sabato 29 maggio 2004

Cofferati, l'uomo sbagliato al posto sbagliato


Riporto l'editoriale di stamane de Il Riformista:
Anche il silenzio può essere volgare.



La famiglia Biagi, rompendo un lungo silenzio, ha fatto una scelta politica, di cui è consapevole. Non vuole Cofferati sindaco di Bologna, e si muoverà di conseguenza. Poteva tacere, ma ha parlato; sottoponendo inevitabilmente la sua autorità morale alla bagarre del giudizio politico e dell’uso partigiano. Non sta a noi giudicarla.

Ma anche Sergio Cofferati ha fatto e rispettato, in questi lunghi mesi di campagna elettorale bolognese, una scelta politica. E siccome si tratta di un candidato alle elezioni, e non di una persona privata, la si può giudicare. Ha fatto la scelta del silenzio. Ha tentato di rimuovere il convitato di pietra di queste elezioni per oblio.

Innumerevoli occasioni avrebbe avuto per dimostrare la grandezza umana e lo spessore intellettuale che i suoi sostenitori vantano, evocando lui lo spettro del professore ucciso dalle Br. Cofferati ritiene di non aver nulla di cui scusarsi. Ma anche un riconoscimento postumo all’uomo che scrisse un libro bianco "limaccioso" sarebbe bastato. Per esempio commentando l’accordo sottoscritto qualche settimana fa, anche dalla Cgil, che consente a 4300 precari della Telecom di stabilizzare il loro rapporto di lavoro proprio grazie alle nuove figure previste nella legge che di Biagi porta il nome. Anche una condivisione pubblica del dolore della famiglia sarebbe bastato. Anche una riflessione autocritica sugli eccessi della polemica politica, in questo disgraziato paese che ha ancora un terrorismo politico di sinistra.

Cofferati ha preferito tacere, e far definire "volgari attacchi" tutti i discorsi di questo genere, compresi i nostri. Poteva veramente sperare che quel grumo di dolore non esplodesse prima del voto? E ora che è esploso, reagisce anche peggio, definendo l’uso del nome di Biagi un "diversivo offensivo" della giunta Guazzaloca, iscrivendo così di fatto la dichiarazione della famiglia nelle manovre di campagna elettorale del suo avversario: "Se l’obiettivo è quello di intimorirci o intimorirmi - dice intimidente - consiglierei sommessamente di dedicare il tempo ad altra iniziativa".

Questo è ingiusto e offensivo per chi ha amato Biagi. Il quale, lo ricordiamo, era così poco strumento della reazione che nel ’99 si candidò nello schieramento che tentò di battere Guazzaloca. E lo fece su invito dell’amico Enrico Boselli, oggi uno dei leader dello schieramento che ha candidato Cofferati a Bologna.


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