giovedì 31 maggio 2012

Ieri e oggi

Ieri: oltre un anno fa, nel Febbraio del 2011, avevo scritto ad alcuni miei amici:

"In sintesi: a differenza degli utili idioti della sinistra (utili a quella magistratura che si illudono di poter controllare) so riconoscere un regime, specialmente quando lo vedo nascere in diretta, sotto i miei occhi.
Dopo anni e anni di guerra civile strisciante stiamo arrivando al golpe, neanche tanto strisciante.
Nei prossimi mesi e anni mantenersi nei confini della legge non solo risulterà inutile, ma pericoloso, e niente pare in grado di fermare questa deriva illiberale."

Oggi: dopo lungo tempo, sono andato a rileggermi la Dichiarazione d'Indipendenza americana, uno dei documenti più importanti della storia dell'umanità, e mi sono soffermato in particolare su questo passo:

"... La prudenza, in verità, detta che governi in vigore da molto tempo non siano cambiati per motivi futili e passeggeri; e conformemente l’esperienza ha mostrato che il genere umano è più disposto a soffrire, finché i mali siano sopportabili, piuttosto che raddrizzarsi abolendo le forme alle quali si è abituato; ma quando una lunga serie di abusi e di usurpazioni, mirate invariabilmente allo stesso scopo mostra il progetto di ridurlo sotto un dispotismo assoluto, è suo diritto, è suo dovere rovesciare tale governo e procurare nuove salvaguardie per la sua futura sicurezza."
Un diritto. E un dovere. 
Già.


Forlani e il 2 Giugno

Nelle ultime 24 ore Arnaldo Forlani è diventato un idolo del "bobolo della rede" perché nel 1976, in occasione del terremoto del Friuli, annullò la parata militare del 2 Giugno.

Gente che fino a ieri sputava per terra al solo sentire il nome di questo "coniglio mannaro" democristiano oggi sostituirebbe col suo viso quello del "Che" sulle magliette rosse d'ordinanza.
Su twitter la sua decisione viene sbandierata da tutti quelli che usano gli hashtag #no2giugno e #bloccare2giugno.
Peccato che sul Messaggero (edizione cartacea: per ora non l'ho trovato online) oggi si legga questa dichiarazione del nuovo idolo dei farlocchi centrosocialati:

"Sono d'accordissimo con la decisione di Napolitano di far svolgere una parata sobria. Non farla non avrebbe portato risparmi perché la macchina organizzativa era già partita. Nel '76 avemmo più tempo per prendere la decisione e non era stata stanziata ancora una lira."

Bene, i tardivi fan del coniglio mannaro sono serviti.