venerdì 24 dicembre 2004

Auguri

Io veramente sarei, come dire? "un tantino" ateo, comunque...



Auguri a tutti, buoni e cattivi (ma in particolare ai cattivi, e agli antropologicamente inferiori).



venerdì 17 dicembre 2004

Informazione scorretta


Dal Corriere della Sera:
17 dic 12:10 Medioriente: morti i 5 intrappolati nel tunnel



GAZA - Sono morti i cinque palestinesi che erano rimasti intrappolati nel crollo di un tunnel tra l'Egitto e la Striscia di Gaza. Le squadre di soccorso hanno estratto dalle macerie i cadaveri degli uomini. L'incidente e' avvenuto la notte scorsa, nella zona di Rafah, profondo sud della Striscia.
Letta così, viene da pensare che i cinque palestinesi in questione fossero degli innocenti cittadini, magari degli operai o dei tecnici sorpresi dal crollo mentre ispezionavano la struttura: il Corriere parla, infatti, di "incidente". Poveracci, pensa uno, che brutta fine.



Poi, però, incuriosito, ho scorso l'elenco delle news del Corriere e ho così trovato l'antefatto (notare data e ora):
17 dic 11:22 Medioriente: 5 palestinesi intrappolati per crollo tunnel contrabbandieri



GAZA - Cinque palestinesi sono rimasti intrappolati questa mattina dopo il crollo di un tunnel sotto il confine fra la Striscia di Gaza e l'Egitto, nell'area della citta' di Rafah, usato per il contrabbando di armi ed esplosivi. L'esercito israeliano, che controlla la fascia lungo il confine, ha autorizzato l'intervento di ambulanze e mezzi di soccorso palestinesi. Le forti piogge che hanno colpito negli ultimi giorni la Striscia di Gaza e Israele hanno contribuito al cedimento della struttura. Non si conoscono ancora le condizioni delle cinque persone intrappolate nel tunnel.
Aaahhhh... ecco! Non si trattava di un tunnel qualsiasi: si trattava di un tunnel "sotto il confine fra la Striscia di Gaza e l'Egitto, nell'area della citta' di Rafah, usato per il contrabbando di armi ed esplosivi"!



Insomma, si trattava di uno dei tanti tunnel che i terroristi palestinesi e i loro complici egiziani usano per contrabbandare armi ed esplosivi - non stecche di sigarette o giocattoli cinesi sprovvisti del bollino di qualità della UE - e quindi, presumibilmente, i cinque anonimi "palestinesi" sorpresi dal crollo della struttura non erano geometri del comune o speleologi dilettanti o addetti alla manutenzione delle fognature: erano terroristi palestinesi - il Corriere, però, non usa mai questa brutta parola: per il Corriere erano "cinque palestinesi", cinque normali cittadini che transitavano (forse per caso, anzi quasi sicuramente per caso) in un tunnel che, guarda il destino cinico e baro, "viene usato per il contrabbando di armi ed esplosivi" (a leggere il Corriere, però, non si capisce bene da chi viene usato: dai palestinesi? dagli egiziani? dagli israeliani? dai contrabbandieri napoletani? È un mistero).



Proprio nei giorni scorsi un tunnel simile è stato usato da altri "normali cittadini" palestinesi per fare saltare in aria una postazione militare israeliana di confine, causando almeno quattro morti: in quel caso, però, mostrando grande sprezzo del pericolo e nessuna soggezione (non sia mai) verso il politically correct, il Corsera (dopo l'esplosione, ovvio) ha riconosciuto che i palestinesi in questione probabilmente non erano turisti fai-da-te, e non si erano persi casualmente nel sottosuolo.



Si converte al cristianesimo: arrestato


Mentre qui da noi ci sono degli imbecilli che si preoccupano di mettere Cappuccetto Rosso (e perché non anche l'Uomo Ragno, magari?) nel Presepe al posto del Bambinello - hai visto mai che i poveri bambini islamici dovessero sentirsi perseguitati da quei cattivoni dei cattolici italiani, altrimenti? - in Arabia Saudita i bravi fedeli islamici non hanno di queste preoccupazioni, e non vanno tanto per il sottile:
Arabia Saudita: arrestato 30enne islamico convertito a Cristianesimo



WASHINGTON - Un 30enne saudita, Emad Alaabadi, e' stato arrestato in Arabia Saudita per essersi convertito al Cristianesimo. La denuncia arriva da Washington, dall'International Christian Concern, un organismo che opera in difesa dei diritti umani. L'uomo si era convertito circa due anni fa ed e' stato arrestato il 29 novembre scorso mentre accompagnava il figlio a scuola. Ora si trova rinchiuso nel carcere di Jeddah.
Fonte: Corriere della Sera.



mercoledì 15 dicembre 2004

Iran - appello urgente


Urgente: Hajiyeh Esmaelvand, di Jolfa (città vicina a Isfahan) è stata giudicata colpevole di aver avuto relazioni sessuali prematrimoniali.



È stata condannata a morte, sentenza da eseguirsi tramite lapidazione entro le prossime due settimane.



Amnesty international (Belgio) ha messo in linea una petizione per Leyla M..

Si può sottoscrivere aggiungendo nel testo il nome di Hajiyeh

http://www.amnestyinternational.be/doc/article4726.html

Dopo la firma arriverà una mail; è necessario confermare.



Si può inoltre scrivere al Presidente della Repubblica islamica dell'Iran, Mohammad Khatami:

khatami@president.ir Fax: 0098 21 649 5880



Appello di KAVEH MOHSENI

Porte Parole de la Section Française du Daneshjoo.org :

Comité de Coordination du Mouvement Estudiantin pour la Démocratie en Iran.



(segnalato da Le Guerre Civili)



lunedì 13 dicembre 2004

Sarebbe questa, la multiculturalita'?


Dal Corriere della Sera:
Canada: comunita' musulmana chiede applicazione della Sharia



MONTREAL - La Sharia anche in Canada. Lo ha chiesto il consiglio musulmano di Montreal presentando un'istanza al ministero della Giustizia canadese. Si vuole ottenere un tribunale civile speciale che emetta decisioni in base alla Sharia, la legge islamica, soprattutto per le dispute familiari. Salam Elmenyawi, del Consiglio musulmano, ha detto al quotidiano Le Devoir: "Vogliamo solo rendere legale una pratica gia' diffusa sul territorio".
Bene, avanti così...



martedì 16 novembre 2004

Not in my name


"Not in my name" è uno degli slogan ricorrenti nelle manifestazioni dei pacifinti.



Sul Tennessean qualche giorno fa è apparso un articolo dedicato a delle persone che, a loro volta, pronunciano a voce alta il loro "not in my name" (grazie a V.D.C. per la segnalazione):
Eva Savage of Livingston, Tenn., has a message for filmmaker Michael Moore: You don't speak for me.



Savage has been more than capable of speaking for herself since her son, Jeremiah, a Marine corporal, was killed last May in Iraq. And tomorrow, she speaks at the Veterans' Day ceremony at the courthouse in Livingston, along with the mother of fallen Marine Cpl. Brad McCormick.



(...)



"I will not allow the Michael Moores of this world to take my son's death and turn it and twist it to suit their own greedy and malicious purposes," she told me.



Eva is right. For Moore to represent himself as speaking for America's war dead in Iraq is like him claiming to be a spokesman for Weight Watchers. And consider the outrage and insult of a stranger using your son's image for their punitive politics. This is not the first time Moore has stooped so low. He used footage of the funeral of U.S. Air Force Maj. Gregory Stone for Fahrenheit 9/11. Maj. Stone's family told The Washington Times:



"We are furious that Greg was in that casket and cannot defend himself," Kandi Gallagher, Maj. Stone's aunt, said. "And my sister, Greg's mother … called him (Moore) a 'maggot that eats off the dead.'"



(...)

Qui l'articolo completo.



venerdì 12 novembre 2004

Enrico Mentana


Ieri sera alle 20:30, in coda all'edizione serale del suo telegiornale, Enrico Mentana ha comunicato di avere lasciato, su decisione dell'azienda - una decisione che personalmente deploro - la direzione del TG5.



Sul Corriere della Sera il commento di Aldo Grasso, che mi sento di sottoscrivere.



Nel frattempo, quegli stessi buffoni che fino alle 20:29 di ieri sera accusavano il Tg5 di essere un "telegiornale di regime", e Mentana "un galoppino di Berlusconi", oggi strillano come tante oche per "l'ennesimo atttacco alla libertà d'informazione" e collocano - suo malgrado, ché il personaggio non gradisce certo di queste sinistre compagnie, né il relativo contorno di "solidarietà pelosa" - Mentana sugli altari. Bah...



Balle spaziali a 'Otto e Mezzo'


Ieri sera la trasmissione era dedicata al dopo-Arafat: un rappresentante palestinese in Italia ha ripetuto più volte che "non è vero che i palestinesi vogliono la distruzione di Israele e degli ebrei".



Bene, proviamo a documentarci e a verificare questa impegnativa affermazione...



Ecco alcuni estratti della Carta del movimento di Hamas, il suo Statuto, varata il 18 agosto 1988. Da allora non è mai stata abiurata, né modificata: per Hamas è quindi ancora in vigore (le note in corsivo e il grassetto sono miei, NdR)
"Hamas si batte per piantare la bandiera dell'islam su ogni centimetro della Palestina" (art. 6).



"Israele esistera' solo finche' l'islam non lo cancellera', esattamente come ha cancellato altri prima di lui" (Preambolo).



"La terra di Palestina e' waqf [possedimento religioso islamico], consacrata alle future generazioni musulmane fino al Giorno del Giudizio. Nessuno puo' cedere o abbandonare la terra di Palestina o una qualunque sua parte" (art. 11).



"La Palestina e' terra islamica […] e pertanto la liberazione della Palestina e' un sacro dovere individuale per ogni musulmano, dovunque si trovi" (art. 13).



"Nel momento in cui i nemici usurpano una parte della terra islamica, la jihad [guerra santa] diventa un sacro dovere individuale di ogni musulmano. A fronte dell'usurpazione da parte degli ebrei, e' obbligatorio levare il vessillo della jihad" (art. 15).



"In risposta alla chiamata del dovere, si serreranno i ranghi, i combattenti si uniranno ad altri combattenti e in ogni parte del mondo islamico le masse si leveranno proclamando a gran voce la jihad. Il grido raggiungera' i cieli e riecheggera' fino a quando sara' raggiunta la liberazione, gli invasori saranno annientati e giungera' la vittoria divina" (art. 33).



