venerdì 27 agosto 2004

Omicidio Baldoni: arrivano gli sciacalli


C'era modo e modo di reagire a una notizia come quella dell'assassinio di Enzo Baldoni.



Alcuni hanno reagito comportandosi da persone umane, altri da sciacalli - come sempre, d'altronde, è avvenuto in casi simili in Italia nel recente passato.



Ecco due esempi contrapposti:



1. dal blog Barsauro:
SE QUESTO E' UN UOMO. HANNO AMMAZZATO BALDONI



Nessuna pietà. Nessun brandello di remora umana. Un giornalista amico degli iracheni è stato ammazzato in Iraq. Come una bestia. Anzi peggio: con una telecamera ferma e puntata davanti al sangue per immortalare l'assassinio. A futura memoria, certo. Una memoria che si torcerà contro questi vigliacchi, gli stessi infami che hanno sparato alla tempia di Fabrizio Quattrocchi perchè aveva in tasca un porto d'armi americano. Vigliacchi perchè non sanno che quel video nessuna tv araba lo darà mai perchè una tale brutalità si ritorcerebbe contro gli aguzzini stessi. L'Esercito Islamico - o chiunque cazzo siano i rapitori - ha ucciso Enzo Baldoni, un innocente italiano che aveva a cuore la causa degli iracheni. Come parlare di una simile sottospecie umana? Non esiste termine di paragone se non ritornare all'Olocausto, a quella che finora è stata la più grande Vergogna dell'Umanità. In Iraq si sta passando ogni limite: innocenti presi per strada e usati come merce di impossibili scambi, connazionali uccisi perchè cercano un lavoro con gli stranieri e chissà quali atroci violenze non arrivano sui nostri media.

In compenso in Italia si litiga su "Baldoni pacifista col kalashnikov" (chissà come titoleranno domani...).



In compenso il ministro degli Esteri non perde il suo savoir faire: la tristissima sera dell'assassinio di Fabrizio Quattrocchi era comodamente incollato alla poltrona di Porta a Porta (e non ha alzato le terga nemmeno a notizia trapelata). Oggi, quando stava per scadere l'ultimatum per Baldoni era impegnato in una conferenza stampa al Meeting dei ciellini.



Addio Enzo Baldoni, addio Fabrizio Quattrocchi.
2. e ora vediamo, invece, il blog di Lia Celi, briosa e antropologicamente superiore come sempre:
La morale del caso Baldoni: mai farsi rapire lontano dalle elezioni



A pochi giorni dal Ferragosto, a un anno dal prossimo appuntamento elettorale: il freelance italiano non poteva scegliere un momento peggiore per cadere in mano ai terroristi iracheni. Per strapparlo ai sequestratori i nostri politici non si sono schiodati dall’ombrellone: più che il ritorno dell’ostaggio, a loro interessa il ritorno d’immagine. La Farnesina accusa gli assassini di Baldoni: "Non si può far scadere un ultimatum in coincidenza con l'inizio del weekend". Delusione del governo: pare che l’uccisione di un giornalista italiano non faccia punteggio per ottenere il sospirato seggio permanente all’Onu. Al centrodestra rimane una consolazione: ora c’è un pacifista di meno in giro. Sdegno della nazionale olimpica irakena che fra poche ore sfiderà gli azzurri ad Atene: "Invece di Baldoni, potevano rapire Gilardino". Ma l’Italia di Berlusconi non cede: resteremo in Irak finché la democrazia non tornerà sotto i quaranta dollari al barile.
Parole miserabili, scritte da gente che crede anche di essere ironica e spiritosa, mentre sta solo esibendosi in frizzi e lazzi - degni, questi sì, della peggiore campagna elettorale da Repubblica delle banane - sulla morte di un uomo.



Senza nessun rispetto, come sempre; a cadavere ancora caldo, come sempre: ma perché stupirsene? Per certa gente l'unica cosa che conta, qualunque sia la situazione, è attaccare il governo in carica, costi quel che costi: di fronte a questo sacro compito non c'è fair play, non c'è rispetto della morte, non c'è dignità (propria, ad avercela, o altrui) o puro e semplice buon senso o senso di umanità che tengano: l'importante è "resistere, resistere, resistere", fino all'immancabile (?) vittoria finale.



Che pena. Che schifo.



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