sabato 22 novembre 2003

Strani compagni di letto - e una domanda


L'elenco delle adesioni alla manifestazione "a sostegno della resistenza irachena" (in pratica, al di la' dei giochi di parole, a sostegno di chi sta cercando di far sprofondare l'Irak nel caos a suon di attentati suicidi e di esecuzioni mirate contro chi collabora con gli occidentali) risulta alquanto istruttivo.



Cito da "Il Riformista":
La polemica che ha investito gli antimperialisti riguarda la presenza di estremisti di destra tra le adesioni alla manifestazione del 13 dicembre. I nomi che circolano sono quelli di ex appartenenti a formazioni note e meno note della galassia neofascista italiana. Pasquinelli al Riformista risponde che "l'appello contiene una rigida pregiudiziale antifascista e che tutte le firme sono raccolte in buona fede", però poi lui stesso, tra l'altro, rivendica l'adesione dell'autorevole storico Franco Cardini, che non è un fascista ma uno studioso di destra, della destra no global e antiamericana, certamente sì. Non solo: sul solito sito di Indymedia, la cosiddetta Cnn dei no global (a proposito, ieri il portavoce di An, Mario Landolfi, ha annunciato che alcune procure italiane stanno indagando sugli insulti ai carabinieri uccisi in Iraq comparsi su Indymedia) c'è un lungo dossier che analizza i contatti tra antimperialisti ed estrema destra per lanciare la campagna "Iraq libero". Si citano, per esempio, l'attivismo di un gruppo nazi-maoista nelle scuole di Perugia con la sigla Posse (che compare nell'elenco delle adesioni per il 13 dicembre) e gli ultimi articoli di un anziano professore torinese, Costanzo Preve, ritenuto l'ideologo del Campo di Assisi, che, dopo una vita consacrata al marxismo, parla di "comunismo e comunitarismo" per andare oltre la destra e la sinistra.

Fascisti o no, comunque, il prossimo 13 dicembre a Roma, con gli antimperialisti di Pasquinelli, ci saranno anche iscritti e militanti di Cgil, Rifondazione, Comunisti italiani, del sindacalismo di base e di tutto il movimento no global. Ecco alcune firme: Umberto Gay, consigliere regionale del Prc in Lombardia; don Andrea Gallo della comunità genovese di San Benedetto al Porto; Ascanio Bernardeschi, consigliere provinciale del Prc a Pisa; padre Jean M. Benjamin di Assisi; Luca Franceschi, del direttivo Filt-Cgil di Lucca; Mara Malavenda e Vittorio Granillo, dei Cobas di Pomigliano d'Arco (ovvero i due sindacalisti di base che dissero "Non piangiamo la morte di Biagi") e finanche Hamza Roberto Piccardo, rappresentante dell'Ucooi, una delle maggiori organizzazioni musulmane d'Italia.
Insomma, fascistoidi antiamericani, nazi-maoisti, "nogglobal", cattolici "militanti" (da che parte?), pacifisti (pacifinti) aderenti a Comunisti Italiani, Rifondazione e CGIL, sindacalisti dei Cobas che "non piangono" la morte di Biagi, Hamza Roberto Piccardo (segretario dell'UCOOI, l'organizzazione che rappresenta l'85% delle comunità islamiche in Italia che ha rifiutato di aderire all'iniziativa "Sinagoghe aperte") e tanti altri che evidentemente non sono turbati dalle affermazioni di Moreno Pasquinelli:
"Sì, riteniamo che la strage di Nassiriya sia un atto legittimo della resistenza irachena contro gli eserciti invasori. Non crediamo alla panzana di Bin Laden e al Qaeda, non sono stati loro. Siamo in contatto tutti i giorni con Baghdad, le nostri fonti ci confermano che l'azione di Nassiriya è stata opera di iracheni"
Contatti con Baghdad? Con fonti che "confermano che l'azione è stata opera di iracheni"? Di che fonti parla, Pasquinelli? Quanto attendibili sono? Sono davvero in possesso di informazioni sulla strage? E perchè Pasquinelli non le "condivide" con la magistratura italiana, che notoriamente ha aperto una inchiesta proprio al fine di individuare i responsabili della strage dei nostri connazionali?



Quanto alla reale natura della sedicente "resistenza irachena", ecco cosa ha dichiarato al Wall Street Journal il 20 novembre Jalal Talabani, leader curdo e presidente del Consiglio governativo iracheno:
"I nemici della libertà irachena non sono la 'resistenza', un termine che evoca l'eroismo nella Seconda guerra mondiale dei polacchi che combattevano nobilmente contro l'occupante. Né possono essere chiamati 'guerriglieri' coloro che uccidono i nostri liberatori americani, i lavoratori della Croce rossa, i funzionari delle Nazioni Unite e i carabinieri italiani. Sono piuttosto terroristi. Sono i criminali e i torturatori che repressero i loro compatrioti iracheni durante gli ultimi trentacinque anni, gli esecutori del genocidio, uomini che massacrarono centinaia di migliaia di curdi, di arabi delle paludi e di sciiti. La creazione di una controrivoluzione antidemocratica e fascista, formata da baathisti e volontari islamici stranieri, alcuni di loro sono di al Qaida e di Ansar al Islam, è una classica empia alleanza mediorientale. Queste persone hanno maggior sostegno tra i mass media arabi e negli studi di al Jazeera di quanto ne abbiano in Iraq".




Link: editoriale su Il Riformista.



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