"Le iniziative, le cosiddette soluzioni di pace e le conferenze internazionali sono in contraddizione con i principi di Hamas. […] Queste conferenze non sono altro che un mezzo per rendere gli infedeli arbitri in terra islamica […] Non c'e' altra soluzione per la questione palestinese al di fuori della jihad. Iniziative, proposte e conferenze internazionali sono una perdita di tempo, un esercizio di futilita'." (art. 13).



"L'Egitto si e' escluso dalla lotta con il tradimento degli Accordi di Camp David [con Israele]. I sionisti cercano di trascinare altri paesi arabi in accordi simili allo scopo di allontanarli dalla lotta. […] Lasciare l'ambito della lotta contro il sionismo costituisce alto tradimento: sia maledetto chiunque lo fa" (art. 32).



"Il Giorno del Giudizio non arrivera' finche' i musulmani non avranno combattuto e ucciso gli ebrei" (art.7).



"Il nemico complotta da molto tempo […] e ha accumulato enormi ricchezze e potere materiale. Con il denaro ha preso il controllo dei mezzi di comunicazione mondiali, come le agenzie di stampa, i grandi giornali, le case editrici e le catene radiotelevisive. […] Con il denaro ha fatto scoppiare rivoluzioni in varie parti del mondo, allo scopo di soddisfare i suoi interessi e trarre altre forme di profitto. […] Ha organizzato la rivoluzione francese, la rivoluzione comunista e la maggior parte delle altre rivoluzioni. (la rivoluzione comunista? e adesso la sinistra comunista e pacifinta è robustamente antisemita... ingrati!!, NdR) […] Con il denaro ha creato organizzazioni segrete, come la massoneria, i Rotary Clubs, i Lions Clubs, il Bene' Berith, che si propagano in tutto il mondo allo scopo di distruggere la societa' e promuovere gli interessi sionisti. [….] Con il denaro il nemico ha preso il controllo degli stati imperialisti e li ha spinti a colonizzare molti paesi per sfruttarne le risorse e diffondervi la corruzione. E' noto che il nemico ha organizzato la prima guerra mondiale per distruggere il califfato islamico […] e ha creato la Societa' delle Nazioni come strumento per dominare il mondo. E ha organizzato la seconda guerra mondiale, con la quale ha realizzato immensi guadagni finanziari […] e si e' attrezzato per fondare il suo stato. Ha ordinato che fosse formata l'Organizzazione delle Nazioni Unite, con il Consiglio di sicurezza al suo interno, per mezzo della quale domina il mondo. Non c'e' guerra nel mondo in cui il nostro nemico non abbia messo le mani. [Come dice il Corano 5,64], ogni volta che i giudei accendono il fuoco della guerra, iddio lo spegne. Gareggiano nel seminare il disordine sulla terra, ma iddio non ama i corruttori. […] I poteri imperialisti, sia nell'ovest capitalistico che nell'est comunista, sostengono il nemico con tutta la loro forza, in termini materiali e umani, alternandosi in questo ruolo. Quando l'islam si risveglia, le forze della miscredenza si uniscono per combatterlo, perche' la nazione dei miscredenti e' una" (art. 22).



"Il complotto sionista non ha limiti: dopo la Palestina, vorranno espandersi dal Nilo all'Eufrate. Quando avranno ingoiato tutta la regione di cui si sono nutriti, cercheranno di espandersi ulteriormente. Il loro complotto e' delineato nei Protocolli dei Savi Anziani di Sion" (un classico della disinformazione e della propaganda anti-ebraica - sottolineo: anti-ebraica, non anti-sionista: i Protocolli sono un colossale falso, inventato e realizzato a tavolino dalla polizia segreta zarista, e poi ripreso e amplificato entusiasticamente dai nazisti hitleriani e dai nazisti islamici per fomentare l'odio contro gli ebrei, NdR). (art.32).



"Hamas si considera la punta di lancia e l'avanguardia della lotta contro il sionismo mondiale. […] I gruppi islamici in tutto il mondo arabo dovrebbero fare lo stesso, giacche' sono ben attrezzati per il loro ruolo nella lotta contro gli ebrei guerrafondai" (art. 32).
Direi che ogni commento a questo scellerato delirio islamo-nazista è superfluo, no?



Piccola nota, per i distratti: Arafat ha sempre intrattenuto buoni rapporti con Hamas; le Brigate dei Martiri di Al Aksa, responsabili con Hamas di oltre l'80% degli attentati suicidi contro civili inermi israeliani, sono universalmente considerate una emanazione diretta di Arafat, una specie di suo braccio armato ufficioso: il loro statuto (e il loro obiettivo dichiarato: la distruzione di Israele e lo sterminio di tutti gli ebrei) sostanzialmente coincide con quello di Hamas.



Nassiriya, 12 Novembre 2003


PIETRO PETRUCCI



DOMENICO INTRAVAIA



ORAZIO MAJORANA



GIUSEPPE COLETTA



GIOVANNI CAVALLARO



ALFIO RAGAZZI



IVAN GHITTI



DANIELE GHIONE



ENZO FREGOSI



ALFONSO TRINCONE



MASSIMILIANO BRUNO



ANDREA FILIPPA



FILIPPO MERLINO



MASSIMO FICUCIELLO



SILVIO OLLA



EMANUELE FERRARO



ALESSANDRO CARRISI



STEFANO ROLLA



MARCO BECI




Armi nucleari per Al Qaeda?


Questo il succo di un comunicato apparso sul Web:
"Informiamo la nazione islamica che la produzione e l'arricchimento di uranio per la fabbricazione di bombe nucleari non sono più appannaggio solo dei crociati tiranni del mondo -afferma un comunicato diffuso da un nuovo sito di integralisti islamici chiamato Forum jihadista della Fossa dei leoni-. I nostri tentativi di creare piccoli ordigni di grande potenza distruttiva sono riusciti". Il documento porta la data di tre giorni fa, ed è rivolto in particolare al popolo americano. "Sappiate - si legge ancora nel testo - che risponderemo con un’impresa dolorosa al rifiuto che avete opposto al consiglio dello sceicco Osama Bin Laden, che nel suo ultimo discorso vi chiese di non rieleggere lo sciocco Bush".
L'autenticità del comunicato è ancora tutta da dimostrare, come pure, nel caso, l'autenticità delle minacce - fatto sta che negli USA molti già da tempo non si chiedono più "se" ma "quando" si verificherà il primo attentato terroristico con armi di distruzione di massa.



Esiste anche la possibilità che Al Qaeda sia venuta in possesso di una delle decine di "valigette nucleari" di fabbricazione sovietica (ordigni delle dimensioni di una valigia, appunto, con una potenza stimata di 10 kiloton, la metà della potenza della bomba atomica che distrusse Hiroshima) di cui il governo russo ha implicitamente ammesso di "avere perso le tracce" dopo il crollo dell'URSS: in totale i sovietici disponevano di 120-130 di questi piccoli ma letali ordigni, quelli missing si aggirano, secondo alcune stime, sulla trentina.



giovedì 11 novembre 2004

Una Fatwa contro Theo van Gogh?


Da Esperimento:
Una riflessione dal forum di Magdi Allam



Theo Van Gogh



L'assassinio islamico di Theo Van Gogh rischia di essere un fatto enorme, politicamente molto più grave di Beslan o di 9/11, se fosse confermato essere una fatwa. Sarebbe in quel caso un precedente giuridico ingestibile che mostrerebbe ulteriormente la illusorietà della forza del diritto. Sarebbe un ulteriore scacco del diritto. Qualche esperto di questioni giuridiche ci faccia capire di più.



Per quanto capisco, l'assassinio islamico di Theo Van Gogh è un atto giuridico in nome della sovranità islamica. È la prima fatwa eseguita da un islamico in un paese non islamico contro un non islamico in nome del Corano. È gihàd ed è applicazione della sharia in un paese non islamico contro un non islamico. È una radicale, completa e definitiva distruzione del concetto noto come "Cuius regio, eius religio" [http://www.free-definition.com/Cuius-regio%2C-eius-religio.html]



In quel caso, vuol dire che chiunque di noi nel mondo, islamico e non islamico, è già soggetto al Corano e alla sharia.



È una conferma con i comportamenti di quanto esposto dalla dottrina islamica che dice essere terra islamica ovunque vivano i Musulmani, e lì essere vigente il Corano come legge. Per un occidentale questo equivale ad una annessione territoriale ai danni di uno stato sovrano.



Se è così, vale come e più di una dichiarazione di guerra.



Qualche Imam disconosca pubblicamente quell'assassinio come atto giuridico islamico e faccia pubblicamente un atto giuridico islamico in nome dell'Islam e del Corano che neghi ogni validità ad atti giuridici islamici come quello che ha causato l'assassinio di Theo Van Gogh, se può.



In caso contrario dovremo assumere che l'assassinio di Theo Van Gogh è stato un atto giuridico islamico del tutto valido. Le conseguenze di ciò possono essere nefaste.


C'e' del marcio in Padania


Interessante articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera:
Franco e Riccardo assunti a Strasburgo al seguito dei deputati leghisti Speroni e Salvini



Bossi, in Europa il fratello e il figlio del Senatùr

Quando il Carroccio tuonava conro il clientelismo, il nepotismo e gli arrivisti



In attesa che Umberto Bossi sia pronto al gran rientro (auguri), la Lega Nord guarda al futuro. E ha mandato a prendere confidenza con Bruxelles e le istituzioni comunitarie, nel mentre crescono i giovani eredi Renzo, Roberto Libertà ed Eridanio, un altro paio di appartenenti alla Real Casa Senatùria: Franco Bossi (il fratello) e Riccardo Bossi (il figlio primogenito). Assunti presso il Parlamento europeo con la qualifica di assistenti accreditati. Portaborse, avrebbero detto i padani duri e puri di una volta. Ma pagati sontuosamente. Per l'attaché, ogni deputato riceve infatti 12.750 euro. Pari a 24 milioni e 687 mila vecchie lire. Al mese. La notizia, contenuta nell’elenco ufficiale pubblicato dall’Europarlamento e facile da controllare sul sito internet www2.europarl.eu.int/assistants, non precisa che mestiere facciano i due.
Da leggere. Continua qui.



