martedì 26 aprile 2005

ONU, Annan ''non deve sentirsi scagionato''

Sempre a proposito di ONU, Paul Volcker torna sulle conclusioni della commissione d'inchiesta sullo scandalo "Oil for food" e contesta la visione ampiamente auto-assolutoria (chiamiamola così) di Kofi Annan:
Onu: scandalo Oil for Food, per commissione Annan non deve sentirsi scagionato

NEW YORK - Il segretario dell'Onu Kofi Annan non deve sentirsi "scagionato" nell'ambito dell'indagine sullo scandalo "Oil for Food", il programma umanitario delle Nazioni Unite "Cibo in cambio di petrolio". Il responsabile dell'inchiesta, Paul Volcker, ha detto in un'intervista: "Lo abbiamo criticato piuttosto severamente, non lo definirei un proscioglimento". Lo stesso Annan lo scorso mese aveva affermato che la commissione Vocker lo aveva "scagionato".
(fonte: Corriere della Sera)


Dedicato a quelli che l'ONU...

Quelli che "i conflitti vanno risolti con un approccio multilateralista, ci vuole l'ONU, altro che gli imperialisti USA o la NATO"...

Dal Corriere della Sera:

I sopravvissuti non perdonano i soldati Onu: «Ci consegnarono alle bestie»

Srebrenica, nella fabbrica dell’Orrore

Ritorno in Bosnia, dove dieci anni fa i serbi massacrarono 7mila musulmani. Migliaia di corpi ancora in attesa di essere identificati

DAL NOSTRO INVIATO SREBRENICA (Bosnia) - Accadde tutto ai piani di sotto. Nella fabbrica abbandonata, che allora produceva finestrini per auto e adesso è la finestra sulla memoria, un orfano ormai adulto mostra come andò. I serbi di Ratko Mladic chiusero il paese e si misero qui.

Ammassavano gli uomini al pianoterra: nella portineria ci sono ancora scarpe rattrappite. Agli uffici del primo violentavano le donne, vecchie o bambine faceva lo stesso: sulle pareti si possono ammirare gli affreschi del delirio, falli naturalmente giganti su poverette naturalmente soddisfatte, e le didascalie «non ha i denti? Ha i baffi? Puzza di merda? E' una bosniaca!».

Là dietro poi stavano «i peggiori di tutti - spiega l'orfano - i caschi blu dell'Onu che ci lasciarono in mano a quelle bestie, fuggirono nelle discoteche di Spalato a festeggiare la fine della naja, senza avvertire nessuno».

Là dietro, al posto di guardia con la scritta United Nations che un graffitaro ha ribattezzato United Nothing, in questi dieci anni s’è rivisto uno solo di quei caschi blu olandesi, il giovane Wim, il fotografo del contingente. L'unico, a tornare qui per chiedere perdono di Srebrenica, luglio 1995: il più grande, feroce massacro in Europa dai tempi del nazismo.

Una mattina di primavera, neve alta fuori. L'ultimo piano della fabbrica ha qualche stanza riscaldata. Nella più grande stava il consiglio d'amministrazione, due rampe sopra l'ufficio stupri. Oggi è piena di donne in nero, uomini che fumano. Riunione per le celebrazioni del decennale.

«Controllate le pubblicazioni su Srebrenica! - protesta Salih Brkic, un giornalista - Scrivono cose false! Dicono già che qui non è successo niente, come fanno con Auschwitz!». «Invitiamo anche i serbi di Belgrado - propone uno studente - mostriamo al mondo che ci rispondono di no».

Il sindaco Abdurahman Malkic, musulmano eletto con l'unico slogan possibile («tiriamo avanti») in una cittadina che ha avuto più di 7mila massacrati, vorrebbe tutti i grandi del mondo a Srebrenica, a ricordare l'indifferenza di allora e a vergognarsi della rimozione del dopo: «Non abbiamo avuto nemmeno i nostri morti: le tombe sono 1.376. E gli altri? Qui intorno ci sono ancora 34 fosse comuni da scavare. Nessuno le apre».

A Tuzla si può visitare un enorme frigorifero, un odore da svenire: quattromila sacchi, con dentro i pezzi di corpi, stanno ancora lì. Dopo dieci anni. In questi mesi ne sono stati identificati duecento, da seppellire al Memorial Day di luglio. Gli altri rimarranno nel freezer, senza nome: «Di Srebrenica non parla più nessuno - dice il sindaco -. Dopo l'11 settembre, questi morti musulmani non interessano. E dov'è la giustizia internazionale che ha trovato in pochi mesi Saddam, ma non ha mai preso il macellaio Mladic e il suo mandante Karadzic?».

Tutti d'accordo, nella stanza: stavolta non sarà una commemorazione qualsiasi. Le idee: «Mettiamo bandiere dell'Onu e dell'Olanda a mezz'asta»; «facciamo una silenziosa marcia della morte, Srebrenica-Tuzla, con tutti i profughi mai tornati»; «ribattezziamo le strade coi nomi delle vittime»...

Il cimitero-memoriale, di fronte alla fabbrica del macello, è stato costruito col pessimismo di chi sa come andrà: lo spazio per un altro migliaio di lapidi verdi, non di più, perché nessuno s'aspetta che i conti con quell'estate assassina saranno mai chiusi.

A Sarajevo c'è un laboratorio attrezzato, nei sotterranei refrigerati della Commissione per le persone scomparse (Icmp), dove comparano il dna di teschi, brandelli di vestiti dissepolti in ogni angolo dei Balcani. L'Icmp ha lavorato anche a Ground Zero, è una squadra di duecento persone che sta riscrivendo in provetta le tragedie degli anni ’90, dalla Croazia al Kosovo: 25.146 desaparecidos, 67.292 campioni di sangue, 13.499 frammenti ossei, 10.923 dna fotografati, 9.415 paragonati e 6.861 identificati...

