giovedì 27 gennaio 2005

Israele

Ancora oggi gli antisemiti di destra e di sinistra, gli islamo-nazisti e i loro collaborazionisti sognano un mondo senza Israele (in realtà intendono senza gli ebrei) e la fine "dell'esperimento politico" (sic) rappresentato dallo Stato ebraico.



A tutti loro dedico questo articolo a firma Debora Fait apparso il 24 gennaio su Informazione Corretta e intitolato "Israele c'è!".

Ho raccontato la tragedia di Elio Mordo come e' nel mio ricordo di bambina che ascoltava le storie della famiglia dalle labbra della nonna (vedi, "Israele non c'era ancora", Informazione Corretta 23-01-05).

Raccontava raccontava raccontava, gli occhi verdi lucenti, storie di morte. Lei si era salvata, era stata rinchiusa per giorni in un armadio in soffitta.

Parlava delle fughe, dei documenti falsi, delle scuole in cantina, del terrore, senza mai nominare i tedeschi, senza mai pronunciare la parola "nazisti".

Raccontava le storie ma non parlava della Shoa'.



Nessuno parlava della Shoa'.



Quando sono cresciuta ho capito che mia nonna mi aveva trasmesso un'identita' fortissima, non era osservante ma era ebrea dalla testa ai piedi e grazie a lei io ho sentito questo travolgente senso di appartenenza al popolo di Israele.

Mi ha insegnato la dignita' e l'orgoglio di essere quella che sono e, senza averlo mai visto, mi parlava di Israele e del suo significato senza mai dire che nulla sarebbe accaduto se ci fosse stato.



Non parlava della Shoa'.

Per anni gli ebrei non hanno parlato della Shoa'.



Poi accadde qualcosa di grande: Eichmann, la sua cattura in Argentina e il processo in Israele.

Leggevo tutto, bevevo tutto, raccoglievo gli articoli di giornale. La televisione, in bianco e nero, faceva vedere le immagini da Gerusalemme, le testimonianze dei sopravvissuti, le loro grida mentre ricordavano, gli svenimenti quando la memoria era impossibile da sopportare. Ricordo mia nonna e mia mamma, guardavano in silenzio, senza un commento, senza una parola.



Fino al processo Eichmann gli ebrei non avevano mai parlato della Shoa', tacevano perche' era insopportabile persino il ricordo ma quel processo e quella faccia dietro il vetro della gabbia in cui era rinchiuso, quella faccia che aveva sempre un sorriso sardonico, la freddezza delle sue parole, la completa assenza di rimorso, il fastidio, la noia che gli si leggeva sul volto mentre ascoltava quei poveretti che testimoniavano, tutto questo ha travolto gli ebrei e il loro silenzio.

Era arrivato il momento di spalancare la bocca in un urlo silenzioso, era arrivato il momento di far parlare i fantasmi che si aggiravano senza pace per le strade d'Europa, era arrivato il momento di scavare tra la cenere di milioni di corpi bruciati.

Hanno incominciato a parlare, a raccontare, a urlare, come un fiume in piena, una valanga irrefrenabile di parole, di ricordi e di pianti urlati senza lacrime.

Quando il dolore diventa orrore non si puo' piu' piangere e quel processo e' stato un urlo liberatorio per tutti gli ebrei del mondo.

Ho visto, nel kibbuz dove e' conservata, la gabbia di vetro di Eichmann, piccola ma sufficiente a contenere il mostro le cui ceneri sono state sparse in mare fuori dai confini di Israele perche' nemmeno un granello del suo corpo sporcasse la nostra Terra.



Al Memorial della Shoa' di Gerusalemme c'e' una bacheca di legno scuro con all'interno una scarpetta bianca di bambino, un po' sporca. Una sola scarpina e sotto, in lettere dorate, il numero, atroce, terribile, disumano: "1.500.000".

Nient'altro.

Un milione e mezzo di bambini ebrei assassinati , Un milione e mezzo di fiori bruciati e passati per il camino, 6 milioni di ebrei sbranati e divorati dalla Belva ed e' potuto accadere solo perche' Israele non c'era.



Oggi vorrebbero ritentare l'esperienza , gli arabi e i loro amici, vorrebbero vederci scomparire, eccome se lo vorrebbero, hanno tentato e ritentato con 6 guerre, con anni di terrorismo, con la propaganda di menzogne per mettere il mondo contro di noi.

Per la verita' non e' difficile, pare che il mondo non aspetti altro.

C'e' solo un problema, un problema insormontabile: Israele esiste.

E' l'unico paese al mondo di cui ancora, dopo 60 anni, si mette in discussione il diritto all'esistenza ma c'e'!

Israele c'e' e mai piu' nessuno al mondo strappera' i nostri fiori, mai piu' nessuno li brucera'.

I camini, la cenere, il buio sono rimasti la', in Europa. Montagne di cadaveri su cui gli europei camminano e da cui hanno ancora la sfrontatezza di giudicarci e di gridare "via dalla Palestina" dimenticando che 60 anni fa urlavano il contrario "andate in Palestina" .

L'odio resiste, e' stato alimentato per piu' di 20 secoli e forse ce ne vorranno altrettanti per distruggerlo ma ogni ebreo del mondo sa che le tenebre non scenderanno piu' perche' c'e' Israele e guardando verso Gerusalemme vedra' la luce.



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