Perche' Arafat e' morto proprio oggi


La spiegazione la fornisce qui il sempre puntuale LiberoPensiero.



Sempre sul suo blog altre pillole di verità, unico valido antidoto contro il processo di beatificazione, già iniziato da tempo, di quel terrorista massacratore di ebrei (e non solo) che in vita sua è riuscito a farsi sfuggire tutte le occasioni di diventare uno statista e un vero leader: uno, due, tre, quattro, cinque.

mercoledì 10 novembre 2004

Irak, trovati i covi dei rapitori mozza-teste


Dove? Ma a Falluja, naturalmente, la città-simbolo della "resistenza" tanto cara a Lilli Gruber, ai pacifinti e, non ultime, alle due (si)mone:
FALLUJA - Sono stati trovati dai militari iracheni nella zona settentrionale di Falluja i covi dove gli estremisti islamici hanno tenuto gli ostaggi stranieri prima di giustiziarli. Il generale Abdul Gader Mohan, dell'esercito iracheno, ha dichiarato che sono stati trovati "i mattatoi, capi di vestiario neri, centinaia di cd, e liste complete con i nomi".
Fonte: Corriere della Sera.



Olanda, operazione antiterrorismo in corso


Dalle prime ore dell'alba è in corso in Olanda una operazione anti-terrorismo che ha comportato anche la chiusura dello spazio aereo sopra la capitale.



La polizia ha circondato in forze un edificio in cui si sono asserragliati alcuni sospetti terroristi islamici.



Tre poliziotti sono stati feriti dal lancio di una bomba a mano, due sono gravi.



Ciliegina sulla torta: nelle stesse ore, una sigla islamista ha minacciato di colpire l'Olanda se non cesseranno le aggressioni contro i "veri credenti" - come quello che ha ucciso il regista Theo van Gogh, immagino.



AGGIORNAMENTO ore 19:00 - Catturati due sospetti.



Civili inermi massacrati dagli okkupanti


Come dite? I "soliti" kattivi amerikani impegnati a massacrare (come al solito, secondo la trita e ritrita litania pacifinta) "donne, vecchi e bambini" in Irak?



Sorpresa: no, gli "insoliti", bravi, buoni, multilateralisti e politicamente corretti francesi, impegnati a massacrare civili inermi (ma che "minacciavano di diventare violenti", oh oui...) in Costa d'Avorio:
Civilians killed during Ivory Coast protest



Several civilians have been shot dead during violent demonstrations in the West African nation of Ivory Coast.



Soldiers opened fire during an anti-French protest in the commercial capital Abidjan.



Witnesses say that French troops fired into the crowd when the demonstration became violent.



But the French military says it was not responsible for the killing.



French officials say Ivorian troops started shooting after they were shot at by protesters outside a luxury hotel in Abidjan.



The latest incident happened after more than four days of unrest in Ivory Coast.



French, Ivorian and United Nations troops are trying to restore order.



South African President Thabo Mbeki has invited opposition leaders to Pretoria later this week for talks to end the violence.
Come vedete, comunque, i francesi si sono affrettati a smentire - e se lo dicono loro, gli idoli dei pacifinti di casa nostra, come non credergli? (Arh, arh...)



Theo Van Gogh: '06-05' e 'Submission' su Internet


Come segnalato dal Griso, negli ultimi giorni due televisioni regionali olandesi hanno rinunciato a trasmettere "Submission", il documentario del regista Theo Van Gogh, massacrato la scorsa settimana dagli islamofascsti, che denunciava le violenze, le umiliazioni, la repressione a tutti i livelli della donna nel mondo islamico.



Sempre il Griso ha fornito, in questo e questo post, i link a "Submission" (niente panico, è in Inglese, non in Olandese) e a "06-05", il documentario girato da Van Gogh sull'assassinio del leader politico Pim Fortuyn, ucciso appunto il 6 Maggio del 2002.



Come dice il Griso,
Guardatelo (dura 11 minuti e, a parte la preghiera iniziale e finale in arabo, è in inglese coi sottotitoli in olandese) e diffondetelo: è uno dei mezzi che abbiamo a disposizione per non darla vinta ai fascisti.



Almeno, per me chi va in giro ad ammazzare chi non la pensa come lui è un fascista. Punto. O qualcuno ha una definizione migliore?
No, personalmente trovo che questa sia perfetta.



lunedì 8 novembre 2004

Van Gogh, Eurabia e 'multiculturalismo'

Segnalo, un po' in ritardo, un ottimo editoriale di Magdi Allam sul Corriere della Sera:
SE L’ODIO CONTAGIA L’EUROPA

Lo sgozzamento di Theo Van Gogh, un atroce rituale del terrorismo islamico perpetrato da un giovane olandese di origine marocchina nel centro di Amsterdam, ha probabilmente inferto il colpo mortale all’idea e all’utopia del multiculturalismo in Europa. Anche se ha avuto molto meno risonanza della strage di Madrid dello scorso 11 marzo, gli effetti del barbaro assassinio di Van Gogh potrebbero rivelarsi ben più gravi e incisivi sul futuro della convivenza tra gli autoctoni e le minoranze etnico-confessionali del Vecchio continente.

Perché ormai costringe l’insieme dell’Occidente a interrogarsi e a dare delle risposte convincenti alla propria crisi d’identità che si afferma in modo speculare e simmetrico a quella che da oltre un trentennio attanaglia il mondo islamico. Una crisi che esplode all’indomani del crollo del Muro di Berlino nel 1989.
La dissoluzione della controparte (l’impero comunista) che legittimava una certa identità impone all’Occidente di guardarsi allo specchio, di riscoprire i suoi valori profondi al di là del contesto dello stato dell’emergenza della Guerra fredda protrattasi per mezzo secolo.

Sul fronte opposto, l’offensiva della rivoluzione democratica che ha investito l’Europa orientale e altre parti del mondo è stata recepita come un’aggressione a un’identità islamica in balia di teocrazie e di autocrazie traballanti.

Un'identità islamica che a partire dal 1967, la sconfitta degli eserciti arabi e il crollo dell'utopia panaraba, era riuscita a produrre la crescita dell'integralismo e l'involuzione della mentalità e dei costumi. In questo contesto il terrorismo islamico privatizzato e globalizzato da Osama bin Laden ha finito per rappresentare la deriva più deleteria e disumana.

Eppure questa identità islamica radicale, così fortemente e violentemente contrapposta ai valori fondanti e comuni della civiltà occidentale, riesce a far breccia tra taluni giovani musulmani residenti o addirittura nati in Europa, di fatto cittadini europei.

Non è un caso che il colpo di grazia al multiculturalismo provenga dall'estremismo e dal terrorismo islamico. Perché l'ideale della coesistenza tra diversi non può reggere se qualcuno immagina se stesso come l'incarnazione del Bene e si auto-attribuisce il dovere etico e messianico di sconfiggere con tutti i mezzi il Male. Ed è appunto questo il caso degli estremisti e dei terroristi islamici che sono pregiudizialmente contrari alla coesistenza con i "miscredenti" e gli "apostati", mentre tendono a considerarsi come una "comunità di fedeli" a sé stante, uno Stato teocratico in nuce all'interno dello Stato di diritto. Che si avvale e sfrutta la democrazia e le garanzie costituzionali dello Stato di diritto per affermare il proprio potere oscurantista e violento tra le comunità musulmane in Europa.

Come da copione, anche il giovane terrorista islamico che ha sgozzato van Gogh ad Amsterdam, emulando le gesta di Al Zarqawi in Iraq, è il prodotto di un processo di indottrinamento e arruolamento che ha al suo centro una moschea integralista che si ispira all'ideologia wahabita predominante in Arabia Saudita. Questo efferato crimine dimostra come se anche non tutte le moschee sono integraliste, estremiste o terroriste, tutti gli integralisti, gli estremisti e i terroristi sono diventati tali in una moschea.

C'è un nesso evidente tra una certa predicazione che inneggia alla Guerra santa e esalta i kamikaze, la "conversione" all'estremismo islamico dei fedeli, l'adozione della fede nel "martirio" e l'attuazione dell'attentato terroristico. E purtroppo è assai labile e imprevedibile la distanza che separa lo stadio della libertà di espressione e di associazione, tutelati dallo Stato di diritto, dal compimento del crimine vero e proprio.

La crisi del multiculturalismo dovrebbe insegnarci che solo un Occidente con una forte identità, sul piano ideale, religioso e culturale, può confrontarsi e aprirsi in modo costruttivo e pacifico con gli "altri". E che il traguardo deve essere un sistema di valori condiviso all'interno di una comune identità.

In breve


Nel week-end non ho potuto aggiornare il blog: recupero adesso.



Spesa proleche?



Chi fa irruzione in un centro commerciale e in una libreria portando via libri, cibarie, console videoludiche, videoregistratori e altro costoso materiale senza pagare è un volgare ladruncolo, altro che "spesa proletaria".



Nel caso, poi, dell'orda di fighetti figli di papà camuffati da lumpenproletariat portati a Roma da Casarini, da Caruso e dall'ineffabile Nunzio D'Erme (consigliere comunale di maggioranza, ricordate? quello della quintalata di letame scaricata in pieno centro a Roma), c'è anche l'aggravante del pretesto pseudo-ideologico e populista-chic.



Sindaco Veltroni, niente da dire? Una parolina a quel derme del suo consigliere di lotta e di governo, sembra male?



Chiacchere e distintivo



Solo negli ultimi giorni, a Napoli, almeno tre morti ammazzati e una dozzina di feriti.



Particolarmente indicativo del clima il caso della ragazzina (?) di 15 anni che, per vendicare il furto del proprio motorino, istiga il padre a scovare e uccidere il responsabile, un ragazzo di appena due anni più grande di lei: a nessuno dei due, naturalmente, è venuto in mente di segnalare il ladruncolo alle forze dell'ordine - lo Stato, si sa, si chiama in causa solo quando si tratta di dire che non fa niente per aiutare i napoletani.



Governatore Bassolino, sindaco Jervolino: anni di chiacchere e di convegni per descrivere e glorificare il Nuovo Rinascimento Napoletano, e questi sono i risultati? Una città alla deriva, sempre più vicina al Terzo Mondo?





Non sono americani, quindi è tutto O.K.




