venerdì 24 dicembre 2010

Auguri dal vostro ateo preferito :-)

“Yes, of course. A national holiday, in this country, cannot have an exclusively religious meaning. The secular meaning of the Christmas holiday is wider than the tenets of any particular religion: it is good will toward men—a frame of mind which is not the exclusive property (though it is supposed to be part, but is a largely unobserved part) of the Christian religion.
The charming aspect of Christmas is the fact that it expresses good will in a cheerful, happy, benevolent, non-sacrificial way. One says: “Merry Christmas”—not “Weep and Repent.” And the good will is expressed in a material, earthly form—by giving presents to one’s friends, or by sending them cards in token of remembrance … .

The best aspect of Christmas is the aspect usually decried by the mystics: the fact that Christmas has been commercialized. The gift-buying … stimulates an enormous outpouring of ingenuity in the creation of products devoted to a single purpose: to give men pleasure. And the street decorations put up by department stores and other institutions—the Christmas trees, the winking lights, the glittering colors—provide the city with a spectacular display, which only “commercial greed” could afford to give us. One would have to be terribly depressed to resist the wonderful gaiety of that spectacle.”

— Ayn Rand, The Objectivist Calendar, Dec. 1976

Wikileaks, D'Alema: "la magistratura minaccia lo Stato italiano"

Quando lo dice Berlusconi "ovviamente" sono le farneticazioni di un vecchio pazzo criminale (rivolgersi a Travaglio e Di Pietro per i dettagli); peccato che praticamente le stesse cose le pensi - e le dica, pure - Massimo D'Alema.
"Sebbene la magistratura italiana sia tradizionalmente considerata orientata a sinistra, l'ex premier ed ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha detto lo scorso anno all'ambasciatore (Usa, ndr) che la magistratura e' la piu' grande minaccia allo Stato italiano". Lo scrive l'ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli, in un cable del 2008 targato Wikileaks e pubblicato da El Pais (fonte: ANSA).
Non la mafia; non il terrorismo interno o internazionale: la magistratura.

Bene, vedremo se Repubblica e Il Fatto pubblicheranno con la dovuta enfasi anche questa notizia o se, dal momento che non contiene attacchi a Berlusconi, decideranno di soprassedere - e poi: una critica alla Sacra E Infallibile Magistratura Italiana: che vergogna, signora mia!

Aggiornamento 13:30: Quod Erat Demonstrandum.

giovedì 23 dicembre 2010

lunedì 20 dicembre 2010

Minority Report

Ieri Gasparri ha detto una cosa molto grave, spero in buonafede.
Ha detto, parlando delle preannunciate manifestazioni di protesta a Roma in coincidenza col voto finale sulla riforma Gelmini, che occorrerebbe fare come il 7 Aprile 1979, compiendo degli "arresti preventivi" per separare i facinorosi dai manifestanti pacifici.

In realtà quel 7 Aprile 1979 Calogero e altri magistrati disposero l'arresto di un gruppo di militanti di estrema sinistra, considerati vicini o addirittura organici alle formazioni terroristiche comuniste, dopo mesi e mesi di indagini; non decisero certo l'arresto su due piedi e in previsione di reati futuri ma ipotizzando reati già commessi o in corso di svolgimento da parte degli inquisiti.

Non ci fu quindi nessun "arresto preventivo", questo deve essere chiaro: Gasparri, a voler essere generosi, ricorda male i fatti di allora.

Oltre tutto, solo Gasparri pare essere convinto del fatto che in un Paese civile si possano arrestare delle persone con la motivazione che in futuro potrebbero commettere dei reati: forse è rimasto impressionato dal film "Minority report", fino al punto da confonderlo con la realtà.

Mio padre mi raccontava dei tempi del fascismo e del modo sbrigativo in cui veniva garantito l'ordine e la tranquillità: quando Mussolini si apprestava a visitare una città le autorità locali provvedevano a mettere temporaneamente in gattabuia tutte le potenziali "teste calde", e a rilasciarle solo dopo che il Duce era ripartito. Questa pratica, naturalmente, era ed è tuttora comune anche nei regimi comunisti.

Il fatto che Gasparri sia nato e cresciuto politicamente nello stesso ambiente fascistoide dell'allora "camerata" Gianfranco Fini (MSI-AN) forse spiega in parte la sua uscita, ma non la giustifica.

Vedo comunque con soddisfazione che il centrodestra nel suo complesso, dai ministri Maroni e La Russa ai principali esponenti di Lega e PdL, ha respinto al mittente la proposta di Gasparri: bene, ben fatto.

martedì 14 dicembre 2010

Il governo passa sia al Senato che alla Camera

Fiducia 314, sfiducia 311, astenuti 2: complimenti al Compagno Fini, veramente un grande politico e un abile stratega :D

martedì 30 novembre 2010

Credit where credit is due

Sedici anni di propaganda faziosa di sinistra mi stanno facendo effettivamente cambiare idea: da liberale a conservatore. Complimenti...
Ora, poi, che c'è questo, sento che potrei diventare un fan di Putin e dei suoi metodi.

lunedì 22 novembre 2010

Un Bocchino al giorno leva Fini di torno

Dall'ANSA apprendo che Italo Bocchino ha dichiarato che in caso di elezioni Berlusconi non potrà usare il nome e il simbolo del PdL "perché sono in comproprietà con Fini".
La cosa interessante, però, è un'altra: Bocchino ha aggiunto che Berlusconi non potrà neanche utilizzare il nome "il vero centrodestra" perché, udite udite,
"dal 17 maggio scorso 'il vero centrodestra' e' stato registrato da noi all'ufficio marchi e brevetti di Roma. Una ragione in piu' che prova che il suo non sara' il vero centrodestra italiano"
Dal 17 Maggio: da subito dopo la vittoria del PdL e del centrodestra alle amministrative; dal 17 Maggio: mesi e mesi prima della rottura ufficiale col PdL e con Berlusconi e del patetico tentativo di accollarne la responsabilità ("che fai, mi cacci?") a quest'ultimo.
A questo punto c'è ancora qualcuno, fra gli elettori del centrodestra, che dubita del fatto che la rottura - il vero e proprio tradimento degli elettori del PdL e del mandato da loro conferito anche a Fini, prima ancora che di Berlusconi - sia stata voluta e progettata a tavolino da Fini, contro ogni buonsenso, contro gli interessi del centrodestra e dei suoi elettori e ancora prima contro gli interessi della governabilità e quindi del Paese?
Ora, grazie a Bocchino, abbiamo la conferma ufficiale del fatto che Fini non è altro che un viscido individuo, un omuncolo, un quaquaraqua che per motivi di invidia e di odio personale - resosi conto di essere destinato a rimanere un eterno numero due, o peggio- non ha esitato a tradire il mandato ricevuto dai suoi elettori e a gettare il Paese in una crisi di cui non si sentiva proprio il bisogno.
Sarebbe questo "il vero centrodestra" registrato "già dal 17 Maggio" (sic) "presso l'ufficio marchi e brevetti" (ri-sic)?
Ho come l'impressione che stabilirlo non spetti né a Fini nè al suo Bocchino personale né a un burocrate del suddetto ufficio ma agli elettori, come si usa in democrazia: solo andando al voto potremo stabilire chi rappresenti il "vero" centrodestra, e se gli elettori si riconoscono davvero nel "Futuro" e nella "Libertà" in versione finiana: un "futuro" di inciuci da Prima Repubblica, accompagnato dalla "libertà" di essere succubi di Bersani o Vendola - noti esponenti del "vero centrodestra", giusto?