Un lavoro troppo lento, protestano i sopravvissuti di Srebrenica: «Hanno ragione - riconosce Kathryne Bomberger, la capomissione -. Ma la lentezza è perché questo non fu un massacro come gli altri. L'eliminazione dei corpi fu meticolosa. I serbi volevano nascondere le prove. D'un uomo s'è trovata una mano qui e una gamba in Kosovo.

La collaborazione dei governi, poi, è minima. Le fosse comuni nei Balcani sono una storia che nessuno vuole riesumare: i leader delle guerre di allora - Milosevic, Tudjman, Izetbegovic - sono rimasti al potere fino a poco fa». Lenti i becchini, lentissimi i giudici. I grandi colpevoli sono latitanti, molti processi ancora in corso. Il Tribunale dell'Aja ha condannato un generale, incriminato 14 militari. Mladic e Karadzic stanno nascosti in Serbia. Nessuno li denuncia, nessuno li arresta. Troppi fantasmi popolano questi boschi. E molte verità sono ancora da raccontare.

Quella di Nasir Oric, ad esempio, l’ufficiale bosniaco che comandava la difesa di Srebrenica e pochi mesi dopo fu accusato dai suoi d'avere ceduto la posizione. Si difese duro, Oric, tirando in ballo perfino il presidente bosniaco Alija Izetbegovic e un accordo segreto per consegnare Srebrenica ai serbi, in cambio della salvezza di altre città: se ho portato via i miei soldati, scrisse l'ufficiale in un libro tolto subito dalla circolazione, fu per obbedire a un ordine superiore. Ordine di chi? Scampato a diversi attentati, rientrate le vecchie accuse di tradimento, oggi in Bosnia tutti considerano Oric un eroe. Dal 2003, è incarcerato all’Aja per crimini di guerra. E non risponde alle richieste d'intervista.

L'olocausto di Srebrenica fu l'ultima goccia di sangue. Fece traboccare l'incapacità dell'Onu. Costrinse la Nato, prima volta, a bombardare in Europa. Portò agli accordi di Dayton. In questa campagna lontana, dieci anni fa si recitò l’atto finale della tragedia bosniaca: 43 mesi di guerra, 250mila morti, 4mila fosse comuni, migliaia di dispersi.

Amputati, orfani, sfollati che dormono ancora in giro per i Balcani. Una pace che sopravvive, ma a fatica: a Srebrenica c'erano 37mila musulmani, ne sono rientrati un decimo. Un giorno di gennaio Pasa Mustafic, una vecchietta che era riuscita a cacciare i serbi dalla sua casa, è saltata per aria: qualcuno le aveva messo una bomba in giardino. «Questa è una storia solo congelata - dice Svetlana Broz, la nipote di Tito che vive da queste parti -. Come fa la gente a dimenticare, se ancora non ha dato sepoltura ai morti? Celebrare i dieci anni da Dayton, non interessa a nessuno. La Bosnia-Erzegovina è uno Stato obbligato a restare unito solo dalla comunità internazionale. L'odio lo respiri. E le telecronache dall'Aja non aiutano: Milosevic che pontifica, i suoi che condizionano la politica in Serbia. Che avrebbero fatto gli europei, se dopo la Seconda guerra mondiale Hitler fosse finito in un comodo carcere a difendersi in un tranquillo processo, col suo partito ancora al potere in Germania?».

A Srebrenica, l’Europa finanzierà un museo dell'eccidio, come nei lager nazisti. Ci metteranno montagne di scarpe, mucchi d'occhiali, quel che resta dei trucidati. Anche le foto di Ahmed «Blicko» Bajric, l’unico reporter che scattò gli occhi dei bambini prima del colpo di grazia, la donna impiccata a un albero pur di sfuggire allo stupro.

Non c'è bisogno d'arredare la memoria, però: a Srebrenica il memoriale è dappertutto. In paese, non c'è muro senza il foro d'uno sparo. Di fianco al municipio, lo stabilimento Energoinvest è uno scheletro bruciato. Su una casa ai margini è mancata perfino la voglia di cancellare una scritta, «Ratko», lasciata dai kapò di Mladic.

Tutte le settimane ci sono due donne al cimitero, Haira Catic e Nura Begovic, 62 e 48 anni. Le loro famiglie non esistono più. L'unica tomba che hanno è del suocero di Nura: «Ogni volta che esce l'elenco dei nuovi identificati - fanno ironia -, sembriamo quelli che aspettano i numeri del lotto». Nessuno ha mai i numeri buoni.

Qualche settimana fa, nella casa di Tuzla dove le due donne vivono, una letterina col logo dell'Onu è finalmente arrivata. L'hanno aperta, ansiose: era una colletta per le vittime dello tsunami.

A proposito, Christian Rocca (Camillo) ha scritto un nuovo libro, pubblicato da Lindau: si intitola Contro l'ONU.

Ne consiglio la lettura a tutti, ma in particolare ai nostri cari onunisti.

domenica 24 aprile 2005

Medioriente: Siria, si' a trattato Onu anti terrorismo

Dal Corsera:
BANGKOK - Anche la Siria si allinea nella lotta contro il terrorismo. Il governo di Damasco ha infatti aderito formalmente al trattato dell'Onu che vuole impedire l'accesso a fonti di finanziamento ai gruppi terroristici. Lo si e' appreso nel corso della conferenza dell'Onu sulla criminalita' a Bangkok.
Avanti così - l'importante è che alle parole i siriani ora facciano seguire i fatti.


Nessuna manifestazione contro questi?

Dal Corsera:
Corea del Nord: annunciato programma nucleare militare

SEUL - Il capo di stato maggiore dell'Esercito Popolare della Corea del Nord, Kim Young-Chun, ha annunciato oggi la decisione del suo Paese di rafforzare il suo deterrente nucleare militare. Ogni aggressione statunitense, ha detto Young-Chun, trovera' d'ora in poi una risposta adeguata.