Dopo avere criticato i metodi degli "unilateralisti" americani (e fa niente se la Coalizione impegnata in Irak conta 49 Paesi), ora i "multilateralisti" francesi scatenano unilateralmente una mezza guerra (o forse una guerra intera: staremo a vedere nei prossimi giorni) in Costa d'Avorio non allo scopo di liberare un Paese ma, loro sì, per perseguire una politica di potenza nella regione e per difendere i propri interessi economici e strategici (solo per gli americani è un crimine farlo, a quanto pare) in quella che era, e che rischia di ridiventare o è già ridiventata de facto, una loro colonia - e tutto questo, per giunta, sotto il naso (meglio: con la benedizione) dell'ONU.



Chirac, Annan, niente da dire? E voi pacifinti? Tutto a posto in questo caso, niente bandiere arcobaleno schierate in piazza, questa volta? O prima di protestare aspettate, come al solito, l'apparizione sulla scena degli americani?



venerdì 5 novembre 2004

Prima di mettere mano ai fazzoletti


I mass media già da giorni si sono lanciati nella (ennesima, per molti) campagna di santificazione del terrorista Arafat: ma quant'è (quant'era) bravo, eroico, coraggioso, deciso, amante del suo popolo (bugia colossale), votato alla causa della pace (altra balla galattica: mai Nobel per la Pace fu più assurdo di quello assegnato a lui), etc. etc.



Prima di tirare fuori i fazzoletti, però, forse conviene leggersi ritratti un po' meno in ginocchio, come questo a cura di Angelo Pezzana, riportato da Esperimento:
Raccontare il falso è sempre stata la grande specialità di Arafat. Non è nato a Gerusalemme ma al Cairo, suo padre era per altro mezzo egiziano. Non è quindi un palestinese, come ha sempre affermato.



E’ nato nel 1929 e ha visto per la prima volta la Palestina nel 1947. Ha sempre raccontato di essere cresciuto nella città vecchia di Gerusalemme a pochi passi dal muro del pianto. Peccato che non sia vero. Scoperto il trucco, ha dichiarato di essere nato a Gaza. In realtà la prima volta che ci ha messo piede è stato solo nel 1994. Un trucco che non sarebbe stato difficile scoprire, visto che Arafat ha sempre avuto e ancora ha un forte accento egiziano.



Peccato che scoprire i suoi altarini non sia mai stato un esercizio praticato dai nostri grandi esperti in Medio Oriente. Il suo diritto a mentire è stata l’invenzione più riuscita, quella che più è piaciuta ai mezzi d’informazione del mondo intero: la guerra a Israele, quando nel 1964 fu creata l’OLP, l’organizzazione per la liberazione della Palestina. Da allora si è potuto permettere qualsiasi affronto alla verità. Lo hanno sempre creduto.



Non è mai stato a Gerusalemme durante la guerra di Indipendenza del 1948, ma ha sempre affermato di averla combattuta. Falso, ma è stato creduto.

Si è quindi inventato una biografia inesistente e il gioco ha funzionato. L’abbiamo verificato in questi giorni, dal momento in cui si è sentito male fino al suo trasporto in un ospedale francese a bordo di una aereo che graziosamente Chirac gli ha messo a disposizione.



Ci siamo sorbiti articoli traboccanti stima, considerazione, affetto, commozione, come se ad essere in pericolo di vita ci fosse un uome che ben ha meritato nella sua vita e non un fanatico killer di ebrei. Potremmo aggiungere anche un persecutore del suo popolo, al quale ha di fatto impedito qualsiasi soluzione che potesse portare alla costituzione di uno Stato palestinese indipendente. Il conflitto permanente essendo una della condizioni che ha permesso ad Arafat di rimanere in sella per quarant’anni, dittatore di una dirigenza palestinese alla quale era solo concesso di ratificare le sue decisioni e niente di più.



"Anche subito dopo aver firmato gli accordi Oslo e mentre gli veniva conferito il premio Nobel per la pace, Arafat e l’OLP preparavano il terreno per l’intifada delle moschee che avrebbe portato con sè l’ondata del nuovo terrorismo suicida", ci dichiara Fiamma Nirenstein, autrice de "Gli antisemiti progressisti".



Il dono che Arafat ha fatto al mondo, contrariamente all’immagine che i media hanno inventato, è stata l’arma dei martiri suicidi, che portato la morte in mezzo alla popolazione civile. "Israele sta trattando con la persona peggiore possibile", aveva detto a Rabin nel 1993 il re di Giordania Hussein, che Arafat aveva avuto la sfortuna di sperimentare personalmente quanti lutti e stragi si portasse dietro.



Malgrado ciò Arafat ha mantenuto intatta la sua credibilità, anche quando dichiarava che dietro alle stragi c’era la mano di Israele. Persino dopo Taba ha sparso il sospetto che dietro le bombe che hanno fatto strage di israeliani ci fosse l’opera del Mossad.



La violenza, fisica e politica, è sempre stato il suo strumento preferito. Certo, gli eufemismi per definirla diversamente non sono mancati. Lotta armata, resistenza, tutta la retorica su Mister Palestina, che non dorme mai, lavora 24 ore al giorno, come può seguire la famiglia quando la sua vera sposa è il popolo palestinese ?



Gli articoli su di lui di questi giorni abbondavano in lacrime e commozione. Che le sue mani grondino sangue innocente non ha la minima importanza. C’è qualcuno però che non l’ha dimenticato. Sono i parenti degli israeliani di origine francese che sono morti negli attentati. Hanno infatti richiesto di iniziare subito un procedimento legale contro il rais, visto che ora si trova in terra francese. Vedremo quale spazio questa notizia si conquisterà sui nostri giornali (posso già immaginarlo, NdR) visto l’orientamento che hanno assunto nei suoi confronti in quello che non è azzardato definire un processo di beatificazione ante mortem del beatificato.



E’ questa per Arafat la fine del viaggio o ci sarà un ritorno più o meno risanato al controllo del potere, deludendo più di ogni altro chi in questi giorno sta pesando quanto vale la propria candidatura ? Che da queste parti non significa gara elettorale secondo i criteri democratici, ma quanto pesa il proprio potere in quanto ad armi possedute e milizie di guerriglieri controllati.



Un’era è comunque finita. Arafat senza divisa e keffiah sostituiti da un pigiama e un berretto di lana blu scuro, quel baciare le mani a chi gli siede accanto, in un gesto che non sa più di comando ma di sottomissione, hanno incrinato definitamente nell’immaginario propagandistico palestinese l’icona che il rais ha curato per decenni con abile e truffaldina capacità. Difficile mentire sulla malattia, impossibile inventare altre menzogne.



Se Arafat uscirà di scena, come si augurano più ancora di Israele i vari Abu Mazen, Abu Ala, Mohammed Dahlan, sarà un bene anche per lo Stato ebraico. La controparte con la quale trattare, di cui Sharon ha sempre e realisticamente affermato l’irrilevanza come interlocutore di pace, forse avrà un volto. Si spera diverso da quello di Arafat. Con lui scomparirà il vero ispiratore di Bin Laden.



Arafat sarà ricordato nei libri storia come l’uomo che con la pratica quotidiana del terrorismo si augurava di eliminare lo Stato ebraico. Infatti sulle carte geografiche più largamente in uso nell’Autonomia palestinese e nei testi di scuola Israele non esiste.

Il suo resterà un desiderio non realizzato.


giovedì 4 novembre 2004

Il vecchio terrorista (forse) e' morto


Girano voci sempre più insistenti sulla morte di Arafat.



I soliti espertoni


Come fa giustamente notare il Griso, in Italia (e non solo) negli ultimi mesi i soliti esperti delle patate si sono sbilanciati in giudizi e previsioni a dir poco opinabili (sto facendo ampio ricorso a generosi eufemismi: oggi mi sento buono, e non mi va di chiamare i vari imbecilli dal template nero e gli utili idioti d'Egitto col loro nome - oops...) su Bush e sulla campagna elettorale americana.



Adesso però il 2 novembre è passato, la realtà ha fatto irruzione sulla scena, ed è ora di tirare alcune somme - e di togliersi alcuni sassolini dalle scarpe.



Leggetevi il post del Griso, in proposito - lo sottoscrivo parola per parola.



Mentre


Così Camillo:
Mentre disinvoltamente in studio a Roma si diceva che avevano vinto i fondamentalisti religiosi e i telepredicatori, sul palco della vittoria c'erano le famigle del presidente e dei vicepresidenti, tra cui Maria Cheney e la sua fidanzata. Richiamate quando un leader del centrosinistra italiano se lo potrà permettere.
Parole sante.



Per dare un'idea di quanto in questo momento stia rodendo il culo ai nostri eroici zapateros: ieri sera a "Otto e Mezzo" il solito giornalista di sinistra che ha capito tutto di quei rozzi e boccaloni americani (quando danno la vittoria a un repubblicano: quando eleggono un democratico invece sono un elettorato informato, colto, maturo e responsabile) per spiegare il voto a Bush ha dichiarato testualmente: "Ma d'altra parte in America metà della popolazione è convinta che il mondo sia stato creato 6.000 anni fa...".



Incommentabile.



Il bando degli OGM e' oscurantista e illiberale


Ecco il testo della lettera aperta al Presidente del Consiglio a cura dell'Istituto Bruno Leoni In collaborazione con l'Osservatorio sulla Bioetica -- Fondazione L. Einaudi.

Lettera aperta al Signor Presidente del Consiglio

On. Silvio Berlusconi

In tema di biotecnologie agro-alimentari



Il ministro per le Politiche agricole e forestali, On. Gianni Alemanno, ha assunto la guida di un movimento d’opinione ostile all’introduzione sul territorio italiano degli organismi geneticamente modificati (OGM). Questa campagna è culminata nella proposta di un decreto legge che vorrebbe impedire la semina di OGM e che consentirebbe solo alcune attività di ricerca, peraltro destinate alla sola tracciabilità e valutazione e non allo sviluppo di nuovi OGM di interesse anche nazionale.



Noi sottoscrittori di questo appello ci rivolgiamo al Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi, affinché si opponga - come ha già fatto in passato - a questo provvedimento. Riteniamo, infatti, che si tratti di una proposta antiscientifica, illiberale e nociva per l’economia italiana.



L’avversione nei riguardi degli OGM non ha base scientifica: non v’è prova alcuna che i prodotti finora commercializzati in molte parti del mondo e da molti anni anche in Italia (si pensi, ad esempio, alla soia o al mais) siano pericolosi per la salute umana o per l’ambiente. La stessa Chiesa Cattolica ha riconosciuto, con un documento della Pontificia Accademia delle Scienze, le opportunità offerte dagli OGM in termini di miglioramento della condizione umana, nel mondo occidentale e ancor più nei Paesi in via di sviluppo.



