mercoledì 29 settembre 2010

Quando Bossi indica la luna...

...gli sciocchi guardano il dito. Così è successo anche stavolta: Bossi ha detto una cosa con uno scopo ben preciso, gli sciocchi hanno frainteso e gli hanno regalato un enorme spot elettorale gratuito su radio, televisioni, giornali e Internet.

Bossi è tuttora convinto - giustamente - che questa legislatura non possa arrivare alla sua fine naturale, e che sarebbe anche controproducente che ciò accadesse: una lunga agonia, con i finiani e le opposizioni che fanno il tiro a segno contro il governo e azzoppano ogni tentativo di fare delle riforme serie o anche semplicemente di varare delle leggi decenti e non frutto di macchinosi compromessi al ribasso.

Dal momento quindi che prima o poi si andrà a votare - meglio prima, secondo me - tanto vale portarsi avanti col lavoro, avrà pensato Bossi.

Nei giorni scorsi ci sono state le critiche della Marcegaglia al governo, e l'attacco frontale di Montezemolo nei confronti proprio di Bossi e della Lega: il pericolo per Bossi è che una parte dell'elettorato leghista si convinca che ormai la Lega si è troppo "romanizzata", "italianizzata", e non sia più l'unica formazione politica in grado di difendere gli interessi del Nord.

Ecco quindi che Bossi si è inventato la provocazione, peraltro banale, dell'SPQR - Sono Porci Questi Romani.

Come prevedibile, e come certamente il leader della Lega avrà previsto, si è sollevato un coro pressoché unanime di proteste, e non solo nel campo dell'opposizione.

Il risultato è che adesso Bossi è (ri)diventato "l'eroe padano" che difende il Nord in maniera anche dura, e che per questo viene "attaccato" da "Roma ladrona" e dalla cricca politico-economico-giornalistica "romanocentrica".

In pratica le reazioni al suo SPQR hanno ricompattato l'elettorato di riferimento della Lega, comprese quelle frange che da una parte iniziavano a giudicare Bossi troppo "molle" e "romano" e iniziavano a guardare con interesse ai partiti e movimenti indipendentisti più "puri e duri", e dall'altra invece consideravano Bossi un po' troppo folkloristico e iniziavano a guardare con curiosità a proposte politiche "settentrionali" ma "ragionevoli" e "vicine al mondo dell'economia" come quella di Montezemolo.

Il fatto di avere insultato i romani per Bossi è insignificante: gli elettori romani e laziali non fanno parte del bacino elettorale della Lega, e quindi su di loro quando necessario si può anche sparare a zero senza temere contraccolpi nelle urne.

Questo, sia detto en passant, è proprio quello che non capiscono quei cretini della sinistra manettara e massimalista: non puoi accusare gli elettori del centro-destra di essere dei subumani "antropologicamente inferiori", dei deficienti plagiati da Emilio Fede, dei mafiosi, evasori fiscali, puttanieri, pedofili e chi più ne ha più ne metta e poi quando arrivano le elezioni chiedere il loro voto: è chiaro che i "subumani" a quel punto ti risponderanno con una pernacchia e voteranno in massa contro di te.

La reazione alle parole di Bossi si è configurata, quindi, come un immenso spot gratuito a supporto della campagna elettorale leghista, già di fatto iniziata, e per giunta a rischio zero: i romani comunque non avrebbero votato Bossi, in compenso oggi ci sono degli elettori del Nord che gli hanno riconfermato la fiducia o hanno deciso di votare per la prima volta per lui, il novello "Alberto da Giussano".

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