Immagino che, come di consueto, le manifestazioni pacifiste scatteranno se e solo se gli americani "minacceranno la pace mondiale e l'indipendenza del valoroso popolo nordcoreano" (ormai conosco a memoria tutto il repertorio, volendo potrei scrivere i discorsi al posto di Salvi, Pecoraro Scanio, Bertinotti & Co.) cercando di disinnescare la minaccia (nucleare, non dimentichiamolo) alla pace rappresentata dal sanguinario regime comunista della Corea del Nord.


Olanda: no alla ''Costituzione europea''

In realtà non di "Costituzione" si tratta, ma di un Trattato Costituzionale fra Stati sovrani.

A quanto pare, dopo i francesi, anche gli olandesi cominciano a mostrare segni di insofferenza verso questo papocchio burocratico ed illiberale:
AMSTERDAM - No alla Costituzione europea: e' la prima volta. In un sondaggio commissionato dalla televisione pubblica olandese, il 52% delle persone, che hanno detto che andranno a votare, si e' infatti dichiarato contrario al trattato costituzionale. Degli interpellati, pero', solo il 32% intende votare al referendum che si terra' il prossimo primo giugno.

Fonte: Corriere della Sera.


La Siria accelera il ritiro dal Libano

Dal Corsera:
TEL AVIV - L'esercito siriano accelera il suo ritiro dal Libano e lo terminera' entro la giornata di oggi. "Avremo pressoche' totalmente lasciato il Libano entro le prossime 24 ore", ha dichiarato un ufficiale di grado siriano di stanza a Baalbeck. La Siria si e' impegnata a ritirare tutti i suoi oltre 14 mila soldati entro il 30 aprile.
Un altro passo avanti verso il ristabilimento delle condizioni di libertà e democrazia in Libano: curioso che nessuno a sinistra senta il bisogno di festeggiare.


sabato 23 aprile 2005

E adesso chi lo dice a Prodi?

Corriere: "Cacciari apre al Polo «Uomini di An? Si può»"

Prove tecniche di alleanze incrociate per l’Amministrazione laboratorio. Massimo Cacciari, ormai con la fascia tricolore di sindaco della Serenissima, ha in mano il boccino. Ora deve lanciarlo, per cominciare la partita. «Mi muoverò senza pregiudizi »,avverte, consapevole però che il gioco non è facile, neppure per un tipo abile come lui. Va ricordato, infatti, che tra i suoi sostenitori al ballottaggio c’è una nutrita schiera di veneziani che, a bocce ferme, si sarebbero riconosciuti nella Casa delle libertà. Poi, rimasti orfani del candidato di riferimento, scartato l’ex pm Felice Casson, hanno premiato il filosofo.
(continua a leggere)

Guido Vergani

E' morto il giornalista Guido Vergani.

Un giorno triste per Milano.

Dialogo e tolleranza, come no

Dal Corriere della Sera:

Arabia Saudita: celebravano messa cristiana, 40 pakistani arrestati

RIAD - Sono stati arrestati perche' partecipavano alla celebrazione di una messa cristiana in una casa di Riad, la capitale saudita. In carcere sono finiti 40 pakistani poiche' in Arabia Saudita e' vietato praticare qualsiasi religione che non sia l'Islam.

giovedì 21 aprile 2005

Ancora un link

Un blog del Cannocchio: Fort.

Visitatelo, merita (parere personale, of course).

Nuovi links

Ho aggiunto il blog di Bietto, il giovane blogger di TocqueVille scomparso la scorsa settimana, BattitoreLibero, KrilliX, Simplicissimus, Libertari.

Nei prossimi giorni apporterò altri cambiamenti alla lista dei link: sto pensando di raggruppare tutti i "Blog Moralmente Inferiori" in una pagina apposita, e di lasciare in homepage solo i miei link personali (o un sottoinsieme di questi). Vedremo.

Nel frattempo, buona lettura a tutti.

mercoledì 20 aprile 2005

Enemy mine

Che sia chiaro per tutti i miei 24 lettori: da liberale considero Herr Ratzinger una minaccia da contrastare attivamente, una minaccia seconda solo a quella dell'integralismo islamico.

Vedo che molti, compresi alcuni fra gli aderenti a TocqueVille, considerano positivamente l'elezione di Ratzinger: alcuni probabilmente pensano che un Papa simile non potrà che tornare utile nella lotta contro l'integralismo islamico.

Bene, se pensano questo, sono fuori strada: i vecchi schemi mentali (non per niente adottati, oggi, dalla sinistra regressista italiana) del tipo "il nemico del mio nemico è mio amico" oppure "sarà anche un figlio di puttana, ma è il nostro figlio di puttana" sono, appunto, vecchi, superati e pericolosi: si corre il rischio di fare come quel marito che, per far dispetto alla moglie, si taglia gli zebedei.

Sulla questione riporto infine due post de Il Megafono, che sottoscrivo pienamente:

1:
Noi laici liberali, dopo l'elezione di Joseph Ratzinger al soglio pontificio (non lo chiamerò MAI Papa!), siamo chiamati ad una sfida idelogica enorme.
Tocca a noi mantenere vivo uno spirito critico nei confronti di un cattolicesimo che rischia di diventare oscurantista e reazionario.
Non sono credente, quindi il mio compito è limitato. I liberali cattolici, invece, hanno il fardello più pesante: fare breccia dall'interno, creare una vasta area di cattolici "illuminati" che combattano le nefandezze che Ratzinger potrebbe compiere.
2:
(da www.corriere.it)

Guardiano intransigente del dogma cattolico, Ratzinger è contrastato dai cattolici progressisti. Dal 1981 ad oggi i suoi «no» sono innumerevoli: no alla teologia della liberazione, no al sacerdozio femminile, no al matrimonio dei preti, no all’omosessualità, no alla Turchia in Europa, no persino anche alla musica rock poiché «espressione di passioni elementari» e veicolo di messaggi satanici. Ha, poi, definito la normativa che consente l’aborto una «cultura della morte» e ha messo un freno al dialogo interreligioso con il documento «Dominus Jesus».

martedì 19 aprile 2005

Volevate un Papa nero?