martedì 16 novembre 2010

La mia destra

Da RightNation:

"La nostra destra
La destra crede in una cosa sopra tutte le altre: la Libertà.
La destra vuole meno tasse. E vuole meno stato.
La destra crede negli italiani, e per questo rispetta la volontà che hanno espresso alle elezioni politiche.
La destra crede che lo stato, come il Governo, siano troppo spesso un problema. Non la soluzione dei problemi.
Per questo la destra vuole più mercato e sa bene che, anche in italiano, le parole “sono del governo e sono qui per aiutarla” suonano molto male.
La destra ritiene meritevoli di apprezzamento tutti i cittadini che fanno impresa, non solo quelli che danno da lavorare agli immigrati onesti.
La destra è orgogliosa delle proprie missioni in Kosovo, Afghanistan e Iraq perché è convinta di essere stata e di essere, come molte altre volte è accaduto, dalla parte giusta della storia. Non si vergogna di dirlo, e per questo lo ribadisce con forza. E cita tutte queste missioni di pace, non una soltanto.
La destra ricorda Falcone e Borsellino come due eroi e ricorda con altrettanta chiarezza quelli che stavano contro Falcone e Borsellino.
La destra crede che siano per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti ci sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità.

Io preferisco: 

La destra crede che siano per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono alla nascita naturalmente diseguali; che essi sono dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti ci sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità.

L’uguaglianza non esiste nel mondo reale, era solo un pio desiderio dei Padri Fondatori, influenzati nonostante tutto dalla bimillenaria predicazione egalitarista della Chiesa: fra i diritti naturali dell’individuo c’è ovviamente quello di potere agire in modo da recuperare e superare il gap rispetto ad altri individui più fortunati per nascita (“il perseguimento della Felicità”).

mercoledì 10 novembre 2010

Egoisti, razzisti, individualisti: in una parola, subumani

I razzisti, egoisti, turbocapitalisti d'assalto del Nord versano ai multiculturalisti, generosi, socialdemocratici del Centro e del Sud decine di miliardi di euro all'anno.

In Italia solo cinque regioni su venti danno allo Stato, sotto forma di tasse, più di quanto ricevono dallo Stato stesso.

A fare i conti sul "residuo fiscale" - la differenza fra le tasse versate dai cittadini e le spese che le amministrazioni locali e centrali coprono su quel territorio più i trasferimenti - è uno studio della Cgia di Mestre su dati 2007 (gli ultimi disponibili) di qualche mese fa.

Piemonte, Lombardia e Veneto producono un saldo positivo di oltre 50 miliardi (rispettivamente 1,2 miliardi, oltre 42 e quasi 7). Ma a garantire la "solidarietà" sono anche l'Emilia Romagna (per 5,5 miliardi) e il Lazio (per 8,7): queste cifre, messe assieme, portano il saldo totale a 65 miliardi.

Tutti con il segno meno i bilanci delle regioni del Meridione e di buona parte del centro: il saldo negativo più forte va alla Sicilia (in "deficit" per quasi 21 miliardi) e in Campania (meno 17 miliardi), ma anche la Toscana va in rosso, pur se per 776 milioni.

Il rapporto fa notare che se il Veneto non distribuisse tutta la ricchezza in più versata, ma ne trattenesse entro i suoi confini un terzo, potrebbe far sparire l'Irap e le addizionali e ridurre le tasse di oltre il 10 per cento. Non oso immaginare quali vantaggi verrebbero alla Lombardia, dall'alto dei suoi 42 miliardi di euro di "residuo fiscale".

Il malessere delle terre che "più danno" è comunque evidente: "La cosa più preoccupante - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - è l'aumento del residuo fiscale registrato tra il 2002 e il 2007. In Lombardia è salito del 47 per cento, in Piemonte del 33 e in Veneto del 32".

Drastico il commento del presidente della Lombardia Formigoni: "Viviamo una condizione di ingiustizia fiscale, la situazione non è più tollerabile. La Lombardia sostiene uno sforzo fiscale verso lo Stato maggiore del 33% rispetto alla media nazionale".

Bene, a fronte di tutto questo (Lombardia e Veneto da sole versano alle quindici regioni in deficit un cinquantina di miliardi di euro all'anno) la propaganda anti-leghista, trasformatasi presto in propaganda anti-settentrionale, portata avanti dalla sinistra "antropologicamente superiore" - oh, quanto superiore! - dopo quasi vent'anni di martellamento sta raggiungendo l'obiettivo sognato dalla parte più pura e dura della Lega, ovvero creare le condizioni per una secessione di fatto.

Devo dire che a questo punto la cosa si incastra perfettamente con il pensiero di molta gente del Nord: l'Italia appare sempre più come un Paese avviato irreversibilmente verso la decadenza e una lenta dissoluzione, tanto vale prenderne atto e prendere atto anche del fatto che esiste un'area del Paese che subisce il resto dell'Italia come una zavorra sempre più pesante, e che senza il Centro-Sud potrebbe diventare invece una delle aree più ricche d'Europa.

Si tratta, oltre tutto, di un'area politicamente e "ideologicamente" omogenea, dove i partiti di centrodestra sono nettamente maggioritari quasi dappertutto - e, in ogni caso, nelle aree più ricche e produttive - e dove la mentalità e la cultura degli abitanti è nettamente pro-capitalista, pro-mercato, anti-tasse e favorevole a uno Stato "leggero". Di fatto è già uno Stato nello Stato (socialistoide) italiano: perché non prenderne atto e separarsi?

Ogni anno il Nord "egoista" versa alle regioni del Centro-Sud dai 50 ai 60 miliardi di euro; quando scoppia una emergenza come quella del Veneto i parassiti (sì: parassiti) beneficiari di queste somme, senza le quali si ritroverebbero col culo per terra come e peggio che in Grecia - o magari a Gaza - hanno anche la faccia tosta di mostrarsi apertamente compiaciuti ("ben gli sta, a quei leghisti-egoisti-razzisti di merda!") e di irridere ai "padani" che "all'improvviso si ricordano di essere italiani" e corrono a "elemosinare" soldi a Roma (soldi, notare bene, che in realtà prima dei prelievi fiscali "solidali" erano già loro, stavano già nelle loro tasche).

A questo punto perfino io, che leghista non sono, mi chiedo cosa aspettiamo al Nord a liberarci di questi cialtroni, di questi parassiti capaci solo di fare i froci col culo - e coi soldi - degli altri: che si facciano mantenere dai politici della sinistra antropologicamente superiore, tanto, se davvero sono così superiori, non ho dubbio che sapranno come trasformare l'Italia privata della "egoista" Padania in una sorta di Germania o di Giappone del Mediterraneo, ricca e prospera come non mai: o no?


domenica 31 ottobre 2010

Tristi come un funerale sotto la pioggia

Anche quest'anno nella blogsfera italiana e sui social network in generale si registrano le solite prese di posizione contro Halloween da parte dei soliti farlocchi "antropologicamente superiori".

Si tratta di una festa consumistica (questo, tipicamente, scritto e inviato "da iPhone"), si tratta di una festa pagana (non mi pare che durante il resto dell'anno si comportino da Veri Difensori Della Fede Cristiana, ma oggi...), si tratta di una ricorrenza importata dall'estero (anche l'8 Marzo e il Primo Maggio: e quindi?) e insomma è una cosa che acuisce la Crisi Dei Valori, distrae "il popolo" dalle Cose Veramente Importanti (tipicamente, odiare Berlusconi 24/7) e tende a distruggere le Belle Famiglie Italiane corrompendole con questi riti di origine celtica-irlandese.