Il bando degli OGM è illiberale, sia verso i produttori che verso i consumatori, che verrebbero privati della possibilità di scelta messa a disposizione dal progresso tecnologico. Gli agricoltori che volessero investire nel biotech per aumentare la propria competitività sui mercati globali, con il decreto Alemanno si vedrebbero condannati a restare ben lontani dai sistemi agricoli più avanzati che da anni si avvalgono delle conquiste dell’ingegneria genetica.



Riteniamo, infine, che separare, come fa il ministro Alemanno, le attività di ricerca e sperimentazione da quelle di semina e commercializzazione sia un grave errore. La ricerca scientifica ha un valore in sé e contemporaneamente aiuta l’uomo a vivere meglio. Avrebbe poco senso affrontare l’impresa scientifica relativa agli OGM se poi non venisse concessa la possibilità di applicarne i risultati.



Per tutte queste ragioni noi, scienziati, intellettuali, accademici, giornalisti e cittadini di questo Paese esprimiamo l’auspicio che l’iniziativa dell’On. Alemanno venga arginata e che anche in Italia la libertà d’iniziativa e la libera ricerca scientifica siano rispettate e tutelate.
L'appello può essere sottoscritto qui.

Omicidio Van Gogh, arrestati 8 islamici


Dal Corriere della Sera:
Olanda: 8 arresti per l'omicidio del regista Van Gogh



AMSTERDAM - Sarebbero coinvolti nell'omicidio del regista Theo Van Gogh, ucciso l'altro ieri in Olanda. La polizia ha arrestato 8 presunti terroristi islamici.
Sorpresi? Io no.



mercoledì 3 novembre 2004

Kerry telefona a Bush e ammette la sconfitta


Direi che questo chiude la questione, salvo improbabili colpi di scena dell'ultimissima ora:
E alla fine John F.Kerry ha gettato la spugna. Dopo un'intera giornata vissuta sul filo di lana, il candidato democratico ha telefonato al presidente uscente George W. Bush per ammettere la sconfitta. Un'uscita attesa dai repubblicani e che dovrebbe, ma il condizionale d'obbligo, vuotare di senso la battaglia legale che si stava per ingaggiare sull'Ohio, lo stato che non ha ancora assegnato i suoi 20 Grandi Elettori. A spoglio ultimato infatti la situazione è la seguente: 254 grandi elettori assegnati al presidente in carica, contro 252 dello sfidante democratico John Kerry. Per vincere ne occorrono 270. Ma per assegnare ufficialmente i 20 punti decisivi occorre procedere prima alla conta dei voti provvisori, quelli non ancora scrutinati perché i cittadini che li hanno espressi non erano iscritti nelle liste elettorali per problemi amministrativi. La Casa Bianca, da parte sua, non ha dubbi: Bush ha vinto, il vantaggio di cui gode in Ohio è "statisticamente insormontabile".
E, come nota Zibordi citato da I Love America,
In parole ancora più semplici per una serie di ragioni storiche attualmente ti raccontano un mucchio di balle e te ne accorgi perché ogni volta che viene eletto un Reagan o un Bush nessuno lo capisce.



Esempio: sentivo alla radio e in TV un tono di dubbio e sospetto su questa elezione.



Bene. Era dal 1988 che un presidente non veniva eletto con la maggioranza assoluta dei voti, ad esempio Clinton è stato eletto con il 43% dei voti nel 1992 e con il 49% dei voti nel 1996 (e Bush ha vinto come tutti sanno con il 48% nel 2000).



In termini di delegati e di stati Carter nel 1976 ha vinto contro Ford per due soli stati di differenza nei quali aveva un vantaggio sui 10 mila voti e nessuno ha chiamato gli avvocati o avanzato dubbi (Kennedy molto peggio).



Oggi Bush vince con il 51,3% e lo stato in cui ci sono più "dubbi" è l'Ohio in cui ha 140 mila voti di vantaggio.



Paragonata alle elezioni presidenziali americane del passato è una vittoria netta, 51% dei voti, 4 milioni di voti di differenza su una affluenza record, lo stato più "contestato" in cui hai 140 mila voti di vantaggio.


Colpiscine uno per educarne cento


Theo van Gogh, 47 anni, diretto discendente del fratello del grande pittore Vincent Van Gogh, è stato ucciso in Olanda da un giovane marocchino.



Si tratta di un omicidio politico: Van Gogh aveva ricevuto minacce di morte da estremisti islamici dopo che la tv olandese aveva trasmesso il suo film "Sottomissione" sul Corano e sulla violenza contro le donne nella società islamica.



Ora stava girando un lungometraggio sull'assassinio di Pim Fortuyn, il leader politico olandese ucciso da un estremista nel 2002: non lo finirà mai, i nazisti islamici hanno provveduto a tappargli la bocca una volta per tutte.



Certo quel buffone falso e arrogante di Michael Moore non corre di questi rischi: i suoi "documentari", in realtà dei volgari polpettoni propagandistici degni di un indymediano qualunque, sono premiati a Cannes, sono diffusi in Medio Oriente da organizzazioni di stragisti islamici come Hamas, vengono citati nientemeno che dal Grande Uomo in persona, Osama Bin Laden, e in Italia vengono trasmessi in TV e distribuiti in allegato ai soliti "giornali indipendenti" (ma indipendenti da che? dalla realtà dei fatti, verrebbe da rispondere).



Dal Corriere della Sera:
Un omicidio dai risvolti inqiuetanti. Il regista Theo van Gogh, 47 anni e nipote del grande pittore, un controverso regista ed editorialista olandese noto per aver girato un film sulla violenza contro le donne nella società islamica (Submission), è stato prima accoltellato e poi ucciso ad Amsterdam con un colpo di pistola.



Il sospetto assassino è stato arrestato da un poliziotto che era nelle vicinanze che lo ha disarmato dopo averlo colpito con la pistola ad una gamba.

Il procuratore Leo de Wit che si occupa del caso ha spiegato che il sospetto assassino che è stato arrestato, ha 26 anni ed è di origine marocchina, pur possedendo la doppia nazionalità marocchino-olandese.



CHI ERA LA VITTIMA - Van Gogh autore di 20 film alcuni dei quali presentati al Festival di Cannes, stava preparando un lungometraggio sulla morte di Pim Fortuyn il leader politico olandese di destra assassinato da un estremista nel maggio 2002. Il film si sarebbe dovuto intitolare "0605", la data dell'omicidio di Fortuyn.

Van Gogh aveva ricevuto minacce di morte da estremisti islamici dopo che la tv aveva trasmesso il suo film "Sottomissione" sul Corano e sulla violenza contro le donne nella società islamica.



Aveva realizzato il film con l'olandese Ayaan Hirsi Ali, una rifugiata somala impegnata in politica che ha ottenuto la cittadinanza olandese dopo essere sfuggita ad un matrimonio combinato 12 anni fa. La donna è sotto la protezione della polizia dopo aver ricevuto minacce di morte a seguito della trasmissione del filmato sulla tv nazionale olandese.



LA REAZIONE DEL GOVERNO - Il primo ministro olandese, Jan Peter Balkenende, e il ministro della giustizia, Piet Hein Doner, e quello per gli affari interni, Johan Remkes, hanno anticipato la riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, prevista all'Aja. "È una situazione orribile che non possiamo accettare", è stata la reazione del governo olandese affidata al ministro della Giustizia. Il primo ministro olandese ha linvece anciato un appello per evitare che sul movente dell'omicidio di Van Gogh "si giunga a conclusioni affrettate". "Faccio appello a tutti affinchè non si traggano conclusioni affrettate" sui motivi dell'assassinio, ha detto in un comunicato stampa il premier olandese che definisce Van Gogh "un campione della libertà di espressione". "Sarebbe inaccettabile se la libertà di espressione fosse all'origine di questo brutale omicidio", ha sottolineato il primo ministro. Anche la regina Beatrice - in un comunicato della casa reale - ha commentato l'omicidio dicendosi "scioccata e stupefatta" da quanto avvenuto.


venerdì 29 ottobre 2004

La Bild: dieci motivi per sostenere Bush


Il più diffuso quotidiano tedesco, la Bild, si schiera dalla parte di Bush ed elenca dieci motivi per preferirlo a Kerry:
1. Bush has clear priorities. He sees the inhuman Islamic fundamentalism and the murderous mullahs as the largest danger for the Western world.



2. Bush has learned the lessons of history. Military strength, not pleasant talk, is the only thing that helps against violent fanatics. And with Bush — unlike with Kerry — there is no doubt about this.



3. Under Bush, the US, as a superpower, will continue to bear the financial, military and casualty burden in the fight against terrorism in a "holy war" which Islamic fanatics unilaterally declared. [It’s ultimately about the cash-flow, Damen und Herren. —ed.]



4. Along with fighting terror and the terrorists, a re-elected Bush will do everything he can to prevent nuclear proliferation. That is especially true with regard to the nuclear ambitions of Iran and North Korea.



5. Bush has learned that America can defeat every country in war, but needs allies in peace. Thus, his second term will be characterized by cooperation with international partners. But he will not depend on how Syria or Libya vote at the UN.



6. Bush knows that Europe and Germany don’t have the military at their disposal to become involved in any further foreign military engagements. Therefore he won’t ask them for help. Kerry will do exactly that — and will further burden already damaged German-American relations.



7. Under Bush, America will remain a reliable partner for Israel in its fight for survival. That must especially be in our German interest.



8. Republicans have always been stronger supporters of free trade than Democrats. That is also true of Bush when compared to Kerry. And that is good for Germany as an export nation.



9. Every new American administration makes mistakes. Bush has already made his. Kerry, on the other hand, has of yet held no (executive) position in the government. He would be worse prepared than most Presidents preceding him.



10. With Bush, we know what to expect. With Kerry, nobody knows what he stands for and where he wants to lead America — and the world.
Parole sante.



giovedì 28 ottobre 2004

La Russia, gli Stati Canaglia e le armi 'non trovate' in Irak


Dal Washington Times:
Russian special forces troops moved many of Saddam Hussein’s weapons and related goods out of Iraq and into Syria in the weeks before the March 2003 U.S. military operation, The Washington Times has learned.



