martedì 23 marzo 2004

Il Foglio sulla strategia di Sharon


Segnalo un editoriale del Foglio di Giuliano Ferrara sull'eliminazione del leader del gruppo terrorista Hamas e sulla strategia di Sharon:
La strategia del governo Sharon per favorire la soluzione del conflitto con i palestinesi e il mondo arabo si basa su tre pilastri – l'antiterrorismo, il ritiro da Gaza e Cisgiordania, la diplomazia – e su una forte dose di unilateralismo convinto e almeno in parte obbligato. L'uccisione del leader di Hamas, Ahmed Yassin, è un evento che contiene tutti gli aspetti della linea Sharon. È un'operazione di antiterrorismo perché Hamas è il gruppo che ha organizzato e rivendicato quasi tutti gli attentati della lunga seconda Intifada fino a quello di Ashdod che se fosse riuscito del tutto, colpendo l'obiettivo: depositi di sostanze chimiche, avrebbe avvelenato una città e provocato una strage senza precedenti. Perché Hamas ha di recente valicato un'altra linea rossa, passando dall'indottrinamento dei giovani (fino alla scelta del martirio assassino) all'utilizzo di un bambino di 12 anni per il trasporto di esplosivo. Perché Hamas collabora sempre più con le Brigate dei Martiri di Al Aqsa, gruppo legato ad al Fatah, il partito di Yasser Arafat. Perché Hamas ha una sola prospettiva dichiarata: la distruzione d'Israele, e risulta dunque impossibile per qualunque premier di Gerusalemme immaginare un'alternativa alla forza. Il governo israeliano ha più volte ribadito che per fermare il terrorismo bisogna colpire uno a uno i suoi capi, i suoi organizzatori, i suoi ideologi, i suoi finanziatori. Oltre alle uccisioni mirate e alle azioni d'intelligence per scongiurare attentati, le altre due iniziative che Sharon considera fondamentali in questo campo sono la barriera di difesa e il contestuale ritiro unilaterale dai Territori.
Fonte: Il Foglio.



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