lunedì 11 ottobre 2004

Vittime di serie B?


Questo paventa Aldo Grasso sul Corriere della Sera:
Chissà se per Jessica e Sabrina sapremo mobilitarci come per le due Simone. Anche se adesso non c'è più niente da fare: non resta che riportare mestamente in Italia i poveri corpi delle due ragazze. Però il giorno dei funerali sarebbe bello che il Paese ritrovasse quella carica emotiva dimostrata nei giorni del rapimento delle due volontarie: lumini accesi alle finestre, cortei, bandiere. Chissà se i ragazzi dei licei diserteranno ancora la scuola per scendere in piazza a manifestare, a gridare slogan contro l'America, a chiedere il ritiro delle truppe italiane. Anche se l'unica cosa sensata sarebbe quella di provare a condividere un po' di quel dolore che si è ferocemente abbattuto sulla famiglia Rinaudo. Magari in silenzio, possibilmente senza apparizioni televisive.



Chissà se saremo davvero in grado di provare pietà per le due sorelle, come ci invita a fare il presidente Ciampi: "Tutti gli italiani piangono Sabrina e Jessica, le cui giovani vite sono state barbaramente stroncate a Taba, insieme a quelle di tanti innocenti di altre nazionalità, da mano terrorista". Al dolore già grande non vorremmo se ne aggiungesse un altro: quello di scoprire che esistono ragazze di serie A, "politicamente corrette", anche se un po' sventate nelle dichiarazioni, nei cui confronti un'intera nazione si mobilita e si riconosce, e ragazze di serie B. Ragazze di un piccolo paese del Piemonte, ragazze semplici impegnate in lavori semplici (commessa e parrucchiera), ragazze che inseguono un sogno esotico da 499 euro, un last minute nel Mar Rosso, un ultimo minuto che il destino ha trasformato nella più tragica delle fatalità (nel bussolotto delle assegnazioni Jessica e Sabrina avrebbero potuto pescare un altro albergo, un'altra camera, un'altra serata lontano da quelle mura ora ridotte in macerie).



Chissà se Dronero, provincia di Cuneo, il paese di Giovanni Giolitti, riuscirà almeno per un giorno a diventare simbolo di una ferita che ci riguarda tutti, l'ennesima prova della ferocia del terrorismo, della spietatezza contro gli inermi e i civili. Oppure no. Sarà soltanto un dolore da serie B, qualcosa che toccherà la comunità che si raccoglie attorno al curato don Francesco: una mano amica sposterà la Y10 di Sabrina da giorni parcheggiata sotto l'arcata del ponte Nuovo, gli amici e i parenti si stringeranno al padre Luigi per fargli coraggio, fine del cordoglio. Le due Simone erano l'Italia alle prese con la ferocia della guerra, ma lo sono anche Jessica e Sabrina. Solo più sfortunate.


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