John A. Shaw, the deputy undersecretary of defense for international technology security, said in an interview that he believes the Russian troops, working with Iraqi intelligence, "almost certainly" removed the high-explosive material that went missing from the Al-Qaqaa facility, south of Baghdad.



"The Russians brought in, just before the war got started, a whole series of military units," Mr. Shaw said. "Their main job was to shred all evidence of any of the contractual arrangements they had with the Iraqis. The others were transportation units."



Mr. Shaw, who was in charge of cataloguing the tons of conventional arms provided to Iraq by foreign suppliers, said he recently obtained reliable information on the arms-dispersal program from two European intelligence services that have detailed knowledge of the Russian-Iraqi weapons collaboration.



Most of Saddam’s most powerful arms were systematically separated from other arms like mortars, bombs and rockets, and sent to Syria and Lebanon, and possibly to Iran, he said.



The Russian involvement in helping disperse Saddam’s weapons, including some 380 tons of RDX and HMX is still being investigated, Mr. Shaw said.


mercoledì 27 ottobre 2004

Seconda candelina


Random Bits compie due anni.



Queste le "fredde statistiche" generate da Blogger.com:



Posts written: 1.557 (non credevo, così tanti?)

Words written: 320.141 (in realtà sono di meno: spesso ricorro al "copia-e-incolla", infatti)

Outbound links: 2.371 (non si può dire che questo sia un blog avaro di link, insomma)



In realtà avevo registrato il blog nel Gennaio del 2002, ma poi non avevo scritto che pochi post, oltretutto cancellati al momento del ",secondo varo" in Ottobre: si può dire, quindi, che RB è nato effettivamente il 27 Ottobre 2002, anche se il mio profilo su Blogger parla di Gennaio.



martedì 26 ottobre 2004

Irak: armi convenzionali e campagna elettorale


Nelle ultime ore Kerry e i media a lui favorevoli (e, naturalmente, gli inutili idioti di casa nostra) hanno strillato a più non posso che le 380 tonnellate di esplosivo sparite da un deposito militare di Saddam sono un fallimento clamoroso dell'amministrazione Bush e della sua gestione della sicurezza in territorio iracheno.



Peccato, però, che l'esplosivo in questione sia sparito prima dell'arrivo sul posto delle truppe americane:
NBCNEWS: CACHE OF EXPLOSIVES VANISHED FROM SITE IN IRAQ BEFORE TROOPS ARRIVED...



The NYTIMES urgently reported on Monday in an apprent October Surprise: The Iraqi interim government and the U.N. nuclear agency have warned the United States that nearly 380 tons of powerful conventional explosives are now missing from one of Iraq's most sensitive former military installations.



[The source behind the NYT story first went to CBSNEWS' 60 MINUTES last Wednesday, but the beleaguered network wasn't able to get the piece on the air as fast as the newspaper could print. Executive producer Jeff Fager hoped to break the story during a high-impact election eve broadcast of 60 MINS on October 31.]



Jumping on the TIMES exclusive, Dem presidential candidate John Kerry blasted the Bush administration for its failure to "guard those stockpiles."



"This is one of the great blunders of Iraq, one of the great blunders of this administration," Kerry said.



In an election week rush:



**ABCNEWS Mentioned The Iraq Explosives Depot At Least 4 Times

**CBSNEWS Mentioned The Iraq Explosives Depot At Least 7 Times

**MSNBC Mentioned The Iraq Explosives Depot At Least 37 Times

**CNN Mentioned The Iraq Explosives Depot At Least 50 Times



But tonight, NBCNEWS reported: The 380 tons of powerful conventional explosives were already missing back in April 10, 2003 -- when U.S. troops arrived at the installation south of Baghdad!



An NBCNEWS crew embedded with troops moved in to secure the Al-Qaqaa weapons facility on April 10, 2003, one day after the liberation of Iraq.



According to NBCNEWS, the HMX and RDX explosives were already missing when the American troops arrived.



"The U.S. Army was at the site one day after the liberation and the weapons were already gone," a top Republican blasted from Washington late Monday.



The International Atomic Energy Agency inspectors last saw the explosives in January 2003 when they took an inventory and placed fresh seals on the bunkers.



Dem vp hopeful John Edwards blasted Bush for not securing the explosives: "It is reckless and irresponsible to fail to protect and safeguard one of the largest weapons sites in the country. And by either ignoring these mistakes or being clueless about them, George Bush has failed. He has failed as our commander in chief; he has failed as president."



A senior Bush official e-mailed DRUDGE late Monday: "Let me get this straight, are Mr. Kerry and Mr. Edwards now saying we did not go into Iraq soon enough? We should have invaded and liberated Iraq sooner?"



Top Kerry adviser Joe Lockhart fired back Monday night: "In a shameless attempt to cover up its failure to secure 380 tons of highly explosive material in Iraq, the White House is desperately flailing in an effort to escape blame. Instead of distorting John Kerry’s words, the Bush campaign is now falsely and deliberately twisting the reports of journalists. It is the latest pathetic excuse from an administration that never admits a mistake, no matter how disastrous."



Why is the U.N. nuclear agency suddenly warning now that insurgents in Iraq may have obtained nearly 400 tons of missing explosives -- in early 2003?



NBCNEWS Jim Miklaszewski quoted one official: "Recent disagreements between the administration and the head of the International Atomic Energy Agency makes this announcement appear highly political."



Developing...




venerdì 22 ottobre 2004

Random Bits ha cambiato casa


Random Bits ha cambiato indirizzo.



Il nuovo URL è http://rb.blogsfera.net/



Anche i riferimenti al logo "Blog Moralmente Inferiore" vanno cambiati:

l'URL al post "BMI" diventa



http://rb.blogsfera.net/2004/03/attenzione-blog-antropologicamente-e.html



mentre l'immagine si trova all'URL http://rb.blogsfera.net/img/bmi.gif



Di conseguenza il codice da inserire nei vostri blog per richiamare il banner

BMI e la pagina relativa diventa:



[a href="http://rb.blogsfera.net/2004/03/attenzione-blog-antropologicamente-e.html"][img

src="http://rb.blogsfera.net/img/bmi.gif" height="48" width="120" hspace="40" alt="Attenzione: blog

moralmente e antropologicamente inferiore" border="0" align="middle" /][/a]



(usare parentesi "<" e ">" e non le [] quadre, ovviamente)



Questo, ovviamente, se non preferite copiare in locale sul vostro blog il

banner, nel qual caso dovrete solo cambiare il riferimento all'URL del BMI su

Random Bits:



(http://rb.blogsfera.net/2004/03/attenzione-blog-antropologicamente-e.html)



Ovviamente anche il link a Random Bits, se esistente al di fuori del banner

BMI, va aggiornato.



ATTENZIONE: il dominio BLOGSFERA.COM (e non solo la vecchia versione del mio blog) sparirà dalla Rete nel giro di pochi giorni: dopo di allora, se non avrete aggiornato il codice del banner e i link a Random Bits otterrete dei messaggi di errore.



E ora... pubblicità progresso (è la prima e unica volta, giuro):



Colgo l'occasione del "trasloco" - quale migliore, in effetti? ;-) - per

segnalarvi che ho attivato (sul server http://www.blogsfera.net/, per

l'appunto) un servizio di blog hosting dedicato agli utenti di

Blogger/Blogspot, a chi conosce (o vuole iniziare a conoscere) una delle

seguenti piattaforme di blogging: WordPress, b2, Nucleus CMS, b2evolution,

pMachine Free, e agli utenti delusi da Splinder "free" e dalla sua offerta a

pagamento (prezzi fuori dal mondo, come dimostra la mia offerta, tre volte più

conveniente).



Insomma, se avete in mente di cambiare piattaforma o di aprire un nuovo blog,

io sono qui :-)



Se poi voleste segnalare la mia iniziativa ai vostri amici/conoscenti/lettori,

avrete la mia gratitudine imperitura :-)

giovedì 21 ottobre 2004

Rocco Buttiglione? Inadatto all'esportazione


Ipse dixit:
I bambini che hanno solo una madre e non hanno padre sono figli di una madre non molto buona.
Concordo perfettamente col commento di NewBlogNewBlog, specialmente col francesismo che chiude il post.



mercoledì 20 ottobre 2004

Blog hosting a prezzi 'umani'


Pubblicità progresso...

Blogsfera.Net offre la possibilità di gestire autonomamente il proprio blog scegliendo fra cinque diversi software: WordPress, b2, Nucleus CMS, b2evolution, pMachine (versione Free).



Grazie all'accesso FTP potrete gestire in piena autonomia immagini, grafica, foto, files aggiuntivi (nessuno vi impedisce di usare lo spazio a vostra disposizione per creare un vero e proprio sito Web "tradizionale",) e, se lo desiderate, in alternativa ai blog preinstallabili potrete installare autonomamente blog che, come Blosxom e Pivot, pur fornendo prestazioni notevoli non necessitano di database.



Ottima soluzione anche per gli utenti Blogger.com stanchi delle limitazioni del server Blogspot.com (niente immagini o file aggiuntivi): possono trasferire il proprio blog continuando a usare la piattaforma software di Blogger.com e senza perdere i vecchi post, e al tempo stesso ospitare file esterni al blog, immagini etc.



Le nostre tariffe variano da 15€/anno a 75€/anno: a titolo di raffronto, Splinder chiede mediamente tre volte di più per i suoi nuovi servizi di blog hosting.
Dico, che aspettate? Accattatevillo (c'è anche un lussureggiante referral program)!



mercoledì 13 ottobre 2004

L'Iran e il plutonio


Confermate le indiscrezioni emerse nei giorni scorsi e riportate anche da questo blog circa il possesso di plutonio da parte della dittatura teocratica iraniana:
Nucleare: Iran ha condotto esperimenti con Plutonio



TEHERAN - Secondo le indicazioni emerse da esperimenti della Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea), Teheran avrebbe condotto test nucleari con plutonio fino alla meta' degli anni Ottanta. Lo hanno riferito fonti diplomatiche dell'organo di controllo sul nucleare delle Nazioni Unite.
Fonte: Corriere della Sera.



martedì 12 ottobre 2004

Le WMD in Irak? Non c'erano, ma certo...


Questo, almeno, è quello che si sono messi a strillare tutti coloro che hanno letto (purgando, in maniera interessata, le parti non gradite) i recenti rapporti ufficiali.



