lunedì 15 marzo 2004

Spagna: successo pieno per Al Qaeda


Dal Corriere della Sera:
MADRID - Le truppe spagnole che si trovano in Iraq saranno fatte tornare, se non ci sono novità, da qui al 30 giugno, ha detto oggi il leader socialista vincitore delle elezioni spagnole, José Luis Rodriguez Zapatero. In Iraq sono attualmente operativi 1.300 soldati di Madrid. Parlando alla radio Cadena Ser Zapatero ha detto che nessuna decisione sarà presa finché egli non sarà ufficialmente al potere e dopo ampie consultazioni. "Ma le truppe in Iraq torneranno a casa", ha affermato.
Missione compiuta, successo pieno: gli islamo-fascisti di Al Qaeda, a cadaveri delle vittime del massacro ancora caldi, stanno già raccogliendo i frutti della loro strategia.



Il leader del partito socialista spagnolo ha scelto immediatamente la via dell'appeasement, illudendosi così di mettere la Spagna al sicuro da futuri attentati - e glissando elegantemente sul fatto che gli attentati continueranno comunque, ma già: presumibilmente "non in Spagna" (almeno per il momento: ma non per sempre, certamente) ma in altri Paesi europei o negli USA, e quindi...



Nel frattempo, Al Qaeda ha visto confermare clamorosamente la sua tesi: la strategia del "Divide et impera" basata su attentati pre-elettorali è una strategia vincente.



Aspettiamoci delle repliche, quindi.



Da leggere gli editoriali di Sergio Romano
...potrebbe trattarsi di un passaggio emotivo destinato a esaurirsi in poche settimane. Ma il significato pacifista del voto verrà accentuato dall'interdipendenza della politica europea. La sconfitta della linea di Aznar modifica gli equilibri nell'Unione.



Dalle elezioni spagnole escono battuti o indeboliti sia i governi filo-americani sia quelle forze, nelle diverse formazioni progressiste, che hanno cercato, come Fassino e Rutelli in Italia, di contrastare il massimalismo pacifista delle loro ali più radicali. Nei prossimi mesi l'Europa potrebbe essere ancora più rissosa, impotente e inaffidabile di quanto non fosse alla vigilia della guerra in Iraq.
e di Magdi Allam
Un documento strategico del gruppo saudita Voce della Jihad legato a Al Qaeda completa la quadratura del cerchio nella strage di Madrid. La Spagna viene indicata come "la prima pedina da abbattere per provocare un effetto domino che costringa le altre forze occupanti ad abbandonare l'Iraq". A quattro giorni dalla strage emerge la presenza di un network del terrore che ha nei terroristi islamici il braccio armato e un braccio politico-propagandistico di cui fanno parte una fazione della sedicente "resistenza irachena", gruppi terroristici europei tra cui l'Eta e i circuiti antimperialisti.



(...)



Il documento di Al Qaeda di 42 pagine è stato redatto e diffuso alla fine del 2003. Ma soltanto ora viene riscoperto per la sua impressionante previsione della strage di Madrid e del risultato delle elezioni. "Per costringere il governo spagnolo a ritirarsi dall'Iraq, la resistenza deve infliggere dei pesanti colpi alle sue forze. Seguiti da una campagna propagandistica per illustrare la realtà della situazione in Iraq. Dobbiamo sfruttare al massimo la scadenza elettorale. Noi riteniamo che il governo spagnolo non sopporterà che due o tre attacchi al massimo prima di essere costretto a ritirarsi sotto la pressione popolare. Se non lo dovesse fare, la vittoria del partito socialista sarà pressoché certa e il ritiro dall'Iraq sarà una delle sue priorità".



(...)



Al-Kubaysi, rientrato in Iraq alla vigilia della guerra, dirige la "resistenza" armata a Falluja contro le forze americane e i "collaborazionisti". Ed è sul terreno che si realizza l'intesa operativa con i terroristi islamici autoctoni e stranieri provenienti da ogni parte del mondo. L'obiettivo di Al-Kubaysi è dar vita, entro la fine di marzo, a un Fronte di liberazione nazionale che dovrebbe associare laici e religiosi, sunniti e sciiti, arabi e curdi contrari alla "pax americana".



