sabato 22 novembre 2003

Processo SME: crolla il teorema politico-giudiziario?


Nel processo Sme, l'accusa sosteneva siano stati corrotti dei giudici per "comprare" una sentenza con la quale, nel 1986, venne bocciato l'accordo del 1985 per la cessione del conglomerato alimentare pubblico Sme dall'Iri - allora presieduta da Romano Prodi - al gruppo Cir di De Benedetti.



Tra gli imputati del processo Sme c'è anche il presidente del Consiglio Berlusconi, la cui posizione è stata però prima stralciata e poi sospesa secondo quanto previsto dal cosiddetto "Lodo Maccanico", la legge che prevede l'alt ai processi per le più alte cariche dello Stato.



Oggi Cesare Previti è stato condannato a cinque anni al termine del processo Sme. Previti, e con lui Attilio Pacifico e Renato Squillante, sono stati condannati per il reato di corruzione semplice (e non in atti giudiziari come chiesto dall'accusa), per il versamento di 434 mila dollari avvenuto nel 1991. Sono stati invece assolti "perché il fatto non sussiste" per l'altro capo d'imputazione: la mancata vendita della Sme alla Cir di Carlo De Benedetti.



Il presidente della Commissione giustizia della Camera, nonché legale del premier, Gaetano Pecorella valuta positivamente la sentenza di oggi del processo Sme anche se critica la condanna a Cesare Previti.
"La sentenza del Tribunale di Milano - spiega - fa tabula rasa del teorema dei Pm milanesi. L'aver detto che il fatto non sussiste è molto importante anche se lascia aperto un interrogativo: per che cosa sarebbero state versate quelle somme visto che in quel periodo non ci sono poi stati processi 'addomesticati' nei confronti di Berlusconi o di Previti che all'epoca non si occupava nemmeno di penale?". "Leggeremo ora quali saranno le motivazioni - prosegue - ma credo che sarà davvero difficile spiegare per quale motivo sarebbero state versate quelle somme. Avere escluso obiettivamente che il fatto non sussiste significa anche che il presidente Berlusconi può ormai considerarsi fuori da questa vicenda. Vedremo cosa farà ora la Procura della Repubblica per quanto riguarda l'altro troncone del processo, quello appunto che riguarda il premier".
Soddisfatto anche il coordinatore di AN, Ignazio La Russa: aspetta
"di leggere le carte con molta attenzione, perché un giudizio frettoloso può essere impreciso", ma ha la certezza che "il fatto principale ed eclatante sia la bocciatura della tesi dell'accusa sulla sussistenza di reati connessi al caso Sme su cui per quattro anni la sinistra ha cercato di incendiare il clima politico".
Fonte: Il Nuovo.



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