lunedì 26 aprile 2004

Brigate Verdi e Al Qaeda: stessa strategia


Il comunicato delle Brigate Verdi di Maometto accluso al nuovo video degli ostaggi italiani avanza richieste totalmente inaccettabili:
Vi assicuriamo che daremo prova di buona fede e li libereremo - dice il messaggio diretto dai sequestratori al popolo italiano - se simpatizzerete con la nostra causa, ci mostrerete la vostra solidarietà e respingerete pubblicamente la politica del vostro primo ministro, iscenando una grande manifestazione nella vostra capitale per protestare contro la guerra.

Vi concediamo cinque giorni, scaduti i quali li uccideremo senza indugio e senza altri avvertimenti.
L'obiettivo è lo stesso della recente offerta di "tregua" avanzata da Bin Laden nei confronti dei Paesi europei: creare una scollatura fra Governi nazionali e cittadini (anche in vista delle elezioni europee), e fra i diversi Paesi impegnati a vario titolo nella Coalizione.



È evidente che nessuna trattativa politica è possibile con i terroristi, siano essi di Al Qaeda o di formazioni "minori" come questa: nessun Governo degno di questo nome, neanche il peggior Governo della peggiore Repubblica delle Banane, potrebbe mai cedere a un ricatto simile - diversamente, vorrebbe dire che per decidere o modificare la politica di uno Stato è sufficiente rapire o uccidere alcuni suoi cittadini: ma allora, se così fosse, tanto varrebbe arrendersi subito ai terroristi islamo-fascisti implorando la loro clemenza.



Per quanto riguarda gli ostaggi, temo che in questo momento le loro probabilità di uscirne vivi siano pari, o addirittura inferiori, a quelle che aveva Aldo Moro mentre era nelle mani delle Brigate Rosse: anche in quel caso si è dovuto scegliere fra il legittimo desiderio della famiglia e degli amici del rapito di vederlo tornare a casa vivo e la logica dolorosa, ma ineludibile e cristallina, della Ragion di Stato: oggi come allora, cedere e trattare coi terroristi non è possibile.



Ne va della tenuta delle nostre istituzioni e dello Stato, ne va della sicurezza dei cittadini (cedere oggi al ricatto significherebbe aprire la porta a futuri, ulteriori ricatti, forse ancora più sanguinosi), ne va della tenuta delle nostre alleanze internazionali, ne va della nostra dignità e della nostra libertà, sia come nazione che come singoli individui.



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