giovedì 29 novembre 2007

(S)consigli per gli acquisti


Marco Ahmetovic, condannato in primo grado a sei anni e mezzo per l'omicidio di quattro giovani minorenni, investiti dal giovane rom mentre era in stato di ubriachezza, pare sul punto di diventare il testimonial di una linea di orologi e di una di jeans, "Linearom".
Si parla di compensi oscillanti fra i quarantamila e i trecentomila euro, e di un cachet per eventuali serate in discoteca di tremila euro.
Già immagino le future campagne pubblicitarie, con testimonial altri immigrati, meglio se clandestini (fa più esotico, si sa):

- EyeProtect, l'occhiale da sole per chi vuole difendere i propri occhi dai raggi UVA-UVB e avere più carisma e sintomatico mistero (cfr. Franco Battiato) anche durante i lunghi e tediosi arresti domiciliari al mare, in residence pagato dai contribuenti italiani;

- SuperSvit, l'attrezzo professionale in grado di aprire qualunque porta blindata, a patto che abbia la chiave nella toppa, garantito dalla F.I.L.S. - Federazione Italiana Ladri & Saccheggiatori;

- SureClean, la candeggina in grado di rimuovere totalmente qualunque traccia biologica dalla scena del crimine - ora ancora più efficace nel distruggere il DNA!;

- SenzaTraccia, il profilattico raccomandato dall'Associazione Stupratori & Pedofili;

- Codice di Procedura Penale: la migliore garanzia di impunità, disponibile gratis in tutti i tribunali della Repubblica Italiana - efficacia testata in migliaia di casi! Garanzia soddisfatti o indultati!

Potrei andare avanti, ma credo di avere reso l'idea. Adesso scusate, vado a ficcarmi due dita in gola.

domenica 25 novembre 2007

La Religione di Pace™ colpisce in Afghanistan


Uccisi nove civili, fra cui sei bambini, e un nostro militare, il maresciallo capo Daniele Paladini del secondo Reggimento pontieri di Piacenza.
Incommentabili, come sempre, le dichiarazioni della feccia collaborazionista, a cadavere ancora caldo.

