lunedì 24 novembre 2003

Un verso del Corano per ordinare la strage


Così si intitola un interessante pezzo di Paolo Biondani sul Corriere della Sera di oggi.



Il pentito di Al Qaeda Shadi Abdallah ricostruisce la rete di Al Zarkawi, il terrorista con seguaci in Turchia e Italia; arrestato nell’aprile 2002 dalla polizia tedesca, è considerato il più importante pentito di Al Qaeda in Europa:
"Sì, è vero, conosco bene Muhannad Al-Zarkawi, alias Abu Mosab. È il capo del gruppo giordano Al Tahwid, di cui anch’io faccio parte. L’ho conosciuto a Kabul e col tempo tra noi è nato un rapporto molto stretto. Quando ho lasciato l’Afghanistan, mi ha chiesto di tornare in Germania, nell’agosto 2001, perché aveva bisogno di uomini fidati qui in Europa. Confermo che, nelle intercettazioni per cui mi avete arrestato, sto parlando con lui, con Al-Zarkawi. Quello che avete capito è esatto: Muhannad ci sta ordinando di fare un attentato in Germania, ma contro gli ebrei. Nell’ultima chiamata probabilmente è in Iran e fa pressioni su di me: dice che dobbiamo fare in fretta, perché la situazione in Palestina si sta inasprendo e bisogna reagire subito"



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Oltre a descrivere fisicamente il suo leader, Shadi corregge il nome annotato dalla polizia: "Si scrive 'Al-Zarkawi', perché significa che è originario della città giordana di Zarka". La stessa che è entrata nella storia del terrorismo palestinese con i primi dirottamenti del Fronte di Habbash (vedi mio precedente post, NdR) e la sanguinosa repressione giordana nel "settembre nero" del 1970.



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È un gruppo distinto, che mira a colpire la Giordania per trasformarla in uno Stato islamico, ma in linea di massima ora fa parte dell'organizzazione di Osama Bin Laden. Mohannad è il capo militare, ma sopra di lui ci sono due persone, definite "gli uomini di scienza, le menti", dalle quali riceve istruzioni e attinge idee: Abu Qatada, che vive in Inghilterra, e Abu Mohamed Makdissi, che insegna in Giordania, ma probabilmente ora è in carcere". E dov’è nascosto, oggi, l’inafferrabile Al-Zarkawi? "Quando avete intercettato le nostre telefonate - risponde Shadi - era in Iran, con il suo luogotenente Qassam: i due hanno la protezione del governo e del gruppo afghano d’opposizione Hikmet Yar".



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"Per ordinare l’attentato - precisa Shadi - Al-Zarkawi non fa un’affermazione esplicita. Siamo stati insieme in Afghanistan e a quelli come noi basta poco per capirsi. Quella volta fu utilizzata una frase del Corano, la sura 1-5, che nella traduzione recita: 'Guidaci sulla retta via, la via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che sono incorsi nella Tua ira, né degli sviati'. Gli 'incorsi nella Tua ira' sono gli ebrei, mentre con gli 'sviati' si allude ai cristiani".



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"Per diventare un affiliato di Al Tahwid, si esprime una promessa al cospetto di un superiore con queste parole: 'Prometto davanti a Dio che lavorerò con te e che farò tutto quello che è gradito ad Allah e al suo profeta Maometto'. Con questa promessa ci si impegna anche a seguire fedelmente la legge islamica, la sharia, e a rifiutare qualsiasi ordinamento occidentale, come l’attuale in Giordania. Ma si viene ammessi in Al Tahwid solo quando sono state verificate tutte le condizioni, cioè quando è chiaro che si è palestinesi e musulmani, originari della Giordania e che un garante ha dato la propria parola. Io non ho fatto il giuramento formale: per il gruppo ero solo un fiancheggiatore".



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"I fondi sono in parte raccolti da noi, in parte nelle moschee. Possono provenire da ricchi uomini d'affari profondamente credenti. A loro viene detto che sono destinati a scopi religiosi. Nella maggior parte dei casi, i finanziatori non sanno che finiscono ad Al Qaeda o ad altre organizzazioni. Queste cose le sanno solo i cosiddetti 'funzionari'. Ne abbiamo uno a Monaco per Al Qaeda, uno a Norimberga per la Jihad egiziana..."



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Shadi racconta di aver visto, nei campi afghani di Bin Laden, non solo "arabi provenienti dall’Europa", ma anche "americani, tedeschi, francesi, spagnoli e italiani convertiti all’Islam". "C’era un gruppo con un proprio campo che aveva molti contatti in Svezia, Francia, Belgio, Italia, Gran Bretagna e Turchia. Il responsabile era Abu Jaffar, che ha vissuto in Svezia e in Belgio: per quanto ne so, ora sta con Al-Zarkawi in Iran". Il nome di Abu Jaffar è lo stesso che fu intercettato dall’Italia: i presunti terroristi arrestati a Milano chiamavano il suo satellitare per organizzare l’invio di volontari in Afghanistan.



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La polizia tedesca chiede a Shadi perché, nelle intercettazioni, il suo capo lo considerava in grado di fabbricare qualsiasi esplosivo. "Al-Zarkawi sa che abbiamo un CD-ROM sul quale sono registrate tutte le istruzioni d'uso. In Afghanistan questi libri, custoditi nelle moschee e nelle foresterie, erano liberamente accessibili a tutti. C’era anche la cosiddetta 'Enciclopedia della Jihad', che insegnava a preparare qualsiasi tipo di bomba, perfino quella nucleare. Ma normalmente si usano ingredienti comuni: basta mescolare farina, granelli neri tipo cumino e fagioli bruni, tostati per eliminare tutta l’umidità, con un fertilizzante e un disinfettante per ferite, purché l’idrogeno sia al 36%. Con questo esplosivo, in Afghanistan, ho visto crollare un edificio di tre piani".
Fonte: Corriere della Sera.



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