Io dico a queste beghine 2.0, a questi bigotti iperconnessi, a questi moralisti dde sinistra un tanto al chilo: ma farvi una spaghettata di cazzi vostri, no?!?

Possibile che non riusciate a vivere cinque minuti senza criticare qualcuno o qualcosa?

Halloween è una occasione di divertimento, un pretesto per distrarsi e uscire dalla routine quotidiana, come tante altre "feste" laiche o religiose (io, almeno, da ateo, le vivo così): possibile che per voi il fatto che ci sia gente che si diverta anche senza gli spettacolini della Guzzanti o le battutine di Spinoza sia considerato alla stregua di un crimine di guerra?

Ma sorridere, ridere perfino, di tanto in tanto, proprio no?

Siete tristi come un funerale sotto la pioggia, siete grigi, siete morti dentro: ogni mattina quando mi sveglio ringrazio il cielo di non essere come voi.

Nello specifico, poi, Halloween non mi dice niente, non lo festeggio in nessun modo, ma il punto è che non per questo mi sento moralmente (sic) obbligato a criticarlo: chi vuole lo festeggi, e chi non vuole no, tutto qui.
Non pretendo che tutto il mondo pensi e agisca come me, e lo stesso dovreste fare voialtri bacchettoni: rilassatevi, una buona volta, e lasciate che la gente si diverta come meglio crede.

sabato 9 ottobre 2010

Afghanistan: quattro italiani uccisi e uno ferito

Quattro alpini sono rimasti uccisi e uno ferito in modo grave in un attentato contro il loro mezzo blindato Lince nella valle del Gulistan, nella provincia di Farah.

I nostri militari erano a bordo di un blindato Lince in servizio di scorta a un convoglio di 70 camion civili. Gli automezzi rientravano verso ovest dopo aver trasportato materiali per l'allestimento della base operativa avanzata di Gulistan, denominata Ice. L'attentato e' avvenuto a circa 200 chilometri a est di Farah, al confine con l'Helmand.

A quanto risulta il blindato Lince è stato investito dall'esplosione di uno IED (Improvised Explosive Device) ad altissimo potenziale ed è andato praticamente distrutto; in seguito sul mezzo sono stati sparati anche colpi di arma da fuoco.

Gli altri soldati italiani di scorta al convoglio avrebbero messo in fuga gli aggressori; l'alpino ferito è stato evacuato con un elicottero ISAF e portato inizialmente nella base di Delaram, ma potrebbe in seguito essere trasferito nel più attrezzato ospedale di Farah.

I nomi dei caduti e del ferito non sono ancora stati diffusi.


venerdì 1 ottobre 2010

E se l'attentatore fosse di destra?

E se lo sconosciuto che ha tentato di uccidere Maurizio Belpietro fosse di estrema destra?
Magari un singolo individuo, un cane sciolto non appartenente a gruppi organizzati - gruppi terroristici organizzati, intendo. 

Il modus operandi non mi fa pensare al terrorismo di sinistra. Sicuramente, a giudicare da come è riuscito a dileguarsi, l'uomo aveva compiuto dei sopralluoghi per identificare le vie di fuga; altrettanto sicuramente conosceva i volti degli uomini della scorta; queste due cose sembrano, in effetti, appartenere al modo di agire delle Brigate Rosse o di Prima Linea - ma, se è per questo, anche di formazioni di destra. 

D'altra parte ci sono delle differenze non di poco conto rispetto allo "stile" brigatista: l'uomo ha agito da solo, almeno nella fase finale dell'attentato, mentre i terroristi rossi avevano il supporto, come minimo, del cosiddetto "appoggio corto", un altro terrorista armato e pronto a fare fuoco, sia per fronteggiare eventuali imprevisti (in questo caso l'inceppamento dell'arma del killer designato) sia per fornire copertura armata contro eventuali "terzi incomodi" (in questo caso il capo-scorta di Belpietro apparso inopinatamente sulle scale). 

Noto insomma una preparazione dell'attentato - relativamente - "professionale" ma una esecuzione decisamente "artigianale", ai limiti dell'improvvisazione: non esattamente il marchio di fabbrica delle BR, vecchie o nuove. 

Non scarterei quindi la pista del cane sciolto di estrema destra (in fondo "Libero" sta conducendo una pesante campagna giornalistica contro il "camerata", pardon, "liberale", pardon, "compagno" Fini) come pure, con eguali probabilità, quella del cane sciolto o del militante di una nuova formazione di estrema sinistra, probabilmente però non appartenente alla "tradizionale" cultura brigatista.



mercoledì 29 settembre 2010

Quando Bossi indica la luna...

...gli sciocchi guardano il dito. Così è successo anche stavolta: Bossi ha detto una cosa con uno scopo ben preciso, gli sciocchi hanno frainteso e gli hanno regalato un enorme spot elettorale gratuito su radio, televisioni, giornali e Internet.

Bossi è tuttora convinto - giustamente - che questa legislatura non possa arrivare alla sua fine naturale, e che sarebbe anche controproducente che ciò accadesse: una lunga agonia, con i finiani e le opposizioni che fanno il tiro a segno contro il governo e azzoppano ogni tentativo di fare delle riforme serie o anche semplicemente di varare delle leggi decenti e non frutto di macchinosi compromessi al ribasso.

Dal momento quindi che prima o poi si andrà a votare - meglio prima, secondo me - tanto vale portarsi avanti col lavoro, avrà pensato Bossi.

Nei giorni scorsi ci sono state le critiche della Marcegaglia al governo, e l'attacco frontale di Montezemolo nei confronti proprio di Bossi e della Lega: il pericolo per Bossi è che una parte dell'elettorato leghista si convinca che ormai la Lega si è troppo "romanizzata", "italianizzata", e non sia più l'unica formazione politica in grado di difendere gli interessi del Nord.

Ecco quindi che Bossi si è inventato la provocazione, peraltro banale, dell'SPQR - Sono Porci Questi Romani.

Come prevedibile, e come certamente il leader della Lega avrà previsto, si è sollevato un coro pressoché unanime di proteste, e non solo nel campo dell'opposizione.

Il risultato è che adesso Bossi è (ri)diventato "l'eroe padano" che difende il Nord in maniera anche dura, e che per questo viene "attaccato" da "Roma ladrona" e dalla cricca politico-economico-giornalistica "romanocentrica".

In pratica le reazioni al suo SPQR hanno ricompattato l'elettorato di riferimento della Lega, comprese quelle frange che da una parte iniziavano a giudicare Bossi troppo "molle" e "romano" e iniziavano a guardare con interesse ai partiti e movimenti indipendentisti più "puri e duri", e dall'altra invece consideravano Bossi un po' troppo folkloristico e iniziavano a guardare con curiosità a proposte politiche "settentrionali" ma "ragionevoli" e "vicine al mondo dell'economia" come quella di Montezemolo.

Il fatto di avere insultato i romani per Bossi è insignificante: gli elettori romani e laziali non fanno parte del bacino elettorale della Lega, e quindi su di loro quando necessario si può anche sparare a zero senza temere contraccolpi nelle urne.

Questo, sia detto en passant, è proprio quello che non capiscono quei cretini della sinistra manettara e massimalista: non puoi accusare gli elettori del centro-destra di essere dei subumani "antropologicamente inferiori", dei deficienti plagiati da Emilio Fede, dei mafiosi, evasori fiscali, puttanieri, pedofili e chi più ne ha più ne metta e poi quando arrivano le elezioni chiedere il loro voto: è chiaro che i "subumani" a quel punto ti risponderanno con una pernacchia e voteranno in massa contro di te.