mercoledì 21 novembre 2007

Si intravvede (forse) una via d'uscita


In tutti questi anni il bipolarismo "all'italiana" ha fatto danni enormi: ha reso in pratica obbligatoria la creazione di coalizioni "pigliatutto" pensate non per governare il Paese ma puramente e semplicemente per sconfiggere l'avversario, percepito spesso come un vero e proprio nemico (vedi la vera e propria ossessione psicotica di ampi settori della sinistra per "l'odiato Berlusconi").
L'ideale sarebbe stato - e sarebbe tuttora - non il bipolarismo ma il bipartitismo, con un sistema elettorale maggioritario "secco" sul tipo di quello anglosassone: in questo caso non è la coalizione a vincere, ma il singolo partito che riesce a conquistare più collegi elettorali uninominali. I vantaggi sono molteplici: riduzione drastica del numero dei partiti, semplificazione complessiva del processo (si sa subito chi vince e chi governa, senza dover passare per fumose ed estenuanti trattative pre o post elettorali con altre forze politiche più o meno "vicine") ma soprattutto "neutralizzazione" delle ali estreme dello schieramento politico.
Oggi come oggi sia il centrodestra che il centrosinistra, per vincere, devono creare delle coalizioni elettorali omnibus, che racchiudono tutti, dai partiti più moderati a quelli più estremisti dei rispettivi schieramenti. Dopo il voto questi "cespugli" o partitini dell'uno o del due per cento si ritrovano in mano un enorme potere di ricatto, assolutamente sproporzionato al loro peso elettorale e al loro effettivo seguito nel Paese: senza di loro, infatti, la maggioranza di governo non è più tale, e si rischia di tornare di corsa alle urne,
E' questo il motivo, ad esempio, per cui ogni giorno che Dio manda in terra un ex-democristiano come Prodi deve abbozzare e scendere a compromessi sempre più umilianti e sempre più dannosi per il Paese con la feccia comunista, totalitaria, intollerante, anticapitalista, antioccidentale e illiberale: sa benissimo che se non facesse così, se provasse anche solo per un giorno a tenere la schiena dritta, il suo governo cadrebbe miseramente.
Problemi simili, anche se meno gravi, li ha avuti Berlusconi nei cinque anni del suo governo: l'unica sostanziale differenza è che nel suo schieramento non si annidavano delle forze politiche apertamente antioccidentali.
Un sistema maggioritario uninominale obbligherebbe i principali partiti a presentare dei programmi di governo in grado di attrarre il voto degli elettori moderati, non estremisti: li obbligherebbe insomma a "convergere al centro" dello schieramento - tutto il contrario di quello che accade oggi, dove sono invece le frange minoritarie e di fatto invise alla stragrande maggioranza degli italiani, alleati compresi, a dettare"la linea".
Sfortunatamente, oggi come oggi le condizioni politico-parlamentari per arrivare al maggioritario sono praticamente inesistenti: il maggioritario è naturalmente inviso ai partitini di tutte e due le sponde politiche, e i partiti maggiori non possono istituirlo autonomamente, magari con un accordo bipartisan, senza veder cadere il governo nel giro di ventiquattr'ore: per i "piccoli", infatti, molto meglio tornare a votare con questa legge elettorale - anche a costo di ritrovarsi nella coalizione perdente - che correre il rischio di venire spazzati via dal Parlamento e di perdere il proprio potere di ricatto.
Resta, è vero, il referendum che dovrebbe tenersi la prossima primavera, ma è una speranza molto tenue, quasi vana: già al momento della raccolta delle firme ci fu chi, a sinistra, si lasciò incautamente sfuggire che a neutralizzare il referendum "ci avrebbe pensato la Cassazione" (alla faccia della tanto sbandierata indipendenza della Corte...), e come se questo non bastasse ormai i partiti che raccolgono la stragrande maggioranza degli elettori italiani sembrano definitivamente orientati a far fallire il referendum , o dando indicazione per il no o incitando anche in questo caso, come già in passato, all'astensionismo "attivo".
Se la situazione restasse quella attuale - sistema bipolare soggetto alla tirannia delle minoranze - ci sarebbe veramente da essere pessimisti. Io invece comincio, se non a essere ottimista, quanto meno a scorgere una piccola luce in fondo al tunnel, e questo proprio grazie alla scelta di Berlusconi di abbracciare l'ipotesi del proporzionale alla tedesca.
Col proporzionale con "congrua" soglia di sbarramento - almeno al cinque per cento, diciamo - l'obiettivo di ridurre il numero dei piccoli partiti verrebbe raggiunto quasi automaticamente: le piccole formazioni più affini fra loro non avrebbero difficoltà a fondersi per superare la soglia minima, mentre oggi il sistema bipolare spinge verso la nascita di sempre nuovi soggetti politici, la cui unica ragione di vita è il fatto che possono ricattare la coalizione di riferimento (decine di milioni di elettori) pur avendo alle spalle poche centinaia di migliaia di voti.
Ovviamente i partiti più grossi dovrebbero presentare programmi "moderati" e ragionevoli, per potere aspirare a vincere, e questo renderebbe la politica italiana più simile a quella del resto d'Europa, e renderebbe i governi decisamente più in grado di operare concretamente e in tempi rapidi, e di mantenere (almeno in parte, si sa...) le proprie promesse elettorali.
Nel caso peggiore, se proprio i potenziali alleati del centrodestra o del centrosinistra continuassero con la logica del ricatto, bloccando di fatto dopo le elezioni la nascita del nuovo governo, niente impedirebbe al vincitore (sia esso il Partito Democratico o il nuovo partito berlusconiano) di formare una Grande Coalizione in stile tedesco col principale avversario, lasciando gli aspiranti "aghi della bilancia" con un pugno di mosche in mano.
Dopo le prossime elezioni, anzi, a mio avviso potrebbe essere auspicabile la nascita proprio di una Coalizione fra PD e PDL/PPL per varare una volta per tutte quella serie di importanti riforme e modernizzazioni di cui l'Italia ha bisogno senza dover fare concessioni agli estremisti sfascisti, rossi o neri che siano.
Certo, ripeto: il proporzionale, sia pure con sbarramento, non è certo il sistema elettorale che amo di più - ma la politica è un mix fra sogni, spinte ideali e arte del possibile: meglio un primo passo nella direzione della governabilità e della "normalità" del Paese che nessun passo. Per migliorare le cose c'è sempre tempo, in fondo.