Al-Kalemji proprio ieri si trovava a Barcellona per propagandare l'idea del Fln iracheno. Il tour italiano è invece affidato a Shawkat Khazindar che, dopo essere stato a Roma, Napoli, Sassari, Perugia, Milano, Firenze, ieri ha tenuto una conferenza a Porto S. Giorgio (Fermo). Queste le parole d'ordine inalberate: "No all'occupazione dell'Iraq! Ritirare i soldati italiani! Nessun sacrificio per la guerra di Berlusconi! Nessun inciucio con i guerrafondai! Fuori le basi Usa dall'Italia! Fuori l'Italia dalla Nato! Solidarietà con l'Intifada palestinese e la Resistenza irachena!". Una strategia condivisa dal Campo Antimperialista che ospita gli esponenti della "resistenza irachena", ha già promosso la raccolta di 12 mila euro per finanziarne l'attività propagandistica, condivide e sottoscrive gli attentati compiuti contro gli americani e i loro alleati. Compreso il massacro dei carabinieri a Nassiriya: "Gli attacchi ai militari sono legittimi anche in base alle leggi internazionali - sostiene Moreno Pasquinelli portavoce internazionale del Campo Antimperialista -. Se partiamo dal presupposto che anche gli italiani sono occupanti, gli iracheni li considerano nemici. Io considero l'attacco alla caserma dei carabinieri italiani a Nassiriya come attacchi di guerriglia e di resistenza legittimi. Noi non li chiamiamo terrorismo".



Ed è lo stesso Pasquinelli che chiarisce: "Tra i resistenti baschi, iracheni e afghani c'è un grande obiettivo comune: no all'impero americano, cacciare gli americani e rimandarli a casa". Sulla strage di Madrid precisa: "Sul livello etico noi condanniamo ogni forma di stragismo. Ma sul livello politico gli integralisti islamici si considerano una potenza statale in fieri, la Umma musulmana. Sono in guerra con gli Stati Uniti e i loro alleati. Dal loro punto di vista queste azioni sono azioni di guerra contro l'aggressione e il militarismo americano. Questo stragismo non è di pazzi criminali. Ha delle cause che risiedono nell'unilateralismo imperialistico americano, sono atti a sfondo politico, vanno compresi politicamente. Sono atti di guerra di gruppi che chiedono il ritiro dell'America dall'Iraq e di Israele dai territori occupati. Noi condividiamo questi obiettivi. La logica politica di chi ha fatto la strage di Madrid è ottenere il ritiro degli spagnoli dall'Iraq".
Nel frattempo, i soliti utili idioti della situazione (ma antropologicamente superiori, certo) stanno già festeggiando:
Speriamo che sia un inizio, e che nel giro di un paio d'anni si possa chiudere una parentesi oscurantista che, in Europa e nel mondo, è durata fin troppo. È tempo che i mentitori, i bugiardi, i fascisti, la gente che si è messa la legalità nazionale e internazionale sotto le scarpe venga punita.



Forza, che ci sono le amministrative e le europee tra poco, e bisogna mandare a casa un sacco di cialtroni. E poi c'è da ricostruire.
Sicuro, bisogna punire quei bugiardi, cialtroni, fascisti che hanno schiacciato l'Europa e il mondo sotto una cappa oscurantista, in nome di una chiaramente pretestuosa e inesistente minaccia terroristica, e bisogna ricostruire un rapporto - se non in stile Volemose Bene, quantomeno in stile Sindrome di Stoccolma - coi bravi ragazzi alla Bin Laden e alla Saddam; per quest'ultimo, suggerirei agli appartenenti alla Razza Antropologicamente Superiore di proporre la restaurazione del suo regime e la restituzione dei pieni poteri presidenziali: un gesto che verrà certamente apprezzato dai loro nuovi amichetti con la barba.



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