giovedì 17 giugno 2004

Il bersaglio sono gli iracheni


Qualcuno ancora lo dubitava? Il vero bersaglio di quella che Dietlinde Gruber, in arte Lilli, si ostina a chiamare "resistenza irachena" (fa tanto pacifista, si sa) sono gli iracheni, è il nuovo corso civile e democratico dell'Irak, sono le speranze di una vita migliore e più degna di essere vissuta rispetto all'inferno dei tempi di Saddam (e di Tarek Aziz: bei tempi quelli, vero, cari pacifinti italioti?).



Non per niente, nei giorni scorsi, i "resistenti" hanno attaccato e di fatto messo fuori uso gli oleodotti che permettevano all'Irak di esportare il proprio petrolio (non per venderlo agli USA, e sottocosto, ma a prezzo normale e verso, fra gli altri Paesi, la Spagna del fuggitivo Zapatero: vedi qui).



Oggi una nuova eroica impresa della valorosa resistenza irachena tanto cara agli utili idioti di casa nostra: una autobomba esplosa davanti a un centro di reclutamento del neo-istituito Corpo di Difesa Civile ha fatto almeno 35 morti e 138 feriti fra i volontari iracheni in coda all'ingresso.



Fonte: Corriere della Sera.



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