giovedì 31 maggio 2012

Ieri e oggi

Ieri: oltre un anno fa, nel Febbraio del 2011, avevo scritto ad alcuni miei amici:

"In sintesi: a differenza degli utili idioti della sinistra (utili a quella magistratura che si illudono di poter controllare) so riconoscere un regime, specialmente quando lo vedo nascere in diretta, sotto i miei occhi.
Dopo anni e anni di guerra civile strisciante stiamo arrivando al golpe, neanche tanto strisciante.
Nei prossimi mesi e anni mantenersi nei confini della legge non solo risulterà inutile, ma pericoloso, e niente pare in grado di fermare questa deriva illiberale."

Oggi: dopo lungo tempo, sono andato a rileggermi la Dichiarazione d'Indipendenza americana, uno dei documenti più importanti della storia dell'umanità, e mi sono soffermato in particolare su questo passo:

"... La prudenza, in verità, detta che governi in vigore da molto tempo non siano cambiati per motivi futili e passeggeri; e conformemente l’esperienza ha mostrato che il genere umano è più disposto a soffrire, finché i mali siano sopportabili, piuttosto che raddrizzarsi abolendo le forme alle quali si è abituato; ma quando una lunga serie di abusi e di usurpazioni, mirate invariabilmente allo stesso scopo mostra il progetto di ridurlo sotto un dispotismo assoluto, è suo diritto, è suo dovere rovesciare tale governo e procurare nuove salvaguardie per la sua futura sicurezza."
Un diritto. E un dovere. 
Già.