venerdì 10 agosto 2007

Bellicapelli


Recentemente abbiamo avuto un coinquilino gay, qui, sappiatelo. Un caso: stavamo cercando un sostituto per il nostro precedente Numero Quattro e fra i candidati si è presentato questo tipo qui, un lombardo in trasferta di studio e lavoro.
Aveva tutte le carte in regola, soprattutto era interessato a una permanenza a lunga scadenza (cosa questa sempre importante, nella valutazione dei coinqui), e pareva proprio un tipo a posto, così alla fine abbiamo scelto lui.
Da come parlava, e da come gesticolava, in fase di colloquio ci eravamo già fatti l'idea che fosse un tipo gaio - diciamo - ma questo non ha influito sulla decisione: solo il napoletano non ha saputo resistere alla tentazione di fare una battutina, ma lui le fa su tutto e tutti, quindi OK.
Certo, non apparteneva alla categoria "bagascione sguaiato", quella che si fa notare al Gay Pride per l'abbigliamento e per i comportamenti inutilmente provocatori: in quel caso non avrebbe avuto nessuna possibilità. Apparteneva invece alla categoria a cui appartengono, presumo, il 99% dei gay, cioè quella di chi non sente il bisogno di andarsene in giro agghindato come Priscilla, la Regina del Deserto.
Devo dire che le cose hanno funzionato benissimo fin da subito: abbiamo avuto cura di evitare di fare battutacce sui gay o lanciare frecciatine in sua presenza, e cose del genere, ma a parte questo ci siamo tutti comportati normalmente, e in una settimana eravamo già amici, di quel tipo di amicizia un po' superficiale e a termine che nasce fra coinquilini.
Tanto per non smentire i cliché, era un tipo allegro, ottimista; quando in tv andava in onda un omicidio particolarmente violento sobbalzava mormorando "Oh, Cielo!" in un modo che faceva pensare al droide protocollare di Star Wars, quello alto e "non particolarmente" coraggioso; era appassionato di poesia; comprava candeline stile Ikea e incensi che profumavano come un bordello arabo; di tanto in tanto ci preparava delle pizze, con alterni risultati; a Natale ci ha spiazzati tutti quanti, tornando da Feltrinelli con dei regalini per ciascuno di noi; effettivamente, almeno per un po', ha portato un leggero tocco "femminile" in questo covo di maiali selvatici.
Al suo posto poi è arrivata la cartomante, quella gnocca, ma è stata costretta anche lei a cambiare città dopo pochissimo tempo; adesso siamo daccapo quattro maschi single, beviamo birra e facciamo battute irriferibili: è tornata la normalità, insomma.
Non lo abbiamo mai considerato un gay o "il" gay del gruppo, non abbiamo mai pensato a lui in questi termini: lo abbiamo considerato parte integrante del nostro gruppo, per l'appunto - tutto qui. Se n'è andato perché gli hanno cambiato da un giorno all'altro la sede di lavoro, non per altro; ci chiama ancora, di tanto in tanto: una decina di giorni fa era in città ed è passato a trovarci.
Di punto in bianco adesso arriva questo tipetto folkloristico con un marcato accento trevigiano e dei ridicoli capelli bianchi tutti cotonati (roba da froci, date retta) e lo chiama "culattone": come direbbero i miei amici romani,
"A bbellicapelli: ma vedi un po' d'annattelo a pijà 'nder..."

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