lunedì 19 novembre 2007

Rido


Rido pensando ai vari Fini, Casini, Follini - Follini, questo Ago Della Bilancia della politica italiana - convinti di potere logorare e ridimensionare il Cavaliere a dispetto della sua forza elettorale e del suo carisma; rido pensando a quelli che a sinistra, nei partiti e nei giornali, hanno tentato di spacciare agli italiani l'immagine di un Berlusconi messo all'angolo e ormai isolato perfino dai suoi alleati (vedi sceneggiata sul sistema elettorale prossimo venturo).

Bene ragazzi, smettete di sognare e riaprite gli occhi, tutti quanti: la ricreazione è finita, e voi siete di nuovo indietro con i compiti a casa. Molto indietro.

domenica 18 novembre 2007

La salute dei napoletani è salva


Come certamente saprete, da ormai quattordici anni Napoli e la Campania vivono la cosiddetta "emergenza rifiuti" (mai vista un'emergenza durare così tanto): "grazie" al brillante operato delle amministrazioni (comunale, provinciale e regionale) di centrosinistra ogni anno scatta l'emergenza sanitaria, ogni anno le statistiche registrano un'impennata di malattie (tumori compresi) legati alla - mancata - gestione dei rifiuti, ogni anno gli stessi cittadini che fanno le barricate contro gli inceneritori - o termovalorizzatori che dir si voglia - danno alle fiamme centinaia di cassonetti e di mucchi di immondizie abbandonate per strada, producendo (e respirando, assieme ai propri figli) una quantità folle di diossina e di altri sottoprodotti della combustione nocivi per la salute.
Ora finalmente la situazione dell'inquinamento a Napoli è cambiata: d'ora in poi solo pura e salubre aria di montagna, per i napoletani.
Ci ha pensato il sindaco Jervolino:

Niente fumo nei luoghi aperti a Napoli, parchi comunali compresi, se si è in presenza di lattanti e bambini fino a 12 anni, nonchè di donne in stato di gravidanza. Lo ha stabilito un'ordinanza del Comune di Napoli in vigore da domenica 18 nivembre, che allarga il divieto di fumo ai luoghi all'aperto Napoli si colloca così all'avanguardia in Italia nella tutel dei soggetti deboli esposti al rischio del fumo passivo.

Prevedibile, e infatti giunto a stretto giro di posta, il plauso del ministro Livia Turco.
Francamente, non so se ridere o piangere.

sabato 17 novembre 2007

Il mondo alla rovescia


Un evento eccezionale, in teoria, ma ormai una costante, in Italia.

Ieri un magistrato molisano ha condannato a un anno e otto mesi, senza carcerazione, un anziano che aveva ripetutamente violentato una quindicenne disabile, per giunta già stata vittima di violenze sessuali all'età di dodici anni.
La madre della ragazzina aveva affidato la quindicenne all'anziano perché la accompagnasse ogni giorno in auto fino alla scuola, distante e poco servita dai mezzi pubblici: per tre mesi quasi ogni giorno l'anziano si era fermato lungo il percorso casa-scuola e aveva violentato la ragazzina, fin quando questa aveva trovato la forza di raccontare alla madre quello che stava succedendo.
Il verme era stato condannato a poco meno di quattro anni in prima istanza, ma ieri in appello il giudice gli ha praticamente dimezzato la pena definendo l'accaduto "cosa di poco conto": se questo è un reato "di poco conto" mi chiedo che cosa si può intendere per "reato grave", secondo questo giudice. Perfino l'avvocato difensore ha manifestato ad alta voce la propria perplessità: "se il mio assisitito è innocente è innocente, ma se il giudice lo ritiene colpevole allora non capisco il senso delle sue parole" ha detto più o meno ai giornalisti.

Nello stesso giorno, sempre in Italia, mentre le femministe italiane si battono per il "diritto" a portare il velo delle immigrate islamiche (velo vietato persino in alcuni Paesi musulmani "moderati", per la sua connotazione politica e non religiosa), due islamiche virtuosamente coperte dal velo hanno picchiato e insultato una immigrata islamica diciassettenne "colpevole" di portare i jeans e di truccarsi come le "troie occidentali": evidentemente, nessuno si sta preoccupando abbastanza del suo diritto a vestire e a vivere come meglio crede.

