martedì 4 maggio 2004

Ostaggi italiani e silenzio stampa


Segnalo un editoriale del Riformista sul tema del silenzio stampa richiesto sulla vicenda degli ostaggi italiani in Irak:
Sembra ormai chiaro da giorni che la grancassa mediatica sugli ostaggi, e la confusione che produce, sia diventata un ostacolo reale alla liberazione dei tre italiani detenuti, se non anche alle trattative in corso, sempre ammesso che ci sia una trattativa in corso e che sia in corso con la gente giusta. Gli stessi giornali e le stesse reti tv che partecipano alla grancassa ne denunciano spesso con onestà i rischi, ma la grancassa non si attenua.

Dei rischi che comporta faremo due esempi, uno politico e uno tecnico. Il primo: più la vicenda degli ostaggi sta sulle prime pagine in Italia, pi` dimostra l'effetto che può avere sulla politica interna e perfino sullo stato d'animo dell'opinione pubblica in materia di ritiro, più ai rapitori conviene tenerseli.



(...)





Il secondo rischio attiene più specificamente alla tecnica del negoziato. Nei nostri servizi segreti c'è chi pensa che l'annuncio immediato, dato venerdì, dell'incontro tra il consiglio degli Ulema e la Croce rossa italiana, che aveva riacceso speranze e clamore in Italia, potrebbe essere stata la causa dell'altrettanto immediato comunicato dei rapitori (o chi per loro), che hanno alzato il prezzo politico proprio per impedire una possibile soluzione positiva, precipitandosi a smentire gli Ulema. In questo caso il megafono mediatico potrebbe essere stata causa diretta di un intoppo alla trattativa.

Se così stanno le cose, e così sembra proprio che stiano, non si capisce perché il sistema dei media non ne prenda atto, imponendosi il silenzio stampa almeno su tutte le notizie non verificate, non rilevanti, non congruenti.
Link: testo completo.



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