sabato 15 novembre 2003

Chi raccoglie fondi per le vittime, e chi per gli assassini


La prima sottoscrizione è quella lanciata dal Corriere della Sera a favore delle famiglie delle vittime dell'attentato a Nassiriya:
UN AIUTO SUBITO



Corriere della Sera - Sottoscrizione per le famiglie delle vittime



Il nostro giornale ha aperto una sottoscrizione a favore delle famiglie delle vittime dell'attentato a Nassiriya. Fanno parte del Comitato "Un aiuto subito" il direttore del Corriere della Sera Stefano Folli, il generale dei Carabinieri Giuseppe Richero, il segretario di redazione del giornale Gianluigi Astroni.



I fondi saranno assegnati in accordo con il ministero della Difesa; i lettori verranno regolarmente informati, come è già avvenuto per il terremoto dell'Umbria e delle Marche, per la scuola di San Giuliano e per l'alluvione nel Nord Italia.



I versamenti possono essere fatti su



c/c n. 625004243384 - ABI 3069 - CAB 5062 - Banca Intesa - Agenzia Via Nemorense - Roma - Corriere della Sera - Caduti attentato Nassiriya
L'altra sottoscrizione è di segno ben diverso.



L'ho già segnalata due volte nei giorni scorsi, prima e dopo l'attentato a Nassiriya, ma come si dice? Repetita juvant...



Allora, i siti web Campo Antiimperialista e Iraqlibero.net stanno portando avanti una sottoscrizione dal titolo "10 euro per la resistenza irachena":
Tanti, tantissimi, comprendono che la resistenza irachena contro gli occupanti imperialisti e' giusta e legittima. Molti vorrebbero fare qualcosa di concreto per sostenerla. Venendo incontro a questa esigenza, assieme ai compagni iracheni, abbiamo lanciato una campagna internazionale di sosttoscrizione. La Resistenza e' ai suoi primi passi, e' nella fase delicata, embrionale, in cui deve raggiungere una piu' ampia massa critica e unirsi in un fronte unito, creare una comando generale. In questo contesto e' piu' che mai importante l'appoggio internazionale. Le maniere per esprimere questo sostegno sono molte, ma esse devono essere concrete, tangibili. Per questo invitiamo chiunque abbia a cuore la causa della liberazione dell'Iraq a sostenere la campagna a favore della Resistenza irachena. Come in altri paesi anche in Italia abbiamo aperto un Conto Corrente Postale. Per chi voglia farlo da un ufficio postale usi queste semplici coordinate:



Emanuele Fanesi, CCP n. 46676698.



Nella causale specificare: IRAQ.



Per chi voglia fare un bonifico bancario:



Emanuele Fanesi, CCP n. 46676698. CIN: Q - Cod. ABI:07601 - CAB: 03000



Nella causale specificare: IRAQ.



La cifra raccolta sara' devoluta alla Alleanza Nazionale Irachena (Opposizione Patriottica), il cui Presidente e' Jabber al Kubaysi, al tempo fondatore del partito Baath, dalla meta' degli anni '70 noto oppositore di sinistra del regime di Saddam Hussein. Garante di questa raccolta e' il compagno Awni Al Kalemji, primo rappresentante all'estero della Resistenza. Il compagno Awni fondo' negli anni '60, assieme a George Habash, il movimento panarabista Quamiyun, da cui poi nacque il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina. Awni fu arrestato durante il governo di Arif e proprio in carcere conobbe Saddam Husein, il quale, una volta giunto al potere, lo costrinse all'esilio in quanto contrario al suo colpo di Stato.
Insomma, una bella raccolta fondi a favore della "resistenza irachena", quella "resistenza" che in questi mesi ha ucciso centinaia di persone fra militari americani e inglesi, civili iracheni (come nella strage della moschea di qualche settimana fa: 82 morti e oltre cento feriti, tutti iracheni), personale dell'ONU e della Croce Rossa Internazionale (mai fatta oggetto di attentati come quello di Baghdad, nei suoi 150 anni di storia), e carabinieri, militari e civili italiani a Nassiriya.