Insomma: quaranta e più anni dopo la nascita del movimento femminista in Italia c'è un giudice che considera robetta da poco violentare per tre mesi una ragazzina quindicenne disabile, e c'è un movimento femminista (o quel che ne rimane) che si preoccupa di difendere "il diritto" (sic) delle donne musulmane a indossare quello che in realtà è un simbolo di oppressione maschilista e fa finta di non vedere quando una donna viene picchiata (o uccisa: vedi Hina Saleem) per essersi rifiutata di indossarlo. Il mondo alla rovescia, Italian style.

martedì 13 novembre 2007

Cronache da un paese normale


Gabriele Sandri è stato ucciso da un poliziotto, non da tifosi avversari: per una volta il calcio non c'entra. O meglio, non c'entraVA, perché ci hanno pensato la Polizia e il Ministero dell'Interno a trasformare tutto in una questione (pseudo)calcistica.

Il poliziotto

Il poliziotto è responsabile su tutta la linea. Vede una rissa, o un principio di rissa, nel parcheggio dell'autogrill sull'altro lato dell'autostrada e che fa? Tira fuori la pistola e spara prima un colpo in aria, poi - secondo un testimone oculare - un colpo praticamente ad altezza d'uomo che attraversa le corsie di un'autostrada trafficata (si era in pieno giorno) e poi va a colpire il finestrino posteriore di un'auto e trapassa da parte a parte il cranio di un ragazzo che, pare, non aveva neanche partecipato al diverbio perché stava dormendo in auto dopo una notte trascorsa a fare il dj in un locale romano.
Ora, per un comportamento del genere non ci possono essere scusanti o attenuanti di sorta: non c'era niente nella situazione e nelle circostanze che autorizzasse l'uso di forza letale da parte dell'agente della Stradale.
Per dirla tutta, non c'era niente che autorizzasse anche soltanto la minaccia del ricorso alle armi: quell'agente non avrebbe neanche dovuto estrarre la pistola dalla fondina.
Non mi convince però l'ipotesi di accusare l'agente di omicidio volontario: un'arma a canna corta come la pistola d'ordinanza è, per definizione, imprecisa se usata da grande distanza.
A differenza di quanto si vede al cinema o in tv, riuscire a colpire qualcuno sparandogli con una pistola da una distanza superiore ai venti-trenta metri è un evento altamente improbabile, il classico "colpo fortunato" - in questo caso, un colpo tragicamente sfortunato: le probabilità di colpire alla testa quel povero ragazzo da una distanza di quasi ottanta metri erano infinitesimali.
In definitiva, l'agente ha agito in maniera sconsiderata, assolutamente al di fuori degli standard minimi di professionalità che un poliziotto in divisa dovrebbe rispettare, ma non aveva intenzione di uccidere: omicidio colposo quindi, con le aggravanti dei futili motivi e dell'abuso della forza.

La Polizia

La Polizia (e/o il Ministero degli Interni) è riuscita nel capolavoro di trasformare una banale rissa fra tifosi (non più di una decina in tutto, pare) in una battaglia campale fra tifoserie ultras organizzate, cosa questa che poi ha portato le suddette tifoserie a scendere in piazza, coalizzate, contro le forze dell'ordine e contro il CONI.
Nelle prime fasi dopo l'omicidio, infatti, le autorità hanno cercato di alterare la percezione delle responsabilità della polizia parlando (come riferito dai telegiornali) di "scontri fra opposte tifoserie in un autogrill", dando quasi l'idea di un autogrill devastato e messo a ferro e fuoco da orde di ultras, quando invece i dipendenti dell'autogrill hanno in seguito testimoniato che all'interno del locale non era successo letteralmente niente; come se non bastasse, le prime veline definivano il ragazzo ucciso "un ultras già noto alle forze dell'ordine, in quanto responsabile di precedenti atti di tifo violento": una notizia che si è poi rivelata completamente falsa, inventata di sana pianta.
Questo è quello che ha fatto scatenare ancora di più i cosiddetti "tifosi".

