giovedì 27 gennaio 2005

Il solito Chirac

Sì, il solito: quello del "pacifismo" all'ombra dei ricchi contratti petroliferi con il regime di Saddam, per intenderci.



Ecco la sua ultima prodezza:

Jacques Chirac ieri a Davos sembrava il presidente del Terzo Mondo. Ha denunciato le grandi multinazionali («il fatturato delle prime due supera quello dell’intera Africa»), ha evocato gli «tsunami silenziosi» (carestie, malattie infettive, violenze, rivolte, migrazioni senza controllo, derive estremistiche), insomma i nuovi cavalieri dell’Apocalisse. Ha apprezzato la Gran Bretagna e la Francia (ça va sans dire) che si sono impegnate a raggiungere lo 0,7% del pil da destinare ai fondi per lo sviluppo. E ha proposto una tassa internazionale per lottare contro l’Aids. Un intervento ispirato, con l’enfasi che il presidente francese sa mettere in queste cose. Sono i discorsi che gli vengono meglio, peccato gli manchi il dono dell’autocritica. Avrebbe dovuto ricordare che la difesa dei contadini francesi impedisce ai contadini africani, asiatici e sudamericani di esportare liberamente i loro beni in Francia e in Europa. E di intascare quelle risorse con le quali uscire dalla trappola della povertà.


Fonte: Il Riformista.



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