lunedì 4 aprile 2005

Un disastro annunciato

A meno di - ormai improbabili - sorprese dell'ultimo momento in Puglia, la partita si chiude sull'11 a 2 per la sinistra.

Si è ripetuto, in forma speculare, quello che era successo nel 2000, quando le regioni amministrate dallo schieramento ulivista erano passate in blocco (tranne il nocciolo duro delle tradizionali "regioni rosse") alla Casa delle Libertà.

Come molti, davo per scontato che le regionali sarebbero state perse dal centro-destra, ma non mi aspettavo una simile débacle, aggravata se possibile dalle prime reazioni di alcuni esponenti della CdL, impegnati a rilasciare dichiarazioni francamente sconcertanti:

"il voto è stato influenzato da fattori locali": si trattava infatti di elezioni amministrative, cioè "locali" per definizione;

"quello che conta non sono le Regioni vinte o perse ma i voti complessivi": peccato che il sistema elettorale dica il contrario: non vince le regionali chi raccoglie più voti "a livello nazionale", ma chi riesce a far eleggere, regione per regione, i propri candidati;

e potrei portare altri esempi, ma penso che il quadro sia già chiaro.

A giudicare dai dati finora disponibili, non si può dare la "colpa" dell'accaduto neanche alla scarsa partecipazione al voto degli elettori di centro-destra, tanto paventata nei giorni scorsi, perché di fatto l'affluenza risulta essere di appena il 2-3% più bassa rispetto al voto amministrativo di cinque anni fa (e in Puglia pare addirittura risultare superiore, sia pure di un modesto 0,3%).

Insomma, di sconfitta si tratta, e di sconfitta pesante: ora resta circa un anno e mezzo per raddrizzare la barca, correggere la rotta ed evitare il naufragio alle politiche.

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