sabato 17 novembre 2007

Il mondo alla rovescia


Un evento eccezionale, in teoria, ma ormai una costante, in Italia.

Ieri un magistrato molisano ha condannato a un anno e otto mesi, senza carcerazione, un anziano che aveva ripetutamente violentato una quindicenne disabile, per giunta già stata vittima di violenze sessuali all'età di dodici anni.
La madre della ragazzina aveva affidato la quindicenne all'anziano perché la accompagnasse ogni giorno in auto fino alla scuola, distante e poco servita dai mezzi pubblici: per tre mesi quasi ogni giorno l'anziano si era fermato lungo il percorso casa-scuola e aveva violentato la ragazzina, fin quando questa aveva trovato la forza di raccontare alla madre quello che stava succedendo.
Il verme era stato condannato a poco meno di quattro anni in prima istanza, ma ieri in appello il giudice gli ha praticamente dimezzato la pena definendo l'accaduto "cosa di poco conto": se questo è un reato "di poco conto" mi chiedo che cosa si può intendere per "reato grave", secondo questo giudice. Perfino l'avvocato difensore ha manifestato ad alta voce la propria perplessità: "se il mio assisitito è innocente è innocente, ma se il giudice lo ritiene colpevole allora non capisco il senso delle sue parole" ha detto più o meno ai giornalisti.

Nello stesso giorno, sempre in Italia, mentre le femministe italiane si battono per il "diritto" a portare il velo delle immigrate islamiche (velo vietato persino in alcuni Paesi musulmani "moderati", per la sua connotazione politica e non religiosa), due islamiche virtuosamente coperte dal velo hanno picchiato e insultato una immigrata islamica diciassettenne "colpevole" di portare i jeans e di truccarsi come le "troie occidentali": evidentemente, nessuno si sta preoccupando abbastanza del suo diritto a vestire e a vivere come meglio crede.

Insomma: quaranta e più anni dopo la nascita del movimento femminista in Italia c'è un giudice che considera robetta da poco violentare per tre mesi una ragazzina quindicenne disabile, e c'è un movimento femminista (o quel che ne rimane) che si preoccupa di difendere "il diritto" (sic) delle donne musulmane a indossare quello che in realtà è un simbolo di oppressione maschilista e fa finta di non vedere quando una donna viene picchiata (o uccisa: vedi Hina Saleem) per essersi rifiutata di indossarlo. Il mondo alla rovescia, Italian style.

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