La reazione alle parole di Bossi si è configurata, quindi, come un immenso spot gratuito a supporto della campagna elettorale leghista, già di fatto iniziata, e per giunta a rischio zero: i romani comunque non avrebbero votato Bossi, in compenso oggi ci sono degli elettori del Nord che gli hanno riconfermato la fiducia o hanno deciso di votare per la prima volta per lui, il novello "Alberto da Giussano".

martedì 28 settembre 2010

La solitudine dei numeri uni

A volte è difficile essere il piummeglio di tutti, colui che può a buon diritto guardare dall'alto in basso gli umili terricoli, il popolino grigio e anonimo, la noiosa plebaglia bipede: ma purtroppo (eh, sì) io sono il piummeglio, e quindi spesso e volentieri sono condannato a provare la solitudine dei numeri uni.

Prendiamo questo Nerchianera Award: scadeva ieri, ma la mia eccezionalità rispetto agli umani modello standard è tale che sono riuscito a iscrivermi e a vincerlo oggi, con ben ventiquattr'ore di ritardo rispetto alla data ufficiale della premiazione - e senza neanche ungere gli ingranaggi come d'uso in Italia nei premi letterari, cinematografici o blogosferici, passando mazzette di banconote o fornendo prestazioni sessuali vuoi sordide, vuoi dolorose, vuoi anatomicamente improbabili, se non impossibili.





La sfarzosa cerimonia della premiazione ha avuto luogo poco fa, in una cabina telefonica particolarmente affollata: oltre naturalmente ai miei fans c'erano torme di giornalisti (che a un certo punto, dopo una domanda relativa alla natura definita "vagamente imbarazzante" del premio, ho giustamente scacciato dal Tempio, come i vili pennivendoli che in effetti sono), la giuria virtuale e la madrina inconsapevole del Premio, la signorina Nadejda Nikolov, scelta per le sue evidenti qualità fisiche - leggi: le tette - a differenza di Selvaggia Lucarelli, nominata madrina di un piccolo premio concorrente in virtù della sua intelligenza nonché delle sue doti letterarie, esplicitate nell'indimenticabile best seller intitolato "Mantienimi!"

Nadejda Nikolov

Devo dire che sono molto orgoglione di essere arrivato uno, ancora una volta: il Nerchianera Award d'ora in poi farà bella mostra di sè nell'ingresso della mia umile magione.

Nerchianera Award
Certo non è stato facile vincere - ho dovuto addirittura partecipare, pensate - ma alla fine le mie indiscutibili qualità -che in questo momento non ricordo bene: ma fa niente - mi hanno portato a ricevere il giusto guiderdone.

Grazie ancora a tutti i miei sostenitori, quindi, e arrivederci alla prossima edizione.

Anch'io Sturmo & Drango

I soliti farlocchi del giro dei Macchianera Awards stanno pensando, a quanto si mormora, di "far pagare" a Uriel e agli altri blogger che hanno aderito al manifesto dello Sturmo & Drango l'iniziativa goliardica del "Nerchianera Award": quale motivo migliore per aderire al manifesto, a questo punto?
Si sa: molti nemici, molto onore - se poi i "nemici" sono una manica di fessi, meglio ancora: mi piace vincere facile.
Se anche tu, o lettore, vuoi aderire al manifesto "Sturmo & Drango", leggi qui e segui le istruzioni, da bravo.

lunedì 20 settembre 2010

Ripristinare la legalità

C'è un cialtrone di sindaco, in provincia di Brescia, che ha tappezzato il nuovo plesso scolastico del suo paese di simboli del "Sole delle Alpi", il simbolo della Lega Nord di cui è militante.

Alle prime rimostranze si è mostrato innocente come l'agnello pasquale e ha replicato che quello "non è un simbolo di partito ma un simbolo della tradizione, radicato da secoli nel territorio" e quindi non pensava di fare niente di male quando ne ho fatto mettere settecento (SETTECENTO) copie sui banchi, sui posacenere, sugli zerbini e all'ingresso del complesso scolastico sobriamente intitolato a Gianfranco Miglio.

Sarà ma, da lombardo, ho girato in lungo e in largo la mia regione, e non ricordo di avere mai visto il simbolo del sole delle Alpi (che fra l'altro a me, curiosamente, fa sempre venire in mente l'immagine di due foglie di marijuana disposte specularmente) prima dell'avvento della Lega. Ma forse ero distratto, chissà.

Dopo un certo, poco comprensibile, ritardo, il ministro Gelmini ha invitato il sindaco leghista a rimuovere i simboli di partito, e il nostro eroe celtico a questo punto ha risposto a muso duro che toglierà i simboli leghisti "solo se glielo chiederà Bossi".

Ora, a parte il fatto che prima questo genio ha cercato di spacciare la doppia foglia di ganja per un simbolo della tradizione, e quindi apolitico, e ora invece lo identifica come un simbolo leghista che solo il Grande Capo può ordinare di rimuovere dal sacro suolo padano, resta un "piccolo" particolare: l'esposizione di simboli di partito (o anche solo di parte) sugli edifici pubblici è espressamente proibita dalla legge.

La ratio è quella di tutelare la funzione degli edifici pubblici come strutture appartenenti alla (e rappresentanti la) comunità nel suo insieme, e non una sua parte - anche se questa parte rappresentasse per ipotesi il novantanove virgola novantanove per cento del totale dei cittadini.

Esempio classico è quello delle bandiere "della pace", quelle arcobaleno: anche quelle violavano la legge, e non importa se i pacifisti all'epoca sostenevano che "la maggioranza" dei cittadini era per la pace, si trattava comunque di un simbolo che rappresentava una parte e non il tutto, quindi illegale, quindi da rimuovere.

Di conseguenza, non ci sono dubbi: il sindaco di Adro è un cialtrone, e sta violando la legge - e Bossi non ha nessuna, proprio nessunissima voce in capitolo nella vicenda: l'unica voce da ascoltare e rispettare è quella della legge italiana, che per ora è in vigore anche sul sacro suolo padano, piaccia o non piaccia a chi, da Sindaco, dovrebbe rappresentare guarda caso proprio lo Stato italiano, e non le truppe leghiste o legaiole che dir si voglia.

sabato 18 settembre 2010

La solita ambiguità

Bossi ieri se n'è uscito con una boutade che sa "vagamente" di campagna elettorale preventiva: dopo l'approvazione del provvedimento su Roma Capitale ha proposto l'istituzione di una Capitale del Nord.

Ora, questo contraddice lo spirito stesso del federalismo: in tutti gli Stati federali la capitale è una e una sola, proprio a simboleggiare l'unità della Nazione e per contrastare eventuali spinte centrifughe.

Chiedere una Capitale del Nord (e domani magari anche una del Sud, per par condicio) non è federalismo, è strizzare furbescamente l'occhiolino alla parte dell'elettorato leghista che immagina il federalismo "all'italiana" come un passaggio intermedio verso la secessione della Padania.

sabato 11 settembre 2010

Io ricordo

Oggi è il nono anniversario del 9/11, gli attentati alle Twin Towers e al Pentagono. Nove anni, e sembra ieri.

Ricordo benissimo dov'ero e cosa stavo facendo, proprio come gli americani della precedente generazione ricordano dov'erano e cosa stavano facendo quando i media diffusero la notizia dell'assassinio di JFK.

