lunedì 30 agosto 2004

Allawi: 'La neutralita' e' impossibile'


Da una intervista al premier iracheno Allawi, sul Corriere della Sera:
"Nessun Paese civile si può tirare indietro. La lotta al terrorismo deve essere globale. Perché la sfida è davvero globale. Non esiste la neutralità, come dimostra il rapimento dei giornalisti francesi". In un'ora e mezzo di intervista nel suo ufficio, Iyad Allawi ha ribadito il suo grazie all'Italia e la necessità dell'impegno internazionale in Iraq, da lui definito "terreno di battaglia dello scontro tra la civiltà e le forze del male". Un incontro caratterizzato dall'emergenza attentati e rapimenti. Ha esclamato più volte il premier iracheno: "Magari il caso dell'assassinio di Enzo Baldoni e dei due reporter francesi presi in ostaggio convincerà finalmente i media internazionali a chiamare con il loro vero nome i criminali che operano in Iraq. Altro che resistenza! Qui si tratta di terroristi!" (mi sa che alla Gruber - e non solo a lei - fischieranno le orecchie, NdR).

La Francia si è opposta alla guerra un anno fa e non ha truppe in Iraq. A suo parere, perché sono stati rapiti i due giornalisti di Le Figaro e Radio France?

"Da tempo dico che qui in Iraq si sta combattendo una guerra all'ultimo sangue contro forze eversive che minacciano la libertà e la civile convivenza. Nessuno sarà risparmiato. Chi non combatte con noi adesso si ritroverà ben presto i terroristi in casa. Già oggi non passa giorno senza che emergano minacce nel mondo: da Los Angeles a New York, sino a Londra, Milano, Berlino, Roma, Madrid. E anche Parigi, indipendentemente da quella che è stata la politica del governo francese negli ultimi anni. Si illudevano i francesi se speravano di restarne fuori. Ora gli estremisti ricattano anche loro. Qui in Iraq il leader curdo Barzani mi ha segnalato nelle ultime ore che le sue forze hanno arrestato 32 persone coinvolte nel tentativo di preparare un'autobomba che avrebbe dovuto distruggere il parlamento regionale a Erbil".

Sembra che i rapitori dei due francesi siano anche gli assassini di Baldoni.

"Ho già telefonato al premier Berlusconi per esprimere il nostro cordoglio e ho chiesto di trasmetterlo alla famiglia di Baldoni. Era un innocente, un giornalista che faceva il suo dovere. E l'hanno ucciso senza pietà".

Lei ha appena ricevuto una delegazione dell'Unione Europea. Che cosa vi siete detti?

"Mi hanno offerto la possibilità di addestrare la nostra polizia presso le forze di sicurezza europee. Mi sembra un'ottima idea. Domani (oggi per chi legge, ndr. ) cercheremo di elaborare i dettagli. Noi vorremmo anche il massimo della collaborazione per combattere il terrorismo internazionale. La nostra intelligence vorrebbe avere accesso alle banche dati dei colleghi europei. Solo creando un fronte unico abbiamo la speranza di battere i nemici, che, ripeto, sono nemici di tutti, non solo del nuovo governo iracheno".

Lei sapeva che Baldoni era vicino ai movimenti pacifisti, contrari alla presenza delle truppe italiane in Iraq con gli americani?

"Questo prova ancora di più le mie affermazioni. E’ stato ucciso non per quello che faceva, ma per ciò che rappresentava. E ciò li rende ancora più pericolosi. Non si fermano di fronte a nulla. Qui uccidono donne, bambini, civili, senza pietà".

Sembra che Al Qaeda abbia promesso che risparmierà il Vaticano.

"Ridicolo. Una manovra politica. Non ci credo. Se fosse funzionale ai loro piani, attaccherebbero anche il Papa. Gli europei non dovrebbero lasciarsi fuorviare da queste sciocchezze. Si pensi alla Seconda guerra mondiale. Gli americani persero centinaia di migliaia di soldati per battere Hitler e salvare l'Europa. Oggi hanno salvato l'Iraq dalla dittatura e stanno combattendo la battaglia contro il fondamentalismo terrorista. Vanno aiutati in ogni modo".

Sino a quando pensa ci sarà bisogno dei tremila soldati italiani in Iraq?

"Per il momento ne abbiamo bisogno. A gennaio avremo le elezioni, passo fondamentale sulla via della democrazia. Poi ci occuperemo di rafforzare la nostra polizia e i militari. Quando saremo in grado di stare in piedi da soli potremo fare a meno degli alleati. E, anzi, potrebbe giungere il nostro turno per dar loro una mano nella guerra al terrorismo".

(continua sul Corriere)


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.