mercoledì 3 novembre 2004

Kerry telefona a Bush e ammette la sconfitta


Direi che questo chiude la questione, salvo improbabili colpi di scena dell'ultimissima ora:
E alla fine John F.Kerry ha gettato la spugna. Dopo un'intera giornata vissuta sul filo di lana, il candidato democratico ha telefonato al presidente uscente George W. Bush per ammettere la sconfitta. Un'uscita attesa dai repubblicani e che dovrebbe, ma il condizionale d'obbligo, vuotare di senso la battaglia legale che si stava per ingaggiare sull'Ohio, lo stato che non ha ancora assegnato i suoi 20 Grandi Elettori. A spoglio ultimato infatti la situazione è la seguente: 254 grandi elettori assegnati al presidente in carica, contro 252 dello sfidante democratico John Kerry. Per vincere ne occorrono 270. Ma per assegnare ufficialmente i 20 punti decisivi occorre procedere prima alla conta dei voti provvisori, quelli non ancora scrutinati perché i cittadini che li hanno espressi non erano iscritti nelle liste elettorali per problemi amministrativi. La Casa Bianca, da parte sua, non ha dubbi: Bush ha vinto, il vantaggio di cui gode in Ohio è "statisticamente insormontabile".
E, come nota Zibordi citato da I Love America,
In parole ancora più semplici per una serie di ragioni storiche attualmente ti raccontano un mucchio di balle e te ne accorgi perché ogni volta che viene eletto un Reagan o un Bush nessuno lo capisce.



Esempio: sentivo alla radio e in TV un tono di dubbio e sospetto su questa elezione.



Bene. Era dal 1988 che un presidente non veniva eletto con la maggioranza assoluta dei voti, ad esempio Clinton è stato eletto con il 43% dei voti nel 1992 e con il 49% dei voti nel 1996 (e Bush ha vinto come tutti sanno con il 48% nel 2000).



In termini di delegati e di stati Carter nel 1976 ha vinto contro Ford per due soli stati di differenza nei quali aveva un vantaggio sui 10 mila voti e nessuno ha chiamato gli avvocati o avanzato dubbi (Kennedy molto peggio).



Oggi Bush vince con il 51,3% e lo stato in cui ci sono più "dubbi" è l'Ohio in cui ha 140 mila voti di vantaggio.



Paragonata alle elezioni presidenziali americane del passato è una vittoria netta, 51% dei voti, 4 milioni di voti di differenza su una affluenza record, lo stato più "contestato" in cui hai 140 mila voti di vantaggio.


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