venerdì 1 ottobre 2010

E se l'attentatore fosse di destra?

E se lo sconosciuto che ha tentato di uccidere Maurizio Belpietro fosse di estrema destra?
Magari un singolo individuo, un cane sciolto non appartenente a gruppi organizzati - gruppi terroristici organizzati, intendo. 

Il modus operandi non mi fa pensare al terrorismo di sinistra. Sicuramente, a giudicare da come è riuscito a dileguarsi, l'uomo aveva compiuto dei sopralluoghi per identificare le vie di fuga; altrettanto sicuramente conosceva i volti degli uomini della scorta; queste due cose sembrano, in effetti, appartenere al modo di agire delle Brigate Rosse o di Prima Linea - ma, se è per questo, anche di formazioni di destra. 

D'altra parte ci sono delle differenze non di poco conto rispetto allo "stile" brigatista: l'uomo ha agito da solo, almeno nella fase finale dell'attentato, mentre i terroristi rossi avevano il supporto, come minimo, del cosiddetto "appoggio corto", un altro terrorista armato e pronto a fare fuoco, sia per fronteggiare eventuali imprevisti (in questo caso l'inceppamento dell'arma del killer designato) sia per fornire copertura armata contro eventuali "terzi incomodi" (in questo caso il capo-scorta di Belpietro apparso inopinatamente sulle scale). 

Noto insomma una preparazione dell'attentato - relativamente - "professionale" ma una esecuzione decisamente "artigianale", ai limiti dell'improvvisazione: non esattamente il marchio di fabbrica delle BR, vecchie o nuove. 

Non scarterei quindi la pista del cane sciolto di estrema destra (in fondo "Libero" sta conducendo una pesante campagna giornalistica contro il "camerata", pardon, "liberale", pardon, "compagno" Fini) come pure, con eguali probabilità, quella del cane sciolto o del militante di una nuova formazione di estrema sinistra, probabilmente però non appartenente alla "tradizionale" cultura brigatista.



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