martedì 22 giugno 2004

Neanche Arafat scherza, nel frattempo


Dall'ANSA:
TEL AVIV - Lo Shin Bet, il servizio di intelligence interna israeliano, ha arrestato un ufficiale della sicurezza palestinese accusato di essere stato l'organizzatore materiale del doppio attentato kamikaze del marzo scorso contro il porto di Ashdod. Lo hanno annunciato i siti internet di diversi giornali israeliani.

L'uomo arrestato, Muwain Attallah, 39 anni, e' il capo della sicurezza per il lato palestinese al varco di Karni, fra la Striscia di Gaza e il territorio israeliano.

I due kamikaze di Hamas che si erano fatti esplodere ad Ashdod erano entrati in Israele nascosti nel doppio fondo di un container proveniente da Gaza e passato attraverso il varco di Karni. L'attentato, costato la vita a 10 persone, avrebbe potuto avere effetti ancora piu' devastanti se fosse stato colpito un vicino deposito di sostanze chimiche.

Stando al sito internet di Maariv, durante i primi interrogatori Attallah avrebbe confessato di avere organizzato per Hamas il passaggio del container al varco di Karni.
E su Repubblica, come segnalato dal Griso:
"Le Brigate dei martiri di Al-Aqsa fanno parte di al Fatah e non saranno sciolte" dopo il ritiro di Israele da Gaza. Lo ha dichiarato il primo ministro palestinese Abu Ala, aggiungendo che il braccio armato del movimento di Yasser Arafat "sarà integrato nelle istituzioni di al Fatah".
Mette conto ricordare che le Brigate dei martiri di Al-Aqsa negli ultimi due anni si sono macchiate di innumerevoli attentati suicidi, causando la morte di centinaia di civili israeliani, fra uomini, donne e bambini; il "moderato" Abu Ala evidentemente considera i militanti delle brigate del premio Nobel per la pace Arafat (sic) dei bravi ragazzi, molto patriottici, solo un po' vivaci, forse, e rifiuta con sdegno di prendere in considerazione l'ipotesi di muovere anche solo un dito contro di loro.



Repubblica si limita a riportare sobriamente la notizia, senza aggiungere alcun commento; la barriera difensiva israeliana, che negli ultimi mesi, nella parte dove è già stata completata, ha ridotto in maniera drastica le infiltrazioni di terroristi palestinesi (compresi i "martiri" targati Arafat), e di conseguenza il numero di attentati e, quindi, il numero dei morti israeliani, su Repubblica viene immancabilmente ribattezzata "muro" e dipinta come uno strumento di stampo quasi nazista, e una "prova" del "razzismo" e della "violenza" dello Stato di Israele: un classico esempio di giornalismo moralmente e antropologicamente superiore.



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