Siete stati accontentati.

Urgent Help Needed By Iranian Students' Movement

Gli studenti iraniani lanciano un appello affinché il loro sito Web possa continuare a esistere e a svolgere la sua funzione di lotta e controinformazione nei confronti del regime teocratico iraniano.

Contribuire, anche con un solo euro, al finanziamento della loro struttura, significa contribuire a mantenere viva la voce della resistenza (sì: la Resistenza) iraniana, significa contribuire a diffondere in Iran e all'estero una informazione non censurata, non filtrata dal regime.

Significa contribuire a esercitare sul regime iraniano delle pressioni internazionali pacifiche, non militari, che potrebbero affrettarne la caduta anche in assenza di un (ipotetico) conflitto armato - una soluzione che dovrebbe essere considerata appetibile da tutti, in primo luogo dai pacifisti occidentali.

Tanti minuscoli contributi possono produrre un flusso enorme di denaro: ricordate le decine di milioni di euro raccolti in Italia via SMS, in occasione dello tsunami del 26 dicembre?

Basterebbe una piccola frazione di quell'impegno per permettere alla resistenza irachena di mantenere viva una delle sue voci più autorevoli.

Fatelo: aiutateli concretamente, nei limiti delle vostre possibilità. Non lasciateli soli.

Ecco il testo dell'appello (grazie a Freethoughts per la segnalazione):

SMCCDI (Urgent Action Call)
April 18, 2005

Dear Iranian Compatriots, Dear World's Freedom Lovers,

We need desperately your valuable help in order to continue
to exist and respond to our duties and moral obligations.


In the last twenty-six years, whether in Iran or abroad,
all of our lives have been affected negatively by the
Islamic regime and its desire to destroy Iran and Iranians
alike. We have witnessed the inhumane ideas of this regime,
and we don't cease to be horrified at the lengths this barbaric
theocracy has reached in its ability to terrorize Iranians
as well as the international community. Most of us Iranians
have dealt with the reality that the international
community did nothing to stop the holocaust of our people
and our country at the hands of this tyrannical regime. We
know the freedom of Iran and the end of the regime of
terrorists in our country lies in our own hands.

In a surprising twist of fate, for the first time in
twenty-six years, the President of the United States
directly spoke to Iranians during his State of the Union
Address in February of 2005. For the first time, the leader
of the most powerful country in the world has proclaimed
support for Iranians committed to returning freedom and
democracy to Iran by ending the Islamic terrorist regime.
If pro-democracy endeavors are not supported during this
short window of opportunity, Iranians may never see freedom
in Iran again.

With this in mind, the Islamic regime has actively been
working in Iran and abroad to make sure freedom fighters do
not have the chance to use this window of opportunity.
After President Bush's proclamation of support for Iranian
freedom fighters, the Islamic regime has embarked on a
campaign to separate any unified forces of opposition who
seek freedom and democracy for Iran.


One such group, "Student Movement Coordination Committee
for Democracy in Iran" (SMCCDI), has always been on the
forefront of the opposition movement against the regime of
terror. This opposition group has been a key figure in
aiding the freedom fighters in Iran with the aim of
establishing a secular political structure elected by the
majority of Iranians and returning human rights to Iran.
By way of its web site, SMCCDI has been a major source of
political inspiration for many young Iranians striving for
modernism and democracy.

Our analysis or public statements called for some of the
successful demonstrations, protest actions or boycotts of
Islamic regime's events or sham elections which took place
in Iran and abroad, such as, in US, France, UK and Italy.
Hundreds of hours of satellite TV and radio programs based
on SMCCDI's materials or interviews made with its members
have been one main source of enlightenment and action for
millions of young Iranians striving for freedom and
modernism.

From the defense of students and the support of Iranian
women, voicing up the legitimate aspirations of teachers
and workers to the very clear promotion of secularity,
SMCCDI has always been at the forefront!

Many of you do remember how we promoted this today
undeniable principles of "Secularity" and "Real Democracy"
at times that most were promoting sham "reforms from within
the frame of theocracy" or the masquerade named "Islamic
Democracy"!

Our group has also been an integral part of bringing
important and timely reports from inside Iran and has been
sited by reputable news sources such as The Washington
Times, The Los Angeles Times, The World Tribune, The New
York Sun, The Wall Street Journal, The National Review, The
Salon, The Insight Magazine, The Pittsburgh Post Gazette,
The Front Page Magazine and CNN in the US; The National
Post and The Ottawa Citizen in Canada; Le Figaro and Le
Parisian in France; Corrier Della Sera, Il Foglio, Il
Reformista and Opinione in Italy; Prima in Russia; The
Financial Times and The Herald in UK; Berliner Zeitung and
Jungle World in Germany; The Japan Today in Japan to
name a few.

SMCCDI also stood firmly against those Islamic
republic apologists and lobbyists who intended to
legitimize the Islamic republic by promoting ties between
the US and Mullahcracy. Nor their threats or nor a long and
legal procedure were not able to make us bent in front of
political Machiavellism and those building money or fame on
the blood of our countrymen and freedom fighters!

Those of you familiar with our work can back our claim!


Sadly, due to dwindling funds, SMCCDI's web site,
(
http://www.daneshjoo.org also known as
http://www.iranstudents.org ), as well as its aid to
members and freedom fighters in Iran, has been diminished.
Presently, the web site has had to be brought down, as of
Friday April 15th, and the survival of this group depends
on your responsible donations.