Peccato che poi la realtà si ostini a fare irruzione nel "dibbbattito" con notizie come questa:
Iraq: Aiea, "Sparito materiale per costruire armi atomiche"



NEW YORK - Dall'Iraq sono scomparsi materiale e attrezzature che possono essere utilizzati per fabbricare un'arma atomica. L'allarme e' stato lanciato dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica, che ha inviato un rapporto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo l'Aiea, ne' Washington ne' Baghdad si sono accorte della scomparsa di materiali che erano stati etichettati dagli ispettori dell'agenzia durante i controlli sullo smantellamento del programma atomico iracheno.
E allora? C'erano o non c'erano, queste armi di distruzione di massa? Se Saddam non aveva WMD, che ci facevano in Irak "materiale e attrezzature che possono essere utilizzati per fabbricare un'arma atomica"? E perché l'Iran sta negoziando con la Siria l'acquisizione di alcuni scienziati nucleari di Saddam attualmente rifugiati a Damasco?



lunedì 11 ottobre 2004

Vittime di serie B?


Questo paventa Aldo Grasso sul Corriere della Sera:
Chissà se per Jessica e Sabrina sapremo mobilitarci come per le due Simone. Anche se adesso non c'è più niente da fare: non resta che riportare mestamente in Italia i poveri corpi delle due ragazze. Però il giorno dei funerali sarebbe bello che il Paese ritrovasse quella carica emotiva dimostrata nei giorni del rapimento delle due volontarie: lumini accesi alle finestre, cortei, bandiere. Chissà se i ragazzi dei licei diserteranno ancora la scuola per scendere in piazza a manifestare, a gridare slogan contro l'America, a chiedere il ritiro delle truppe italiane. Anche se l'unica cosa sensata sarebbe quella di provare a condividere un po' di quel dolore che si è ferocemente abbattuto sulla famiglia Rinaudo. Magari in silenzio, possibilmente senza apparizioni televisive.



Chissà se saremo davvero in grado di provare pietà per le due sorelle, come ci invita a fare il presidente Ciampi: "Tutti gli italiani piangono Sabrina e Jessica, le cui giovani vite sono state barbaramente stroncate a Taba, insieme a quelle di tanti innocenti di altre nazionalità, da mano terrorista". Al dolore già grande non vorremmo se ne aggiungesse un altro: quello di scoprire che esistono ragazze di serie A, "politicamente corrette", anche se un po' sventate nelle dichiarazioni, nei cui confronti un'intera nazione si mobilita e si riconosce, e ragazze di serie B. Ragazze di un piccolo paese del Piemonte, ragazze semplici impegnate in lavori semplici (commessa e parrucchiera), ragazze che inseguono un sogno esotico da 499 euro, un last minute nel Mar Rosso, un ultimo minuto che il destino ha trasformato nella più tragica delle fatalità (nel bussolotto delle assegnazioni Jessica e Sabrina avrebbero potuto pescare un altro albergo, un'altra camera, un'altra serata lontano da quelle mura ora ridotte in macerie).



Chissà se Dronero, provincia di Cuneo, il paese di Giovanni Giolitti, riuscirà almeno per un giorno a diventare simbolo di una ferita che ci riguarda tutti, l'ennesima prova della ferocia del terrorismo, della spietatezza contro gli inermi e i civili. Oppure no. Sarà soltanto un dolore da serie B, qualcosa che toccherà la comunità che si raccoglie attorno al curato don Francesco: una mano amica sposterà la Y10 di Sabrina da giorni parcheggiata sotto l'arcata del ponte Nuovo, gli amici e i parenti si stringeranno al padre Luigi per fargli coraggio, fine del cordoglio. Le due Simone erano l'Italia alle prese con la ferocia della guerra, ma lo sono anche Jessica e Sabrina. Solo più sfortunate.


domenica 10 ottobre 2004

Egitto, identificati i cadaveri delle due turiste italiane


I resti di Jessica e Sabrina Rinaudo sono stati identificati in un laboratorio di analisi a Tel Aviv, grazie al confronto del DNA.



I genitori e una cugina erano appena arrivati in Egitto, nella speranza di trovare le due ragazze ancora vive, magari fra le persone ricoverate in ospedale di cui ancora non si è accertata l'identità.



Le cose sono andate diversamente.



Il decoro (islamico) innanzitutto


Dal Corriere della Sera:
Iran: rapita e violentata per 9 mesi, scappa e viene arrestata



TEHERAN - Violentata per nove mesi riesce a scappare dai suoi aguzzini ma viene arrestata perche' non rispetta l'abbigliamento islamico. L'episodio e' avvenuto a Teheran. La ragazza e' stata rapita e tenuta prigioniera, violentata a ripetizione dai suoi rapitori e dai loro amici. Quando e' riuscita finalmente a scappare, e' stata portata in caserma per l'abbigliamento non consono ai dettami islamici. Alla fine, comunque, la ragazza e' stata rilasciata dalla "polizia morale" ed e' scattata la caccia ai suoi carcerieri. Al momento ne e' stato arrestato soltanto uno.
Per la serie: non fa niente se ti rapiscono e ti violentano in gruppo per nove mesi di seguito - quando (e se) riesci a fuggire devi ricordarti di farlo indossando degli abiti consoni alla morale islamica: il decoro innanzitutto, eccheccavolo!



Un consiglio? prendi esempio dalle due Si,mone: indossa velo, camicione extralungo e guanti; se vuoi, dopo puoi anche spingerti a ringraziare pubblicamente i tuoi rapitori - non è obbligatorio, certo, ma fa sempre un bell'effetto sui telespettatori di al Jazeera.



sabato 9 ottobre 2004

L'ipoteca integralista sull'Egitto


Magdi Allam sul Corriere della Sera:
Per l'Egitto è il colpo più duro dal tragico 17 novembre 1997, quando sei terroristi islamici falcidiarono a raffiche di mitra una sessantina di turisti occidentali e una decina di poliziotti nella Valle delle Regine a Luxor e poi si suicidarono. Per circa un anno il turismo, che costituisce la locomotiva trainante dell'economia, si arrestò. Le conseguenze furono assai pesanti sul piano dell'occupazione, della svalutazione della sterlina e del calo sostanziale del tenore di vita della popolazione. L'uscita dalla crisi si ebbe grazie alla drastica repressione dell'estremismo islamico e alla militarizzazione delle strutture turistiche. Ebbene gli attentati terroristici nel Sinai di giovedì notte indicano che questa soluzione è stata quantomeno lacunosa.



Considerando l'insieme dell'ondata terroristica che si è abbattuta prima e dopo l'11 settembre 2001, emerge che i Paesi musulmani più colpiti dal terrorismo sono quelli che tollerano una presenza significativa degli integralisti islamici, i cui regimi si barcamenano tra la repressione delle frange più estremiste e il contenimento della società civile laica e liberale.



Non è un caso che l'Egitto, al pari di Iraq, Arabia Saudita, Turchia, Pakistan, Afghanistan, Yemen, Kuwait, Sudan, Indonesia, Iran, Algeria, Giordania e Marocco, sia tra i Paesi a rischio. Da quando il 6 ottobre 1981 Mubarak uscì miracolosamente indenne dall'attentato, costato la vita al presidente Sadat, ha fatto della stabilità interna la massima priorità. A tal fine ha ricucito i rapporti con i Fratelli musulmani, espressione di un Islam integralista apparentemente legalitario, tollerandone la crescente attività e influenza registratasi nonostante il movimento sia formalmente fuorilegge. Sempre con l'occhio rivolto al fronte interno, Mubarak ha patrocinato una politica estera all'insegna di un panarabismo anacronistico e controproducente, spesso contrassegnata dall'opposizione agli Stati Uniti.



È un dato di fatto che l'Egitto ha fatto fallire il progetto americano avviato a Casablanca nel 1993 per dare vita a una unione economica tra i Paesi del Medio Oriente, così come si è opposto alla recente proposta di Bush di un Grande Medio Oriente, che includesse anche Turchia, Iran e quel Pakistan, legato alla Nato. Né è un mistero che Mubarak, insieme al re saudita Fahd, non ha incoraggiato il leader palestinese Arafat a sottoscrivere un accordo di pace con Barak a Camp David nell'estate del 2000. Ebbene questi veti egiziani alla strategia americana si giustificano con una radicata diffidenza nei confronti di Israele, di cui si teme la possibile egemonia regionale sul piano economico, politico e della sicurezza. Il risultato è che il clima interno in Egitto è saturo di una propaganda anti-israeliana che spesso culmina nell'aperto antisemitismo.



L'ostilità a Israele è il collante ideologico che cementa il fronte interno, dall'estrema sinistra marxista all'estrema destra islamica. Non si può escludere che i terroristi suicidi del Sinai possano aver goduto di complicità in seno alle forze di sicurezza egiziane. È difficile immaginare che possano aver impunemente violato un'area rigidamente militarizzata. Viene alla mente il massacro di sette israeliani, di cui quattro bambini, compiuto da un soldato egiziano sempre nel Sinai il 5 ottobre 1985. La vicenda venne prontamente archiviata dopo l'arresto e l'annuncio del suicidio del soldato, definito uno psicolabile. Ma che l'esercito fosse stato infiltrato dagli estremisti islamici era ben noto dato che lo stesso assassino di Sadat, Khaled al Islambuli, era un ufficiale.

Ed è sempre l'ostilità a Israele ciò che determinò nell'aprile del 1996 il fallimento di un vertice internazionale contro il terrorismo svoltosi a Sharm el Sheikh, alla presenza di Clinton, Eltsin, Peres, Arafat e Ciampi. I partecipanti non si misero d'accordo neppure sulla definizione del terrorismo. Gli arabi, capeggiati da Mubarak, insistettero affinché venisse annoverata come terrorismo anche la repressione militare israeliana. Il contrasto di fondo fece sì che l'evento fu chiamato in modo generico "vertice dei costruttori della pace". Una pace che in realtà resta un miraggio.



