinistra pensante e ragionante, non manichea e non governata da riflessi pavloviani: una buona notizia, per tutti.

giovedì 1 luglio 2010

Düra minga: düra no.

Così diciamo a Milano, ed è un po' l'equivalente del "non mangiare il panettone" (o la colomba).

Qui è riferito alla legislatura: secondo me nel giro di al massimo diciotto mesi (diciamo entro la fine del 2011) si tornerà a votare. Forse anche prima.