The SMCCDI website gets 45,000 to 65,000 visits each day
with picks of 183,000 hits on key dates such as July 9th
(anniversary of Students' Uprising of 1999).
SMCCDI also sends its Reports, Statements and Urgent Calls
to Action via its well developed mailing lists
(
peyk@daneshjoo.org or list@daneshjoo.org) with
several thousands of subscribers.

If SMCCDI does not have the financial support it
desperately needs, it will be the end of one of the most
powerful sources of opposition and information against the
Islamic terrorist regime. During this crucial time when the
window of opportunity has been opened by International
parameters, and with the world watching, Iran's future
depends on the work of such powerful opposition groups.

Now is the time for action!


Your financial support of any amount is desperately needed
for the continuance of SMCCDI's fight for freedom and
democracy. SMCCDI is a force used greatly by our beloved
students in Iran who have devoted their lives and put their
livelihoods at risk in order to end terror and dictatorship
in Iran.

Help us to exist and continue our mission!
Help us to help millions of colleagues and fellow
countrymen and countrywomen to voice up!

You can help online by the use of the well trusted
"Paypal" Internet solution known to many and used by some
very reputable non commercial entities or online stores.

1- Please to go to the secure Paypal website at:
https://www.paypal.com/cgi-bin/webscr?cmd=p/ema/index-outside

2- Open a free account that can be also useful for many
other purposes of your daily life.
https://www.paypal.com/cgi-bin/webscr?cmd=_registration-run

3- Send the amount of your non tax deductible donation by
charging your Credit Card via Paypal for our e.mail
address:
SMCCDI@DANESHJOO.ORG (SMCCDI - Daneshjoo)

4- You can also make an electronic or online check payment
which will be debited from your banking account.

Please note that
http://www.Paypal.com , which is a
certified online banking 1/3 party, keeps your Credit Card
or any of your banking references hidden from us and is
just forwarding your gracious help minus a reasonable
transaction fee.

Please make the difference!
We have never asked for such help, but we need it now for
the sake of many!!

If you can't, please forward this Call for Help to those
who you think they can....

We need your help!!!
We need all help possible!!!
Key and decision making dates are approaching!!
Help us to live and mobilize more than ever!

We do express to those of you, who understand our message,
our deepest gratitude in advance.

Long Live Freedom!
Long Live Secularism!
Established be Democracy!

The "Student Movement Coordination Committee for Democracy
in Iran" (SMCCDI)


lunedì 18 aprile 2005

Che la terra gli sia lieve

Fabio, uno dei membri più giovani della nostra comunità, è morto.

Aveva solo 17 anni.

Qui il suo blog, qui il sito del suo professore, che ha dato la triste notizia sul Web.

Se volete, lasciate un saluto sul suo blog: se non lui, qualcuno vicino a lui lo leggerà.

Un abbraccio ai suoi genitori e a chi lo conosceva e gli voleva bene.

Fotografi una donna col cellulare? Mille frustate

Anzi: mille frustate, dodici anni di carcere e 20.000 € di multa.

Tutto questo nella tollerante Arabia Saudita, guardiana della religione islamica, ma fra un decennio o due potrebbe succedere anche qui in Eurabia (vedi situazione in Olanda, e non solo).

Speciale Theo Van Gogh

Ottimo approfondimento di JimMomo sul sito di Radio Radicale.

L'avreste mai detto?

Sono un Repubblicano del Sud.

martedì 12 aprile 2005

I nefasti effetti della legge 40

Quello che molti paventavano si sta puntualmente verificando:
Fecondazione: aumentano del 20% i viaggi all'estero

ROMA - Anche a causa della legge 40 sulla fecondazione assistita, le coppie italiane scelgono di andare all'estero per sottoporsi ai trattamenti anti-sterilita'.

In Italia "il turismo procreativo e' cresciuto del 20% mentre il tasso di gravidanza si e' ridotto, mediamente, di un terzo". Lo denuncia l'associazione "L'altra cicogna" che riunisce persone con problemi di sterilita'.

Sotto accusa il limite di tre embrioni e il divieto di congelamento che "hanno indotto i medici ad aumentare i cicli di trattamento ormonale con ripercussioni sulla salute psicofisica della donna".

Sul referendum che si terra' il 12 giugno l'associazione votera' "quattro Si'".

(fonte: Corriere della Sera)

Sole o non sole, mare o non mare, il 12 giugno io andrò a votare, e voterò .

lunedì 11 aprile 2005

Theo Van Gogh? Cancellato

Cancellato dai nazisti islamici e da chi cede alle loro minacce, nascondendosi dietro il dito della "preoccupazione per il pubblico".

Cancellato dal suo produttore che, sotto la pressione degli integralisti da una parte e dei servizi di sicurezza olandesi dall'altra, ha deciso di ritirare a tempo indeterminato l'opera.

Cancellato dal Corriere della Sera che definisce "Submission", il film che è costato la vita a Van Gogh, un film "anti-islamico": esattamente la definizione che del film hanno dato, non a caso, i fanatici integralisti che hanno decretato ed eseguito la condanna a morte del regista olandese.

In realtà il film si limita a denunciare la condizione della donna nel mondo islamico: non fa propaganda, si limita a riportare dei fatti, si limita a dire delle verità, verità evidentemente scomode, intollerabilmente scomode per gli estremisti islamici.

Mi associo all'invito di Rabbi': scaricate e diffondete il film (23,4 MB di download, in formato Windows Media Player), riportate la notizia della sua cancellazione dai circuiti ufficiali, parlatene, sollevate la questione.

Ccome dice Rabbi':
Ritirare un film per la minaccia dei terroristi. Come possiamo dargliela vinta?
Allora ritiriamo tutte le opere di Salman Rushdie, ritiriamo tutte le Bibbie cattoliche, ritiriamo Emma Bonino che difende le donne musulmane oppresse.
Appunto: vogliamo dargliela vinta? Vogliamo girare la testa dall'altra parte, per quieto vivere?

