martedì 1 luglio 2008

Si aggrava la crisi del Corriere?


Così sembrerebbe, leggendo questa notizia pubblicata da Affaritaliani:
Da Mondadori a Rcs, dove fa discutere un intervento del direttore del Mondo Enrico Romagna Manoia davanti all'assemblea di redazione, riunita per discutere del calo di copie e del peggioramento conseguente del conto economico che, proprio sotto la sua direzione, hanno colpito il settimanale. Secondo l'ex direttore del concorrente Milano Finanza, ben visto in Rcs dalla componente romanocentrica (è vecchio amico e collega in Ansa del portavoce di Geronzi Luigi Vianello), ma anche dal network del notaio Marchetti, l'emorragia di lettori non è dovuta a cause endogene, ma esogene. E specificamente al calo del Corriere della Sera, del quale Il Mondo una volta al mese viene diffuso come allegato, giovandosi così fortemente in termini di diffusione. E allora, davanti a un'assemblea che ha strabuzzato gli occhi, Romagna Manoia ha detto: "Il calo delle copie è dovuto solo al crollo delle vendite del Corriere, i cui dati sulla raccolta pubblicitaria sono inquietanti". Panico, facce di colpo sbiancate e poi l'affondo: "Il Corriere vendeva 550mila copie due anni fa e ora ne vende 350mila".

Che dire? Due anni fa il Corriere si è schierato con Prodi e la sua armata Brancaleone, di fatto voltando le spalle agli elettori (e ai lettori) del Nord, i quali a quanto pare non hanno gradito e men che meno dimenticato: evidentemente, caro Mieli, non sempre è vantaggioso correre in soccorso del "vincitore".

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