domenica 2 maggio 2004

Incredibile: tribunali islamici in Canada


Ne parla Marco Guidi, del Messaggero, su Newsland (segnalato da Paolo di I Love America):
UN PICCOLO passo verso la fine della civiltà giuridica occidentale, vale a dire della civiltà occidentale tout court. Così si può leggere la decisione del General Attorney dello stato dell'Ontario (Canada). In un futuro immediato, come ha comunicato il portavoce del dipartimento giustizia dell'Ontario, Brendan Crawley, tutti i musulmani residenti nello stato canadese, invece che a un tribunale normale potranno ricorrere a una sorta di tribunale islamico (dove i giudici canadesi saranno affiancati da imam e dotti nella legge coranica), a patto che la vertenza riguardi due o più musulmani e che tutti i convenuti in giudizio siano d'accordo.



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La decisione pare sia passata in Canada senza particolari clamori, ma il suo impatto è destinato a diventare, a nostro avviso, devastante. Ricorrere a tribunali islamici per gli islamici significa, in nome del multiculturalismo, non riconoscere l'esistenza di una legge comune per tutto il Paese e dell'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Peraltro, proprio in Canada, e proprio nell'Ontario esiste un precedente: per gli ebrei c'è la possibilità di ricorrere a una sorta di tribunale rabbinico, sempre in caso di dispute familiari, divorzio, eredità e affari.

Non occorre essere grandi giuristi per capire che così operando si va verso una sorta di diritto variabile a seconda delle religioni (attendiamo ora che anche la comunità sikh, quella buddista, quella induista del Canada ottengano le stesse regole. Del resto perché loro no e gli altri sì?).



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Ovviamente questo, al contrario di quel che sembrano credere i canadesi, non favorirà l'integrazione tra i cittadini di diverse religioni, ma anzi tenderà a creare delle vere e proprie enclaves nel cuore della società. Tutto il contrario di quello che auspica uno studioso tedesco di origine siriana, Bassan Tibi, in un suo recente libro: "Euroislam". Secondo Tibi potrà nascere un islam europeo solo quando le comunità islamiche che vivono in occidente accetteranno i modi di vita europei, primo tra tutti il suo diritto.



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Il rovesciamento del vecchio principio europeo della legge uguale per tutti creerà tante giurisdizioni separate, per ora solo a livello di diritto famigliare e civile. Ma è un segnale pericoloso di resa, di perdita di orientamento. In ultima analisi un cedimento al relativismo culturale che mina le basi stesse del vivere civile. Anche perché la sharia non è, l'abbiamo detto, un diritto unico, essa si basa su interpretazioni dei dotti fondate sul Corano, gli hadit (i detti e i comportamenti del Profeta Muhammad), il consenso e l'analogia.

Tutte regole che possono mutare (spesso lo fanno) da tribunale a tribunale, da giudice a giudice.


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