Vogliamo fare finta che la cosa non ci riguardi, non ci tocchi direttamente?

Vi ricorda niente, questo?
Prima vennero per gli ebrei
e io non dissi nulla perché
non ero ebreo.

Poi vennero per i comunisti
e io non dissi nulla perché
non ero comunista.

Poi vennero per i sindacalisti
e io non dissi nulla perché
non ero sindacalista.

Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno
che potesse dire qualcosa.

(Martin Niemoeller, pastore evangelico deportato a Dachau)

lunedì 4 aprile 2005

Un disastro annunciato

A meno di - ormai improbabili - sorprese dell'ultimo momento in Puglia, la partita si chiude sull'11 a 2 per la sinistra.

Si è ripetuto, in forma speculare, quello che era successo nel 2000, quando le regioni amministrate dallo schieramento ulivista erano passate in blocco (tranne il nocciolo duro delle tradizionali "regioni rosse") alla Casa delle Libertà.

Come molti, davo per scontato che le regionali sarebbero state perse dal centro-destra, ma non mi aspettavo una simile débacle, aggravata se possibile dalle prime reazioni di alcuni esponenti della CdL, impegnati a rilasciare dichiarazioni francamente sconcertanti:

"il voto è stato influenzato da fattori locali": si trattava infatti di elezioni amministrative, cioè "locali" per definizione;

"quello che conta non sono le Regioni vinte o perse ma i voti complessivi": peccato che il sistema elettorale dica il contrario: non vince le regionali chi raccoglie più voti "a livello nazionale", ma chi riesce a far eleggere, regione per regione, i propri candidati;

e potrei portare altri esempi, ma penso che il quadro sia già chiaro.

A giudicare dai dati finora disponibili, non si può dare la "colpa" dell'accaduto neanche alla scarsa partecipazione al voto degli elettori di centro-destra, tanto paventata nei giorni scorsi, perché di fatto l'affluenza risulta essere di appena il 2-3% più bassa rispetto al voto amministrativo di cinque anni fa (e in Puglia pare addirittura risultare superiore, sia pure di un modesto 0,3%).

Insomma, di sconfitta si tratta, e di sconfitta pesante: ora resta circa un anno e mezzo per raddrizzare la barca, correggere la rotta ed evitare il naufragio alle politiche.

Ai confini della decenza - e oltre

Sono abbastanza vecchio per ricordare la morte di almeno tre Papi, prima di questo, ma non ricordo di avere mai visto tanta retorica e tanto ipocrita conformismo in occasione della morte dei precedenti Pontefici, con l'aggravante che questo è stato seppellito dai media mentre era ancora vivo (Ferrara direbbe "a corpo ancora caldo"; per soprammercato, nel suo caso anche la sua mente era ancora presente e lucida).

Sette reti televisive nazionali su sette hanno preso fin da giovedì a trasmettere interminabili necrologi (coccodrilli, in gergo) del Papa a Papa ancora vivo, a corpo ancora caldo e cosciente, e a sparare edizioni straordinarie per i motivi anche più banali: sabato sera, ad esempio, Italia 1 ha interrotto la normale programmazione verso le 20 per lanciare l'ennesima edizione straordinaria - attimo di tensione: vuoi vedere che è morto? Ma no: l'edizione straordinaria va in onda solo ed esclusivamente per far conoscere ai telespettatori le sensazioni che provano i fedeli raccolti in piazza San Pietro (insomma, le solite stronzate in stile La vita in diretta: "cosa prova, lei, in questo momento?" o ancora: "il Papa sta morendo: quali sono i suoi pensieri, in proposito?" e così via).

Lo sport ufficiale, calcio professionistico in testa, ha deciso di fermarsi, la RAI si è astenuta dal trasmettere il Gran Premio di Formula 1 del Barhein, e alcuni sconsiderati si sono spinti fino al punto di suggerire che forse, visto il momento, sarebbe stato il caso anche di rimandare le elezioni.

Rimandare le elezioni? Ma siamo matti?
E la laicità dello Stato, e il principio di separazione fra Stato e Chiesa?
E il rispetto per chi cattolico non è? Va praticato solo quando a chiederlo (a pretenderlo) sono gli immigrati musulmani, ma non vale (più) per i cittadini italiani di altre fedi, oppure atei, o agnostici?

Ricordo che proprio in occasione dell'attentato al Papa, alla vigilia di un importante referendum, l'ipotesi di rimandare il voto praticamente non venne neanche presa in considerazione; ricordo anche che dopo gli oltre tremila morti dell'11 settembre, quella stessa sera, a cadaveri ancora caldi e sepolti sotto le macerie, le squadre italiane giocarono comunque le partite delle Coppe europee (e l'11/9 fu davvero un evento eccezionale - la morte di un Papa, invece, è un evento in un certo senso nella natura delle cose: nessuno vive in eterno, e in particolare di questo Papa è nota ormai da parecchi anni la travagliata storia clinica).

A guardare le televisioni e a leggere i quotidiani italiani di questi giorni un marziano probabilmente ricaverebbe l'impressione che l'Italia sia l'equivalente occidentale e cristiano di una Repubblica fondamentalista islamica, una specie di Arabia Saudita adagiata nel Mar Mediterraneo, e non sarebbe certo la lettura dei quotidiani "di sinistra" o la visione delle trasmissioni "cristiano-talebane" della Rete 3 della RAI a smentire questa impressione: finiti i tempi in cui Cuore salutava l'ascesa di Karol Wojtyla al Soglio Pontificio con una vignetta in cui un tipico ornamento delle sinistra commentava: "E' biondo, beve birra e odia gli ebrei" - insomma, lo stereotipo dello sporco nazista - ora RAI 3, la stampa e i blog moralmente superiori si disperano per il Papa nogglobal, pacifista e anticapitalista - salvo poi avere delle "piccole" (ri)cadute di stile, come quando si tratta ad esempio di criticare con i soliti toni "sobri e smorzati" la dottrina cattolica in campo sessuale o come qundo si tratta di far vedere quanto si è "laici" (o forse, più semplicemente, laidi).

