lunedì 8 settembre 2003

Ma che si e' fumato Scalfaro, un platano?


Dopo Berlusconi, anche Scalfaro si (ri)mette a farneticare.



Nel corso di un dibattito alla festa Nazionale dell'Unità di domenica sui "valori della Resistenza e della Carta Costituzionale", l'ex presidente Oscar Luigi Scalfaro ha parlato di "tarli" che stanno "erodendo la Costituzione e la storia d' Italia", facendo un paragone fra l'avvento del fascismo e quello che, a suo dire, starebbe accadendo oggi in Italia:
Mussolini andò legittimamente al potere: attenti ai primi sintomi, non facciamo finta di non vedere.
Berlusconi come Mussolini? La moderna e articolata democrazia italiana, con i suoi difetti ma anche con il suo corredo di poteri e contropoteri (a tutti i livelli: dai consigli di quartiere alla Corte Costituzionale) come l'italietta pre-moderna e pre-politica di ottanta anni fa?



Torno a fare la domanda che posi già in relazione alle dichiarazioni di Berlusconi al settimanale The Spectator: ma che si è fumato Scalfaro, un platano?



Mentre piovono le reazioni indignate degli esponenti del centro-destra, e non solo, arriva puntuale anche qui, come nel caso Berlusconi-Spectator, la precisazione di rito:
Non mi sono neppure sognato di fare quel paragone - fa scrivere in un comunicato Scalfaro- e questo l'ho ripetuto al termine del discorso con i giornalisti presenti.
Insomma, il solito cliché: prima si spara a palle incatenate contro il nemico di turno, poi si smentisce tutto (anche, e soprattutto, l'evidenza).



Fra i vari commenti riporto quello del leader dell'UDC Follini:
Anche a me capita di essere amichevolmente critico verso il presidente del Consiglio. Ma le parole di Scalfaro mi pare che davvero passino il segno. E mi stupisce che Fassino e Rutelli, che rappresentano un'opposizione democratica, non siano ancora intervenuti a ribadire l'ovvio: che il presidente del Consiglio non è un dittatore e che l'Ulivo non è il Cln.
Già, com'è che i leader dell'Ulivo, sempre pronti a denunciare lo "scarso rispetto" delle istituzioni che trasparirebbe da certe recenti dichiarazioni di esponenti della CdL, ora trovano del tutto normale che un loro sodale accusi il Presidente del Consiglio (una delle cariche istituzionali più alte del nostro Paese) di essere una specie di Duce redivivo, e di volere seguire le sue orme?



Mi sembra un atteggiamento imbecille e pericoloso, perfettamente speculare a quello di chi nel centro-destra non perde occasione per scatenare polemiche con toni da "muro contro muro" degni di un Paese sull'orlo di una guerra civile strisciante.



Link: articolo su Il Nuovo.



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