Il tutto con un "garante" che come credenziali vanta l'amicizia e la comunanza di idee e di azione con il terrorista George Habash, fondatore del gruppo terrorista palestinese FPLP.



A questo proposito, ecco cosa scrive sul sito Tuttinlotta.org Giancarlo Lannutti - LIBERAZIONE - 19 ottobre 2001:
Il Fronte popolare per la liberazione della Palestina è una delle organizzazioni "storiche" dell'Olp, la seconda - in ordine di tempo, ma anche di importanza politica - dopo Al Fatah; e dunque la sfida lanciata con l'uccisione del ministro (israeliano, NdRB) Zeevi alla linea e all'autorità di Yasser Arafat, seppure non nuova, è per il presidente dell'Anp particolarmente delicata e difficile da gestire.



(...)



Fondato nel dicembre 1967 da George Habash, intellettuale cristiano nativo di Lod, laureato in medicina all'Università americana di Beirut, il Fplp ha fatto fin dai suoi inizi professione di marxismo, con una certa tendenza al dogmatismo dottrinario che gli ha fruttato in passato la etichetta di "filo-cinese" (Habash era solito del resto autodefinirsi "un marxista asiatico").



(...)



Sul piano operativo più generale, il Fplp ha perseguito la lotta a oltranza con ogni mezzo, incluso il terrorismo e per molti anni la sua azione è stata caratterizzata da quelle che venivano definite le "operazioni esterne", cioé al di fuori del territorio palestinese occupato (ivi incluso Israele), con particolare riferimento ai dirottamenti aerei.



Tra le più clamorose azioni del Fronte ricordiamo la strage all'aeroporto di Lod nel maggio 1972, con 24 morti e 77 feriti, ad opera di tre terroristi dell'Armata rossa giapponese con la quale - come del resto con la Banda Baader-Meinhof in Germania - il Fplp aveva rapporti di collaborazione; il dirottamento su Entebbe nel giugno 1976 di un aereo della Air France con oltre cento passeggeri israeliani, cui fece seguito il famoso blitz nella capitale ugandese delle forze speciali di Tel Aviv; ed anche il dirottamento simultaneo, nel settembre 1970, di quattro aerei della Pan Am, Swissair, British Airways ed El Al che fu uno dei motivi scatenanti dell'attacco alla Resistenza palestinese da parte di re Hussein passato alla storia come il "Settembre nero".



(...)



Da tutto ciò è scaturito un costante confronto con Al Fatah e con Arafat, che ha portato più volte il Fplp ad uscire, o ad essere sospeso, dagli organismi esecutivi dell'Olp. Dopo l'esodo dei palestinesi da Beirut - estate 1982 - il Fplp e le altre organizzazioni critiche verso Arafat si insediarono a Damasco; qui alla fine del 1993 il Fplp fu tra i promotori del cosiddetto "cartello dei dieci", contrario agli accordi di Oslo e al quale aderivano altri gruppi della sinistra palestinese e filo-siriani, insieme agli integralisti di Hamas e della Jihad islamica; per questo ha sempre rifiutato di partecipare alle istituzioni dell'Autorità nazionale palestinese. Nell'aprile 2000 Habash si è ritirato per ragioni di salute e gli è succeduto Abu Ali Mustafa, ucciso dagli israeliani due mesi fa.
Altro che "resistenza", altro che "partigiani"... ecco gli amici e compagni di lotta dei garanti della sottoscrizione a favore della "valorosa resistenza del popolo iracheno contro gli imperialisti occidentali"...



Secondo me, anche alla luce di questi interessanti collegamenti, non sarebbe male che la polizia e la magistratura gettassero un'occhiata più da vicino - magari anche due - a questi figuri e a queste iniziative: come dire, mi viene il dubbio che finanziare simili organizzazioni "resistenziali" potrebbe essere un fatto di una certa rilevanza, chissà, magari anche sul piano penale.



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