Due esempi per tutti?

Questo:

Son giorni in cui mi piacerebbe tanto essere neocona. Sarebbe bello avere la certezza matematica, anzi, teologica, delle mie ragioni...

(...)

...e ignorare beatamente che la parte politica che sostengo mi vorrebbe vedere scalza e incinta ogni giorno della mia vita, salvo poi prendere i miei figli, che si sono arruolati nell'esercito per sfuggire alla disoccupazione, e mandarli a crepare al fronte. Sarebbe bello essere così serenamente ottusa, governata da testosteroni bellici non miei. Sai che riposo, la vita.
(Fossi in lei non mi preoccuperei troppo: non mi pare, infatti, che stia sforzando il cervello più di tanto - a occhio e croce, se questo è il massimo che riesce a fare, un paio di neuroni dovrebbero già essere più che sufficienti per fare andare avanti la baracca. )

Oppure questo:

Almeno trecento persone si stanno divertendo maledicendo il dio dei cristiani e i loro sacerdoti in piazza Vittorio Veneto a Torino. Vieni anche tu!

La festa sta entrando nel vivo, almeno trecento persone di ogni ceto sociale e nazionalità si stanno divertendo alla faccia della feccia cattofascista.

Chiunque si trovi nei dintorni di Torino venga a brindare con noi, divertimento assicurato!

Festa antipapale per la morte di Karol il maiale!

Tra breve posteremo le foto.

Qui direi che basta un commento al post apparso sempre su Indymedia:
certo che mi fate schifo, io sono comunista, e un convinto pacifista, odio le religioni ma rispetto chi crede e rispetto la vita umana...
siete delle bestie come i fascisti...
mi fate schifo

Eh sì, Wojtyla è tuttora un Papa molto amato dai nostri brillanti "anti-capitalisti, anti-imperialisti, comunisti" - ma solo quando fa loro comodo, ovviamente.

L'Iran ha acquistato missili in grado di trasportare testate nucleari

Il neo-presidente Ukraino Viktor Yushchenko ha dichiarato che Kiev, sotto il precedente governo filo-russo, avrebbe venduto illegalmente a Iran e Cina alcuni missili "da crociera" in grado di trasportare testate nucleari.

Non solo i missili, con un raggio d'azione di 3.200 chilometri - almeno sei X-55, identificati in ambito NATO con la sigla AS-15 - sono in grado di trasportare testate nucleari, ma la loro disponibilità potrebbe far fare un grosso salto di qualità al programma nucleare militare iraniano, consentendo ad esempio di copiare la loro tecnologia per incrementare ulteriormente la portata di quello che attualmente è il più potente missile iraniano (derivato da un precedente modello nord-coreano: quando si dice l'Asse del Male...), lo Shahab-3.
Ukrainian President Viktor Yushchenko said in an interview late Thursday that nuclear-capable cruise missiles were sold illegally to Iran and China under Kiev’s previous regime.

“I confirm this, though I do so with bitterness,” Yushchenko, who will make an official visit to Washington next week, told NBC.

He said the X-55 missiles were exported under a forged contract that had Russia as the country of destination, but did not say when the sale took place. A copy of the contract obtained by NBC appeared to bear clearance stamps for the export of 20 missiles to the Russia, which has denied any role in the sale, NBC said.

No nuclear warheads were sold with the missiles, made in 1987 which have a range roughly of 3,200 kilometers (2,000 miles) and were poorly maintained, according to a Ukranian source familiar with the investigation.

US intelligence officials quoted by NBC said China and Iran each obtained six missiles.
Ukrainian officials have offered conflicting accounts of the number of rockets delivered.

Despite lacking nuclear warheads, the rockets could advance Iran’s alleged quest for nuclear weapons -- they could reverse engineer the missiles, and double the range of its most powerful rocket, the Shahab-3, US intelligence officials told NBC.

(Khaleej Times - continua)

According to media reports, Ukrainian President Viktor Yushchenko confirmed recently that Ukraine secretly and illegally sold nuclear-capable cruise missiles to Iran and China under the former government of President Leonid Kuchma.

Yushchenko said that a shipment of 20 X-55 missiles was exported under a false contract that listed Russia as the destination. Russia has denied any involvement in the case.

There is an international cry for these two countries to return the illegal weapons and disarm as soon as possible.
The smoking gun reveals a fact that no one really knows what else these two countries really got through a concerted smuggling process and using the international non-conventional arms dealers in Russia and elsewhere.

The biggest danger is the fact that these two countries may decide to hand over the missiles to the terrorists like Al-Queda who can then use them to create a total havoc in the world!

(India Daily)


L'Iran finanzia i terroristi palestinesi

Secondo fonti palestinesi l'Iran, attraverso gli Hezbollah libanesi, ha offerto anche di recente somme di denaro in cambio di attentati suicidi al fine di compromettere la tregua fra Israele e ANP:
PALESTINIAN fighters have revealed that Hezbollah, the militant Lebanese group backed by Iran, is offering to pay for attacks aimed at shattering the fragile truce with Israel.

Ariel Sharon, the Israeli prime minister, has made it clear that one suicide bomber in Tel Aviv could prompt him to abandon negotiations with the Palestinian Authority, and may even delay Israel’s disengagement from Gaza, which is planned for July.

In the first concrete evidence of Iranian interference in the Israeli-Palestinian conflict the men, all on Israel’s most wanted list, said they had received payments of up to $9,000 (about £4,800) sent by Hezbollah to the West Bank for attacks against Israel during the past four years.