Probabilmente bisogna ripartire proprio dalla tragedia di Taba. Facendo tesoro dell'immagine altamente simbolica della collaborazione tra i soccorritori egiziani e israeliani in mezzo alle macerie dell'Hotel Hilton. Una collaborazione su cui investire per dar vita a una seria ed efficace conferenza internazionale contro il terrorismo, da intendersi come ogni azione promossa da gruppi e individui che disconoscono sul piano ideologico e religioso e violano sul piano concreto il valore della sacralità della vita. Gli attentati del Sinai dovrebbero dimostrare la vacuità delle distinzioni operate, anche in Occidente, tra resistenza e terrorismo, tra vittime lecite e illecite. Distinzioni ideologiche che non trovano riscontro nei massacri indiscriminati perpetrati da questo terrorismo islamico di natura aggressiva, che si fonda sulla legittimazione dell'uccisione di tutti i nemici, militari o civili, siano essi ebrei, cristiani o musulmani.


venerdì 8 ottobre 2004

Strage di turisti in Egitto: non e' la prima volta


Già nel 1997 un gruppo fondamentalista islamico (fra i nomi coinvolti spiccava quello del dottore egiziano attuale numero due di Bin Laden, al Zawahiri) aveva fatto strage di turisti stranieri al tempio di Luxor, nel Basso Nilo: il 17 novembre 1997, in un attacco armato rivendicato da Al-Jama al-Islamiya, nell'importante sito archeologico di Luxor vengono uccise oltre settanta persone, tra cui 58 turisti stranieri. I fondamentalisti decidono di colpire l'industria turistica, una delle risorse economiche più importanti dell'Egitto. In un altro attentato al Cairo, vengono uccisi nove turisti tedeschi. Il settore subisce danni enormi. Ancora oggi le agenzie turistiche di tutto il mondo promuovono soggiorni a Sharm El Sheikh, definita "località del Mar Rosso", evitando di dire che si trova in Egitto.

In occasione della strage di Luxor le vittime furono soprattutto turisti svizzeri (circa quaranta), giapponesi e inglesi; i fondamentalisti islamici spararono sui turisti inermi, appena scesi dagli autobus, con pistole e armi automatiche, inseguendo chi cercava di fuggire fin dentro l'ingresso dei templi.

Vennero uccisi anche alcuni egiziani presenti sul posto, in gran parte poliziotti; una comitiva di turisti italiani si salvò per una questione di minuti, "grazie" a un provvidenziale ritardo nella tabella di marcia del loro tour guidato ai monumenti.



Loro non ringraziano


Nell'attentato anti-ebraico all'Hilton Hotel di Taba, il più sanguinoso dei tre verificatisi in Egitto, sono rimaste coinvolte due giovani ragazze italiane.



Attualmente Jessica e Sabrina Rinaudo, di 20 e 24 anni, risultano ufficialmente disperse.



Neanche lui ringrazia


Dopo avere mostrato la sua umiliazione in due diversi video, dopo avere calpestato la sua dignità umana trattandolo come un animale in gabbia, dopo avere ribadito come di consueto che Allah è grande, le bestie islamo-naziste della "resistenza" irachena hanno ucciso Kenneth Bigley tagliandogli la testa con un coltello.



giovedì 7 ottobre 2004

Egitto, tre attentati in localita' turistiche


Il più grave quello che ha semidistrutto l'Hilton Hotel di Taba, al confine fra Israele ed Egitto: secondo fonti giornalistiche i morti potrebbero essere addirittura un centinaio, di cui almeno 23 di nazionalità israeliana.



Il governo israeliano nei giorni scorsi aveva invitato i connazionali a evitare i viaggi in Egitto, per timore di attenati in coincidenza con la settimana di celebrazioni di Sukkot, la Festa dei Tabernacoli.



Links: Corriere della Sera, Haaretz, Jerusalem Post.



mercoledì 6 ottobre 2004

Al Jazeera? 'E' complice dei terroristi'


Dal Corriere della Sera:
KUWAIT CITY - La tv satellitare araba al Jazeera e' stata citata in giudizio da un camionista saudita, rapito in Iraq lo scorso 31 maggio e fuggito il 4 giugno. L'uomo afferma di essere stato ripreso da un cameraman dell'emittente mentre era tenuto in ostaggio in Iraq e che le immagini della sua profonda umiliazione, mandate in onda dopo che era tornato in liberta', gli hanno causato un grave danno morale. Nega ogni addebito Mishaal al-Nimish, avvocato di Al Jazeera. L'avvocato sostiene che Saadoun non e' stato mai ripreso e che nessun filmato che lo ritragga e' mai stato diffuso dall'emittente.
Avevo segnalato la cosa in un post di qualche tempo fa, dove riportavo un pezzo de La Repubblica segnalato dal Griso:
"C'è una connivenza tra Al Jazeera e i criminali che mi hanno rapito". Saidan Saadun, ex ostaggio saudita, sfuggito ai suoi rapitori e tornato nella sua casa in Kuwait punta il dito contro la tv satellitare del Qatar e minaccia di denunciarne i responsabili. In un'intervista al quotidiano arabo Al Sharq al-Awsat, Saadun dà una versione inquietante della sua prigionia.

"I miei carcerieri - racconta - contattarono telefonicamente l'ufficio di Al Jazeera fornendo l'indirizzo della casa dove ero rinchiuso e chiesero di inviare un operatore per filmare mentre leggevo una dichiarazione".

Quel cameraman sarebbe stato complice dei sequestratori, accusa il saudita, perché non ha denunciato alle forze di sicurezza irachene o alle autorità della coalizione il luogo della prigionia che si trovava a Falluja, e perché sarebbe stato il regista del video con cui la Brigata islamica di Al Wiqas rivendicava il rapimento. Il filmato è stato trasmesso da Al Jazeera il 5 giugno, e all'epoca la tv non aveva rivelato la fonte da cui aveva ricevuto la videocassetta. È stato mostrato anche da altre tv arabe e dalla tv britannica Bbc.
Questa è la televisione "libera e indipendente" (ma soprattutto super partes, direi) che tanto piace ai pacifinti. Sarà un caso?



sabato 2 ottobre 2004

Hanno la faccia come il culo


Oramai certa sinistra ha perso ogni senso della realtà e della decenza: ci sono giornalisti (?) e politici (??) che, pur di imporre le tesi che fluttuano nel vuoto pneumatico delle loro scatole craniche, non esitano a sparare balle colossali, a fabbricare miserabili menzogne, peraltro smascherabili nel giro di due secondi netti, e lo fanno nella serena convinzione che tanto i loro fedeli militonti se le berranno comunque, senza se e senza ma - e soprattutto senza darsi la pena di usare il cervello per pensare, una volta tanto, e non solo per tenere separate le orecchie.



Volete un paio di esempi? Ecco qua: il Manifesto preso in castagna da Filippo Facci (via Rolli) e Fabio Mussi sputtanato dal Riformista per quanto dichiarato all'Unità.



Sono solo i due casi più recenti, badate bene: l'elenco delle falsità, delle omissioni, dei taroccamenti, degli exploit degni del gioco delle tre carte è ormai infinito.



giovedì 30 settembre 2004

Irak, la 'resistenza' massacra decine di bambini


La "resistenza irachena", ovvero i nazisti islamici calorosamente ringraziati ieri da "Un ponte per..." e dalle due (Si)mone, oggi ha massacrato decine di bambini a Baghdad.



Due, forse tre, autobombe sono esplose in un'area della capitale irachena dove, contemporaneamente al passaggio di un convoglio militare americano, era in corso l'inaugurazione di una stazione di pompaggio dell'acqua potabile, e hanno investito non solo i militari americani ma anche la folla accorsa per festeggiare l'evento.



Secondo le ultime notizie raccolte alla tv i morti sarebbero almeno quarantuno, e i feriti almeno un centinaio. Fra i morti accertati finora si contano quattro adulti e trentasette bambini.



Il numero dei morti rimane comunque ancora incerto, e potrebbe ancora salire: come sempre in questi casi, occorrerà un certo tempo per rimettere insieme (letteralmente) i corpi degli adulti e dei bambini smembrati dalle esplosioni, e per stilare quindi un bilancio definitivo.



Sempre stamattina, nel corso di un altro attacco contro le forze USA, un ordigno avrebbe mietuto almeno due vittime fra i militari americani.



Segnalati pesanti scontri in diverse citta' iraniane


Da ActivistChat:
Reports over the past 24 - 48 hours via several important information services such as SMCCDI, Peykeiran, Zagros and direct email reports and phone calls from Iranian citizens is beginning to shine light on what at this time looks to be country-wide fighting and quickly escalating into what could potentially become a freedom revolution.



Several independent citizen sources have reported the formation of significant crowds throughout the country, and have heard many loud explosions and gun shots, including in the cities of Tehran, Esfahan, and Shiraz.



SMCCDI and Peykeiran have both reported intense battles between freedom-loving Iranian citizens and the regime's fanatical militias in the village of Meeyan Do Ab. Both sources are reporting many deaths and injuries both to the villagers and regime's forces.



In the past week and recent days, many regional commanders and leaders of the regime's militias have been targeted and killed along with many of their militiamen.



Initial reports from Iranian online news sources as well as from western satellite news media are reporting intense fighting throughout Iran, and report that such fighting is increasing at a constant rate.



On September 28th, SMCCDI reported that in Iran's main southern port of Bandar-Abbas located by the Hormoz Strait on the Persian Gulf, heavy fighting between Elite commandos of the Pasdaran Corp and Iranian residents who were protesting the regime's murder of three fishermen broke out. Angry residents attacked several public buildings as well as regime vehicles with incendiary devices.



Reports also indicate that Bandar Abbas is the main commercial entry to Iran and its paralysis could help spark unprecedented chaos that would severely threaten and likely cause the fall of the Islamic Regime.



Regime forces are also acknowledging the discovery of several ammunition depots used by Iranian citizens against the Mullah's militias.



At this time and for several months now, regime security forces have remained heavily deployed in the most strategic areas of Iranian cities in an effort to prevent the spread and growth of any major uprising.



The current situation appears to be quite explosive at this time.





Iranians continue to email and phone reports out of Iran - ActivistChat.com will continue to monitor and relay such information.

'Ringrazio i musulmani'. E tace su governo e CRI


Così (Si)mona (venetismo...) Torretta, sul Corriere della Sera. Già ieri "Un ponte per..." aveva ringraziato, oltre ai musulmani in generale, "la resistenza irachena" (sì, quella che in poco più di un anno ha fatto oltre 1.000 morti fra gli "invasori" e ha massacrato con le autobombe oltre 12.500 fra uomini, donne e bambini iracheni - dei veri patrioti, non c'è che dire - e che si è specializzata nel decapitare ostaggi indifesi).



Serve aggiungere altro?