I "tifosi"

I "tifosi, ovviamente, mai come in questo caso non possono essere considerati tali: abbiamo visto all'opera piuttosto gruppi di squadristi, principalmente di estrema destra a giudicare dai cori e dai saluti fascisti, che hanno scatenato azioni di guerriglia urbana in più città, usando la morte di Sandri come pretesto per attaccare gli odiati poliziotti.
Questo è quello che è successo: non è stata una reazione "spontanea" per l'uccisione di un tifoso ad opera della polizia: la realtà è che bande di eversori hanno attaccato le forze dello Stato.
Se non si tratta di vero e proprio terrorismo organizzato, come ipotizzato in queste ore, ci siamo comunque davvero vicini: abbiamo visto accadere cose che negli anni di piombo, come ha sottolineato Cossiga, avrebbero "automaticamente" autorizzato le forze di polizia ad aprire il fuoco sugli aggressori.
Poteva essere un bagno di sangue.

sabato 10 novembre 2007

Miscellanea - 10/11/07


Scuola, maestra di vita

In una classe media del padovano l'insegnante ha fatto svolgere ai suoi alunni il seguente tema: "Come uccidere un professore o un compagno di classe". Io al classico svolgimento (il tema scritto) allegherei l'URL dei video pubblicati su YouTube da quell'adolescente scandinavo che ha fatto strage pochi giorni fa - qualche riferimento bibliografico fa sempre la sua porca figura, in questi casi. Ah, complimenti al docente, ça va sans dire...

Pacchetto insicurezza

Arriva notizia della riduzione di quasi il 25% (43 su 200) dei presidi della Polizia Stradale sul territorio: già il corpo della Stradale è sotto di circa mille unità (circa 12.500 agenti contro i circa 13.500 previsti), se ora prendiamo qualche centinaio di poliziotti e li togliamo dal servizio di pattugliamento sulle strade stiamo freschi: prepariamoci a contare altri incidenti - e altri cadaveri.

E meno male che i "dilettanti allo sbaraglio" erano quegli altri

Il governo dei capaci e degli onesti continua a provocare disastri: secondo dati pubblicati ieri, in Settembre la produzione industriale è calata dell'1% rispetto al mese precedente; rispetto a dodici mesi fa il crollo è impressionante: meno 2,5%.
La Commissione europea ha poi reso noto che l'Italia l'anno prossimo vedrà una crescita del PIL pari solo all'1,4%, inferiore alle rosee previsioni del governo Prodi e la più bassa in assoluto di tutta Eurolandia (ma proprio tutta, ex Paesi disastrati della ex Europa comunista compresi).
Avanti così, "per il bene dell'Italia".

Siamo tutti froci, col culo degli altri

Come certamente saprete, questo governo è il più affollato nella storia della Repubblica: oltre cento fra ministri, viceministri e sottosegretari. Per dire, neanche l'Andreotti dei bei tempi che furono era riuscito a fare peggio, si era fermato - mi pare - a quota novantasette.
Ora, la svolta: la Finanziaria attualmente in discussione prevede un dimezzamento dei ministri (potranno essere 12, al massimo) e uno sfoltimento complessivo delle fila governative: al massimo 60 persone, non una di più.
Uno dice: bene, bravi, si sono ravveduti, meglio tardi che mai.
Poi però scopre che i nuovi limiti saranno operativi solo a partire dalla prossima legislatura. Ahhhh, ecco...

venerdì 9 novembre 2007

Enzo Biagi (yawn)


Francamente tutte queste lacrime di coccodrillo e tutte queste sviolinate post-mortem su Biagi, "il più grande giornalista italiano" (?!?) mi lasciano come una sensazione di leggero imbarazzo.
A me non ha mai detto granché, come giornalista: ho sempre avuto l'impressione che avesse scambiato la pacatezza e l'aplomb del giornalismo britannico per noia, monotonia e stile monocorde nel parlare e nello scrivere: ottimo come sonnifero, comunque, su questo non ci piove.
L'unica volta che mi sono occupato direttamente di lui, qualche anno fa, l'ho fatto in questi termini: niente da aggiungere, ora.
Criticatemi pure, se volete, ma non vedo necessità di accodarmi al gregge dei dolenti politicamente corretti.