Non credo che dimenticherò mai quel giorno, come non dimenticherò mai chi ha festeggiato quel massacro: ad esempio, i palestinesi.

Le immagini sono "stranamente" sparite quasi subito dai circuiti internazionali e non sono più state trasmesse, ma io le ho viste, quel giorno. Ho visto i palestinesi scendere in strada esultando e ringraziando allah, e i titolari dei bar regalare dolcetti ai passanti per festeggiare il lieto evento rappresentato dal massacro di migliaia di persone inermi.

No, io non dimentico.

venerdì 10 settembre 2010

Il mondo alla rovescia

Questa storia del pastore evangelico della Florida che l'11/09 intende bruciare una copia del Corano è veramente assurda.

Tutto il mondo si è affrettato a condannare il gesto perché potrebbe scatenare degli attentati e delle violenze di piazza da parte degli integralisti islamici: tutto il mondo "libero" (?) terrorizzato all'idea che un curato di campagna american style bruci un libro che solo alcuni considerano un testo sacro: per gli altri è solo un libro, dai contenuti pregevoli o disdicevoli quanto si vuole, ma solo un libro, come la Bibbia o i testi di Ron Hubbard e della sua Scientology.

Insomma, se gli integralisti islamici uccidono, poverini, non è a causa del loro fanatismo, che li porta ad aggrapparsi a qualsiasi pretesto per "giustificare" la loro bestiale sete di sangue "infedele": la colpa è di un oscuro e fino a ieri sconosciuto imbecille che ha deciso di fare un gesto violento sul piano simbolico ma comunque simbolico, e che nessuna persona normale potrebbe prendere a pretesto per uccidere degli esseri umani. 

Ogni anno nel mondo migliaia di cristiani vengono uccisi in quanto cristiani e quindi "infedeli", e quasi sempre a ucciderli sono degli estremisti islamici; non si contano le profanazioni di chiese, le Bibbie bruciate o strappate; la prima cosa che hanno fatto i bravi musulmani palestinesi appena gli israeliani si sono ritirati da Gaza è stata bruciare le sinagoghe, una cosa che finora avevano fatto solo i nazisti nel secolo scorso: avete visto masse di cristiani, protestanti o cattolici, dare la caccia ai musulmani casa per casa per linciarli, organizzare delle stragi sui mezzi pubblici del Cairo o di Teheran, assaltare le ambasciate dei Paesi islamici, bruciare pubblicamente le bandiere di questi Paesi come non perdono occasione di fare gli alfieri della "Religione di Pace e di Tolleranza" con le bandiere dei Paesi "crociati"?

Se i cristiani e gli ebrei dovessero reagire come promettono di fare - e hanno già fatto in passato più volte - gli integralisti islamici, i musulmani sarebbero quotidianamente vittime di attacchi armati, attentati kamikaze e linciaggi in tutto il mondo, e l'intero pianeta sarebbe perennemente in fiamme - ma, guarda caso, non lo fanno: loro non lo fanno.

Evidentemente quindi il problema non è un singolo pastore evangelico che intende bruciare una singola copia del Corano: il vero problema sono i fanatici musulmani, che prendono a pretesto qualunque cosa per agire contro chi non si converte alla loro religione portando morte e distruzione fra gli "infedeli". 

Una cosa è certa, infatti: se anche il pastore evangelico dovesse rinunciare a bruciare un libro - cosa peraltro non proibita dalle leggi: e ci mancherebbe, anche - questo non significherà la fine del terrorismo islamico e l'abbandono degli atteggiamenti arroganti, violenti, intolleranti e intimidatori da parte degli integralisti musulmani: in realtà non hanno neanche bisogno di pretesti, perché per loro gli infedeli possono fare solo due cose, o convertirsi o morire.

Questo è il punto: il fatto che basti un pretesto come un libro dato alle fiamme per scatenare una caccia all'infedele a livello mondiale, non la stupida e futile iniziativa di un pretucolo di campagna. 

giovedì 9 settembre 2010

Il (di)Partito Democratico

A parte le considerazioni generali sul pericolo per la democrazia rappresentato dallo squadrismo di sinistra, fa davvero impressione vedere lo stato in cui versa il (di)Partito Democratico: un morto che cammina, un partito letteralmente allo sbando, incapace ormai persino di garantire il regolare svolgimento di un normalissimo dibattito in casa propria, incapace di impedire che i propri ospiti, dai sindacalisti alla alte cariche dello Stato, subiscano aggressioni squadriste nell'ambito della "Festa" nazionale del partito - una situazione unica in Europa, anzi in tutto il mondo civile.

Avanti così

Dopo la gazzarra intimidatoria contro il Presidente del Senato Schifani, ieri alla Festa del PD a Torino aggressione squadrista contro Bonanni della CISL da parte della sinistra fasciocomunista.

Avanti così, dalla guerra civile strisciante degli ultimi anni verso la guerra civile vera, guerreggiata, e l'inevitabile contraccolpo autoritario: questa feccia sta concretamente mettendo a rischio quella libertà e quella democrazia di cui si riempie quotidianamente la bocca, ma che in realtà non conosce, non capisce e disprezza visceralmente. 

venerdì 3 settembre 2010

L'onestà intellettuale, questa sconosciuta

Così Rosi Bindi, riportata dall'ANSA:
'Se Berlusconi e Lega dovessero portare il Paese alle terze elezioni in 6 anni, proporremo al Fli un'alleanza per la democrazia', dice Bindi.
Insomma, secondo la Bindi sono PdL e Lega quelli che dovrebbero portare il Paese "alle terze elezioni in sei anni": guarda caso, le cose non stanno così.

Nel 2006 sono state semmai la Costituzione e la fine fisiologica della legislatura iniziata nel 2001 a "portare alle elezioni": che vuole la Bindi da Pdl e Lega? Accusa forse questi partiti di avere rispettato la Costituzione?

Nel 2008 è stata la pagliaccesca armata Brancaleone (dagli ex-DC ai comunisti filo-cubani) guidata da Prodi e di cui faceva parte anche la Bindi a collassare e a costringere il Paese a tornare alle urne: che vuole la Bindi da PdL e Lega? Accusa forse questi partiti di non essere corsi in soccorso della sua maggioranza di (s)governo, della sua cricca di incapaci?

Oggi non sarebbero, eventualmente, PdL e Lega a "portare" il Paese alle elezioni, ma il tradimento degli elettori e del programma di governo consumato dall'ex-fascista (e futuro alleato, sembra, dell'ex-democristiana Bindi e dell'ex - o "post" - comunista Bersani) Fini: ancora una volta, di che parla la Bindi?

Possibile che non riesca ad aprire bocca senza vomitare tutte le volte bestialità e vere e proprie menzogne propagandistiche? Davvero qualcuno in Italia sarebbe disposto a comprare un'auto usata da una persona simile, o ad affidarle in cabina elettorale il destino del Paese?

Ancora una volta la Bindi si conferma non solo più bella che intelligente, ma anche più intelligente che intellettualmente onesta.

venerdì 27 agosto 2010

Superato (di nuovo) il limite della decenza

“Quando ci sono delle espulsioni, ci sono delle sofferenze - osserva mons. Marchetto parlando dei rimpatri di comunità rom decisi dal governo francese -, e io non posso certo rallegrarmi delle sofferenze di queste persone, in particolare quando si tratta di persone deboli e povere che sono perseguitate, che sono vittime anch’esse di un ‘olocausto’ e vivono sempre fuggendo da chi dà loro la caccia”.