They said that most of the money from Hezbollah had been sent to Islamic Jihad, the militant fundamentalist group that has sent suicide bombers into Israeli cities. The men, members of the al Aqsa Martyrs’ Brigades — the military wing of Fatah, the secular group founded by Yasser Arafat — knew of the payments because they liaised with Islamic Jihad in their area, near the West Bank city of Nablus.

“They would send Islamic Jihad money in amounts of something like $4,000,” said Ala’a Sanakreh, the 27-year-old leader of the group. “It’s easy — they just use Western Union.”

(Sunday Times - continua)


sabato 2 aprile 2005

Iran sempre piu' pericoloso, Europa e Francia sempre piu' inerti

Secondo notizie riportate da fonti dell'opposizione iraniana, il regime di Teheran avrebbe stanziato 2,5 miliardi di dollari per l'acquisto di tre testate nucleari:
Iran allocated $2.5 billion to obtain three nuclear warheads last year, an exiled Opposition group has said, without saying whether Iran had secured any of the warheads.

Iran's so-called supreme mullah leader mullah Ali Khamenei had told defence minister to take steps to obtain nuclear warheads. "In mid-2004, Khamenei allocated $2.5 billion to obtain three nuclear warheads."

Iran's mullahs also speeding up work on a reactor south of Tehran which could produce enough plutonium for an atomic bomb by 2007.

Iran says its nuclear programme will be used only to generate electricity. But Washington and European countries fear Iran could use its nuclear plants to produce bombs.
(Persian Journal)

Così Iran Focus:
The Iranian regime is on a fast-track to obtain nuclear weapons, according to the National Council of Resistance of Iran, the main opposition coalition, who made new revelations at a press conference in Paris today.

Mohammad Mohaddessin, chairman of the Foreign Affairs Committee of the NCRI, told reporters that Iran's Supreme Leader Ayatollah Ali Khamenei had allocated 2.5 billion dollars to acquire three nuclear warheads.

“Khamenei has told Shamkhani, the Iranian regime’s Defence Minister, that obtaining a nuclear bomb would guarantee the survival of the Iranian regime forever”, Mohaddessin said.

He also accused Tehran of speeding up work in Arak, the site of a massive heavy-water plant.

“The Iranian regime is engaged in an all-out and expeditious effort to complete the Qatran Complex in Arak (central Iran). The objective is to obtain plutonium to build a nuclear bomb”, he said.

“The site is also used to generate small-scale electricity and major scientific laboratory tasks that are carried out for plutonium production.

“Based on our information, in the first phase, this reactor will produce about 8 to 10 kilos of plutonium that could be used for a nuclear bomb”.

“Arak’s heavy water facility is composed of three main parts and nine subsidiary units. The latter have begun their work since a year ago. At present, two main units of the facility are at production stage and produce eight tons of 15% heavy-water. With the completion of the third unit, the complex will increase heavy-water production from eight to 16 tons. Heavy-water will increase from 15 percent to 99.8 percent”, he said.

“Mesbah Energy Company, affiliated with the Atomic Energy Organization of Iran, is responsible for operating this facility”, he said.

Mohaddessin charged that an engineer called Manouchehr Madadi was supervising the research and development of Arak’s heavy-water facility and that he reports to another engineer by the name of Dariush Sheibani who works for the Mesbah Energy Company.

Also a confidential report by the Iranian parliament which the opposition had obtained, entitled, ‘An appraisal of the conduct of the Atomic Energy Organization’ and prepared in February 2004, was shown to reporters.

The report stated, “Unfortunately, the Majlis was unaware of these two major projects and affiliated programs. It is not clear to the legislative branch from where the budget for these projects were provided. Nor was it aware of how this project began and implemented. In the government’s three-year activity report no mention was made of these projects”.

“This report clearly reveals Tehran’s intentions about its nuclear programs, so much so that the even the parliament is unaware of them and the budget is allocated outside the normal budgetary process overseen by the Parliament”, Mohaddessin added.

The latest revelations follow information released last week by the Iranian Resistance to the international community regarding Iran’s suspected nuclear weapons complex in Parchin, south of Tehran.

The NCRI charges that secret underground tunnels have been set up at the sight and that Tehran may have already begun enriching uranium there using laser technology.

Mohaddessin told reporters that the latest information were provided by the main Iranian opposition group, the People’s Mojahedin Organisation of Iran (PMOI), and their supporters with access to high-level information inside Iran.

Since August 2002, the NCRI has earned a record for its nuclear revelations, which included the heavy-water complex in Arak as well as a massive uranium enrichment plant in Natanz.
Tanto per cambiare, Unione Europea e Francia sono "simpaticamente distratte":
Mohaddessin criticised the European Union making particular reference to the French government for its “policy of appeasement vis-à-vis the Iranian regime’s nuclear weapons program”. He said that France’s decision to invite the regime’s president Mohammad Khatami to Paris next week “simply convinces the mullahs that they could continue to vigorously pursue their nuclear weapons program”.

He called on the international community to develop a firm policy against the Iranian regime for its pursuit of nuclear weapons and to send Tehran’s nuclear file to the United Nations Security Council. (Iran Focus)

Nel frattempo i lavori alla centrale nucleare di Arak, che sarà in grado di produrre plutonio per armi nucleari, sono molto più avanti di quanto il regime vorrebbe far credere: secondo alcuni gruppi dell'opposizione il reattore non entrerà in funzione, come detto all
'International Atomic Energy Agency (IAEA), nel 2014, ma già entro il 2007.

I leader del regime islamo-nazista iraniano hanno ribadito più volte esplicitamente la loro intenzione di usare armi nucleari per "risolvere una volta per tutte il problema rappresentato da Israele"; in particolare, hanno anche dichiarato che la distruzione di Israele potrebbe costare alla comunità islamica "al massimo quindici milioni di morti", in caso di rappresaglia nucleare israeliana, e hanno definito questa perdita come "accettabile, in cambio della fine degli ebrei".