mercoledì 7 aprile 2004

Anche in Irak donne e bambini usati come scudi umani


Non è certo una novità: già ai tempi dell'operazione in Somalia un nostro contingente venne attirato in una trappola e poi si trovò a dover fronteggiare decine e decine di guerriglieri che si riparavano dietro donne e bambini spinti avanti a fare da scudi umani.



Lo stesso accade con regolarità quando i terroristi di Hamas e degli altri gruppi palestinesi decidono di "ingaggiare battaglia" in occasione degli interventi dei blindati israeliani: anche qui, in prima linea vengono spediti ragazzini di pochi anni armati di pietre; quando poi uno di loro viene preso in mezzo al fuoco incrociato e rimane ferito o ucciso scattano i titoloni sui giornali e in TV: "L'esercito israeliano uccide un bambino palestinese!".



A Nassiriya i nostri bersaglieri si sono trovati esattamente nella stessa situazione:
"Ieri abbiamo preso i ponti, siamo ancora in possesso dei ponti e non li lasceremo". Su entrambe le sponde dell'Eufrate? "Su due ponti su entrambe le sponde dell'Eufrate, sul terzo ponte è quello in cui abbiamo dovuto desistere perché hanno mandato avanti donne e bambini. Quindi in quel ponte controlliamo solo la sponda sud.
Questo almeno è quel che vuole darci a bere il comando militare italiano di Nassiriya, ma per fortuna la solita pacifinta d'Egitto vigila e, accantonando con sufficienza le testimonianze non solo dei militari italiani ma anche dei giornalisti presenti e dei civili iracheni non intruppati con le milizie che hanno scatenato questo casino, ci fornisce il suo - come di consueto equilibrato e obiettivo - punto di vista sulla vicenda, smascherando coraggiosamente e senza possibilità di appello le vergognose bugie degli okkupanti italiani (il grassetto è mio):
Una penserebbe che i miliziani armati vadano a sparare con gli zaini pieni di donne e bambini da tirare fuori all'occorrenza.



E' un'idea che mi pare molto più bizzarra della confusione, almeno apparente, sulle date.
Perfetto: direi che questo spiega tutto, no?



Amen .



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