Per questi pagliacci 700 immigrati illegali/indesiderabili espulsi dal kattivo Sarkozy sono “un olocausto”, 400.000 immigrati (oltre 571 volte tanti) espulsi da San Obama esattamente per gli stessi motivi non fanno notizia, non vale neanche la pena di farvi cenno di sfuggita - ma loro, però, non sono “né di destra né di sinistra”, per carità.
Ipocriti buffoni.

venerdì 6 agosto 2010

Aveva ragione Orwell

Aveva ragione Orwell: tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.

Ad esempio i tori catalani.

La notizia ANSA: "Palio Siena, Brambilla: potremmo farne a meno per animali"

"Se la Catalogna ha rinunciato alla corrida anche noi possiamo rinunciare a qualche corsa o palio": é quanto ha riferito il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla nel corso di un incontro con la stampa a Palazzo Chigi. "Il Palio di Siena - ha spiegato il ministro - è la manifestazione di questo tipo più famosa, ma ci sono altre iniziative che prevedono l'uso di cavalli, asini e anche oche che spesso sono crudeli con questi animali e ormai non hanno certamente più senso. E di cui anzi - ha aggiunto - potremmo volentieri farne a meno".

Ora, da sempre gli animalisti italiani sono contrari alle manifestazioni come il Palio per gli stessi motivi: sfruttamento a fini commerciali degli animali, a costo di fargli correre rischi quali l'azzoppamento o la soppressione. Non mi risulta che il sindaco di Siena o altri esponenti della sinistra abbiano mai protestato per questo, o minacciato denunce contro gli animalisti.

In Spagna la Catalogna ha messo al bando da pochi giorni le corride: plauso fra animalisti e progressisti italiani in generale.

Ecco invece la reazione di uno dei suddetti "progressisti" (?) alle parole della Brambilla:

"Chi segue il turismo si dovrebbe preoccupare di conoscere il Palio e di capire quanto questa manifestazione sia davvero veicolo di promozione del nostro paese. E' davvero incredibile che invece un ministro italiano rilasci dichiarazioni come questa, del tutto priva di fondamenti, mai era accaduto in precedenza. Questa sì che è una vergogna per il nostro paese e un attacco a tutta nostra città". Lo ha detto, in una nota, il sindaco di Siena Maurizio Cenni (PD) commentando quanto dichiarato dal ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla. "Il Comune di Siena - aggiunge Cenni - adirà alle vie legali se risulteranno confermate le affermazioni del ministro Brambilla relative al maltrattamento e sfruttamento degli animali collegate al Palio di Siena. Inoltre, il Palio è di tutta la città, la politica ha un altro ruolo. In questo senso mi aspetto che le forze politiche senesi che si riconoscono nell'attuale governo prendano distanza e che si indignino per le dichiarazioni del ministro". 
E' ufficiale, quindi: i tori catalani sono più uguali dei cavalli o degli asini (parlo di quelli a quattro zampe) italiani.

Insomma: per l'Asinistra di casa nostra se in Spagna la "democratica e progressista Catalunya" vieta le corride è un segno di civiltà, se in Italia un ministro del "Reggime Fascista di Abberlusconi" osa pensare a qualcosa di simile "deve vergognarsi", e il Comune di Siena minaccia subito "le vie legali".

Ah, la passione tutta fascio-comunista e totalitaria della sinistra italiana per le manette e i tribunali;
ah, l'ipocrisia e il doppiopesismo di chi si aggrappa a qualunque pretesto per demonizzare il nemico...


venerdì 30 luglio 2010

Berlusconi-Fini (yawn)

Avevo pensato di scrivere un post sulla rottura Berlusconi-Fini (o meglio, sulla cacciata - sacrosanta - di Fini da parte di Berlusconi) ma ho deciso di soprassedere. Oggi sarà un tema più che abusato, sia fra i blogger di destra che di sinistra: non penso che sia così essenziale, quindi, far aumentare la quantità di commenti (e di fuffa) che verrà prodotta in rete.

Al massimo sarà interessante farsi un giro sui blog per leggere le varie reazioni: immagino che a sinistra prevarrà la tesi "nel PdL non c'è democrazia" (senti chi parla), mentre a destra scatterà la resa dei conti fra finiani e berlusconiani.

Mi aspetto che volino parole grosse e accuse incrociate fra i separati in casa del centrodestra, mentre a sinistra sarà tutto un beatificare il "compagno Fini", ora ufficialmente anche "martire della democrazia", e un denunciare la "deriva autoritaria" del PdL e in generale dell'intero Paese - in particolare, mi aspetto degli autentici acuti da parte dei dipietristi e del popolo rosso-viola: sono certo che sapranno superare se stessi.

Insomma, le solite cose, le solite miserie, il solito chiacchiericcio da bar sport: che barba che noia che noia che barba.

venerdì 9 luglio 2010

Sullo sciopero di oggi

Questo sciopero contro la legge sulle intercettazioni proposta dal governo non ci convince. Non è che ci piaccia la legge in questione (ma a proposito, quale legge? E’ già cambiata più volte, ed è poco probabile che il testo esca dal secondo vaglio di Montecitorio uguale a come ci è entrato), ma ci piace ancor meno l’idea di difendere uno status quo inaccettabile in nome di interessi di corporazione travestiti da princìpi fondanti della democrazia.

Non ci piace l’idea di una battaglia ingaggiata per difendere il diritto della magistratura a trasgredire quotidianamente la legge, non quella futura ma quella che già c’è e che imporrebbe di disporre le intercettazioni “solo in presenza di gravi indizi di reato” e solo quando “assolutamente indispensabile per la prosecuzione delle indagini”.

Non ci piace l’idea di scioperare per difendere il diritto della nostra corporazione, quella dei giornalisti, di trasgredire a sua volta leggi e disposizioni del garante della Privacy per pubblicare intercettazioni più o meno pruriginose non nell’ “interesse pubblico” ma in quello privatissimo delle proprie vendite o, peggio, delle convenienze dei rispettivi editori.

Meno di tutto, forse, ci piace l’idea di spalleggiare servizi segreti, che in questa battaglia sono la parte in causa meno vistosa ma certo non la meno coinvolta, impegnati a far barriera a protezione di quell’arma preziosa per colpire a loro piacimento che sono state negli ultimi anni le intercettazioni.

Ci sembra che in questo paese di motivi per scioperare, scendere in piazza, farsi sentire e protestare a voce altissima ce ne sarebbero a centinaia, e ci lascia un po’ allibiti che vengano puntualmente trascurati da tutti per lasciare spazio a una guerra, quella fra il governo di Silvio Berlusconi e la santa alleanza di togati, giornalisti e 007 che con gli interessi reali di questo paese non ha nulla a che spartire, ma che con la difesa della libertà di stampa e della democrazia c’azzecca anche di meno.


via Gli Altri

Al di là della ottusa, intollerante, forcaiola sinistra “antropologicamente superiore”, totalitaria e fascistoide, esiste ancora una sinistra pensante e ragionante, non manichea e non governata da riflessi pavloviani: una buona notizia, per tutti.

giovedì 1 luglio 2010

Düra minga: düra no.

Così diciamo a Milano, ed è un po' l'equivalente del "non mangiare il panettone" (o la colomba).

Qui è riferito alla legislatura: secondo me nel giro di al massimo diciotto mesi (diciamo entro la fine del 2011) si tornerà a votare. Forse anche prima.


giovedì 24 giugno 2010

Prepariamoci

La cosa peggiore adesso sarà sentire per settimane sessanta milioni di allenatori di livello mondiale – tutti più bravi, esperti e competenti di Lippi – spiegare dove ha sbagliato il CT della Nazionale e perché loro al suo posto avrebbero fatto infinitamente meglio: è un peccato che il CONI, per motivi che a questo punto appaiono imperscrutabili, non abbia ritenuto opportuno attingere a questa enorme riserva di professionalità.

lunedì 21 giugno 2010

Ma, e la Costituzione?

Oggi il Presidente Giorgio Napolitano ha invitato le forze politiche e il Parlamento a dare priorità alla manovra economica e a occuparsi solo in un secondo tempo del provvedimento relativo alle intercettazioni. Non è la prima volta che Napolitano interviene in questioni simili.

Ora, la domanda sorge spontanea: ma Napolitano conosce la Costituzione?

Lo sa che a termini di Costituzione non è lui a dover decidere o anche solo a suggerire il calendario dei lavori delle Camere?

E se non lo sa o se non se lo ricorda (diciamo...) perché nessuno glielo fa notare?

E come mai nessuno denuncia, questa volta, il vulnus alla Carta fondamentale?

Art. 87

Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale.

Può inviare messaggi alle Camere.

Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione.

Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo.

Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti.

Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione.

Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.

Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere.

Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.

Presiede il Consiglio superiore della magistratura.

Può concedere grazia e commutare le pene.

Conferisce le onorificenze della Repubblica.

Qualcuno vede un riferimento al potere di iniziativa governativa, alla facoltà di modificare o anche solo suggerire il calendario dei lavori parlamentari?

Io non vedo niente di simile: "Il Presidente può inviare messaggi alle Camere", tutto qui - non può esternare ogni tre per due davanti ai giornalisti, non può concordare col governo il testo di leggi e decreti, non può decidere o "consigliare" quali provvedimenti hanno la precedenza su altri in Parlamento: e quindi?

Che fine ha fatto la Costituzione? Come mai viene snobbata anche dal suo primo e più importante "guardiano"? E dove sono quelli che a parole dicono di volerla difendere? Come mai non denunciano il conflitto istituzionale? Tutti distratti?


giovedì 17 giugno 2010

Avevano ragione i pacifisti, la democrazia non si può esportare

Specialmente in Italia.
Più leggo infatti le dichiarazioni - e le clamorose menzogne, o i volontari fraintendimenti - di esponenti delle varie anime di quella che in Italia passa per essere "la sinistra" in ordine al provvedimento sulle intercettazioni (e non solo a quello) e più mi convinco che Flaiano aveva ragione: gli italiani si dividono in fascisti di destra e fascisti di sinistra.

Non gliene importa niente della libertà, o meglio il loro concetto di "libertà" consiste nel diritto di privare gli altri, gli avversari, della propria.

L'Italia non sarà mai una vera democrazia "occidentale" di stampo liberale, e non per colpa della sua (peraltro patetica) classe dirigente (e non parlo, ovviamente, solo dei politici: anzi) ma a causa degli italiani, della "base": è la base che è refrattaria, è impermeabile alla cultura liberale dei diritti e dei doveri, alla democrazia così come viene vissuta nei Paesi occidentali.
Sono gli italiani che oscillano continuamente fra anarchia e autoritarismo, rifuggendo sempre e comunque dalla "piatta banalità" dei Paesi civili.

Non è un caso se qui da noi il fascismo, nato come movimento rivoluzionario "di sinistra" e consolidatosi come regime "di destra", per lunghi anni ha goduto del consenso della grande maggioranza della popolazione: prima dell'8 Settembre, secondo quanto riportato anche da Giorgio Bocca, i "partigiani" erano complessivamente meno di tremila in tutto il Paese, e se l'Italia non fosse entrata in guerra molto verosimilmente Mussolini sarebbe morto tranquillamente nel suo letto, come Francisco Franco in Spagna.

Bisogna prenderne atto: quello italiano non è uno di quei popoli che anelano alla libertà, al massimo anela alla licenza, a farsi i fatti propri senza essere troppo vessato dal governo, di qualunque colore esso sia, e a vedere opportunamente mazzuolati quelli che considera i propri "nemici", tutto qua.

Significativo il comportamento dei farlocchi della "sinistra" (fascista): ogni santo giorno si riempiono la bocca di parole come "libertà", "democrazia", "Costituzione", "fascismo" ma in realtà stanno gettando le basi per un regime poliziesco che niente ha da invidiare a quello mussoliniano o a quelli dell'ex Europa dell'Est.

Quello che non tollerano del "regime berlusconiano" (sic) non è tanto che sia un "regime", ma che sia, appunto, "berlusconiano": saranno felicissimi di applaudire e sostenere un regime anche ben peggiore, purché alla sua guida non ci sia l'odiato Berlusconi ma un politico o un capopopolo "di sinistra".

Il vero - e solo - problema per loro non è che ci sia - posto che ci sia - un regime: è che il lìder maximo di questo regime è Berlusconi e non un Chavez o un Castro de noantri, tutto qui.

Questo, e non altro, è il dramma, la sventura di questo Paese: i suoi abitanti - o, come diceva Prezzolini, l'Italia sarebbe un Paese meraviglioso, se non fosse per gli italiani.

Stando così le cose, non contate su di me: la scelta fra fascismo "di destra" e fascismo "di sinistra" mi lascia indifferente, non mi interessa, è una scelta illusoria, un falso problema.

D'ora in poi eviterò accuratamente di recarmi a votare: non mi interessa andare a votare "in difesa" di una destra illiberale o "a favore" di una alternativa di sinistra intimamente stalinista, non vedo punti di contatto fra me e queste due diverse ma in realtà speculari forme di negazione della libertà individuale.

Forse resterò a vivere in questo Paese di fascio-comunisti inconsapevoli, o forse no: anche questo, tutto sommato, è indifferente, non è importante come pensavo un tempo: si può essere liberi ovunque, non è questione di quadro politico-istituzionale, di fattori "esterni", ma di quello che si è e che si sente "dentro".

Un servo lo sarà sia in democrazia che sotto una dittatura, un uomo libero sarà libero sempre e dovunque, anche in carcere.




venerdì 4 giugno 2010

Braccia rubate alla scienza

Il procuratore Rossini subito a capo della Protezione Civile e dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: a differenza degli scienziati di tutto il mondo, lui (un magistrato: ma si sa, quando c'è il talento naturale...) è in grado di prevedere data e ora di un terremoto.

Proprio così: in nessun Paese al mondo gli scienziati sono in grado di prevedere la data e l'ora di un terremoto e di disporre quindi l'evacuazione in tempo utile delle aree minacciate: in Italia ci riescono i magistrati.


mercoledì 2 giugno 2010

Festeggiare un fallimento?

Francamente non vedo cosa ci sia da festeggiare, oggi.

La Repubblica Italiana ha fallito:
  • ha fallito nel "fare gli italiani", come diceva Massimo D'Azeglio già ai tempi dell'unità;
  • ha fallito nell'instillare negli italiani, se non l'amore, almeno la conoscenza dei concetti di "nazione" e di "democrazia";
  • ha fallito nel riunificare il Paese: Nord e Sud non sono mai stati così lontani;
  • ha fallito nel trasformare un Paese arretrato in una moderna democrazia liberale;
  • ha fallito nel cancellare o correggere gli eterni difetti degli italiani, quelli che facevano dire a Metternich che "l'Italia è una espressione geografica".

No, non vedo niente per cui festeggiare.

giovedì 8 aprile 2010

Yoani Sànchez (virtualmente) a Milano: partecipa all'incontro

L’occasione è la proiezione in pubblico del primo reportage che segue la vita di una dei blogger più clandestini e più noti del mondo, la donna simbolo della libertà di espressione su Internet.

Giovedì prossimo, 8 aprile, presso il Teatro Agorà della Triennale di Milano (Viale Alemagna, 6), Yoani Sánchez, autrice del blogGenerazione Y e ambasciatrice ufficiale di Internet for Peace, sarà protagonista assoluta, attraverso le immagini del suo esclusivo incontro a L’Avana con l’inviato di Wired Italia e anche (e soprattutto) grazie al suo intervento in collegamento via webcam, che le permetterà di parlare al mondo, per la prima volta, della vita dei dissidenti sull’isola.


martedì 30 marzo 2010

Eh, la differenza si vede, eccome

Anche stavolta, a leggere i commenti che girano nella parte rosso-viola della Rete, la spiegazione è semplice: Berlusconi e il centrodestra hanno vinto perché un popolo di idioti e di coglioni criminali (sì, insomma: quella trascurabile, stragrande maggioranza di italiani che non appartengono all’aristocrazia degli antropologicamente cretini superiori) ha eletto “dei ritardati e delle zoccole” anziché i candidati “giusti”, cioè i loro.

Mi chiedo come definire allora quegli elettori antropologicamente superiori che, ad esempio, in Piemonte hanno fatto vincere il “subumano nazista” Cota votando come tanti cretini (appunto) per la lista di Grillo anziché per la Bresso, e facendole perdere un buon quattro per cento dei voti.

Eh, la differenza si vede, eccome

Anche stavolta, a leggere i commenti che girano nella parte rosso-viola della Rete, la spiegazione è semplice: Berlusconi e il centrodestra hanno vinto perché un popolo di idioti e di coglioni criminali (sì, insomma: quella trascurabile, stragrande maggioranza di italiani che non appartengono all’aristocrazia degli antropologicamente cretini superiori) ha eletto “dei ritardati e delle zoccole” anziché i candidati “giusti”, cioè i loro.

Mi chiedo come definire allora quegli elettori antropologicamente superiori che, ad esempio, in Piemonte hanno fatto vincere il “subumano nazista” Cota votando come tanti cretini (appunto) per la lista di Grillo anziché per la Bresso, e facendole perdere un buon quattro per cento dei voti.

giovedì 25 marzo 2010

E' un caso isolato perché lo hai scoperto

Terzo, i magistrati. Che sanno benissimo quel che succede, e possono scoprirlo, tantevvero che quando uno di questi casi finisce sui giornali (e solo allora) si scopre che e' possibile arrivare alla verita'. Spesso ci si arriva semplicemente con una seconda autopsia, riesumando la salma, o interrogando i testimoni. Si tratta di omicidi: possibile che i magistrati che indagano siano sempre e solo quelli della seconda indagine sulla morte di qualcuno?

Anche qui, siamo sempre alla stessa storia: il magistrato incompetente e' sempre quello che archivia e NON vede. Stranamente, l'incompetenza non li porta mai ad accusare i poliziotti quando NON c'e' pestaggio: il loro fallimento va sempre e solo in una direzione; quella di nascondere i crimini della polizia. E' impensabile ed impossibile che questo sia un caso, evidentemente anche i magistrati fanno parte di questo sistema di omicidi di stato.

Allora vorrei sapere, da quelli che passano il tempo a sciorinare solidarieta' alla polizia e stima ai carabinieri e amore per i magistrati, da quelli che vogliono dar loro il potere nel paese in modo che non sia piu' nemmeno possibile riferire questi fatti sui giornali, volevo sapere se vi rendete conto che e' a questa gente che volete dare in mano il potere.

Perche' quando parlate di magistratura parlate di quelli che non vedono i morti ammazzati e archiviano. Quando parlate di legalita' state parlando di procedure grazie alle quali e' possibile spacciare un massacro in stile fascista per una crisi cardiocircolatoria. E quando parlate di forze dell'ordine, parlate di criminali.

E' a questa gente che volete affidare le sorti politiche del paese?

Perche' se volete farlo, allora non rompete mai piu' i coglioni con la Costituzione, e neanche con la legalita' o la giustizia.Perche' la vostra amata magistratura, le vostre amate forze dell'ordine, la vostra amata "giustizia", e' un sistema fatto cosi'.


Sfoghi emiliani

Questo e' il sistema emiliano. Il sistema che ti esclude sorridendo. Tutto legale, eh: che poi bisogna scendere in piazza per la legalita' senza sentire la faccia come il culo.

sabato 6 marzo 2010

"Sincera indignazione" - a comando

Quando i radicali in passato hanno ottenuto una proroga nessuno ha avuto niente da ridire; quando la Mussolini ha fatto lo sciopero della fame (sic) per essere ammessa alle regionali con la sua lista, dal momento che la sua lista avrebbe tolto voti al candidato Storace e avrebbe quindi favorito l'elezione di Marrazzo, a sinistra fu tutto un simpatizzare per la Mussolini (la MUSSOLINI) e un far notare che va bene le regole formali, ma la sostanza di escludere una lista dalle elezioni per impedimenti formali blablabla... - e la Mussolini venne riammessa, la sua lista azzoppò Storace, e Marrazzo divenne governatore del Lazio.

In quel caso a quanto pare la sinistra la pensava esattamente come oggi il PdL, e nessuno parlò di illegalità o di golpe: chissà perché.

venerdì 26 febbraio 2010

I tromboni della libertà

Apprendo che Silvio Berlusconi ha annunciato la nascita di un nuovo movimento (un "movimento"? creato dall'alto, a tavolino?) chiamato con molta fantasia "I promotori della libertà".

Coordinatrice sarà Michela Vittoria Brambilla, a suo tempo già responsabile di quella "TV della libertà" (quanta libertà in Italia, vero?) tranquillamente sbaraccata dal partito subito dopo la vittoria del PdL alle elezioni politiche - un mera coincidenza, certamente.

Francamente questo uso e abuso della parola "libertà" mi muove un senso di fastidio profondo.

Non mi piace questo uso del tutto strumentale e propagandistico del termine.

Libertà è una di quelle parole che andrebbero usate con estrema parsimonia e solo quando è proprio il caso, pena la banalizzazione sia del termine che del relativo concetto.

La libertà è anche una di quelle cose di cui non serve parlare in continuazione, quando (e se) c'è davvero.

La libertà, infine, è il sangue del mio cuore, e non accetto che una forza politica si appropri della parola e ne faccia quasi una sorta di suo marchio commerciale.

Se a Berlusconi e al PdL sta davvero a cuore la libertà, ne straparli di meno e la concretizzi di più: fatti, non chiacchiere.

mercoledì 24 febbraio 2010

La Cina è vicina

E così, alla fine siamo riusciti a diventare lo zimbello dell'intero pianeta: tre dirigenti di Google condannati per un video caricato da uno o più imbecilli su YouTube alcuni mesi fa.

Questa è la magistratura italiana (non tutta, si spera), quella magistratura che alcuni indicano come "baluardo di libertà", "unica garanzia" contro la "deriva fascista" del governo dell'odiato Berluska: questi sono i campioni dei diritti civili che ci ritroviamo in casa e che tanto piacciono alle anime belle dell'Asinistra e agli adoratori delle manette dell'IdV.